Ceglie

in diretta

on line

    Settembre 2004

 

Archivio

 

 

2004

 

Gennaio

Febbraio

Marzo

Aprile

Maggio

Giugno

Luglio

Agosto

Settembre

Ottobre

Novembre

Dicembre

In questa pagina notizie e servizi da Ceglie Messapica (Brindisi)

 

 

Basket: Massimo Vitale affiancherà il coach Coco Romano

Giovedì, 30 settembre

La Stamplast Ceglie si rafforza ulteriormente. Anche sul piano tecnico. Ha, infatti, tesserato l'allenatore in seconda. Niente di meno che Massimo Vitale, tecnico di notevole esperienza, che affiancherà il coach Coco Romano nel corso di questo campionato che i vertici del sodalizio cegliese puntano a vincere. E non ne fanno un mistero. La battuta d'arresto nella gara di esordio contro il Corato è stata immediatamente cancellata dalla bella vittoria conquistata a San Giorgio del Sannio contro la Sant'Agnese. Una vittoria più che convincente: ben trentuno i punti di distacco al suono finale della sirena. La squadra ha girato molto bene. Ma i dirigenti vogliono ancora qualcosa in più. E per questo, stando a quel che trapela, starebbero cercando un ulteriore rinforzo. Per ora hanno quadrato per quanto riguarda la conduzione tecnica: la coppia Romano-Vitale è di tutto rispetto ed è sinonimo di garanzia.

Intanto domenica si torna a giocare in casa. O, per meglio dire, si torna a giocare nel palazzetto di Cisternino, dato che quello di Ceglie è sempre di là da finire. Quando si pensa che la soluzione è ormai a portata di mano, c'è sempre qualcosa che fa slittare i tempi. Peccato, un vero peccato per una vicenda che incredibilmente si trascina da anni senza mai riuscire a tagliare il traguardo.

(La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

 

Anziano trovato morto in un pozzo dopo 16 mesi

Mercoledì, 29 settembre

Paolo Parisi, lo scomparso trovato morto nel pozzoPaolo Parisi, un anziano di 80 anni di Ceglie: lo cercavano i familiari ed i carabinieri dal maggio del 2003, da quando era scomparso nel nulla, finito chissà dove e chissà quanto lontano. Invece, mai ad immaginare che il suo corpo era a poca distanza nell’abitato di Ceglie, riverso di petto nell’acqua di una cisterna a cielo aperto posta nel cortile di un caseggiato diroccato.

La macabra scoperta è avvenuta per caso ieri mattina ad opera di alcuni curiosi addentratisi in quel giardino quasi inaccessibile.

E’ scattato l’allarme, ha preso a circolare la voce del giallo, di una morte misteriosa perchè la sagoma in avanzato stato di decomposizione galleggiava sull’acqua a testa in giù, e la cosa non lasciava assolutamente intravedere nè le caratteristiche somatiche nè una plausibile età. E la zona è subito divenuta meta di altri innumerevoli curiosi. Mentre i carabinieri ed i vigili del fuoco con il reparto sommozzatori giunto da Taranto, e poi il sostituto procuratore di turno Silvia Anastasia, si davano da fare per disporre almeno una bonifica parziale della cisterna che potesse far recuperare e identificare quel corpo.

Alla fine, pietosamente e con grande fatica, il corpo di Paolo Parisi è stato recuperato. E quindi identificato direttamente dai parenti: i carabinieri, memori della denuncia di scomparsa da loro presentata in caserma un anno fa, si erano premuniti di chiamarli sul posto.

Il volto e tutto il corpo completamente sfigurati, l’identificazione dell’anziano si è resa possibile solo grazie agli indumenti che i familiari gli ricordavano addosso l’ultima volta, quando s’era allontanato di casa per non fare più ritorno.

Si pensa che l’80enne lo scorso anno sia caduto per disgrazia in quella cisterna, della sua scomparsa se ne occupò anche la trasmissione di Rai Tre Chi l'ha visto?". Ma anche che l’anziano, spossato da un lungo girovagare e con la mente ottenebrata dall’età e forse anche dalla perdita della memoria e della propria identità, possa essersi dato volontariamente la morte. Il magistrato ha disposto l’esame autoptico e già ieri pomeriggio la salma era a Brindisi per gli esami del medico legale.

 

 

 

 

 

 

 

 

Strade piene di buche, l'asfalto è ormai un optional

Lunedì, 27 settembre

Le strade scorrevoli, ben asfaltate e senza buche? Un optional. Un miraggio, verrebbe da dire. Non sfugge più a nessuno ormai - e non è sfuggito nemmeno ai tanti vacanzieri e turisti di passaggio, che in più di un'occasione si sono lamentati - che in città ci sia una vera e propria «emergenza» strade. Un situazione che - a dire il vero - si protrae da anni e che i cittadini cominciano a mal sopportare.

«È mai possibile - si chiedono alcuni commercianti del centro - che una città come Ceglie, di circa 22 mila abitanti, debba avere delle strade in queste condizioni, tutte dissestate e piene di buche?».
In effetti basta percorrere le principali strade della città (via Francesco Argentieri, via Daunia, viale Beato Angelico, via Monterone, via Bottega di Nisco) per rendersi conto della situazione: crepe nell'asfalto e buche sono all'ordine del giorno. «Ogni volta con la macchina ci dobbiamo destreggiare tra buche in mezzo alla strada e macchine parcheggiate - ovviamente in divieto di sosta - come in via Francesco Argentieri: un vero e proprio slalom» lamenta un cittadino. Spostandosi nelle zone periferiche della città (via Martina, via Fedele Grande) la situazione non cambia. Stessa cosa alla zona 167, sulla provinciale per via Francavilla, dove, tra l'altro, gli abitanti hanno più volte lamentato lo stato di abbandono del quartiere.

«Sono anni che le strade sono in queste condizioni - afferma un altro cittadino. Forse è arrivato il momento che qualcuno vi ponga rimedio, per la sicurezza di noi tutti. Mi auguro che il Commissario o l'ufficio competente dia ascolto alle nostre esigenze di cittadini».

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

 

 

Scuola, il nuovo anno inizia con qualche affanno

Domenica, 26 settembre

Inizio d'anno scolastico non certo senza disagi quello che ha dovuto affrontare il Polo scolastico «Cataldo Agostinelli», comprensivo dell'Ipsss, Ipsia, Itc, Ipsar, Liceo Classico e Scientifico, diretto dal preside Francesco Caramia. Infatti, la mancanza di alcune aule da utilizzare per accogliere gli oltre 100 alunni che si sono iscritti all'Istituto alberghiero e della ristorazione, ha creato non pochi problemi logistici cui, per il momento, si è fatto fronte utilizzando, per gli alunni di seconda, parte della struttura dell'Istituto professionale per i Servizi sociali, sito in via Ovidio. Gli alunni che frequentano il primo anno, invece,utilizzeranno ancora per un altro anno, quattro aule dell'asilo nido comunale, ubicato in via Bellanova. Tuttavia, i problemi connessi alla mancanza di una struttura idonea ad accogliere il frequentatissimo Istituto alberghiero hanno creato disagi anche agli altri indirizzi del Polo. Così, alcune classi dell'Istituto per i Servizi sociali hanno dovuto traslocare presso il II circolo «Giovanni XXIII» che, per fortuna, disponeva di alcune aule libere. È proprio il caso di dire, dunque, che nonostante le mille promesse e i progetti faraonici, per un altro anno, gli alunni che frequentano l'Istituto alberghiero saranno costretti ad arrangiarsi in locali di fortuna.
«Siamo - dice il dirigente scolastico Caramia - in uno stato di vera emergenza».
E come è giusto fare in queste circostanze, già si pensa all'anno prossimo, quando ai problemi esistenti se ne aggiungeranno inevitabilmente altri, dovuti alla scarsità di aule, anche, presso il Liceo Classico e Scientifico, che dovranno attuare il consueto turnover. Bisognerà, pertanto, che l'amministrazione provinciale provveda al più presto, trovando le giuste soluzioni e in tempi rapidi, considerando anche il fatto che il Polo scolastico cegliese ha registrato, negli ultimi anni, una importantissima crescita, grazie alla disponibilità di sei indirizzi di studio che offrono all'intera popolazione studentesca un'opportunità culturale non indifferente.

