Ceglie in diretta |
Settembre 2003 |
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2003
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An scontenta degli alleati, Forza Italia tenta di
tranquillizzare
Martedì, 30 settembre
Questo è troppo. Alleanza Nazionale dopo aver contribuito in maniera
determinante a risolvere al crisi non ha accettato lo “sberleffo”
ricevuto lunedì nel corso della seduta monotematica quando, per
l’astensione del capogruppo di Forza Italia, sono mancati i voti per
evitare il ritiro dell’ordine del giorno chiesto dall’opposizione. Si
sapeva che l’accordo raggiunto e risicato – di quanto sia labile lo si è
visto proprio lunedì in consiglio – passava per l’immediata approvazione
del nuovo statuto che portava a sette i gli assessori. Iter che avrebbe
avuto una corsia preferenziale per consentire il rientro in giunta della
componente An (due assessori). Il ritiro è stato, evidentemente letto da
An come un affronto nei suoi riguardi. Da qui parte il contrattacco di
An.
Nella mattinata di oggi – si era in procinto di aprire la seconda
convocazione del consiglio con otto punti all’ordine del giorno, tra i
quali la salvaguardia degli equilibrio di bilancio, adempimento che
scadeva proprio ieri il gruppo di An, compatto, comunica al sindaco di
ritirare i punti 4, 5, e 6 (argomenti finanziai e preliminari al
riequilibrio) altrimenti avrebbe fatto mancare il proprio voto. Ma c’è
dell’altro. Il gruppo di An la decisione l'ha maturato lunedì sera, a
poche ore dall’accaduto. Ma non solo. Stando ad alcune indiscrezioni
trapelate e non confermate anche perché tutti appaiono piuttosto
abbottonati, An a questo punto rimetterebbe tutto in discussione,
ritornando all’originaria proposta - quella che avrebbe creato
dissapori con il presidente provinciale del partito, sen. Curto - con
un esecutivo con due rappresentanti per ogni partito della coalizione
del Polo.
Insomma, come dire, non siamo più disposti a fare l l’agnello
sacrificale se poi ti “pugnalano” alle spalle. Così, in avvio di seduta
il sindaco comunica il ritiro dei tre argomenti. E per la salvaguardia
scatta l’ultimatum o la diffida dei venti giorni entro cui approvare il
riequilibrio. Per gettare acqua sul fuoco dell’accaduto di lunedì
mattina da parte di Fi, e dallo stesso capogruppo sono venute
rassicurazioni che non c’è nulla nei confronti di An e che l’astensione
era dovuta al fatto che c’erano molti emendamenti sui quali avrebbe
voluto vederci chiaro. “Giustificazione” ritenuta troppo debole perché
gli interessati sosterrebbero che gli emendamenti potevano essere
discussi in seduta, consumando così la prima votazione che prevedeva 14
voti, numeri che la maggioranza non ha e che si sarebbe così andati alla
seconda votazione quando di voti ne sarebbero bastati 11, quelli che
attualmente possiede la maggioranza.
Ora staremo a vedere quello che accadrà con il segretario cittadino di
Fi, Carlo Verusio che dopo aver giustificato il proprio capogruppo e
ribadito non ci sono problemi, su una nuova crisi afferma che “Il
nostro appoggio ad Annese era e resta incondizionato anche perché non si
può cambiare idea ogni settimana”. Intanto la seduta ha consentito
almeno l’approvazione dello statuto dell’istituto musicale comunale,
adempimento importante per accelerarne l’iter della statizzazione. A tal
riguardo il capogruppo di Rifondazione, Nicola Trinchera tiene a
precisare che “pur in presenza di enormi difficoltà nella maggioranza,
per senso di responsabilità siamo rimasti per approvare questo
importante atto e per non far perdere una ulteriore occasione alla città
ormai in evidente stato di collasso per colpa delle beghe dei partiti
del Polo”.
Luca Dipresa
Il consiglio boccia l'Annese 2, Forza Italia in
fantumi
Lunedì, 29 settembre
L’Annese-bis cade al primo ostacolo è conferma come la crisi all’interno
della maggioranza non è affatto risolta. L’occasione il primo consiglio
comunale del dopo crisi con un solo punto all’ordine del giorno,
l’adeguamento dello statuto comunale. Argomento importante perché
dovrebbe (il condizionale a questo punto è quanto mai d’obbligo) portare
l’esecutivo da sei a sette assessori, consentendo il rientro di Alleanza
Nazionale che si era “sacrificato” pur di consentire la risoluzione
della crisi. In apertura di seduta, mentre il sindaco dà la
comunicazione sulla composizione della nuova giunta, a nessuno sfugge
l’assenza del consigliere di Fi, Vito Santoro. Assenza, si saprà dopo,
dovuta all’emergenza in atto a Montalbano per l’ abbondante pioggia
della notte dove la sua squadra di vigili era impegnata).
La tensione però c’è e si nota anche perché gli schieramenti, a questo
punto, sono pari: dieci consiglieri nella maggioranza (4 di An, tre di
Fi, 2 Udc e sindaco) e altrettanti sul versante opposto dove, agli otto
consiglieri di opposizione (Margherita, Ds, Rifondazione e Forza Ceglie)
si aggiungono gli altri due dell’Udc, Locorotondo e Gianfreda. Tommaso
Argentiero della Margherita pone subito una questione formale chiedendo
il rinvio della seduta in quanto non si può votare un nuovo statuto
senza prima abrogare il vecchio. Sulla proposta, come regolamento vuole
parla uno a favore ed uno contro. A favore si esprime Donato Gianfreda
mentre contro parla il sindaco (di solito lo fa un consigliere
comunale).
Si cerca di prendere tempo nella speranza che possa arrivare Santoro “allertato”.
Ma alla fine si vota con l’amara sorpresa - per Annese e company - che
il capogruppo di Fi, Antonio Suma si asteneva e nove voti risultano
insufficienti perché, dall’altra parte, ci sono dieci mani che si alzano
come saette. Sul piano politico la cosa non potrà non avere il suo peso,
anche perché questa mattina c’è la seconda seduta consiliare con il
riequilibrio di bilancio (si terrà?), e tutti sono lì a chiedersi se
aver “forzato” la soluzione sia valsa a sanare una crisi che,
evidentemente non è affatto risolta (leggi Suma). “Il sindaco –
l’opinione di Donato Gianfreda e Francesco Locorotondo – raccoglie
quello che ha seminato, avallando una soluzione che sapeva fin da subito
che non l’avrebbe portato lontano ed a nulla è valso aver spaccato l’Udc”.
Dalle opposizioni unanime l’invito di Argentiero (Margherita), Mita (Ds)
e Trinchera (Rifondazione) al sindaco, nel fare “l’unica cosa saggia che
gli resta da fare, dimettersi”. Per la verità, le dimissioni verrebbero
mormorate anche da esponenti della maggioranza, consapevoli che sia
davvero il caso di aprire una verifica seria per risolvere una crisi che
va avanti stanchevolmente. L’appuntamento (col botto?) a questa mattina
alle ore 9,30 quando si replica con una seduta tutta da seguire.
Luca Dipresa
Alle 13,03 finito il "grande buio" anche a Ceglie Domenica, 28 settembre Dopo quasi dieci ore di black-out è stata ripristinata l'erogazione dell'energia elettrica nel Brindisino: a Ceglie Messapica la luce è tornata alle 13,03 mettendo fine ad una domenica di angoscia e incertezza iniziata alle 3,26 di stamane, quando un guasto non ancora del tutto chiaro sulle dorsali degli elettrodotti di Svizzera e Francia ha mandato in tilt centrali elettriche distanti più di mille chilometri, come quelle di Cerano e di Rossano, in Calabria. A Ceglie non si sono registrate situazioni di particolare allarme, nessuno sembra sia rimasto negli ascensori e all'ora di inizio del "grande buio" la maggior parte della gente era a riposo. Problemi invece per gli esercizi commerciali, per i baristi in modo particolare, costretti a ritardare l'apertura o addirittura a tenere chiusi i locali. Problemi anche tra i ristoratori, i quali hanno dovuto fronteggiare la crisi facendo ricorso ai gruppi elettrogeni noleggiati presso un'azienda del luogo. Non si sono registrati particolari problemi per l'ospedale, ormai ridimensionato a struttura di lungodegenza e quindi non coinvolto agli interventi di emergenza. Ai cegliesi, e ovviamente a tutti gli italiani, è mancata soprattutto l'informazione non potendo accendere i televisori. Chi si è munito di radio a pile solo con molte ore di ritardo ha appreso dai notiziari Rai della portata nazionale del black-out in quanto solo dalle 10,30 i Gr hanno iniziato, sotto la spinta delle proteste, un "filodiretto informativo" che però non ha risparmiato critiche al servizio pubblico italiano. Spenti pure quasi tutti i ponti ripetitori delle radio private, mentre hanno regolarmente funzionato le "celle" dei gestori di telefonia mobile assicurando i collegamenti: e infatti quasi tutti hanno appreso quel che accadeva grazie agli sms del servizio news dei gestori Tim, Vodafone e Omnitel. I prefetti hanno ordinato ai sindaci di informare i cittadini con i banditori, cosa accaduta anche a Ceglie dove con gli altoparlanti si affermava che l'energia elettrica sarebbe tornata tra le 12 e le 15. Per il resto solo silenzio, persino le campane delle chiese cegliesi hanno taciuto i rintocchi nel giorno festivo perchè alimentate a energia elettrica: solo dal campanile della parrocchia di San Rocco, ancora a fune, ha dato voce ai battacchi diffondendo suoni ormai dimenticati.
