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In questa pagina notizie e servizi in aggiornamento continuo da Ceglie Messapica (Brindisi)

 

 

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Forza Ceglie con l'opposizione: "Il sindaco deve dimettersi"

Domenica, 31 agosto

Ritiene che si dovrebbe tornare alle urne il capogruppo del movimento «Forza Ceglie», Rocco Cavallo, che alle scorse amministrative si candidò come sindaco beneficiando di oltre 1000 voti. In virtù del fatto che, secondo Cavallo, ogni giorno che passa si perpetua un danno al paese, egli sostiene che, «se non si giunge ad un accordo serio per rilanciare l'Amministrazione non c'è via d'uscita diversa dalle dimissioni del sindaco Mario Annese». «L'attuale giunta, in crisi già il giorno dopo la vittoria elettorale del sindaco Annese - sostiene il consigliere di forza Ceglie -, non ha prodotto nulla di serio e tangibile. Le colpe di questa crisi sono facili da individuare: sono cambiati i tempi ma le persone che vogliono cercare di indicare le linee guida sono sempre le stesse. Ceglie Messapica - dice Cavallo - continuerebbe a regredire e ciò lo dimostra soprattutto il confronto con la realtà dei paesi limitrofi, oramai meta anche di personaggi del mondo dello spettacolo e della politica. A Ceglie, invece, non esistono più neanche i cegliesi». Ma, ad una disamina più dettagliata, secondo il consigliere del movimento, non sono solo il turismo o la mancanza di un estate cegliese propositiva ad evidenziare le difficoltà. «Infatti - spiega - c'è un Piano regolatore fermo al 1994 o, per meglio dire, al 1970; mancano delle strutture pensate per i giovani e gli anziani e, per finire, un ulteriore problema si ravvisa nella grave perdita dell'ospedale, dove questa amministrazione non ha mosso un dito.
«Questa città - sottolinea Rocco Cavallo - ha bisogno di una amministrazione forte, che possa dare delle risposte serie».
Per quanto concerne le polemiche degli ultimi giorni, intorno alle revoche degli assessori, Cavallo dice: «Sono problemi solo di natura politica». Così sottolinea la sua personale scelta di aver costituito una lista civica e di non essersi coalizzato con il Polo in quanto secondo «era già evidente - dice - che non c'era quell'amore nel fare politica. In questo contesto - conclude - Forza Ceglie continuerà a fare opposizione ed a perseguire gli interessi dei cittadini in modo responsabile, come ha sempre dimostrato di fare, anche in precedenza».

(Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

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Calcetto: la "Megazone" vince il I Torneo intercomunale

Domenica, 31 agosto

E’ la Megazone di Ceglie la vincitrice del I Torneo Intercomunale di Calcetto organizzato da Domenico Convertino e che ha visto la partecipazione di ben otto squadre.   In finale, sul campetto dell’impianto agrituristico “La Magnolia”, la vincitrice ha battuto per 5 a 4 l’ostica formazione ostunese Luciano Tabacchi. Il premio, alla formazione vincitrice del torneo - la squadra era composta da Fabio Chirico, Giuseppe Santoro, Alessandro Nigro, Giuseppe Gioia, Adriano Marseglia, Tommaso Urso, Luigi Perna, Piero Argentiero e Angelo Barletta -, oltre alle consuete coppe e medaglie, consiste in una settimana di vacanza a scelta in una regione tra la Sardegna, la Sicilia e la Calabria. Il torneo è stato seguito da molta gente che ha potuto ammirare giovani talentuosi come Angelo Barletta della squadra Megazone, considerato il miglior giocatore del torneo, oppure ammirare il goal di Alfredo Chirico (della L. Tabacchi) o le parate di Fabio Chirico. Un premio anche al goleador del torneo, Giuseppe Cecere della squadra ostunese battuta in finale. (l.d.)

 

 

 

 

 

 

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Crisi: An boccia l'ipotesi della giunta composta da tecnici

Sabato, 30 agosto

Forse la proposta scaturita dal vertice dei segretari provinciali Ciracì, Curto e Mele di una giunta tecnica a termine per mettere d’accordo i tre partiti della Casa delle Libertà, Fi, An e Udc è stata quantomeno intempestiva. E’ vero che da tempo si parlava di una simile possibile soluzione, considerato che appare difficile un accordo politico immediato per superare la crisi, però era ritenuta questa l’ultima possibilità sul tavolo della trattativa. Sta di fatto che un secco no ad una simile proposta è venuta da An che l’ha portata nel proprio partito.

“Unanimemente – dichiara Ciro Argese – confermiamo la nostra volontà di arrivare ad un accordo politico e scartiamo qualsiasi soluzione che non vada in questa direzione, come appunto una giunta tecnica”. Ma va oltre l’esponente di An che di tal posizione ha informato ufficialmente il sindaco Mario Annese ed il proprio presidente provinciale del partito, sen. Curto. “Questa crisi non ci appartiene – prosegue – perché è un fatto che riguarda principalmente Fi e l’Udc, avendo il primo  perso un consigliere comunale (Donato Gianfreda) che è andato ad aumentare il gruppo consigliare dell’Udc; per cui sono loro che devono mettersi d’accordo”.

E così va avanti: “Noi, il nostro contributo a risolvere la crisi l’abbiamo dato dichiarandoci subito disponibili, come poi abbiamo fatto, a  presentare al sindaco le dimissioni dei nostri assessori, Ostacolo e Urso per senso di responsabilità e per far partire la verifica”. Più chiaro di così. Anzi, a precisa domanda del cronista se rimane in piedi come unica via d’uscita la giunta tecnica, Argese non ha tentennamenti: “In mancanza di un accordo politico potremmo anche decidere per un nostro disimpegno dalla maggioranza”.