Intanto, nei giorni scorsi sono stati appaltati i lavori propedeutici di ristrutturazione e messa a norma (per una cifra di 500 mila euro) della struttura esistente dell'ex Ostello della Gioventù dove, in futuro, sarà collocata la sede dell'Istituto alberghiero di Ceglie Messapica. Così, già ad ora si registra il ritardo di un anno. Infatti, rispetto a quanto in passato si era detto, l'edificio che doveva essere consegnato nel marzo del 2004 sarà, si spera, consegnato nel 2005. Bisogna tuttavia, tenere conto che l'indirizzo di studi necessita, soprattutto dal terzo anno in poi, oltre che dei laboratori dell'ordinaria didattica, di cucine con annesse sale ristorante, dispense, spogliati, di sala bar e di una costruzione accessoria ad uso foresteria, per le attività di reception ed alberghiera in genere.
Tutto ciò, tra l'altro, era già previsto nel progetto che dovrebbe dar vita, in una fase successiva, ad una struttura all'avanguardia. Intanto, ancora una volta, i cegliesi registrano, con l'amaro in bocca, ritardi e disservizi che, immancabilmente, creano nel cittadino rabbia e sfiducia. E sono proprio questi gli stati d'animo che era possibile cogliere, dai commenti e discorsi dei genitori ed alunni, al primo giorno di scuola.

(Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

Sport: accordo tra Comune e società per l'uso degli impianti

Domenica, 26 settembre

In attesa del completamento dei lavori del Palazzetto, è stato raggiunto un accordo tra le associazioni sportive del territorio e l'Amministrazione comunale.

Hanno coordinato i lavori il dirigente amministrativo, Graziano Iurlaro, e l'ingegnere dell'Ufficio tecnico, Giovanni Chiatti. A seguito delle istanze pervenute all'Ente comunale, dopo la pubblicazione di un bando di concorso a firma del commissario prefettizio, Clara Minerva, l'Amministrazione ha ritenuto opportuno convocare le associazioni sportive, al fine di concordare orari e tempi di utilizzo delle strutture attualmente agibili sul territorio. Va detto, a tale proposito, che le uniche strutture presenti riguardano le palestre delle scuole medie ed elementari, di competenza comunale, nonché il Campo sportivo che, nei giorni scorsi, voci di paese, davano per non agibile. A tale proposito, rassicurazioni sono state date dallo stesso responsabile dell'Ufficio tecnico comunale, Giovanni Chiatti. Così, il Campo sportivo sarà pienamente utilizzato dalle associazioni calcistiche che ne hanno fatto richiesta. Nel corso dell'incontro, e come d'altronde previsto dalle modalità del concorso, si è tenuto conto delle esigenze delle associazioni dando, quindi, priorità alle squadre che hanno raggiunto più alti livelli agonistici e che necessitano di maggiore spazio ed allenamenti.
«È nell'intenzione dell'Amministrazione - fa sapere il dirigente Iurlaro - sistemare al meglio le palestre e stipulare delle convenzioni con le stesse associazioni». Pertanto si dovrà, in futuro, individuare un responsabile che si assuma l'incarico di gestire in maniera ottimale l'impianto sportivo assegnatoli. Non a caso, da sempre si registrano problemi soprattutto tra le associazioni sportive e le direzioni scolastiche.

In passato, i dirigenti scolastici hanno più volte lamentato un uso non sempre appropriato degli spazi utilizzati dal personale esterno alla scuola, soprattutto in relazione alla competenza su questioni igieniche e di pulizia degli ambienti. Problematiche, queste, che si supereranno anche con la disponibilità del nuovo Palazzetto che, si spera, possa essere inaugurato al più presto. Al fine di riorganizzare sotto una nuova luce tutte le attività sportive del territorio, è stato già programmato un nuovo incontro che si terrà quando, finalmente, sarà utilizzabile il nuovo impianto.

(a.s., La Gazzetta del Mezzogiorno) 

 

 

 

 

 

 

Tutto pronto per la tradizionale gimcana di domenica

Venerdì, 24 settembre

Tutto è pronto per il “XVII Trofeo Città di Ceglie Messapica”, la gimcana automobilistica in programma domenica sull’ormai consolidato percorso disegnato lungo Viale Emilio Notte e che di fatto chiude il cartellone delle manifestazioni estive. Alla manifestazione, promossa ed organizzata dal promoter Salvatore Santoro e dal Silver Car – ha avuto anche quest’anno il patrocinio di Regione, Provincia e Comune – si preannuncia una larga presenza di piloti esperti del settore (le prescrizioni sono già arrivate a 275), provenienti da tutte le province pugliesi a conferma del l’importanza che questa gara ha assunto nel corso degli anni.

“Siamo di fronte – afferma l’organizzatore e pilota anch’egli, Salvatore Santoro – ad uno degli avvenimenti sportivi che, oltre al prestigio, è una delle competizioni più valide dal punto di vista tecnico con un percorso difficile e selettivo nello stesso tempo, dove i piloti devono dare il meglio evitando distrazioni che potrebbero compromettere l’esito della gara stessa”. Le categorie in programma saranno 10, delle quali cinque riservate alla cosiddetta categoria normale ed altrettanto a quella speciale. Per la precisione si parte dalla categoria A ed A Speciale, riservata alle auto del tipo Fiat 500; B (Mini Minor), B Speciale (Mini Minor Cooper 1300); C e C Speciale (A112); D e D Speciale (Alfa Romeo GT); E Speciale (A 112 Abart 70 Hp); F (Fia Uno normale e turbo).  L’appartenenza ad una delle cinque categorie è data dalla lunghezza della propria auto: si parte dalla Fiat 500 per arrivare alle potenti Alfa Romeo.