Causo promuove l'ex Neurolesi: "Sarà riferimento europeo" Venerdì, 26 settembre “I risultati ed il prestigio conseguito non solo in campo nazionale, ma anche europeo del centro di alta specializzazione San Raffaele è la dimostrazione di quanto dell’ottimo rapporto sinergico tra pubblico e privato”. Esordisce in questo modo il direttore generale dell’azienda sanitario brindisina, Bruno Causo, nel suo intervento di saluto al convegno regionale sul tema delle nuove sofisticate tecniche riabilitative e ricerca scientifica (tema relazionato dal primario dr Fabio Colonna) tenutosi nei giorni scontri nell’ex neurolesi di Ceglie Messapica. Un occasione anche per fare il punto della situazione dopo due anni di gestione di quello che molti ritengono ormai “un vero gioiello” nel campo della riabilitazione. Al convegno hanno partecipato molti addetti lavori delle province pugliesi e rappresentanti dell’Università di Bari. A far gli onori di casa l’instancabile prof. Antonietta Vannini, vero motore dei risultati conseguiti, soprattutto nel campo della ricerca. Un merito che il dottor Causo non ha mancato di sottolineare come pure il fatto che “adesso è giunto il momento di fare un ulteriore salto di qualità”. E per la precisione – ha sottolineato il responsabile primo della sanità brindisina - che “è il momento di fare di questo centro un importante punto europeo di ricerca e specializzazione in fatto di terapia clinica”. E questo ne deriva “dall’alta qualità conseguita, grazie alla prof.ssa Vannini e alle sue aderenze e conoscenze non solo europee”. E l’azienda, come del resto la Fondazione San Raffaele che gestisce l’avveniristica struttura, sono pronti a fare importanti investimenti, “anche per qualificare i nostri professionisti verso nuove metodologie riabilitative”. Ed un accenno è stato anche fatto alla sinergia con il presidio-stabilimento di Ceglie “che ha mantenuto il reparto di ortopedia e con le sale operatorie al servizio della struttura riabilitativa”. Ed a sottolineare come la struttura cegliese sia ormai un punto di riferimento europeo basta ricordare – ha ancora affermato Causo – i protocolli di ricerca sottoscritti con Toledo (Spagna), per quel che concerne la procreazione dei soggetti para e tetraplegici,e quello più prestigioso finanziato dalla comunità europea (oltre all’Italia, con la struttura cegliese, ne fanno parte altri cinque Paesi: Finlandia, Spagna, Belgio, Inghilterra e Germina), "Stand up and walfk", ovvero “alzati e cammina”. Ai convegnisti ha portato il saluto della città il sindaco della città, Mario Annese, che ha riconfermato tutto l’impegno dell’amministrazione comunale, anche in termini di ingrandimento della struttura “ormai insufficiente a rispondere alla domanda che proviene da tutte le regioni italiane”. Il prof. Gianfranco Megna, docente dell’Università di Bari, con il suo intervento ha voluto sottolineare l’indovinata scelta fatta a suo tempo dalla Regione Puglia nel individuare nell’ex neurolesi una struttura di alto livello riabilitativo e come “la stessa Università barese guarda con attenzione verso il San Raffaele, sia perché con tutta certezza decollerà come scuola di ricerca a livello europeo che per il fatto che finalmente a Bari sta per essere avviata l’unità spinale”. Interessante e seguito l’intervento della prof.ssa Vannini, del rappresentante dell’ordine dei medici, dr Scialpi. Il prof. Salvatore Rubino, dal suo canto ha portato il saluto del presidente del San Rafaele, dr Giampaolo Angelucci, riconfermando l’impegno, anche in termini di investimento, contribuendo a rilanciare il sud con una struttura che non ha eguali. Luca Dipresa
Il Consiglio convocato per lunedì, verifica per la maggioranza Giovedì, ,25 settembre Convocate per fine mese due sedute di consiglio comunale, la prima monotematica per l’adeguamento dello statuto comunale –lunedì 29 con inizio alle ore 9,00 – la seconda, il giorno dopo, con otto punti tra i quali il rendiconto dell’esercizio finanziario 2002. L’avvenimento giunge a pochi giorni dalla risoluzione di una crisi che per la verità si porta dietro ancora alcuni strascichi e l’occasione si presenta alquanto opportuna per verificare se ci sono le condizioni per andare avanti. La spaccatura dell’Udc resta con la conseguenza che la maggioranza può, al momento, contare solo su 11 consiglieri, sindaco compreso, uno più della metà, considerato che Francesco Locorotondo e Donato Gianfreda assumeranno una posizione diversa. E c’è anche da verificare se in Alleanza Nazionale è stata ritrovata l’unità sull’opportunità di aver dato l’appoggio esterno ad una giunta Fi-Udc. Alleanza nazionale dovrebbe rientrare in esecutivo – il prezzo dell’appoggio esterno a termine – con l’approvazione del nuovo statuto che porterebbe gli assessori dagli attuali sei a sette. Ed è l’adeguamento dello statuto l’argomento della seduta monotematica convocata. Per approvarlo in prima battuta, ci vogliono 14 voti favorevoli. Numeri che attualmente la maggioranza non avrebbe e che, pertanto, dovrebbe far consumare questa votazione per poi poter approvare lo statuto con la maggioranza assoluta, vale a dire di 11 consiglieri comunali. Stando a quanto si vocifera contro a questa soluzione di innalzare il numero degli assessori le opzioni ed i due dell’Udc in rotta con la maggioranza. Il giorno dopo si ritornerà in consiglio (previsto anche il prosieguo per il primo settembre) con gli altri otto punti fissati. Si partirà dalla discussione della mozione presentata dal gruppo della Margherita relative a problematiche legate a persone disabili. Subito dopo, all’ordine del giorno figura l’interpellanza presentata ancora dalla Margherita relative alla delibera di consiglio comunale del 7 luglio scorso per problematiche relative all’attuazione del piano di riordino ospedaliero. Si tratta di alcuni ordini del giorno votati e che non avrebbero avuto, a quanto pare, alcun seguito. Quindi l’assise si occuperà della ratifica della delibera di giunta (la n. 136 dell’1 agosto scorso) e riguardante una variazione di bilancio di previsione e l’istituzione di nuovi capitoli e storno di fondi. Subito dopo l’approvazione del rendiconto dell’esercizio finanziario 2002 e, quindi, l’importante questione della salvaguardia degli equilibri di bilancio. All’ordine del giorno è stata inserita anche la questione relativa allo statuto dell’Istituto Musicale, adempimento necessario richiesto dalla normativa in simili indirizzi scolastici. Per finire, all’ottavo punto, la partecipazione al Forum Europeo delle Autorità locale. E’ questa una proposta del capogruppo di Rifondazione comunista, Nicola Trinchera, per la partecipazione del comune a questo avvenimento in programma a Paris Saint Denis il prossimo 13 novembre. Luca Dipresa
Guerra dei marciapiedi: a chi spetta la manutenzione? Giovedì, ,25 settembre Ma il ripristino delle mattonelle d’asfalto dei marciapiedi non tocca al comune? La domanda appare più che legittima dopo quanto accaduto in Viale Risorgimento. A quanto pare - stando appunto a quanto riferito da un commerciante di Viale Risorgimento che aveva posto la questione ad alcuni vigili perché si predisponesse un immediato intervento per la presenza di problemi al marciapiedi nei pressi del proprio esercizio commerciale – no è di competenza del comune e che, pertanto dovevano essere i privati a provvedere a tanto. Per la verità, stando sempre a quanto riferito dal commerciante non è che fossero poi così determinati nell’asserzione che hanno comunque sostenuto. Quindi, stando la risposta data, l’intervento per ripristinare le mattonelle rotte e che hanno creato delle vere e proprie buche non è di competenza del comune ma dei privati cittadini. Ma da quando – l’obiezione – i marciapiedi delle pubbliche strade non sono più sotto l’egida del comune? E viene logico ancora chiedersi: allora, i baristi che mettono i tavoli sui marciapiedi, un qualsiasi esercente che occupa tale spazio non dovrebbero pagare il suolo pubblico. La questione, al di la di queste disquisizioni giurisdizionali – anche se logica vuole che i marciapiedi appartengono al pubblico – resta con l’aggravante che ci sono molti marciapiedi della città che vanno ripristinati per evitare che la gente vi inciampi, come è accaduto proprio nel luogo in discussione, in Viale Risorgimento, oppure in Via San Rocco dove da tempo un cordolo del marciapiede del Monumento ai Caduti si è abbassato (forse per assestamento?), risultando un vero “fermapiedi” con la gente che, specie con l’imbrunire, vi inciampa. A meno che, anche qui non si sia provveduto perché “privato”. Ma, nell’uno o nell’altro caso, vale a dire pubblico o privato, segnalata la questione non bisognerebbe attivarsi per eliminare l’inconveniente? O direttamente (il comune) o prescrivendo al privato l’immediato intervento. Ma qui, ovvero nel caso toccasse al privato si porrebbe un’altra questione. Se è vero – secondo quanto sostenuto dai pubblici ufficiali - che il marciapiedi è squisitamente di competenza privata, a quale cittadino spetta l’intervento di ripristino? Al proprietario dell’immediato ingresso dove il marciapiedi si è rotto o a tutti gli abitanti della strada? Basterebbe forse questo per far comprendere come il marciapiedi è da sempre suolo pubblico e, pertanto, spetta all’ufficio tecnico predisporre l’intervento di ripristino delle mattonelle d’asfalto che si sono rotte o sono barcollanti. L’occasione, invece, è buona per provvedere ad una ricognizione generale dello stato dei marciapiedi necessitati di interventi di ripristinato, evitando che diventi un pericolo per la gente, i pedoni in genere, tenuto conto che con l’arrivo delle piogge la situazione porterebbe aggravarsi ulteriore con aumento anche dei costi. l.d.
Ospedale: occupata simbolicamente la Asl di Brindisi Mercoledì, 24 settembre « Sono al vaglio ulteriori manifestazione di protesta, da attuarsi anche a Ceglie Messapica, che faranno seguito all'occupazione simbolica della sede Asl- Br1 a cui ha dato vita, lunedì scorso, il «Coordinamento provinciale dei comitati comunali per la difesa della sanità pubblica».All'iniziativa ha partecipato, come previsto, anche una delegazione del «Comitato di salvaguardia dei presidi ospedalieri» di Ceglie Messapica che, di fatto, è stato il promotore del neo nato Comitato provinciale costituito dopo l'incontro, tenutosi a Ceglie Messapica, alla fine dell'agosto scorso. «Ancora una volta - fa sapere il presidente locale Cataldo Rodio - è stato fatto appello a chi si ostina a voler portare avanti il Piano di riordino ospedaliero mentre i disagi per la mancanza dell'attuazione dei poli-ambulatori sono, a più riprese, evidenziati dalle lamentele degli stessi cittadini». «Occorre dunque - continua Rodio - sospendere il Piano di riordino per avere la possibilità di verificare quanto già attuato».
A più riprese si parla di prevenzione, pertanto non può che destare non
poche preoccupazioni una assistenza garantita a tempo o peggio a
singhiozzo. «Riconosciuta, comunque, la necessità di un Piano di
riordino - aggiunge il dottore Antonio
Castellana - si è deciso all'unanimità di proporre la
predisposizione di un nuovo Piano, non blindato, ma che serva realmente
a risolverei problemi della sanità pugliese.
«Tuttavia - tiene a sottolineare l'avvocato
Pietro Nacci - sarebbe
necessario che ci fosse una sentita partecipazione di tutte le forze
politiche per avere anche il modo di ascoltare tutte le parti in causa.
Non si deve infatti commettere l'errore di strumentalizzare, sia da un
lato che dall'altro, un gruppo che nasce solo con l'obiettivo di portare
a conoscenza e risolvere un problema che coinvolge tutti». (Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)
I partiti dell'opposizione chiedono di tornare a votare Martedì, 23 settembre «É opportuno che il sindaco prenda atto di non avere più una maggioranza coesa e faccia la cosa più giusta e salutare per la città: rimettersi alla volontà dei cittadini». Lo continuano a sostenere il capogruppo dei Ds, Pietro Mita e quello della Margherita, Tommaso Argentiero. Sulla stessa linea Rifondazione comunista che, con il capogruppo Nicola Trinchera, ribadisce il pesiero di sempre e invita il sindaco a comportarsi di conseguenza «per non essere più prigioniero della litigiosità delle forze che lo dovrebbero sostenere». «Purtroppo - prosegue Argentiero - siamo di fronte ad una crisi che non riesce a risolversi con le forze del centrodestra che continuano a perdere pezzi e mostrare una litigiosità che non aiuta a risolvere i problemi del paese». E così prosegue: «Salvo ulteriori distinguo, molto probabili, sulla carta Annese può appena contare su undici consiglieri, compreso lui; basta che uno di questi faccia i capricci e si ritorna punto e a capo». Ecco allora che «piuttosto che vivere alla giornata, senza un progetto serio per una città che da anni ormai subisce la litigiosità delle forze del Polo, il sindaco deve avere il coraggio di dire basta a questa farsa, ritornare alla gente che lo ha eletto non per governare una coalizione sempre in lotta, ma per amministrare i bisogni del paese». Non da meno il segretario e capogruppo diessino Pietro Mita: «Il Polo ha vinto le elezioni ed è giusto che governi - dice -. Però, se questo non è più possibile, è inutile e dannoso far finta di niente e ritrovarsi fra qualche settimana al punto di partenza». E quindi: «Come Ulivo ci proponiamo alla guida della città, ormai stanza della litigiosità del Polo che, più che risolvere i problemi, ci regala ritardi e commissariamenti; e fin da adesso chiamiamo a raccolta tutte le forze moderate del paese, il mondo associazionistico e quanti come noi sono preoccupati della piega che sta prendendo il paese». E non manca di dare qualche stoccata al neo assessore Giuseppe Vitale dell'Udc. «É strano vedere Vitale - afferma Mita - avallare e far parte di un esecutivo che lui assieme al suo partito aveva definito incapace». E poi che «ora ci attendiamo da lui una ferma presa di posizione contro la chiusura dell'ospedale, problema che è stato uno dei cavalli di battaglia e motivo di distinguo dell'Udc dal resto della maggioranza. Sono proprio curioso di capire quale posizione assumerà». Ed il primo banco di prova della tenuta della risicata maggioranza - scontata infatti la diversificazione di Locorotondo e Gianfreda (Udc) c'è da vedere come si comporterà An - - saranno le due sedute di consiglio comunale.
I consiglieri dell'Udc contro Annese, scontro rinviato Lunedì, 22 settembre «Questa nuova giunta nata dopo tre mesi di crisi, è un aborto politico perché nasce con l'assenza di Alleanza nazionale e senza aver speso una sola parola su un programma di legislatura, condizione necessaria per un rilancio dell'aziona amministrativa». Non lascia spiragli di ricomposizione la dichiarazione congiunta che Francesco Locorotondo e Donato Gianfreda fanno a poche ore dalla chiusura di una crisi che ha determinato la spaccatura dell'Udc. Una spaccatura che sarebbe accentuata anche nel corso della riunione di partito di giovedì sera. Sarebbe stato - secondo indiscrezioni - una sorta di tiro al bersaglio contro il segretario e neo assessore, Giuseppe Vitale e lo stesso segretario provinciale, Mimmo Mele. Gli animi si sarebbero talmente accesi che - sempre da indiscrezioni trapelate - il segretario provinciale (lo stesso che avrebbe definito la soluzione della crisi un «un suo capolavoro politico»), ad un certo punto ha preferito abbandonare i lavori. E rimane la frattura insanabile in casa Udc. «La stagione dei saldi iniziata con la svendita dell'ospedale da parte del sindaco e di Fi - affermano il capogruppo dell'Udc Locorotondo e il consigliere comunale Gianfreda - sembra non essere finita. Altri personaggi in cerca d'autore continuano a svendere idee e partiti pur di avere in cambio poltrone e quant'altro». Il riferimento in primo luogo al segretario-asessore Vitale che «senza passare dal partito ha deciso sottobanco ed in maniera trasversale di passare, armi e bagagli, nella giunta del sindaco Annese». E ritornano a rimarcare come questa giunta sia un «aborto politico», in una città «ormai allo sbando e senza prospettive» e come «oltre ad An - proseguono i due - più della metà dell'Udc non partecipa né condivide questa scelta di un governo partorito da chi ha dimostrato di saper eccellere solo nell'inganno politico, mortificando la politica ed i partiti; da chi violenta l'etica della responsabilità e della moralità, atto ancor più spregevole per coloro che rappresentavano un partito come l'Udc che ha posto nel suo Dna questi valori fondanti».
E in questa polemica Locorotondo e Gianfreda non risparmiano nemmeno il
sindaco che avendo «invitato a rispettare il patto elettorale e dare
alla città un governo serio, si è appiattito su Fi, rappresentato dal
suo consiliori Nicola Ciracì,
che pur di non rinunciare a qualche poltrona ha fatto fallire la nascita
di una giunta di lungo corso con la presenza di tutte e tre le forze
politiche». E dopo aver ribadito che «buona parte dell'Udc, non
condivide, e non lo farà mai, il percorso intrapreso da chi ha svenduto
il partito per una poltrona», i due consiglieri comunali concludono
affermando che «porteranno la questione a tutti i livelli della cerchia
del partito per salvaguardarlo da intrusioni esterne tendenti ad
indebolirlo agli occhi della città». Intanto, anche in An è iniziato il
dibattito sulla soluzione adottata che, come riportato nell'edizione di
venerdì, non trova tutti concordi. Il direttivo e del gruppo si è
incontro venerdì sera, presente il sen.
Specchia. (Luca Dipresa, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Rifondazione contesta Annese: "La crisi non è affatto risolta" Sabato, 20 settembre «Si è impegnato nel suo gioco preferito, ossia portare ulteriore zizzania nel centrodestra, dividere un partito dall'altro, alimentare gruppi di interesse e promettendo a destra e a manca». Questo quanto afferma l'ex sindaco di Rifondazione Comunista, Pietro Mita, all'indomani della decisione del sindaco Mario Annese di dare vita ad una giunta politica che Mita definisce «il prodotto finale di una farsa che non ha divertito nessuno». «Si è messo solo una pezza su un vestito ormai liso e consunto, ma la stoffa si è lacerata ancora di più». Così, nasce qualche dubbio sulla reale «quadratura del cerchio quando si giunge ad una giunta politica dopo le dimissioni dei due assessori di Alleanza Nazionale ( Domenico Urso e Oronzo Ostacolo) e dopo l'azzeramento dell'intera giunta senza che l'atto abbia dato vita ad una immediata sostituzione.». «Sono stati dunque - continua Mita - lasciati a terra come agnelli sacrificali i due assessori di An e riconfermati tutti quelli di prima, come se non fossero mai stati dichiarati incapaci». La crisi è risolta? «Annese e qualche suo scudiere dichiarano di aver risolto la crisi ma le cose non stanno così». Secondo Mita le facili previsioni sul futuro della giunta nascono dalla lettura di una realtà che vede An dichiarare la sua insoddisfazione e l'Udc, spaccato dalla stessa scelta del sindaco, che vorrebbe, almeno per ora, fargliela pagare. Un futuro non roseo, secondo l'ex sindaco, «con litigi e contrasti che si aggraveranno e il sindaco assisterà, sempre più impotente, ai guasti, già emersi, ma che egli ha ulteriormente alimentato. Il primo cittadino ha fatto marciare i problemi che si sarebbero potuti risolvere se affrontati con decisione». «Nell'ottobre del 2002 dice Mita -, quando ci fu la prima avvisaglia di crisi, il comizio promosso da Annese e dal Polo vide scendere in piazza tanta gente ad ascoltare. Mentre da febbraio 2003 ad oggi la gente comune si arrabatta per andare avanti». Il cittadino, dunque, a parere di Mita, non si fa coinvolgere perché nella sostanza, in un anno di tempo, non si è parlato dei suoi problemi. «O pensiamo - continua - che al cittadino possa interessare maggiormente il destino personale di un assessore già contestato dal suo stesso partito?». Parlando del sindaco non usa mezzi termini quando dichiara che «ci ha rimesso sul piano individuale della credibilità ostentando in pubblico l'efficientismo mentre, in privato si è sempre lamentato della incompetenza dei suoi assessori». Il consiglio, da parte di Rifondazione, di prendere atto della situazione e di dimettersi non è stato accolto. Così, l'impressione di Pietro Mita è che «se non ci sarà una reazione diffusa nella città, il centrodestra farà perdere a Ceglie Messapica altri pezzi del suo patrimonio, della sua storia; come dire che l'ospedale non potrebbe essere l'unica vittima». (Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Ospedale: a Francavilla pasti solo se ricoverati in ore d'ufficio Venerdì, 19 settembre Chiudono o si si ridimensionano gli ospedali e nessuno si preoccupa del servizio di quelli che restano, anzi delle cosiddette strutture di "eccellenza" pomposamente definite nel Piano regionale di riordino. Una testimonianza è offerta dalla lettera inviata alla redazione dell'Idea e che pubblichiamo integralmente.
"Gentile redazione, voglia la presente essere una piccola testimonianza sul presidio ospedaliero di Francavilla Fontana. Ieri sera recatomi in ospedale per fare visita ad una mia carissima amica nel reparto ostetricia, constatavo una situazione che non mi cimento a giudicare, le camere sono affollate di letti, dove sono entrato erano sei, ovviamente tutti occupati, i servizi igienici nella camera si limitano ad una squallida piletta con un rubinetto, i bagni in comune all'intero reparto situati nel corridoio sono tre, ma uno era inagibile in quanto occupato da sacchi che difatto ne ostruivano il passaggio. Altra nota degna di menzione, la porta di ingresso al reparto era tenuta aperta da un vaso di fiori, ovviamente più di qualcuno nel passaggio inciampava. Dopo il breve resoconto sulla "sistemazione in camera", una piccola menzione sui pasti: infatti se si ha la sfortuna di essere ricoverati fuori tempo utile all'ordinazione del pasto, come accaduto alla mia amica, il giorno dopo si "salta", solo per un caso un'altra mamma dimessa dal reparto in mattinata ha permesso che il pasto a lei destinato venisse consegnato alla mia amica. Potrebbe bastare quanto già descritto ma purtoppo "l'avventura" non finisce qui, al termine del pasto la mia amica faceva notare all'operatrice, ormai in procinto di lasciare il reparto, che non aveva ancora prelevato il vassoio del pasto, di tutta risposta le veniva detto con evidente scherno di portarselo a casa (no comment). Ovviamente non volendo essere polemico mi chiedo, ma oltre a noi "normali" utenti nessuna persona che "conta" ha modo di verificare la situazione? Nel ringraziare per il servizio che fornite, Vi saluto cordialmente.
Pietro Ligorio
Crisi risolta? Monta la protesta in An e Udc, Consiglio incerto Venerdì, 19 settembre Ma la crisi è davvero risolta? Questo l'interrogativo che serpeggia in città a poche ore dalla soluzione, a sorpresa, con la formazione di una giunta che oltre ad aver spaccato in due l'Udc pare abbia creato problemi anche in Alleanza Nazionale. Non è un mistero che il presidente provinciale, sen. Euprepio Curto, si sia espresso in maniera negativa sulla soluzione trovata, contravvenendo - è qui il nocciolo della questione - a quanto stabilito nella riunione, prima di giovedì e poi di domenica mattina, quando venne ribadita la volontà di arrivare ad una soluzione politica con tutti e tre i partiti nell'esecutivo, ciascuno con due assessori. Poi, si è fatto il contrario con l'appoggio esterno ad una giunta Fi-Udc. E nella tarda mattinata di martedì, a pochi minuti dal varo della giunta, il senatore francavillese non ha mancato di far sentire alla locale dirigenza tutto il proprio disappunto per aver avallato una soluzione in contrasto con gli accordi e comunque senza prima essere ritornati nel partito. E sulla posizione di Curto, e quindi in contrasto con la soluzione avallata dal segretario Urso e dal presidente del consiglio comunale Argese, si pone il capogruppo di An, Mario La Neve. «Non mi riconosco - tiene a precisare senza giri di parole Laneve - in questa soluzione perché diversa da quanto deciso nella riunione di domenica mattina, vale a dire quando tutti siamo stati d'accordo nel sostenere la necessità di dare una soluzione politica alla crisi con tutti e tre i partiti della maggioranza in giunta, ciascuno con due assessori a testa». Allora, questo significa che non sosterrà la giunta appena varata? A tal proposito, Laneve non si pronuncia rimandando tutto all'imminente riunione chiarificatrice del partito che, a questo punto, non si preannuncia scontata e che potrebbe anche rimettere tutto in discussione. Ma è anche probabile - come pare - che alla fine si decida, proprio per non creare altri problemi, che tutti facciano quadrato attorno al sindaco. In tutto avrà comunque il suo peso la posizione del presidente provinciale di An che, ci si può scommettere, tornerà a farsi sentire. In sostanza, dalle parole di Laneve par di capire che si «condanna» la fretta avuta nella soluzione adottata senza prima ritornare nel partito che aveva espresso - stando a quanto sottolineato dal capo gruppo - una posizione diversa. Ed in un certo qual modo è quello che Francesco Locorotondo e Donato Gianfreda (Udc) rimproverano al loro segretario Giuseppe Vitale, dal quale si sentono traditi. Anche a lui si rimprovera di non aver mantenuto fede alla volontà del partito e di aver quasi svenduto - come ha subito dichiarato il presidente del partito, Antonio Piccoli - tutti per un posto in esecutivo. Posto che, per la verità tutti davano per scontato andasse al segretario cittadino con la risoluzione della crisi. Infuocata la riunione che l'Udc ha tenuto nella tarda serata di ieri e della quale daremo resoconto in seguito. Chi, al contrario, mostra compattezza per la soluzione trovata è Forza Italia che fin dal principio si era dichiarata disponibile a qualsiasi soluzione pur di salvare la legislatura e comunque con un accordo anche a termine lasciando aperte tutte le possibilità, a partire da un suo appoggio esterno. Ora è in attesa degli sviluppi, confidando che alla fine prevarrà «il senso della responsabilità». E non c'è troppo da scherzare perché attualmente la maggioranza deve registrare già il quasi certo disimpegno dei due dell'Udc, contando su appena undici consiglieri: perdere un altro pezzo sarebbe molto pericoloso. (Luca Dipresa, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Mal di pancia in An esclusa dalla giunta. Urso: "Vigileremo" Giovedì, 18 settembre La risoluzione della crisi lascia fuori gli assessori di Alleanza Nazionale. Questo il dato di fatto, dopo la costituzione della nuova giunta, che vede la completa esclusione di An, a cui il sindaco ha dato vita nella mattinata di martedì. Fuori dunque, gli assessori Oronzo Ostacolo e Domenico Urso e, con essi, la rappresentanza del partito. «Eppure - afferma il presidente del circolo locale di An Domenico Urso - la crisi, nata per una diversa distribuzione di consiglieri tra Forza Italia (che da 5 passavano a 4) e l'Udc (che da 3 passavano a 4), non l'abbiamo determinata noi». A seguito di tali dati, come è noto, si sono poi rafforzate le richieste da parte dell'Udc di una maggiore visibilità in giunta. «Qualcuno - continua Urso - ha più volte affermato che la crisi trovava la sua genesi in una giunta incapace di attuare i programmi. Guarda caso dopo 2 mesi i programmi e la giunta sono sempre gli stessi fatta eccezione, chiaramente, per gli assessori di Alleanza nazionale».