Tempo e penalità verranno annotati dai cronometristi della Federazione mentre il direttore di gara sarà Antonio Mitrugno.Il trofeo viene assegnato, come vuole la tradizione, al pilota che a conclusione della prova di abilità e prontezza di riflessi, avrà fatto segnare il minor tempo e, di conseguenza, le minori penalità. Al via tutti i migliori piloti della specialità che da anni i danno battaglia su tutti i circuiti pugliesi ed oltre. Tra questi lo stesso organizzatore Salvatore Santoro, Rocco Argentiero, Matteo Marzio, Salvatore Santoro, Luigi Giannotti, Donato Argentiero, Giuseppe Calò, Roberto Giannotta. Insomma più di cinque ore di spettacolo e divertimento grazie ad una organizzazione curata nei minimi particolari e con un ricchissimo elenco di premi.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

Teodoro Santoro segretario della Sinista giovanile Ds

Giovedì, 23 settembre

Teodoro Santoro è il nuovo segretario del movimento Sinistra Giovanile dei Ds. Ad eleggerlo i delegati al congresso cittadino celebrato nei giorni scorsi per il rinnovo delle cariche. Santoro succede ad Antonio Urso. Il congresso è stata l’occasione per aprire un interessante dibattito in città in vista delle lezioni comunali che si celebreranno a giugno prossimo dopo un lungo periodo di commissariamento.

I giovani della Sinistra Giovanile hanno dibattuto le tesi del momento, evidenziando come sia importante aprire in città una fase politica nuova che veda le forza di centrosinistra impegnate a proporsi alla guida della città, “dopo la seconda negativa esperienza amministrativa che ha visto il  centrodestra capitolare prima del giro di boa della legislatura”. I giovani hanno poi sottolineato come va potenziato il rapporto dialettico all’interno del partito recuperando tutte quelle energie che possono dare un valido contributo alla ripresa della città. Al congresso sono intervenuti Annamaria Scalera, segretario provinciale  dei giovani diessini, il segretario cittadino dei Ds e consigliere provinciale  Pietro Mita. Dal congresso è stata rimarcata la esigenza che la Sinistra Giovanile sia presente con propri candidati all’interno della lista per le elezioni comunali. Una sollecitazione che il segretario Ds Mita ha accolto con buoni auspicaci, “a dimostrazione dell’attenzione del partito verso la realtà giovanile cgliese”. Del nuovo direttivo fanno parte Paola Caliandro, Marina Chirico, Francesco Chirico, Luigi Gioia, Manuela Maggi e Davide Salonna.

l.d.

 

 

 

 

 

 

Soddisfazione per la sede di via Salerno della scuola Pascoli

Giovedì, 23 settembre

C’è soddisfazione tra gli alunni e le loro famiglie per come si presenta la sede di Via Salerno della scuola media “Giovanni Pascoli”. Come era stato garantito dal commissario prefettizio, la dr.sa Clara Minerva, il comune si è fatto carico di alcuni immediati interventi per rendere agevole e “dignitoso” l’inizio dell’anno scolastico per i ragazzi che frequentano questa sede. Incursioni vandaliche ripetute, una certa trascuratezza aveva reso la struttura  poco accogliente.

E da un sopralluogo fatto ai primi di settembre dalla dr.ssa Minerva, dall’ing. Chiatti, dall’arch. Carrozzo e dal geom. Venerito si era constatato con mano come fosse necessario adoperarsi per agevolare l’avvio della scuola ad alunni e docenti. “Verso la scuola – ebbe a dire il commissario prefettizio al neo dirigente Luca Dipresa – bisogna propendere tutti gli sforzi perché è questo il luogo dell’educazione, della convivenza civile e dell’esempio di come le istituzioni possano funzionare”. Parole non pronunciate certamente al vento e pur in presenza di poche somme e, soprattutto di operai, facendo leva sui lavoratori socialmente utili, il giorno dopo ci venne avviato un intervento che è ormai alle fase conclusive. Un minimo di intervento in attesa di un progetto più organico che possa realmente recuperare una delle strutture più belle sul territorio.

C’è il problema della sicurezza contro le incursioni vandaliche che nel corso degli anni hanno quasi logorato la pazienza degli operatori scolastici. Problema per il quale c’è stato l’impegno del commissario di poter prevedere l’installazione di un impianto di allarme. Per intanto si fa affidamento sulle forze dell’ordine che hanno garantito una presenza maggiore, specie di notte per scongiurare episodi che hanno distrutto un notevole patrimonio di attrezzature, tutto a discapito degli alunni che non possono usufruire di opportunità didattiche. Intanto, la scuola si prepara a vivere il suo primo cinquantennale.

Avvenimento certamente importante che vedrà docenti ed alunni impegnati a organizzare una serie di iniziative di notevole spessore didattico e culturale, grazie anche all’ormai consolidata esperienze di alcune realtà come la Leonard’s Band, il gruppo teatrale e quello artistico. A maggio, secondo un programma in fase di perfezionamento ci sarà una intera settimana dedicata all’anniversario della “Giovanni pascoli”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

Cimitero sporco e in degrado: "Si rispettino almeno i morti"

Martedì, 21 settembre

Il cimitero è sporco e in degrado, così un cittadino cegliese, Pasquale Elia, ha scritto al comandante dei vigili urbani di Ceglie Messapica, cap. Lorenzo Gianfreda, per esporre il problema.

 

"Premetto che non me la sento di addossare tutta la responsabilità, di quanto in seguito scriverò, alla dott.ssa Clara Minerva, Commissario Prefettizio, la quale, tra l’altro, non è cegliese e non frequenta il Camposanto cittadino.

La colpa è di altri, i quali - scrive Elia - sono istituzionalmente preposti al controllo e al buon funzionamento di un importante servizio, quale la raccolta dei rifiuti solidi urbani.

Io sono uno che, almeno una volta alla settimana, frequento il Cimitero per fare visita ai miei cari residenti in quel luogo e recitare una preghiera in loro suffragio.

Raggiungo quel luogo in auto e parcheggio l’automezzo negli spazi consentiti.  Ciò che  avverto, da un po’ di tempo, è il  cattivo odore che aleggia nelle vicinanze.

Proprio stamattina, lunedì 20 settembre, sono stato costretto a fermare la vettura in altro luogo.

Nell’angolo sud-ovest di quel piazzale antistante l’ingresso principale sono sistemati due cassonetti per la raccolta degli avanzi solidi urbani. Ebbene quei due contenitori sono sempre “stracolmi” con il risultato che l’utente, non sapendo dove depositare l’immondizia, semina i sacchetti tutt’intorno.

Non so quante volte, alla settimana, dovrebbe essere raccolta quella spazzatura, ma per come si presentano i recipienti strapieni intercorrono, di sicuro, molti giorni (settimane?).

Vorrei farLe notare, Signor Capitano, che quel luogo è frequentato anche da forestieri  e quello schifo è un cattivo biglietto di presentazione della città che non merita di fare una così magra figuraccia.

 Perché una sua pattuglia in servizio di vigilanza, “qualche volta”, non fa una capatina da quelle parti, e se necessario, verbalizzare la Ditta assuntrice del servizio?

 

  * * *

 

Martedì 21 settembre, 2004

 

Signor Capitano,

E’ mio costume, di buon mattino, farmi una salutare camminata di 6–7 Km. intorno alla città. 

Proprio stamattina, verso le ore 07.30 circa, ho incontrato il camion della raccolta rifiuti in servizio su via Martina.

Intorno alle ore 10.30, mi sono recato al Cimitero e con mia grande sorpresa, i famosi cassonetti della spazzatura erano ancora più traboccanti e più nauseabondi di ieri.

Vogliamo fare qualcosa per eliminare l’inconveniente?

Grazie e buon lavoro!!!!