Al fine di risolvere la crisi furono proprio gli assessori Oronzo
Ostacolo e Domenico Urso a dimettersi. Solo in seguito il sindaco Mario
Annese revocò tutti gli assessori. «La revoca del sindaco, dopo che già
ci eravamo dimessi - continua Urso - la reputo, ancor più oggi, un atto
a dir poco singolare». Alla luce degli ultimi eventi avrebbe potuto, già
allora, accettare o respingere le dimissioni. Oggi, si apprende invece che il sindaco Mario Annese nomina una giunta politica ma, ironia della sorte, lascia fuori Urso e Ostacolo. A tale proposito, Urso chiarisce ancora che «fra l'altro, lui ed Ostacolo erano disposti a restare fuori dalla Giunta se la stessa fosse stata innanzitutto "a termine", e poi con persone diverse dai precedenti assessori. In definitiva ciò non è accaduto ma, tuttavia, si è proceduto alla rinomina escludendo Alleanza nazionale. Ora Urso si chiede a che cosa sia servito la revoca di tutti gli assessori se, stando a quanto accaduto, c'erano già le premesse per risolvere più rapidamente la crisi, subito dopo le dimissioni degli assessori di Urso e Ostacolo.
«Per il bene della città e per il senso di responsabilità che da sempre
ci contraddistingue - afferma Urso - ritengo che abbiamo fatto di tutto
per risolvere la crisi. È chiaro che dopo questa scelta del sindaco
Mario Annese saremo, come e più di prima, attenti e vigili sull'attività
amministrativa, sull'attuazione dei programmi e sul comportamento che il
sindaco e gli altri partiti di coalizione vorranno tenere nei confronti
del nostro partito». (Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Crisi risolta: Annese nomina 6 assessori, An è fuori Martedì, 16 settembre L’Udc che aveva messo in discussione la maggioranza di centrodestra, alla fine ne esce spaccato. Nella tarda mattinata di ieri, infatti, il sindaco Mario Annese ha nominato un esecutivo a termine con l’appoggio esterno di An, congelando l’ingresso in giunta a statuto approvato. La svolta alla crisi l’iniziativa di Annese che, rompendo ogni indugio, mette attorno allo stesso tavolo tutti i 12 consiglieri della maggioranza. Diverse le proposte che trovavano quasi sempre il veto di uno dei tre partiti della colazione, Fi, An e Udc. Questo fino a ieri quando Alleanza Nazionale conferma l’appoggio esterno a termine e il segretario dell’Udc, Giuseppe Vitale, sostenuto da due dei quattro consiglieri, Salvatore Cavallo e Gennaro Saponaro si dichiara pronto ad entrare in giunta. Ma questo spaccando il partito che “domenica mattina - afferma il presidente del partito, Antonio Piccoli – si era espresso per una giunta organica con tutti dentro”. Contro la decisione di Vitale gli altri due consiglieri, il capogruppo Francesco Locorotondo e Donato Gianfreda. “Siamo fortemente delusi – prosegue Piccoli – della decisione del segretario che va contro il deliberato del partito e con una decisone forse già concordata e sponsorizzata da chi gli aveva promesso una poltrona, anche a costo di spaccare il partito”. Ora, la maggioranza può contare su undici consiglieri comunali (4 di Fi, 4 di An e 2 dell’Udc), sindaco compreso, visto che gli altri due dell’Udc (Locorotondo e Gianfreda) difficilmente voteranno. Ma non è solo l’Udc ad avere problemi. Da indiscrezioni raccolte pare che in An la posizione di Argese e gli altri non avrebbe avuto l’”imprimatur” del coordinatore provinciale, sen. Curto, che era (e sarebbe ancora) per una giunta politica e con la presenza di tutte e tre le forze politiche. Intanto, nel nuovo esecutivo Fi riconferma i tre “revocati”, vale a dire Paolo Urso (vice sindaco con delega alle al Turismo, Associazionismo e Servizi sociali), Cesare Epifani (Affari generali, Pubblica Istruzione e Istituto Musicale) e Pietro Mita (Bilancio e Finanze). Gli altri tre tutti dell’Udc: al riconfermato Salvatore Santoro (Urbanistica, Igiene e Sanità) si aggiunge Giuseppe Vitale (Lavori Pubblici, Edilizia scolastica) e Giovanni Suma (Comunicazione e Innovazione). Quest’ultimo si dimetterà a statuto approvato per far posto ai due di An. “Ha vinto il senso di responsabilità e la cegliesità – il pensiero di Nicola Ciracì, coordinatore provinciale di Fi –, impedendo che fattori esterni interferissero con la nostra vita amministrativa”. E Carlo Verusio, responsabile cittadino di Fi sottolinea “la scelta coraggiosa di An che ha reso possibile la nascita del nuovo esecutivo, dimostrando attaccamento alla coalizione e allo stesso sindaco Annese che con grande esperienza ha dato un contributo decisivo alla crisi puntando decisamente sull’attuazione del programma”. “An di fatto – afferma Ciro Argese – ha risolto al crsi amministrativa con grande senso responsabilità. I nostri due assessori (Ostacolo e Urso) hanno dimostrato la loro lealtà e l’attaccamento non alle poltrone ma alla città, evitando il ricorso alle elezioni anticipate”. Ora ci sarò la convocazione del consiglio comunale (il 27 e 28?) con ai primi punti l’approvazione dello statuto. Ma c’è da giurare che in casa dell’Udc il clima sarà più che rovente. Luca Dipresa
Crisi: salta il primo incontro. I Ds: "Annese ostaggio della Cdl" Sabato, 13 settembre I veti incrociati posti alle varie proposte sul tappeto, hanno confermato che la crisi in atto è di difficile soluzione. Così, a nulla è valso anche l’iniziativa del sindaco Mario Annese che ha convocato tutti e 12 i consiglieri di maggioranza attorno ad un tavolo nella serata di venerdì. Di fronte all’insuccesso dei partiti, il sindaco quasi come una mossa estrema aveva preso questa iniziativa. Ma ha sortito effetti negativi con il dialogo tra Fi, An e Udc che diventa quasi impossibile. E sinceramente a nulla approderà l’aggiornamento a questa mattina quando i dodici torneranno ad incontrasi in municipio. Niente giunta politica, niente giunta tecnica e niente appoggio esterno perché i da uno dei tre partiti, di volta in volta, giungono i veti. Ed a questo punto sono in molti a credere che l’unica via d’uscita è ritornare a votare. Pare – tutti i partecipanti all’incontro non hanno voluto rilasciare dichiarazioni – che Fi ed Udc nel tentativo di salvare il salvabile, propenderebbero per una giunta del sindaco, con quattro componenti (il minimo richiesto per legge) fino alle provinciali di maggio. Ma An su una simile soluzione ha posto un veto fermo propendendo per la soluzione politica che non c’è. Intanto sulla situazione torna a parlare il segretario cittadino dei Ds, Pietro Mita che si rivolge direttamente al sindaco. “E’ strano – il suo pensiero – che il sindaco non si renda conto di essere ormai ostaggio dei partiti, dei singoli consiglieri che solo a parole dicono di essere tutti dalla sua parte ma che in realtà lo tengono per davvero sulla graticola”. E così prosegue: “E questo per la città è un ulteriore danno visto che da mesi, dal giorno dopo l’insediamento, questa maggioranza è andata subito in crisi perché la resa dei conti degli artefici della caduta del sindaco Magno era stata sola rinviata”. Parole che non si lasciano ad interpretazioni per cui “da quella persona responsabile che è – prosegue Mita -, da quel navigato politico che riesce a leggere a mente fredda ogni situazione, appare strano che Annese non abbia inteso che lo vogliono tenere in sella fino alle provinciali per poi essere scaricato e far posto a chi non ha trovato sbocchi in campo provinciale”. Ed allora “Con senso di responsabilità – conclude il segretario Ds – Annese dimostri di aver coraggio con l’unico atto dignitoso che gli resta che è quello delle dimissioni per incapacità di una maggioranza che non gli ha mai saputo dare il giusto sostegno”. Anche questo dovrà essere tenuto presente questa mattina quando i dodici consiglieri comunali torneranno a riunirsi. Luca Dipresa
Trulli nel mirino dei vandali, ex amministratore lancia l'Soos Venerdì, 12 settembre “Dobbiamo fare in modo di evitare che tanti forestieri, attratti dal nostro paesaggio e dal clima, investendo danaro con l’acquisto degli incantevoli trulli, ritornano sui loro passi, abbandonando tutto perché stanchi dei frequenti atti vandalici, se non di vera delinquenza, perpetrati”. E’ questo, in sintesi, il motivo che ha spinto in geom. Pietro Maggiore – “con soli scopi di collaborazione”, come egli tiene a sottolineare – a scrivere al sindaco e per conoscenza al Prefetto, facendosi interprete dei tanti forestieri che sono venuti qui a Ceglie investendo denaro ed arricchendone l’economia. “Episodi malavitosi – scrive l’ex amministratore dc e fautore di queste iniziative tese a far venire a Ceglie quanti più forestieri - spengono l’entusiasmo della gente ed affievoliscono la forza di convincere altra gente a seguirli nell’impresa”. Il riferimento è all’ultimo caso in ordine di tempo, quello di un avvocato romano che “travolto dal fascino del nostro territorio”, ora, dopo diversi anni trascorsi nel periodo estivo, “resistendo alla ripetute aggressioni vandaliche che ha subito – scrive Maggiore al sindaco – non ultimo il furto della sua autovettura, a malincuore ha deciso di abbandonare tutto”. E qui l’invito del geometra cegliese che “pur riconoscendo il notevole impegno profuso dalle forze dell’ordine”, invoca una maggiore presenza e coordinamento, capace di controllare meglio un così vasto territorio, con il solo obiettivo di riportare tranquillità tra la la gente che qui viene ad investire, come agli stessi residenti spesso e volentieri vittime di episodi delinquenziali. Va comunque sottolineato che risultati ne sono stati conseguiti dalle forze dell’ordine che devono, come si diceva, controllare un territorio vastissimo e molto popolato. Però, evidentemente, quello che Maggiore vuol sottolineare con questa iniziativa è trovare il modo di rendere ancor più capillare il controllo di questo territorio che “sta suscitando interesse ai tantissimi privati ed operatori anche esteri” e questo non può essere che un bene per tutti. E per mantenere vivo e potenziare questo interesse, bisogna evitare che presto costoro abbandonino tutti come l’avvocato romano. E la preoccupazione nasce forse da ricordi che gli tornano alla mente quando “il nostro territorio, negli anni sessanta, fu già oggetto di attenzioni di cittadini di Taranto e dell’intera nostra provincia, ma con conseguenze negative che li ha indotti a lasciare”. E così scrive ancora Maggiore: “Bisogna mirare alla tutela del territorio predisponendo un forte piano capace di offrire sicurezza ed assistenza seria per evitare le ricadute negative”. Ecco allora la necessità – come egli invoca – di trovare tutti i modi possibili per scongiurare un possibile fuggi-fuggi. “Abbiamo la fortuna – sostiene sempre Maggiore – di avere un territorio unico, con i nostri trulli frutto di un’architettura contadina e spontanea, circondati da secolari ulivi che, uniti al clima collinare, sono quanto di meglio i forestieri possano pretendere, al punto da investire quasi ad occhi chiusi. Però, hanno bisogno di sentirsi protetti”.
Scuola, il sindaco Annese inaugura le lezioni all'Alberghiero Venerdì, 12 settembre Inizio d’anno scolastico con due grosse novità: l’avvio dell’alberghiero e la nuova dirigenza scolastica al secondo circolo didattico. Sicuramente importante la nuova istituzione dell’alberghiero, quasi a voler decretarne il valore della città da molti ritenuta capitale della ristorazione. Più di cento ragazzi che hanno determinato la formazione di quattro nuove classi consentono a molti ragazzi, non solo di Ceglie, di trovare una scuola che possa soddisfare le proprie attitudini. Per l’istituzione dell’Alberghiero si sono mossi in sintonia l’amministrazione comunale, quella provinciale, a partire dall’assessore Nicola Ciracì, ed il dirigente scolastico Giovanni Caramia che ha da subito creduto nella validità di questo indirizzo scolastico. La nuova sede sarà l’ex ostello della gioventù per il quale la Provincia ha stanziato una forte somma per la totale ristrutturazione e riadattazione a tale scopo con la creazione di una ventina di classi. Per intanto, le quattro classi verranno allocate nella sede di Via Bellanova, una sistemazione provvisoria. La seconda novità la nuova dirigenza al secondo circolo. Dopo due anni di proficuo lavoro con risultati insperati e sotto gli occhi di tutti, Giovanni Semeraro, sia pure a malincuore si è trasferito assumendo la dirigenza del liceo scientifico di Mesagne. Al suo posto un dirigente incaricato, Luigi Pranzo. E proprio in sintonia con il suono della campanella, il sindaco Mario Annese ha voluto inviare ad operatori scolastici, studenti e famiglie un messaggio augurale.”Le difficoltà e le carenze infrastrutturali, che talvolta rischiano di rendere più gravosa l’attività didattica – scrive il primo cittadino – non possono sminuire il valore e l’alta professionalità di quanti profondono quotidianamente il proprio impegno nella scuola per la formazione e la crescita intellettuale delle future generazioni”. E partendo da questo concetto, sottolineando come la scuola è ai primi posti nei pensieri dell’amministrazione al punto da aver messo nelle priorità l’adeguamento di tutti gli istituti, gradualmente, iniziando già con la scuola elementare di Via Francavilla. Al suo insediamento Annese, a dimostrazione dell’attenzione verso la scuola ebbe a dire che “il nostro obiettivo è di far crescere i nostri ragazzi non con la cultura delle carenze e dei disagi, ma in luoghi accoglienti e stimolanti sotto tutti i punti di vista” . E nel messaggio Annese ritorna a sottolinea come “l’Amministrazione comunale è favorevole a potenziare ogni forma di collaborazione leale e positiva con gli operatori scolastici affinché gli effetti benefici di tale rapporto possano ricadere sui destinatari dell’offerta formativa e culturale”. Luca Dipresa
Dimenticato nel cassetto ordine del giorno sull'ospedale Venerdì, 12 settembre Un ordine del giorno finito nel cassetto ha provocato la reazione di Rifondazione comunista, che assieme a Ds e Margherita lo avevano presentato il 7 luglio scorso. L’ordine del giorno riguarda la vicenda del locale ospedale e impegnava «il sindaco e l’amministrazione comunale a chiedere al presidente della giunta regionale, all’assessore alla Sanità di bloccare l’attuazione del piano di riordino ospedaliero e di avviare immediatamente una pausa di riflessione, coinvolgendo tutti i sindaci interessati; si impegnano altresì il sindaco e l’amministrazione comunale ad inviare questo ordine del giorno a tutti i sindaci dei Comuni interessati dal piano di riordino, chiedendo di farlo proprio». Ma, a quanto pare, l’ordine del giorno non sarebbe stato notificato secondo la richiesta delle forze politiche che lo avevano presentato. «Questo ordine del giorno – afferma Nicola Trinchera, capogruppo consiliare di Rifondazione comunista - è stato approvato nel Consiglio comunale del 7 luglio scorso.A distanza di due mesi dall’approvazione non è stato inviato ai soggetti previsti nello stesso ordine del giorno. Rifondazione comunista denuncia questa gravissima omissione, ritenendo responsabili il sindaco e la sua giunta (fantasma). Ancora una volta hanno dimostrato la loro totale indifferenza verso la difesa del nostro ospedale. Mentre le altre amministrazioni della nostra provincia continuano a battersi in difesa del proprio ospedale, il sindaco Mario Annese e la sua giunta continuano a rimanere in silenzio. Tutto questo è inaccettabile. Rifondazione comunista respinge questa indifferenza e continuerà in tutte le sedi a battersi in difesa della nostra struttura ospedaliera ». L’ordine del giorno si muove dalla considerazione che «il piano di riordino della rete ospedaliera scarica i costi sui più deboli, non tutela il diritto alla salute dei cittadini e azzera il patrimonio di competenze maturato in tutti i presidi ospedalieri» e considerato che «i criteri, le finalità e le priorità adottate per la stesura del piano non tengono conto delle esigenze delle varie realtà locali, un piano costruito a tavolino senza il coinvolgimento dei tecnici, del personale, degli utenti, delle autonomie, ritiene che non possa più essere attuato in presenza di azioni giudiziarie pendenti, promosse anche dal Comune di Ceglie».
Crisi: il sindaco in conclave con i consiglieri di maggioranza Giovedì, 11 settembre Il sindaco Mario Annese abbandona gli indugi e, in presenza di una crisi che vede i partiti della maggioranza – Fi, An e Udc - sempre più distanti tra di loro, prende l’iniziativa, «pur rispettoso delle autonomie dei partiti», rivolgendosi direttamente ai 12 consiglieri comunali di maggioranza, convocandoli per domani pomeriggio, venerdì, alle ore 16,00 sul comune per “comunicazioni urgenti” convinto, a questo punto che, «la crisi va risolta al più presto per evitare ulteriori danni alla città». In pratica, par di capire che Annese voglia sentire direttamente cosa ne pensano i consiglieri comunali, i diretti interessati, vuoi perché «portatori dei consensi» e vuoi perché, in ultima analisi, sono loro a dover dare conto di quello che accadrà alla città. Una mossa che era da prevedersi con il sindaco che prende direttamente lui l’iniziativa visto che i partiti della maggioranza non riescono nemmeno più a dialogare tra di loro e «con la consapevolezza che attardarsi significa nuocere ulteriormente alla città» visto i problemi urgenti (Pug, conferenza dei servizi, istituto musicale). Del resto, consumate le proposte fin qui avanzate (giunta tecnica a termine o appoggio esterno di Fi) qualcosa bisognava pur fare. Alla riunione di questo pomeriggio il sindaco ha anche invitato i tre segretari provinciali, Nicola Ciracì (Fi, Euprepio Curto (An) e Mimmo Mele (Udc) ed i rispettivi segretari cittadini. Se non altro sarà questa l’unica volta, dopo il “summit” iniziale di fine agosto di riunire intorno allo steso tavolo tutti i protagonisti (i consiglieri comunali) che, alla fine, dovranno votare o decretare la fine della legislatura. Mossa a sorpresa quindi, e forse decisiva perché in quella sede il sindaco potrebbe chiedere una proposta risolutiva della crisi da ratificare seduta stante, oppure prendere atto che, a questo punto non c’è che da rimettersi agli elettori. Sono supposizioni perché Annese non si sbottona, come del resto ha fatto in questi giorni «in rispetto delle autonomie dei partiti», ma è preoccupato dello stagnarsi dei problemi che vanno affrontati. Intanto, i partiti continuano a “beccarsi”. Questa volta ad intervenire è l’Udc che con il segretario cittadino Giuseppe Vitale risponde all’intervento di Angelo Gasparro (Fi) – riportato nei giorni scorsi dalla Gazzetta. E’ un documento duro dove si parla di «sedicenti dirigenti», di chi non è riuscito «a zittire inspiegabilmente chi, invece, era abituato a comizi mattutini nella città, sfiorando anche l’indecenza». A chi il riferimento? E poi che «in questo gioco sporco, una sorte di “dagli all’untore” di Manzoniana memoria, si sono scatenati gli intellettuali del paese, per difendere una giunta indifendibile, agendo come “i cani del fittavolo” - come diceva Vittoriani rivolto ai piccoli intellettuali che abbaiano comando». E poi, Vitale entra nel merito. «L’Udc ha ottenuto l’allontanamento di una giunta incapace – afferma – chiedendo pari dignità per garantire la governabilità; An ha riconosciuto le nostre legittime esigenze parlando di due rappresentanti a testa in giunta»”. Ed ecco l’affondo a Forza Italia: «Fi – si legge ancora nella nota – pur di non perdere una poltrona ha imbastito scenette e proposte ridicole per non incrinare il delicato equilibrio interno. Tutto in nome di una poltrona». Ma non basta: «Uno scontro di anime (quello in Fi), di comunisti, di socialisti, cattocomunismi e qualche senza patria che ne fa di questo partito quello della transumanza per eccellenza». L’Udc chiama poi in causa il segretario provinciale di Fi, Ciracì che «avendo sempre dichiarato che Fi è con il sindaco, perché non lo aiuta proponendo due nomi come gli altri o ha già deciso di mandare a casa Annese, così come fece con Magno?». E il documento si chiude con l’invito al sindaco di «recuperare la sua pozione super-partes garantendo una giunta che ponga la Casa delle Libertà nelle migliori condizioni fino alle prossime elezioni provinciali». Insomma, c’è abbastanza benzina per alimentare il fuoco della crisi che andrebbe spento, mentre Nicola Trinchera (Rifondazione) «invita il sindaco responsabilmente a prendere atto della situazione, che non ha più una maggioranza, facendo l’unica cosa che gli resta, dimettersi». Luca Dipresa
Alluvione nel Tarantino, allagamenti anche a Ceglie Martedì, ,9 settembre Campagne allagate, vigneti distrutti, strade dissestate, scantinati invasi dall'acqua: è lo scenario provocato dal nubifragio di ieri pomeriggio tra il Tarantino e l'entroterra collinare brindisino (nella foto ripresa dal satellite alle 13,08 dell'8 settembre). Neanche Ceglie è stata risparmiata dal violento acquazzone che in poche ore ha trasformato l'arido paesaggio estivo in un'immagine di distruzione e disperazione. Niente a che fare con la tragedia consumata nel triangolo Palagiano, Castellaneta e Chiatona, in provincia di Taranto, dove due persone hanno perduto la vita travolte da pioggia e fango. Un primissimo bilancio dei danni prodotti dall'alluvione nei territori di Palagiano, di Palagianello e di Castellaneta è stato fatto dai carabinieri, che sono impegnati dai ieri nel soccorso delle persone in difficoltà e che hanno recuperato stamane nel territorio di Castellaneta il corpo della seconda vittima dell'alluvione. A Palagiano - rilevano i carabinieri - si sono verificati: l'interruzione della circolazione sulla linea ferroviaria "Taranto - Bari" per l'allagamento dei binari; l'esondazione del fiume Lenne con allagamento delle campagne; lo sgombero di due palazzi invasi dall'acqua e il conseguente ricovero di 30 famiglie nella scuola elementare; il crollo di numerosi viadotti di strade interpoderali su fiume Lenne e il conseguente isolamento di molte case rurali in contrada Conca d'oro; l'interruzione della circolazione sulla statale 106 Jonica "Taranto - Reggio Calabria" in entrambe le direzioni; l'interruzione della circolazione sulla bretella SS 106 bis che collega la statale 106 con la statale 100 "Taranto - Bari". A Castellaneta è avvenuto: il crollo del parapetto in muratura del ponte "Santa Colomba" sulla statale 7 nel tratto Castellaneta - Palagiano con conseguente interruzione della circolazione; l'esondazione del fiume Lato che ha prodotto l' allagamento delle campagne e l'isolamento di numerose case rurali; il dissesto del manto stradale della strada provinciale 13 'Castellaneta - Castellaneta Marinà con interruzione della circolazione. A Palagianello si è verificato: il crollo del ponte 'Fontana del Ficò sulla strada comunale 'Palagiano - Palagianellò; la non percorribilità della strada provinciale 14 'Palagianello - Castellaneta Marinà a causa dell'esondazione del fiume 'Latò. I danni alle coltivazioni agricole - rilevano i carabinieri - sono stati ingentissimi. Nelle operazioni di soccorso è impiegato anche un velivolo dell'Elinucleo carabinieri di Bari.