                                                                                    Pasquale ELIA

 

Ma siamo tutti responsabili, anche il commissario prefettizio

Questa la lettera di Elia,alla quale ci permettiamo solo di aggiungere qualcosa senza alcun tentativo di porci difensori o accusatori di nessuno. Ha ragione quando dice che tutti devono fare il loro lavoro, tra questi il commissario prefettizio, chiamato a sostituire nelle funzioni l'amministrazione comunale, quindi responsabile in primis di quanto accade in paese. Purtroppo succede che proprio questa funzione distoglie a volte i vigili urbani dal servizio chiamato ad assicurare: due volte a settimane, o quando le circostanze di servizio lo richiedono, una pattuglia della polizia municipale deve recarsi a Brindisi per  prendere il commissario, portarlo al municipio di Ceglie  e quindi  riaccompagnarlo a Brindisi, una prestazione da auto-blu non prevista e anzi contestata da più parti, anche perché i costi della trasferta ricadono sull'amministrazione comunale, cioè su tutti i cegliesi.

 

 

 

 

 

 

Rapinatori messi un fuga dalla reazione della vittima

Lunedì, 20 settembre

Si erano incappucciati e armati per una fulminea rapina ad un distributore di carburante. Ed invece non solo non hanno beccato un soldo, ma hanno preso dal gestore e dall’aiutante immediatamente accorso a dargli man forte tante di quelle botte da finire stesi per terra. E poi ancora botte da orbi, a non finire, per diversi minuti, in un trambusto infernale. Tra la curiosità degli automobilisti di passaggio che si fermavano, vedevano, e subito dopo se la filavano.

Chissà come, forse proprio perchè nessuno è intervenuto, sonriusciti alla fine a sottrarsi all’ira del gestore, a guadagnare l’auto con la quale erano arrivati, e a filarsela, anche i due malcapitati rapinatori.

L’incredibile vicenda, il gestoresabato sera poco prima della chiusura al chiosco di carburante della Esso in largo don Minzoni, nel centro abitato di Ceglie Messapica.

Il benzinaio “terribile”, Antonio Nacci, 56 anni, del luogo, stanco di subire rapine e tentate rapine e di vedersi periodicamente prendere il volo o messo in discussione i sacrifici del suo duro lavoro.  L’altra sera, davanti ai due banditi di turno giuntigli davanti all’improvviso a volto coperto con una Seat Narbella, non ci ha visto più. Ed infischiandosene pure della pistola che uno gli puntava contro, si è scatenato al punto da sorprendere e scioccare i due rapinatori che non se se l’aspettavano.

Prima ha affrontato quello con la pistola, stendendolo per terra con una sventagliata di cazzotti. Poi le ha avute di santa ragione anche il secondo che, frastornato, aveva cercato di difendere il complice o comunque di sottrarlo alla furia del benzinaio. Nel frattempo giungeva l’aiutante, e altre botte, con i benzini che non mollavano la presa, nel tentativo forse di prendere tempo fino all’arrivo di rinforzi tenendo immobilizzati per consegnarli “impacchettati” ai carabinieri.

Ma nessuno s’è fermato a dare una mano in questo senso. Alcuni automobilisti si son dati da fare solo a dare l’allarme. Ed è stato così che i due malcapitati rapinatori ad un certo punto hanno trovato la forza di sottrarsi alle batoste e a fuggire guadagnando l’auto a bordo della quale erano arrivati.

I carabinieri della stazione di Carovigno, giunti immediatamente sul posto dopo l’allarme, hanno effettuato sino a tardi una vasta battuta dentro Ceglie e lungo tutta la rete stradale provinciale della zona, ma della Seat Marbella segnalata non hanno trovato traccia. Sul luogo delle colluttazioni hanno trovato il caricatore della pistola caduta di mano ad uno dei due rapinatori durante i colpi che gli sferrava il gestore. Il caricatore di una pistola scacciacani.

La Seat, risulta rubata giorni fa a San Michele Salentino, è stata rinvenuta ieri mattina sulla provinciale Ceglie-Ostuni completamente bruciata. I due sfortunati malvivent hanno voluto far sparire ogni traccia di sè: anche del sangue delle ferite dopo tutte le botte ricevute.

 

 

 

 

 

 

Morta Elisa Springer, la testimone pugliese di Auschwitz

Lunedì, 20 settembre

- ''Ho vissuto, per cinquant'anni, ad Auschwitz all'ombra del Camino'': cosi' scriveva di sè  Elisa Springer, una donna esile e forte, tanto forte che era riuscita a sopravvivere ad Auschwitz, a Bergen Belsen, a Terezin, tre nomi protagonisti della pagina piu' cupa della storia contemporanea. Elisa Springer, vissuta a Manduria dal '46, è morta ieri sera per un tumore, all'eta' di 86 anni. Nata a Vienna nel 1918, Elisa Springer era stata costretta, dopo alcuni anni di fuga attraverso l'Europa centrale, a vivere i lager nazisti piu' crudi, a conoscere il peso di un cenno della testa del famigerato dottor Mengele che dava la vita o la morte, ad attraversare con milioni di donne e uomini, con altre giovani e ragazzine come Anna Frank speranze di vita in porcilaie.

Alla liberazione dal nazifascismo, nell'aprile del '45, era nel campo di concentramento di Therezin, nella Repubblica ceca. Non si accorse che era finalmente il ritorno alla vita: perche' era in coma, per una malattia. Si risveglio' il 9 maggio del '45 e le spiegarono che poteva tornare a vivere. Dopo un anno circa venne in Italia e sposo' un pugliese, un uomo di Manduria, dal quale ebbe un figlio. Per cinquant'anni, Elisa fu sovrastata dall'''ombra del Camino'': non riusci' a raccontare a nessuno la sua storia, anche perche' nessuno volle ascoltarla; tenne occultato sotto un cerotto il numero che le avevano stampato nella carne ad Auschwitz. Solo a meta' degli anni Novanta, con l'aiuto del figlio, Silvio Sammarco, riusci' ad uscire dal silenzio. Scrisse un libro, ''Il silenzio dei vivi'' cui segui' nel 2003 ''L'eco del silenzio - La Shoah raccontata ai giovani'', comincio' a portare nelle scuole la propria testimonianza. ''Io ho vissuto - scrisse - per non dimenticare quella parte di me, rimasta nei lager, con i miei vent'anni. Ho vissuto per difendere e raccontare l'odore dei morti che bruciavano nei crematori, per difendere la memoria di tutti i miei cari e di tanti innocenti, memoria che oggi si tenta ancora di infangare. Ho vissuto per raccontare che le ferite del corpo si rimarginano col tempo, ma quelle dello spirito mai. Le mie sanguinano ancora. (...) Gli altri sappiano che dalle macerie della nostra esistenza, sono nati loro, i nostri figli, stelle che abbiamo seguito per tutta la vita, con tutte le forze e che rappresentavano il riscatto, la vita che continua, nonostante tutto, la storia che va raccontata, che loro devono raccontare. Auschwitz ha rappresentato, per noi, il buio, le nostre stelle son servite a illuminarlo'''.