Scaramucce tra Fi e An: "Via il presidente del Consiglio" Lunedì, 8 settembre Appaiono decisamente molto labili i margini per ricomporre una crisi che non sembra trovare un punto d’incontro tra le forze interessate, Fi, An e Udc. Sono tramontate tutte le proposte fin qui formulate, vuoi per il veto di questo o di quel partito. Tramontata l’ipotesi della giunta tecnica avanzata dai tre segretari provinciali – proposta che i “politologi” hanno ritenuto troppo affrettata e che, al contrario doveva essere invece l’ultimo salvagente da lanciare –, per il netto rifiuto posto da An che vuole un accordo organico e politico ha trovato lo spazio di un solo giorno il deliberato di Forza Italia che decideva per l’appoggio esterno incondizionato ad una giunta An-Udc, congelando la propria presenza in giunta fino all’approvazione dello statuto con l’incremento del numero degli assessori (dagli attuali sei a sette). Ed ora si è al punto di partenza, anzi se non addirittura ad un passo indietro considerato che a tutto si è aggiunta la pregiudiziale di An che per bocca del segretario cittadino ha detto a chiari lettere che “senza un accordo politico organico (tutti in giunta con due assessori, ndr) avrebbe deciso di abbandonare la maggioranza”. Il tutto procede mentre il sindaco Mario Annese si trova – stando così la situazione -, volenti o nolenti, a decidere sul da farsi. Non è escluso che il primo cittadino, a questo punto, opti per una soluzione forte, vale a dire che decida di presentarsi in consiglio comunale con un suo esecutivo e metta con le spalle al muro i gruppi di maggioranza che pare proprio non riescano a trovare il bandolo della matassa. Difficile, a questo punto, che decida per le dimissioni con i venti giorni per ritirarle, tenuto conto che al momento della revoca degli assessori dava trenta giorni di tempio ai partiti per mettersi d’accordo e, in caso contrario, assumere lui delle posizioni. Intanto registriamo una nota di Angelo Gasparro, componente dell’esecutivo provinciale di F.I. che, in un certo qual modo risponde al responsabile di An che nei giorni scorsi affermava che questa crisi non appartiene loro quanto invece a Fi e all’Udc, specie dopo il passaggio di Gianfreda dal partito degli Azzurri a quello di Follini. Gasparro afferma il contrario parlando di quella “transumanze politica”, causa della situazione. “La transumanza del consigliere Gianfreda da Fi all’Udc – afferma Gasparro – ha per,esso a quest’ultimo di aprire una crisi politica che, come avevamo preventivato è sfociata in una semplice richiesta di poltrone richiamandosi al principio della pari dignità”. E dopo aver sottolineato come: sia ” sotto gli occhi di tutti che l’Udc usando il ricatto delle dimissioni, assieme alle forze politiche di opposizione, con le quali hanno avuto numerosi incontri, ha ottenuto la revoca degli assessori” sposta il tiro su An e sul fatto che questa crisi non gli apparterrebbe. “Questa crisi gli appartiene – sottolinea l’esponente di FI – in quanto frutto di un accordo politico sottoscritto all’atto della formazione della giunta che gli ha permesso di ottenere due assessori e la presidenza del consiglio comunale”. E qui affonda il fioretto: “Il no alla proposta di Fi (appoggio esterno e congelamento della presenza in giunta a statuto approvato) – sostiene Gasbarro – non risolve questa crisi che ora va risolta a bocce ferme, Il che significa che azzeriamo tutto, compreso la presidenze del consiglio, ripartendo dalla riformulazione dell’accordo sottoscritto ad inizio legislatura per quel che concerne l’organigramma”. Insomma, par di capire che, al punto in cui si è tutto viene messo in discussione aggravando la situazione. Ed in questa “babele” l’opposizione torna a chiedere con fermezza che si ritorni alle urne evitando di aggravare la situazione di una città ormai al palo da mesi con i problemi che si aggravano. Luca Dipresa
Famiglia Cristiana elogia i "miracoli" del Neurolesi Domenica, 7 settembre "Famiglia Cristiana", il settimanale cattolico italiano, si occupa nel numero in edicola questa settimana del centro Neurolesi di Ceglie. "Pazienti in piedi" è il titolo del reportage della giornalista Luciana Saibene che, in tre pagine documentate da una decina di fotografie, che riferisce con particolari e testimonianze del progetto "Stand up and walfk", alzati e cammina appunto. Scrive la Saibene: "Il progetto, che è approdato alla fase sperimentale due, è quello di rimettere in piedi i paraplegici e consentire loro di camminare, almeno per qualche ora al giorno. In pratica: elettrodi miniaturizzati, collocati sottopelle e collegati a un centralina che contiene i programmi del movimento, riescono a riprodurre il cammino stimolando nervi e muscoli interessati". Il settimanale elogia il progetto curato presso il centro della Fondazione San Raffaele di Ceglie dalla professoressa Antonietta Vannini, intrecciando esperienze di altri paesi, in modo particolare francesi. Il sistema neuroriabilitativo sta suscitando enorme attenzione, nei prossimi giorni sarà a Ceglie una troupe televisiva di Canale 5 per documentare le fasi di applicazione e l'efficacia sui pazienti. Infine da domani, lunedì, tornerà presso il centro cegliese Rinaldo Mazzetti, fino allo scorso aprile direttore operativo: rientrerà con analogo incarico dopo alcuni mesi trascorsi in un'altra prestigiosa struttura della Fondazione San Raffaele.
Crisi: contrasti tra An e Forza Italia, tramonta l'ipotesi a 4 Sabato, 6 settembre Tramonta sul nascere il deliberato di Forza Italia che, per risolvere la crisi aveva deciso l’appoggio esterno incondizionato ad una giunta composta per il momento da soli quattro assessori (il minimo perché l’organo possa funzionare, ndr) - due ciascuno ad An e Udc. In sostanza, Fi congelava il proprio ingresso in giunta con tre assessori a statuto approvato e, quindi, con l’allargamento dei posti in esecutivo da sei a sette. Cosa che dovrebbe avvenire nel giro di pochi mesi e con la sola condizione che i tre partiti firmassero un accordo di programma forte. Ma da An è subito venuto il no secco, confermando del resto quella che era la posizione già espressa in sintonia con il presidente provinciale, sen. Curto. “Mercoledì sera – a parlare è il segretario cittadino di An, Domenico Urso – ci siamo incontrati e all’unanimità abbiamo rimarcato la nostra posizione che, partendo dal presupposto di fare presto senza arrivare all’ultimo giorno (l’ultimatum posto dal sindaco Mario Annese che scade il prossimo 20 settembre, ndr) utile, siamo per una posizione chiara con tutti i partiti coinvolti nella gestione del programma senza appoggi esterni o soluzioni tecniche”. Tradotto o tutti in giunta o non se ne fa niente. Ed a questo proposito il responsabile locale di An, in sintonia con partito e gruppo consiliare tiene meglio a precisare che “qualora non si arrivi ad una soluzione politica con tutti i partiti della maggioranza in giunta noi di An potremo anche rimanere fuori dalla maggioranza”. E lo giustifica con il fatto che “noi di An questa crisi non l’abbiamo voluta, non ci appartiene e le dimissioni furono un atto responsabile per risolvere una situazione che ha letteralmente paralizzato la vita amministrativa”. E la palla viene rinviata ai vecchi patners della maggioranza, Fi e Udc. Già in un precedente incontro con il presidente provinciale del partito, An ebbe a dire che “questa crisi non la comprende” e tantomeno “per quale motivo dovrebbe, ipoteticamente, rinunciare sia pure temporaneamente ad un assessore, da recuperare dopo l’ampliamento”. Ed Urso rilancia la proposta di An: “Si può procedere subito con l’assegnare due assessori a gruppo considerato anche che ora tutti abbiamo lo stesso numero di consiglieri comunali (quattro, ndr) per poi, a statuto approvato procedere all’assegnazione del settimo posto in giunta sul quale, anticipo, An non farà alcuna rivendicazione”. A questo punto si è veramente ad un bivio con la pregiudiziale posta da An – “o tutti dentro con due assessori o siamo fuori”. La palla, par di capire, viene rilanciata a Fi al quale si chiederebbe di rinunciare ad uno dei tre posti in giunta. Crisi che si complica e che fa ritornare le opposizioni a chiedere il ritorno alle urne in presenza del fallimento del centro-destra e per evitare il dilungarsi di una situazione che ha negativi ripercussioni sulla vita della città ormai paralizzata. Luca Dipresa
Un monte Messapio nel cuore della Boezia Sabato, 6 settembre Ha certamente del suggestivo quanto riportato recentemente dalla rivista Archeo che in copertina riporta il toponimo Monte Messapio, tra Tebe ed il Golfo di Eubea, nella Boezia. A scoprire il tutto l’appassionato e cultore di storia locale, della vicina Villa Castelli, Nicola Cavallo (lui ama definirsi semplicemente archeofilo). “Il servizio - precisa Cavallo - è a firma di Paolo Moreno, docente di archeologia e storia greca e romana presso l’Università di Roma Tre”. Ed aggiunge come “il richiamo, per un probabile erede messapico, è quanto mai irresistibile e suggestivo” e corre con la memoria al Convegno di Magna Grecia tenuto nel 1990 sul tema “I Messapi”. Il perché di questo andare lontano con i ricordi e quale attinenza abbia con la scoperta del Monte Messapio in Boezia è presto detto. “In quella occasione – spiega -, come si può evincere anche dagli atti, il prof. Mario Lombardo dell’Università di Lecce, passa in rassegna tale toponimo e riporta che, secondo Stefano di Bisanzio, la Boezia in antico era Messapia”. E l’archeofilo aggiunge ancora che “Anche Tucidide parla di Messapio nella Locride occidentale con altri richiami nella regione del Peloponneso”. Ed è anche accertato come “a Creta un fiume era denominato Messapeus”. Insomma un uso abbastanza diffuso di questo toponimo visto che “negli scavi vicino ad Antiochori è emersa una iscrizione frammentaria su tegola, non lontano dai resti di un tempio dedicato a Zeus Messapeus”. Culto di Messapeus che “fu trasferito come culto dai coloni, dalla madre patria, in Japigia”. A tal proposito Cavallo suggerisce come non sarebbe da perdere la mostra in corso ad Ugento (resterà aperta fino al 30 settembre) sul tema “Klaoi Zìs, il culto di Zeus a Ugento”. E da questa casuale lettura-scoperta, Nicola Cavallo tiene a precisare “quanto il mondo messapico sia problematico nelle origini, nel dilemma tra l’ipotesi cretese e quella, ora più accreditata, illirica. L’auspicio è che resti vivo lo stimolo per gli studiosi locali, in particolare, a ricercare ulteriormente, anche in onore al singolare attributo legato alla nostra Ceglie Salentina, immaginando i luoghi e la grandezza del mondo greco e magnogreco”. E qui fa riferimento all’area archeologica in territorio di Villa Castelli, Pezza Petrosa, “anch’essa in ambigua posizione tra area messapica e chora tarantina”. Luca Dipresa Nella foto la carta della Boezia orientale che riporta il Monte Messapico.
Auto e moto storiche sfilano per Ceglie Venerdì, 5 settembre
Una giornata a metá tra divertimento e recupero della memoria storica.
(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Il parroco di san Rocco festeggia i 30 anni di sacerdozio Giovedì, 4 settembre Nel corso di una solenne celebrazione, presieduta dal vescovo diocesano, Mons. Marcello Semeraro, martedì 9 settembre la comunità parrocchiale di San Rocco festeggerà i trent'anni di sacerdozio del parroco mons. Angelo Principalli (nella foto). Cegliese di nascita, mons. Principalli entra in seminario all’età di 10 anni (si era nel 1948) e nel 1967 inizia gli studi di Teologia a Roma, presso l’Università Lateranese. Nel 1971 è ordinato diacono nella Basilica di San Giovanni in Laterano, sempre a Roma e l’8 settembre 1973, Mons. Alberico Semeraro, Vescovo di Oria lo ordina sacerdote nella parrocchia Maria Immacolata di Ceglie. Dopo un’altra parentesi romana, don Angelo dal 1974 al 1997 svolge l’incarico di segretario del vescovo, oggi cardinale, Mons. Salvatore De Giorgi. Lunga la sua esperienza di docente di religione presso il Liceo Scientifico “Ribezzo” di Francavilla (dal 1975 al 1997), dove instaura con i giovani un proficuo rapporto.Nel contempo svolge anche il compito di assistente generale dell’Azione Cattolica Diocesana. Dal 1980 al 1985 è parroco alla chiesa di San Francesco in Oria e l’anno successivo il Vescovo, Mons. Armando Franco lo nomina Vicario generale episcopale per il laicato e assistente diocesano delle aggregazioni laicali. Nel 1988 consegue la licenza in Sacra Teologia con specializzazione in Ecclesiologia sempre a Roma, presso l’Università Lateranese (suo docente fu l’attuale Vescovo di Oria, mons. Semeraro, ndr). Licenza che gli concede l’opportunità di insegnare, a tutt’oggi, teologia Fondamentale presso l’Istituto Superiore di Scienze Religiose in Oria. L’1 marzo 1990 è nominato parroco dell’uncia parrocchia, San Vincevo De’ Paoli in Villa Castelli dove vi resterà fino all’1 settembre 2001 quando iene designato a parroco della Parrocchia di San Rocco a Ceglie. Nel 1993 è nominato Cappellano di Sua Santità e dallo stesso anno è delegato vescovile per le Confraternite. Luca Dipresa
Medici senza pazienti, reparti nel caos: muore l'ospedale Giovedì, 4 settembre «Si vive in una specie di limbo, in cui uno non sa come comportarsi ». E’ questo lo stato d’animo che serpeggia tra gli operatori sanitari del presidio ospedaliero di Ceglie, a due mesi dall’entrata in vigore del contestatissimo Piano Regionale. Dopo la chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia e il trasferimento del personale presso il presidio unico Francavilla- Ceglie, - a Ceglie é rimasto attivo l’ambulatorio – ora anche gli altri reparti attendono che vengano attuate le disposizioni del Piano. «Si vive nel terrore che Ceglie diventi una succursale di Francavilla da un giorno all’altro e ci sentiamo mortificati sul piano professionale» afferma il dott. Cosimo Gioia, del reparto di Medicina, mentre il dott. Fernando Federico, del reparto di Chirurgia dice: «Per ora, in attesa di cose concrete, stiamo vivendo una situazione di difficoltá, dovuta ad esempio alla centralizzazione del reparto di Anestesia a Francavilla, ma anche alla mancanza di una organizzazione del personale. Per non parlare delle difficoltá dell’utenza, costretta a continui trasferimenti a Francavilla». Presso il reparto di Chirurgia sono attivi 5 posti in «Day Surgery » chirurgici. Qui, dallo scorso 15 giugno, si eseguono solo gli interventi preordinati il mercoledì e il sabato, e le emergenze chirurgiche dalle 8 alle 14. Dopo questa fascia oraria, il paziente viene trasferito al presidio di Francavilla, dove viene assicurata l’assistenza anche nei giorni festivi. In base ad un’ordinanza della Direzione Sanitaria, poi, tutte le emergenze del 118 devono essere indirizzate presso il presidio di eccellenza di Francavilla. Intanto, secondo indiscrezioni, gli effetti della chiusura del reparto di Ostetricia comincerebbero a farsi sentire. Stanze anguste, pazienti sistemate nei corridoi, degenze ridotte al minimo, stato di confusione: cosí si presenterebbe - secondo la testimonianza di alcune partorienti cegliesi, che per ovvie ragioni preferiscono mantenere l’anonimato - il reparto di Ostetricia del vicino presidio di Ostuni, costretto a fra fronte alla crescita sempre maggiore dell’utenza. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Il piano di riorganizzazione per la provincia di Brindisi
Una bozza della nuova organizzazione, elaborata sulla base delle
indicazioni fornite dal Piano di riordino, è stata consegnata nelle
scorse ore, dal direttore generale della Ausl Br/1,
Bruno Causo, ai rappresentanti
sindacali del settore che stanno esaminando il documento per presentare
poi una controproposta. L'unica riflessione che si può proporre, in attesa del parere delle sigle sindacali è che intervento determinerà rispetto al piano 2001-2002, dati alla mano, una enorme riduzione di posti letto: 54% di chirurgia generale, 42% di medicina, 32% di ortopedia e 28% di ostetricia. Molto si deve risolvere senza ricorrere al ricovero. Ma le strutture territoriali che dovrebbero servire da filtro non funzionano e la collaborazione con i medici di base lascia a desiderare anche perché la gente preferisce ricorrere direttamente all'ospedale. La conseguenza è che nel Pronto soccorso del Perrino, in particolare, la situazione è esplosiva. Nell'ultimo periodo gli accessi sono in forte aumento e i medici hanno grandi difficoltà ad operare nel giusto clima. In questa prima parte, riportiamo quanto previsto per il presidio ospedaliero brindisino. Domani sarà pubblicata la restante parte della proposta che tratterà degli altri due stabilimenti e che sarà discussa nei prossimi giorni con le forze sindacali. Allergologia sarà trasferita a S. Pietro, nel Perrino si svolgerà solo l'attività di consulenza; l'unità operativa di medicina del lavoro salirà al quinto piano del Perrino e non avrà più posti letto; nel reparto di otorinolaringoiatria sarà previsto un modulo di odontostomatologia; i posti letto di psichiatria passano a S. Pietro e Ceglie (cinque ciascuno).
Modifiche consistenti, come è noto, sono in programma per l'ospedale di
Mesagne; i medici di chirurgia
svolgeranno la loro attività nella corrispondente unità operativa del
Perrino, nel De Lellis resteranno solo l'attività di ricovero in
day-surgery e quella ambulatoriale; lo stesso è previsto per
ortopedia,
oculistica,
ostetricia e
ginecologia,
otorinolaringoiatria e
pediatria. Qui è prevista
inoltre un'attività chirurgica in libera professione intramoenia, che
avrà una sistemazione al primo piano, corpo centrale. Esaminiamo le attivazioni. Nella struttura mesagnese, al terzo piano (ala nord), saranno attivati 48 posti letto di lungodegenza con personale medico di medicina di Mesagne e S. Pietro, dodici infermieri e sette ausiliari. Il day-surgery polispecialistico, situato al 1 piano ala sud, sarà dotato di dieci posti letto e personale che sarà reperito dall'unità operativa operante; mentre il day hospital pediatrico, al primo piano ala nord, si avvarrà di quattro posti letto e personale in servizio in pediatria al Perrino.
Medicina, resterà al suo posto
e disporrà di 12 posti letto e del personale medico ed infermieristico
già in dotazione.