Era una donna forte Elisa Springer, una donna alla quale anche il resto della vita non ha risparmiato grandissime sofferenze, tra le quali quella di veder morire il proprio figlio, per un infarto, tre anni fa. Con la sua voce ferma e i suoi occhi profondissimi, Elisa, pero', ha continuato a raccontare ai giovani orrori da non ripetere. Predicando il perdono, perdono anche per i carnefici, anche per i suoi carnefici, ma non per questo assolvendo alcuno: ''Tutto quello che ancora oggi sta accadendo in tutto il mondo, e non solo in Iraq, in Palestina o in Israele, tutto quello che sta succedendo - disse il 28 maggio scorso a Bari, in una serata in suo onore a Bari organizzata dalla 'Fondazione onlus Popoli e Costituzioni' - e' proprio il risultato dell'odio e dell'incapacita' a perdonare. Sharon e' un militare, e' abituato alla guerra; e invece ci vuole il dialogo, non la guerra. Tutti questi soldi che si spendono per le guerre potrebbero servire per sfamare tanta povera gente, tanti bambini''.

 

 

 

 

 

 

 

Basket: esordio amaro per la squadra cegliese

Domenica, 19 settembre

STAMPLAST CEGLIE – AS BASKET CORATO   72-86

STAMPLAST CEGLIE: D’Andrea 1, Marchianna 3, Cipulli 4, Delli Carri 14, Sarcinella n.e., Villani 8, D’Amicis 12, Curri n.e., Passante 21. Coach Romano

AS BASKET CORATO: Stella 14, Rana 3, De Leonardis 23, Lerro, Onetto 24, Leo 8, Grimaldi 2, Maciulli, Arbore 8, Scoccimarro 4. Coach Gatta.

ARBITRI: Mastrobernardino di Taranto e Mastrorosa di Trento.

Note: parziali 21-19; 41-42; 55-67; 72-86. Falli: Ceglie 15, Corato 23; Tiri liberi: Ceglie 20/29, Corato 7/8; Tiri da tre: Ceglie 6/14, Corato 15/21.

Amaro esordio per la Stamplast Ceglie che deve fare subito i conti con un Corato che dimostra di essere una delle squadre da battere. Eppure, l’avvio era stato positivo per i ragazzi di Romano con una organizzazione di gioco che riesce a contenere i baresi. Il numeroso pubblico si diverte sottolineando con applausi le azioni dei rispettivi beniamini, come il susseguirsi di tiri da tre avvenuti tra il settimo e l’ottavo minuto, protagonisti, nell’ordine, Cipulli, De Leonardis, Delli Carri e Onetto . Ci sono le premesse per un bell’incontro ed il Ceglie chiude a più due (21-19). Nel secondo quarto le due squadre, per i primi sei minuti si controllano bene anche se si inizia a vedere qualche cedimento nella difesa cegliese. E il Corato che mostra di avere una migliore organizzazione di gioco ne approfitta andando al riposo in vantaggio (42-41). I tifosi cegliesi sperano nella “strigliata” di Romano, ma al rientro in campo c’è una sola squadra, il Corato con De Leonardis, l’ex di turno che ha una mano calda dalla lunga distanza. Il Ceglie non reagisce e si scompone in una difesa che viene facilmente perforata da Onetto e compagni.  Romano si agita dalla panchina, opera diversi cambi ma il risultato non cambia con i suoi che nel terzo quarto realizzano 14 punti contro i 25 del Corato. L’ultima frazione di gioco la gara è ormai segnata e la e al quinto di gioco il vantaggio del Corato è più 20 (56-76). Bene quindi per il Corato che ha un gioco di squadra già apprezzabile, contrariamente al Ceglie che mostra pecche in difesa e nel gioco corale: Romano avrà sicuramente da lavorare e c’è tempo per rimediare avendo come attenuante il fatto che il calendario d’esordio è stato un po’ crudele se si tiene conto che da subito le ha opposto uno dei quintetti che punta alla vittoria del campionato.

 Luca Dipresa 

 

 

 

 

 

Tir lo travolge nel Motoape, muore carbonizzato

Sabato, 18 settembre

Un agricoltore di Ceglie Messapica, Pietro Menga, di 70 anni, è morto oggi travolto da un tir mentre era alla guida del suo motocarro Ape Car Piaggio sulla strada provinciale Ceglie-Martina Franca. Il suo motocarro è stato preso in pieno dal Tir, condotto da un albanese di 40 anni; subito dopo l' impatto, il veicolo dell'agricoltore è stato scaraventato a diversi metri di distanza capovolgendosi.

Dal serbatoio del carburante dell' Ape è fuoriuscito del carburante, che ha subito preso fuoco avvolgendo il piccolo mezzo tra le fiamme. Per Menga non c'è stato nulla da fare nonostante l' intervento di un automobilista che, munito di estintore, ha spento le fiamme.

Secondo una prima ricostruzione dell'incidente fatta dai carabinieri, l'agricoltore stava per svoltare lungo una stradina che conduce alla pineta 'Ulmo' mentre sopraggiungeva il camion che lo ha travolto.

 

 

 

 

 

 

Protesta contro la giustizia, incatenato dinanzi il Tribunale

Sabato, 18 settembre

Si è incatenato davanti alla sede distaccata del Tribunale. Antonio Giordano, 64 anni, cegliese, è rimasto inchiodato al palo con catene che lo avvolgevano alla vita, alle gambe e al collo, fino a tarda sera. Nessun disturbo all'ordine pubblico. È rimasto così per ore senza lamentarsi. Con un cartello che spiegava i motivi di quella protesta silenziosa.

Una sentenza del giudice lo aveva condannato a non poter accedere al suo podere nelle campagne di S. Michele Salentino, dove risiede con la sua famiglia, se non a bordo di mezzi agricoli. Al massimo può arrivarvi a piedi. Interdetta, invece, dal magistrato la possibilità di accedere con l'auto. All'esito del contenzioso l'uomo, stando alle notizie raccolte, non si sarebbe opposto. «Voglio che i giudici mi vedano. Devono sentire il peso dell'ingiustizia compiuta».
E non ha desistito dall'inutile gesto nemmeno quando i poliziotti del commissariato di Ostuni hanno cercato di indurlo a più miti propositi. Lo ha compreso da solo, e in tarda serata ha raccolto armi e bagagli ed è andato via.  

 

 

 

 

 

 

Docenti precari, una categoria calpestata: protesta il Cip

Venerdì, 17 settembre

«I docenti precari? Una categoria calpestata». Sul problema delle assunzioni a tempo indeterminato nel mondo della scuola - che per tutta l'estate tiene sulla corda tantissimi giovani in attesa di una certezza per il futuro - interviene Francesco Casale, vice presidente nazionale del Cip (Comitato insegnanti precari): «Troppo lente le procedure di conferimento delle cattedre da parte del ministero e troppe le promesse non mantenute fatte dai politici e dalle istituzioni», dice. Cegliese, 37 anni, Casale è docente a tempo determinato dal 1990 a Vicenza, dove ha conseguito l'abilitazione nel 2000, «ma puntualmente - afferma - negli ultimi anni sono rimasto fuori dalle assunzioni a tempo indeterminato, comprese le ultime appena conclusesi, il 25 agosto scorso».

«Nella scuola statale italiana i docenti a tempo determinato sono circa 195.000, i posti vacanti circa 80.000. Dall'1 settembre - continua - sono senza stipendio, perché le procedure ministeriali hanno complicato ed allungato le modalità di conferimento delle cattedre a tempo determinato, quindi mi permetto di smentire il ministro Moratti ed i suoi collaboratori perché solo poche province hanno completato le operazioni di conferimento delle nomine mentre la maggior parte le sta iniziando in questi giorni e le completerà nelle prossime settimane. Penso ai miei colleghi dei diversi ordini di scuola ed in particolare a quelli dell'istruzione superiore che sono senza stipendio dal mese di giugno. Forse qualcuno mi riterrà fortunato e privilegiato ad aver percepito lo stipendio fino al 31 agosto, ma credo che la condizione d'incertezza, di precarietà della stabilità professionale dovuta ai continui cambi, non aiuti un docente ad iniziare un nuovo anno scolastico, che si presenta sotto molti punti di vista, forse peggiore di quello passato, fatto di riforme della scuola, di tagli all'istruzione ed altre simili iniziative».

Come vice presidente del Cip, Casale lancia un appello alle forze sociali e politiche affinché «le regole non siano cambiate secondo gli orientamenti dei parlamentari ed affinché i docenti a tempo determinato aventi il contratto economico scaduto il 31 dicembre 2003 non siano barattati con le nuove figure professionali (es. tutor nella scuola primaria)». «Di promesse fatte la scorsa estate e negli ultimi anni - conclude Casale - ne abbiamo sentite tante, come la stabilizzazione del personale; adesso vogliamo sapere, noi docenti precari, come il ministro intenda procedere al piano pluriennale delle assunzioni previsto dalla L. 143/04. Aspettiamo ministro, Parlamento e sindacati alla prova, ma occorre che tutta la categoria dei docenti precari lasci da parte le proprie posizioni e rilanci un'azione unitaria per rivendicare i diritti di una categoria "calpestata"».

Il Cip ha già cominciato, promuovendo la «Carta del precariato» sul sito www.cipnazionale.it.

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno) 

 

 

 

 

 

 

 

Alla scuola elementare tutto pronto per l'inizio delle lezioni

Mercoledì, 15 settembre

Sono stati ultimati due padiglioni su tre presso il I Circolo «De Amicis» che da domani, 16 settembre, riprenderà a pieno ritmo le attività didattiche. Nonostante sono ancora in corso d'opera i lavori di ristrutturazione ed adeguamento, rassicurazioni provengono sia dalla Direzione didattica del I Circolo che dall'Ufficio tecnico del Comune di Ceglie Messapica.

Nei giorni scorsi, infatti, si è tenuto un incontro in cui hanno partecipato il dirigente scolastico Nicola Cavallo e l'ingegnere comunale Giovanni Chiatti, proprio per fare il punto della situazione e trovare le soluzioni più idonee al fine di creare meno disagi possibili agli alunni. A causa del non completamento di 3 aule del padiglione B, si è deciso che, per un periodo di tempo, gli alunni dovranno, a rotazione, usufruire di altri ambienti, come palestra e refettorio, del plesso. Quindi non ci sarà nessun turno pomeridiano, né disagi di altro genere. Essendo dal portone principale visibile il cantiere, da qualche giorno, numerosi genitori, preoccupati della situazione, avevano già sollevato dubbi con le annesse previsioni di un disagevole inizio di anno scolastico. Va detto che, l'inverno scorso proprio nel padiglione B si sono verificati problemi legati all'impianto di riscaldamento, che costrinse gli alunni a fare lezione con i cappotti.

Ora, nonostante gli studenti dovranno, per qualche mese ancora, convivere con un cantiere aperto non dovranno, in futuro, avere alcun problema. Infatti, con i 750mila euro stanziati per il solo plesso «De Amicis» sono stati effettuati diversi lavori che hanno consentito, tra l'altro, la realizzazione di una nuova caldaia alimentata a gas. Oltre alle opere di ripristino dell'impianto termico, sono state effettuate opere impiantistiche riguardanti i lavori di adeguamento alle norme di sicurezza, con la realizzazione dell'impianto idrico antincendio (corredato da estintori e cartelli di sicurezza), impianto idrico ed elettrico ed abbattimento delle barriere architettoniche con la messa a punto di rampe per i portatori di handicap, scale di sicurezza e vie di fuga. Tra i lavori ancora da ultimare è prevista, anche, una piazzetta, antistante la direzione e la segreteria, sovrastante la centrale idrica antincendio. Una scuola, dunque, rimessa a nuovo così come, d'altronde, prevede il piano triennale 2003/2005 che riguarda le opere di manutenzione ordinaria e straordinaria di numerosi edifici scolastici del territorio comunale che, per svariati motivi, versano ancora in condizioni non ideali.

(Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

L'Udc di Ceglie si ribella al segretario provinciale Mele

Martedì, 14 settembre

Prima Fasano, adesso Ceglie: un considerevole gruppo di dirigenti dell'Udc non si rivede più in nessuna delle scelte operate dal segretario provinciale Mimmo Mele. E così, dopo la replica di Franco Mastro segretario cittadino di Fasano, commissariato, reintegrato dalla Commissione nazionale, ma di fatto esautorato dalle competenze dal segretario provinciale, ora sono i dirigenti del partito dell'Udc cegliese a prendere posizione contro Mele. Ed esordiscono scrivendo: «Dice la Commissione nazionale delle garanzie statutarie, con voto unanime: "Mele non ha consapevolezza di governo del partito ed incapace nella gestione di un partito in forte ascesa a livello nazionale". Dice Mele: "Con me il partito cresce e contrasta un immagine di partito che destabilizza situazione di governo locale". Prima di sviluppare alcune considerazioni (che seguono a quelle estive, che sono seguite a quelle primaverili e poi a quelle invernali dell'anno scorso e degli anni passati, in sintesi da quando è segretario provinciale) vogliamo chiedere ai militanti, ai simpatizzanti, ai membri e al Presidente del Comitato provinciale: ma il consigliere regionale nonché segretario provinciale Mele (troppe cariche quando una già si rivela disastrosa) ci è o ci fa?».

E riprendono: «Domanda pleonastica ma legittimissima e cioè: se a Roma, seppur in ritardo, si sono accorti che il signor Mele (a cui si aggiunge qualche altro segretario e prima di ogni altro quello di Ceglie di cui non ricordiamo il nome e le opere da assessore) fa gli interessi contrari al partito sviluppando solo tematiche personalistiche e personalizzate, sono anch'essi da considerare dei detrattori come noi che lo sosteniamo da anni? Ovvero sono stati giudizi già precedenti che non servono a giustificare alcuna sconfitta (strano che se ne compiaccia) personale nè di chi intende uscire dal partito».

Quindi i dirigenti aggiungono: «É il caso di dire che l'insuccesso gli ha dato la testa! Se come un Re Mida trasforma gli insuccessi in altrettanti successi non è più affare di partito la salute del signor Mele. Ma gli possiamo agevolare il compito se ci indica anche un solo paese dove lui non abbia spaccato il partito tra fans e nemici personali. Uno. Su una cosa sola siamo d'accordo ora: quando dice di aver sbagliato nel candidare il sindaco Anndse. Ma lo dice in ritardo, ora quando in un anno e mezzo, lui e una schiera di 4 capeggiati dal segretario cittadino dell'Udc locale (di cui ci continua a sfuggire il nome), spaccò il partito per un posto di assessore in una giunta che mai ha riconosciuto all'Udc locale la piena e pari legittimità nell'esecutivo. Di cui altri sono stati strenui difensori dall'inizio e non troviamo Mele».