(La Gazzetta del Mezzogiorno)
Giunta part-time e accordo politico per salvare la legislatura Mercoledì, 3 settembre Forse ad un punto di svolta la crisi politico-amministrativa che vede da ormai diversi mesi le forze del Polo (Fi, An e Udc) quasi impantanate sulla soluzione da trovare. Nei giorni scorsi la proposta di una giunta tecnica a quattro formulata dai segretari provinciali dei rispettivi partiti è caduta sul nascere in quanto tutti propendevano e propendono per una soluzione politica da dare alla crisi. Solo dall’Udc – partito che di fatto ha messo in crisi la colazione di maggioranza che ha “festeggiato” il primo anno di vita lo scorso mese di luglio – pur privilegiando la soluzione politica aveva manifestato un’apertura tecnica a termine se questo poteva far superare i paletti posti. Martedì sera c’è stata l’attesa riunione del direttivo e del gruppo di Forza Italia. “Abbiamo affrontato la delicata questione con la massima responsabilità e disponibilità – afferma il segretario cittadino di Fi, Carlo Verusio – nella consapevolezza di dover fare ogni sforzo per evitare la fine traumatica della legislatura, adoperandoci in ogni modo per la risoluzione di una crisi in atto”. E dalla discussione, abbandonata la strada della giunta tecnica “perché privilegiamo la soluzione politica”, unanimemente si è deciso “di contribuire alla ricostruzione di un esecutivo che si impegni nella realizzazione di un programma di sviluppo per la città ed affianchi il sindaco nell’affrontare le attuali priorità amministrative”. E Fi le indica queste priorità: Pug, conferenze di servizio, adozione di uno statuto efficiente, i servizi per gli anziani, lo sviluppo del turismo e del borgo, l’adozione dello statuto per l’Istituto Musicale previsto dalle norme vigenti. E per agevolare il percorso Fi ritiene di dare il proprio appoggio esterno, leale ad una amministrazione che si impegni nella realizzazione di questo programma e che sia, al momento, composta da esponenti di An e Udc e fiino all’entrata in vigore del nuovo statuto”. In pratica si appoggerebbe una giunta con quattro soli assessori (2 di An e due dell’Udc) congelando la propria delegazione fino all’approvazione dello statuto. In pratica tre-quattro mesi e comunque non oltre le elezioni provinciali di maggio 2004. “La sola condizione che poniamo – spiega Verusio – è che tutte le forze politiche firmino questo accordo di programma a termine”. Facile intuire, a questo punto, che di fronte all’apertura di Forza Italia, la crisi, salvo irrigidimenti, può dirsi aver imboccato la strada della soluzione. C’è anche da dire che nei giorni scorsi in città si era diffusa la notizia, non ufficializzata da alcun esponente, che An era pronta a dare il proprio appoggio esterno, anche questo a termine congelando la propria presenza in giunta con due assessori fino all’approvazione dello statuto. Se così fosse e con la nuova decisione di Fi sarebbero già due le forze della maggioranza pronte a sottoscrivere il nuovo patto con la priorità dell’accordo programmatico. E l’Udc? Non dovrebbe costituire un ostacolo, primo perché ha aperto la crisi con la richiesta della pari dignità e del rilancio dell’accordo programmatico. Pari dignità (due assessori) che ora le verrebbero riconosciuti e su programma non c’è che da sedersi e discutere. In contemporanea alla decisione di Fi c’è da dire che è anche partito il toto-assessori. In casa di An – affidandosi solo alle indiscrezioni che girano – si potrebbe o confermare i due uscenti (Ostacolo e Urso), propendere per un rimpasto a metà (riconferma di Ostacolo con Urso che si dedica completamente al partito del quale è segretario), con l’ingresso di Mario Allegretti o Enrico Marseglia. E l’Udc? Anche qui si profilerebbe – per il momento - la riconferma di Salvatore Santoro, affiancato dal segretario cittadino Giuseppe Vitale. Ma, intanto, va formalizzata se l’accordo si può fare o meno. Le prossime ore decisive per saperlo. Luca Dipresa
Cartelli in degrado, ma i controllori non se ne accorgono Martedì, 2 settembre Ma nessuno si è accorto che il pannello dello stradario all’imbocco di Viale Aldo Moro è stato rotto? Probabilmente, forse nel corso di una delle tante scorribande notturne, qualche “pilota”, all’uscita dalla rotonda, avrà perso il controllo del proprio mezzo, andando a sbattere contro il cartellone posto sul marciapiede che fa da spartitraffico al violone. Sono trascorsi diversi giorni, quasi una settimana, senza che nessuno abbia provveduto, almeno per ragioni di sicurezza, a tamponare la base che regge il cartellone che fa bella mostra di se con tutti i fili della corrente a vista perché il coperchio è rotto. E se un ragazzino, per curiosità va a toccare, manomettere quei fili? La cronaca è piena di episodi del genere e sarebbe il caso di provvedere al più presto. Possibile – la considerazione molti cittadini si fanno – nessun vigile o altro tutore dell’ordine si sia corto del cartellone penzolante visto che da questa strada ci passano spesso? Interrogativo più che legittimo e che si lascia ad un’altra considerazione: questo è il segnale di come il territorio è poco controllato. Non è questo l’unico caso che si registra e che, quantomeno denota una cattiva organizzazione di chi vi è preposto. La sorveglianza del,territorio urbano dovrebbe essere una dei primi obiettivi che, ad esempio, il corpo dei vigili dovrebbe porsi, segnalando tempestivamente all’ufficio tecnico le disfunzioni che nota nel corso dei giri di pattugliamento. Portare in macchina un blocco notes ed una penna non è che comporti poi grossi problemi. Ecco che non sarebbe male – se lo si fa come non detto – che a conclusione del proprio servizio ci fosse sempre un rapportino. Sicuramente il territorio, oltre ad essere più controllato si vedrebbe, nel giro di poche ore, di un giorno al massimo, oggetto di interventi di ripristino. Ed il pannello ne è un esempio, al contrario. Una migliore organizzazione del servizio dei vigili viene richiesto un po’ da tutti. E questo non è un mistero. E’ sotto gli occhi di tutti la caotica circolazione di queste settimane quando il traffico è aumentato per effetto della presenza di emigrati e forestieri in genere. Un caos che ha interessato principalmente le vie principali della città, con soste dove capitava intasando la circolazione,ostruendo il passaggio del bus urbano. Oppure in Via Putignano dove, con le soste su entrambi i bordi della carreggiata, con la strada a doppio senso di circolazione, tentare di passare con il proprio mezzo, specie di sera, è una vera impresa e spesso ci spacca il litigio tra chi deve passare per prima con l’altro che deve fare retromarcia. E’ vero che il cittadino dalla sua ci mette un tantino di “ineducazione”, pur in presenza di segnali. Però – la domanda – in questi casi bisogna lasciar correre oppure è necessario “rieducare” il cittadino chiedendone la collaborazione per poi, quando si rende necessario ricorrere all’elevazione della multa? Del resto, i frequentatori di questi luoghi sono sempre gli stessi. Ed allora ecco che vale il detto “l’uomo avvisato, mezzo salvato”. Come dire oggi ti avviso, domani ti multo L.Dip.
Colletta per pulire le strade, esasperati i cittadini Martedì, 2 settembre
Forse la mancata programmazione della pulizia di alcune importanti
strade poderali e la evasione delle richieste verbali formulate, hanno
indotto i proprietari poderali di una delle contrade più abitate
dell'agro cegliese, Montecalvo-Giovanniello a sostituirsi alle
istituzioni, dando vita ad una raccolta di fondi con i quali hanno
provveduto a procedere agli inerenti di pulizia della loro strada. Hanno
raccolto poco meno di un milione di vecchie lire e subito sono partiti i
lavori nei tre chilometri di strada che collega le provinciali Ostuni -
San Michele Talentino. Una strada asfaltata che, oltre al gran numero di
proprietari, registra una densità di traffico abbastanza elevata. La
pulizia ha riguardato l'eliminazione di sterpaglie, erba e rami che
invadevano e restringevano la sede stradale. Per non parlare del gran
numero di bottiglie raccolte, fatto questo dovuto all'inciviltà della
gente che da lì vi transita che, anziché depositarle nei contenitori, li
lancia dai finestrini senza tener conto del rischio che possono
diventare capitando tra le ruote delle auto o delle moto. Ora la strada
è pulita e più facilmente percorribile.
Un fatto di civiltà e di organizzazione anche questo, tenuto sempre
conto che le campagne cegliesi sono abitate per lunghi periodi, se non
addirittura per tutto l'anno, e chi non le conosce diventa una vera
impresa trovarle.
Ospedali: costituito un comitato intercomunale Lunedì, 1° settembre
A distanza di poco più di una settimana dal vertice sul riordino
ospedaliero tenutosi a Ceglie Messapica, si è concretizzata la
costituzione di un organismo intercomunale che ha preso il nome di
«Coordinamento provinciale dei comitati comunali per la difesa della
sanità pubblica». Esprime piena soddisfazione il «Comitato cittadino di
salvaguardia del presidio ospedaliero» di Ceglie Messapica, presieduto
da Cataldo Rodio, per aver, in
collaborazione coi comitati e gruppi di Mesagne, San Pietro e Fasano,
costituito un organismo unitario che, chiaramente, è aperto a tutti i
Comuni della provincia di Brindisi interessati. «Condivido - dice l'avvocato Antonio Castellana - le perplessità esternate durante l'incontro a Mesagne dall'assessore Danilo Zuffianò in merito alla capacità degli ospedali definiti "d'eccellenza" di assicurare il servizio». «È comunque importante - continua l'avvocato cegliese Pietro Nacci - che non si perda di vista il discorso sulla "contestualità" e, pertanto, concordo con il sindaco di mesagnese, Mario Sconosciuto, quando afferma che laddove si chiude un reparto, di pari passo, si deve provvedere a creare il servizio altrove». Il comitato di Ceglie Messapica, quindi, ha accolto favorevolmente l'iniziativa di raccogliere dei dati mediante un questionario da distribuire attraverso le associazioni, le parrocchie e altri luoghi pubblici, affinché il cittadino possa liberamente evidenziare i disagi e i disservizi derivanti dall'attuazione del «Piano di Riordino Ospedaliero». «I dati, così raccolti - fanno sapere dal comitato - fanno sapere, saranno posti all'attenzione del presidente della Regione Raffaele Fitto. Intanto è già stata fissata per il 12 settembre la data in cui è previsto un ulteriore incontro tra i sindaci, parlamentari e comitati. (Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)
Aumenta l'offerta scolastica: il 15 via all'alberghiero Lunedì, 1° settembre In aumento gli indirizzi scolastici nella provincia. Sulla scorta delle richieste che ogni amministrazione comunale ha avanzato all'ente Provincia, è stato potenziato il numero degli istituti superiori. Si tratta di nuovi corsi di studio, che vanno ad accrescere l'offerta formativa rivolta alla popolazione studentesca della provincia. Un'opportunità valutata anche sulla base delle analisi fatte dai servizi sociali: il rischio di devianza è in aumento e l'istituzione di corsi professionali può fungere da tampone per la fascia sociale giovane. Ogni scuola superiore proporrà percorsi didattici molto validi per motivare gli studenti. Naturalmente, nel ventaglio delle proposte, la valutazione fatta ha tenuto in considerazione la vocazione territoriale dei singoli paesi: gastronomica, turistica e agro alimentare per i comuni di Ceglie, Oria e Torre Santa Susanna. «Sono state recepite le richieste delle singole amministrazioni comunali - ha spiegato il dott. Egidio Conte, assessore provinciale alla Pubblica istruzione - ed è stato predisposto l'iter necessario per l'istituzione dei corsi che ha trovato il consenso del governo regionale e dei Provveditorati agli studi. Tra quindici giorni saranno avviati i corsi nei comuni di Ceglie Messapica, Oria e Torre Santa Susanna». Ai giovani studenti, che non subiranno più il pendolarismo, vengono fornite nuove opportunità di crescita culturale. Ad Oria il liceo scientifico si appropria di un nuovo indirizzo: quello tecnologico, a seguito dell'avvio di un laboratorio di informatica circa sei anni fa. Sempre nel paese medievale si avvia il turistico-commerciale, sede staccata di Francavilla Fontana.
A Torre, anche se mancano pochi numeri per completare il numero delle
iscrizioni, parte l'istituto agrario, mentre a Ceglie quello
alberghiero.
Basket: il cegliese Faggiano ritorna nell'amata Caserta Lunedì, 1° settembre E’ pronto a rituffarsi nella prossima stagione agonistica il Montalbano del Basket italiano, al secolo Damiano Faggiano, ventottenne cegliese, al suo quindicesimo campionato tra i professionisti. Come di consueto, da qualche anno a questa parte le sue vacanze sono divise tra la Sardegna, terra della sua fidanzata e, naturalmente qui a Ceglie “per coccolare la mia nipotina Simona”. Il prossimo campionato sarà il punto di forza del Caserta, in B1 dopo Bologna dove ha trascorso anni meravigliosi. “Ho scelto di ritornare in serie B1, non lasciandomi allettare dalle tante proposte della categoria superiore – a parlare è Damiano Faggiano – perché in serie A con tanti stranieri l’ambiente era diventato un po’ saturo, mentre nella B ho la possibilità di giocare un basket tutto italiano e più stimolante”. Dieci anni in serie A e quattro in B, il “Montalbano” – così chiamato dai suoi fans per l’evidente somiglianza con il noto commissario televisivo e poi perché come lui riesce a togliere le castagne dal fuoco, risolvendo situazioni al limite del possibile. Di lui, i suoi allenatori e compagni, parlano di un giocatore completo nel suo ruolo di esterno che non disdegna affatto di giocare sotto canestro e soprattutto si uomo-spogliatoio. Più di 2500 punti al suo attivo, “ho scelto Caserta anche perché ha allestito una squadra per vincere il campionato e dove ritrovo gente come Gentile, Rusconi”. Ma c’è anche un motivo sentimentale che vale più di ogni altra cosa: “Caserta – afferma Montalbano-Faggiano – ho iniziato la mia carriera a tredici anni ed a questa città mi sento particolarmente legato, al punto che non ho saputo resistere al suo richiamo”. E di ritornare qui in Puglia? “Seguo con attenzione il basket pugliese e soprattutto quello brindisino – afferma a tal proposito – ma per il momento il mio destino è altrove, anche se in cuor mio conto di chiudere la carriera nella mia terra, per contribuire a far ritornare la pallacanestro in una dimensione forte dei tempi in cui la Libertas Brindisi era il fiore all’occhiello di una provincia piccola ma forte”. E, in attesa che questo possa avverarsi Damiano tornerà a rendere grande il Caserta che punta decisamente alla serie A. Luca Dipresa
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