Ma le valutazioni dei dirigenti del partito dell'Udc cegliese non si fermano qui: «Ed ha pesato anche il suo sciagurato silenzio quando, in una città infestata da scritte di fiancheggiatori del brigatismo rosso ed area no global locale, il fu segretario provinciale di Forza Italia Ciracì, suo sodale nell'allegra compagnia distruttrice del centrodestra brindisino, accusava il capogruppo dell'Udc Locorotondo, il consigliere Gianfreda, e più di mezzo direttivo di favorire con loro legittimo dissenso quel clima di tensione nella cittadina».

Conclusione del discorso: «E basterebbe questo per fare le valigie. Sul concetto di democrazia interna - aggiungono - e del funzionamento del partito si è già espressa la commissione nazionale; noi aggiungiamo questo: non si può minacciare col solito pacchetto delle tessere pronte come se il principio della democrazia fosse regolata da una libera sottoscrizione al partito; ha capito male e non fa che confermare la tesi di continuare a voler fare il "berluschino locale" che pensa di poter mantenere una maggioranza nel partito con tessere, con promesse di qua e di là nel sottobosco degli enti di primo e secondo grado. Ci vuole una certa dignità e fermezza per farlo, vedi Mennitti. Dispiace - aggiungono - che riaffermi di voler continuare allo stesso modo perchè vuol dire che parliamo lingue diverse. Noi che parliamo con la gente lui che parla con se stesso e qualche fedele amico e che dopo tre mesi non ha ancora riunito la dirigenza provinciale per discutere del voto. Di che ha paura di non avere più la maggioranza e che scopriamo che parla ancora una volta per se stesso?».

 

 

 

 

 

 

 

 

Abbandono e degrado, l'angosciante panorama della "167"

Lunedì, 13 settembre

Un’atmosfera desolante. È questa l’impressione che si ha percorrendo alcune vie della Zona 167 A, compresa tra via Provinciale per Francavilla Fontana e via Provinciale per Villa Castelli. Costruito negli anni 80, per dare alloggio a numerose famiglie, l’ampio quartiere popolare non brilla certo per la cura dell’aspetto urbanistico.

Anzi, a lasciare stupiti sono lo stato di abbandono e di degrado, più volte lamentato - pare - dagli abitanti. Esempio emblematico é una strada senza nome e senza uscita compresa tra via Emilio Notte e via Rosario Livatino. In mezzo alla sterpaglia, fa bella mostra di sé una catasta di gomme di automobili; poco più in là, una carcassa di auto bruciata, piena di rifiuti. «Non ricordo più nemmeno da quanto tempo stia abbandonata lì quella macchina», lamenta un’abitante della zona.Percorrendo via Rosario Livatino - in gran parte dissestata e piena di buche - la situazione non migliora: lungo i bordi solo montagne di detriti e calcinacci, «frutto» dei lavori di costruzione di una nuova zona residenziale a ridosso della 167. Un’insidia per i bambini. La sporcizia che deborda dai cassonetti e giace lungo bordo della strada è l’ultima immagine di un quartiere...dimenticato.

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

Il rifiuto di licenza edilizia, poi annullato, non dà risarcimento

Sabato, 11 settembre

Il provvedimento di diniego della licenza edilizia, annullato dal giudice amministrativo per difetto di motivazione, non comporta il risarcimento del danno all’interessato se il diniego non risulti lesivo delle regole di imparzialità, di correttezza e di buon andamento, alle quali deve conformarsi l’azione amministrativa.

E' quanto stabilito dalla Cassazione con la sentenza n.13804 depositata il 23 luglio 2004.

La sentenza è stata emessa sul ricorso del Comune di Ceglie Messapica per un contenzioso che dura da diversi decenni.

Vai alla sentenza integrale della Corte di Cassazione pubblicata il 1 settembre 2004

 

 

 

 

 

 

 

Ospedale: lettera aperta su lungaggini e incompetenze d'ufficio

Sabato, 11 settembre

Lungaggini burocratiche e presunte incompetenze sono state lamentate da un cittadino cegliese, Pasquale Elia, che non ha esitato nell'arco di 24 ore a scrivere due lettere di contestazione al direttore sanitario dell'ospedale di Ceglie Messapica.

Pubblichiamo integralmente la seconda messiva

 

Dopo l’avventura del 9 settembre scorso di cui alla mia segnalazione, sono costretto ad importunarLa, ancora una volta, Signor Direttore, per informarLa di quanto mi è capitato ancora ieri 10 settembre, sempre allo stesso ufficio.

            Non mi prenda per un rompi……, ma è giusto e necessario, tra l’altro, che Lei sappia ciò che succede nel “Nosocomio” cittadino, il quale, non tanti anni fa, era il fiore all’occhiello di questa Città. Sarà bene precisare, per non incorrere, in cattiva interpretazione che mi sono trasferito a Ceglie da circa UN anno, dopo essere stato fuori per circa 42 anni.

             Mi sono recato allo sportello “accettazione” per far timbrare la richiesta che il giorno precedente non era stato possibile portare a termine, per vari motivi già noti.

            Sono arrivato intorno alle ore 09.10 circa, ho ritirato il numero di prenotazione 191, mentre il numeratore elettronico segnava il 156. Era aperto e funzionante solo uno sportello sui tre in dotazione. I pazienti erano davvero spazientati. Nell’aria tesa si potevano ascoltare le lamentele dei molti e la rassegnazione dei tanti, ma erano molto di più i rassegnati che gli altri.

            Nel frattempo che aspettavo, mi sono recato al piano superiore dal Sig. Cosimo Palazzo, al quale ho consegnato la segnalazione che riguardava il giorno precedente. Costui, in mia presenza, inoltrava il reclamo, alla Direzione di Francavilla, a mezzo FAX, rilasciandomene copia per ricevuta.

            Ritornavo quindi al piano terra ad attendere. Dopo circa trenta minuti (ore 10.00 ca.) è entrato in funzione un secondo sportello con un funzionario giunto appositamente da Francavilla, il quale si è dimostrato subito abbastanza nervosetto. Quando finalmente è apparso il n° 191 mi è capitato proprio di incocciare quel signore di Francavilla. Mi ha timbrato una delle due prescrizioni e al momento della firma non ha voluto accettare l’autocertificazione. La richiesta non riguardava lo scrivente ma la sua convivente. Ho fatto notare che presentavo il mio documento di riconoscimento, ma non ha voluto sentire ragioni. 

Inviperito come una iena, e a ragione anche, mi sono recato al piano superiore (Direzione Sanitaria) per segnalare il caso, ma TUTTI, dico TUTTI i funzionari che ho incontrato, compresi quelli degli Uffici Amministrativi ai quali sono stato accompagnato, si sono dichiarati “incompetenti”. Nessuno sapeva cosa fare e come comportarsi. Il Capo ufficio Amministrativo, tra i tanti, era anche assente.

Una pia signora (non conosco il suo nome), nell’ufficio della quale ero stato accompagnato, ha effettuato quattro o cinque telefonate a Francavilla e dopo aver sentito più di qualche funzionario, finalmente, ha riconosciuto le mie ragioni, ossia, sotto la mia piena responsabilità doveva essere accettata la mia firma annotando a lato gli estremi del mio documento di riconoscimento.

 E non potevano esserci dubbi, Signor Direttore, perché, in qualità di ex Dirigente dipendente dello Stato conoscevo perfettamente quella la legge per averla applicata e fatta applicare.

Ma la cosa che mi stupisce è che tra tutti i funzionari della Direzione e degli Uffici amministrativi, presenti al momento, nessuno conosceva quelle disposizioni e sono passati oltre vent’anni dalla entrata in vigore di quella legge.

Signor Direttore, non sarebbe quanto mai opportuno programmare un corso accelerato, per illustrare la legge sull’autocertificazione, a tutti i dipendenti di quell’ospedale? Scherzo, naturalmente, ma non sarebbe una cattiva idea, visto cosa si è verificato. Spesso e volentieri, però, il povero cittadino, subisce dei soprusi che potrebbero essere eliminati con un po’ di preparazione, ma soprattutto di buon senso da parte di chi sta al di là della barricata. Non voglio andare oltre.

Per concludere per avere un timbro su una prescrizione medica ho impiegato DUE MATTINATE.  Non Le sembrano troppe?

Signor Direttore, grazie per avermi sopportato e buon lavoro.

 

Ceglie Messapica, 11 settembre 2004

                                                                                              Pasquale ELIA

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Esce "Anima apula", il primo cd del cegliese Giuseppe Gioia

Mercoledì, 8 settembre

In città é noto come rinomato pasticciere, ma Giuseppe Gioia, 40 anni, cova da sempre una passione per la chitarra classica, il canto e le musiche della tradizione popolare. E siccome la tenacia e la costanza pagano, arriva ora l'uscita di Cd autoprodotto, «Anima apula», frutto di un lungo studio personale sulle tradizioni musicali del Salento. «Un disco nel quale ho cercato di coniugare due anime, una barocca, l'altra latina» spiega Gioia. Diplomato in chitarra classica presso il Conservatorio di Lecce sotto la guida del Maestro Schirinzi, Gioia é attualmente iscritto presso il Dipartimento Universitario di Musica Antica di Lecce.

Qual é il repertorio del Cd?

«Nel disco sono raccolte tarantelle, canti e musiche popolari antiche che affondano le radici nella storia della nostra terra, nonchè composizioni mie. Ci sono tre canti cegliesi, "L'acqua alle funtanelle", "U' poddice" e "U' cardille 'nammurate", una tipica tarantella cegliese, "Tarantula Caelie" e brani miei come "'Nu sfoghe dù core", "Antidotum Caelium", "'Nu cante antiche" (nel quale ho utilizzato un frammento di una "cantata a fronne" - il canto che accompagnava i lavori di potatura nelle campagne - del cantore contadino Pietro Gallone, risalente al 1980 e concessami gentilmente dalla ricercatrice Marisa Elia). C'é poi una composizione ispirata ad un testo di Garcia Lorca, "Romance sonnambulo". Il disco é stato inciso a S.Vito e vi suonano per lo più musicisti di Lecce: Mario Ancora, Gianluca Milanese, Gigi Celestino, Mario Bardoscia, Francesco Del Prete, Ferdinando Filomeno, Gianni Filomeno, più alcuni ospiti come il noto attore Gino Cesaria, la cantante Rosa Luxemburg e il caro amico Mirko Lodedo».

Come giudichi la stagione felice che sta vivendo la musica popolare, e la pizzica in particolare?

«É un fatto positivo. Credo che dietro a tutto questo ci sia una voglia di ritornare alle proprie radici e di rompere con il processo di industralizzazione della musica».

Cosa vorresti dire a chi, come te, coltiva una passione tra mille difficoltá?

«Le stesse cose che hanno detto a me: di continuare ad inseguire i propri sogni senza farsi influenzare dalle cose negative. Alla fine i risultati arrivano».

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

 

La moglie di Nino Manfredi entusiasta del Neurolesi

Mercoledì, 1 settembre

«Avete un centro quasi avveniristico». Sono state queste le prime parole pronunciate da Erminia Ferrari la moglie del compianto attore Nino Manfredi in visita al centro di alta specializzazione San Raffaele di Ceglie. Dopo il calvario del popolare attore, per undici mesi in coma, la signora Erminia che non lo ha mai lasciato un attimo ha voluto impegnarsi, quasi fare da ambasciatrice ai tantissimi traumatizzati che chiedono assistenza e strutture specialistiche.
«Quasi in omaggio a Nino - a parlare e la signora Erminia accompagnata in questa visita dalla preside Franca Simini (il marito Giancarlo Gennai tre anni fa soccorse Manfredi colto da malore durante le riprese ad Ostuni della fiction «Un difetto di famiglia» con Lino Banfi, ndr) - ho quasi votato la mia vita ed il mio impegno con lo scopo di far conoscere l'associazione Risveglio che presta gratuitamente assistenza alle persone colte da ictus o traumi cranici che, uscite dal coma e dimesse dai reparti di rianimazione, vivono i momenti post-coma in reparti ospedalieri senza una adeguata assistenza e, soprattutto, senza una specifica riabilitazione».

E così prosegue: «Avevo sentito parlare della struttura di Ceglie in maniera encomiabile ed ho voluto rendermi personalmente conto se fosse così come descritta». Risultato? «La Fondazione San Raffaele - tiene a sottolineare - qui a Ceglie ha creato qualcosa di avveniristico che non esiste in altre zone Italiane». E qui lancia un messaggio: «Nel mio impegno verso i traumatizzati ha capito come sia importante la creazione di un centro nazionale per traumatizzati spinali, capace entro poche ore di essere raggiunto dall'accidentato che così si vede limitare i propri danni». E spiega meglio: «Purtroppo non essendoci nessun centro attrezzato, vicino ad un aeroporto a volte capita che il ritardato intervento comprometta ulteriormente la situazione non essendo in grado di conservare le cellule staminali». La struttura cegliese «risponde pienamente a questi requisiti, grazie alla vicinanza dagli aeroporti, dall'essere dotato di un eliporto e, soprattutto, da poter contare su di una struttura efficientissima».

La signora Erminia, accompagnata dal direttore operativo della struttura, dott. Mauro Sansò e dal primario, dott. Fabio Colonna, ha voluto visitare tutte le corsie fermandosi a parlare con molti degli ammalati, specie i giovani, incoraggiandoli nella loro lotta quotidiana ad uscire dal tunnel. Visita le attrezzature di cui il centro dispone e mostra interesse alle spiegazioni del dott. Sansò.

A conclusione della visita Erminia Manfredi promette di ritornare a Ceglie e, soprattutto di battersi assieme all'Associazione Risveglio perché questo centro di alta specializzazione diventi davvero un centro nazionale per traumatizzati, E si sa quanto sia importante intervenire nella prima ora dall'incidente: molte conseguenze possono essere limitate al massimo.

Luca Dipresa

 

 

 

 

Inizio pagina

 

 

 

Elezioni 2004

Elezioni Provincia

 

I consiglieri eletti

 

 

Elezioni 2002

I voti di preferenza

Politiche 2001: come si è votato a Ceglie M. (Br)

 

 

Speciali

Antologia

Glossario dialettale

 

Trasferimento docenti

 

 

Speciali

Pino Santoro

 

Testimonianze

La scuola di Suor Arsenia

Pockar il profugo

 

 

 

 

Hit Counter