E sul fronte degli altri due partiti? Intanto Fi, chiamato in causa da An, non ha ancora riunito il proprio direttivo. E’ comunque opinione diffusa che anche dagli Azzurri verrà fuori la conferma della posizione già espressa, vale a dire che prima di ogni cosa si dovrà firmare un forte accordo di programma per rilanciare la coalizione. L’organigramma verrà dopo, anche se difficilmente rinuncerebbero a qualcosa.

L’Udc parla per bocca del capogruppo consigliare, Francesco Locorotondo. Premesso che  “l’Udc è prioritariamente per un accordo politico che parta dal riconoscimento pregiudiziale della pari dignità”, sulla proposta dei segretari provinciali si dice d’accordo: “Come partito –  è risultato dell’incontro del direttivo – siamo favorevoli a tale ipotesi se  serve per far sbloccare la situazione di una crisi che al momento sembra non sia facilmente superabile e che sta determinando un forte stallo della vita amministrativa”.

E nel caso in cui la proposta della giunta tecnica cade? “Siamo disponibili a valutare ogni altra proposta – afferma Locorotondo – con la consapevolezza che da parte nostra c’è tutta la volontà di ricucire questa crisi che, ripeto, deve sancire il riconoscimento della pari dignità”. E come si può ben capire appare tutta in salita la strada mentre i giorni passano. Dal canto suo il sindaco Mario Annese non si pronuncia. Per il momento. Lui rimane sulla posizione già espressa al momento della revoca degli assessori con l’ultimatum dei trenta giorni (il termine scade il 20 settembre), dopo di che, in mancanza di un accordo, sarà libero di prendere iniziative.

 Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

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Crisi: dal primo round l'ipotesi di una giunta tecnica a 4

Venerdì, 29 agosto

Le delegazioni di Forza Italia, Alleanza nazionale e del'Unione dei democratici e di centro, capeggiate dai rispettivi segretari provinciali, Nicola Ciracì, Euprepio Curto e Mimmo Mele, si sono incontrate in municipio, presso l'ufficio di gabinetto del sindaco, per avviare quella che si profila come una non agevole verifica. Delle delegazioni facevano parte anche i segretari cittadini ed i capigruppo: per Fi Carlo Verusio e Antonio Suma; per An Ciro Argese e Mario Laneve; per l'Udc Giuseppe Vitale e Francesco Locorotondo, più il presidente del partito, Antonio Piccoli. Presente, naturalmente, anche il sindaco Mario Annese.

Da subito la questione si è soffermata sulla procedura. Da una parte, Forza Italia, proponeva prima di ogni cosa la sottoscrizione di un accordo di programma e poi passare all'organigramma. L'Udc e la stessa An propendevano, invece, per un accordo globale e contestuale. Qui si è arenata la discussione, con l'Udc che ha fatto capire a chiare lettere che qualunque soluzione non poteva prescindere dal riconoscimento della pari dignità.

Insomma, come dire, prima ci dev'essere l'accordo politico, ossia la ripartizione dell'organigramma. Ad un ceto punto, per uscire dal guado, è stata chiesta una sospensione dei lavori assembleari con i tre segretari appartatisi alla ricerca di una soluzione in grado di accontentare tutti. Per circa tre quarti d'ora con Ciracì, Curto e Mele sono rimasti a discutere nell'ufficio di gabinetto del sindaco mentre il resto delle delegazioni era fuori, nei corridoi, dove sembrava aver luogo un altro tavolo di discussione, cercando di intuire o immaginare quale proposta sarebbe potuta venir fuori dal cilindro. Finita la discussione nell'ufficio del sindaco, i tre segretari provinciali si sono riuniti con le rispettive delegazioni.

A quanto pare tutti sono rimasti sulle proprie posizioni e sarebbe stato proposto - per uscire fuori dall'empasse e per evitare che la paralisi amministrativa possa prolungarsi più del dovuto, tenuto conto che il sindaco non può fare alcuna deliberazione per la mancanza dell'esecutivo - di formare una giunta di esterni (comunemente detta di tecnici), magari anche di soli quattro componenti, il minimo richiesto per legge, ciascuno dei quali indicato dai partiti ed uno dal sindaco. Questo per poter governare, al massimo, fino alle prossime elezioni provinciali, fissate per maggio.

Ma cosa ne pensano i rispettivi responsabili cittadini?
«La proposta venuta fuori dall'incontro dei segretari provinciali - a parlare è Carlo Verusio di FI - per correttezza sarà portata in direttivo anche se rimane ferma per noi la necessità, prima di ogni altra cosa, di un organigramma assieme ad un accordo su un programma fine legislatura». Ciro Argese, di An ha detto invece: «Personalmente sono del parere che la crisi si risolva senza soluzioni intermedie; però, per correttezza, porterò nel mio direttivo l'indicazione affidataci questa mattina (ieri, ndr.) dai massimi responsabili provinciali dei partiti del Polo».

Chi preferisce non esprimersi è invece il segretario cittadino dell'Udc, Giuseppe Vitale, che si abbandona ad un formale «porterò la proposta nel mio direttivo perché sia discussa e valutata con serenità».

Stando alle impressioni, e sulla scorta di quanto affermato dai diretti interessati, la proposta emersa dal vertice di ieri non avrebbe avuto grandi consensi, anche se bisognerà attendere le risultanze dei rispettivi partiti: solo allora si saprà se la verifica fa un passo in avanti, o se bisognerà ricominciare tutto daccapo e vedere chi, eventualmente, sarà disposto a fare un passo indietro.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Un Cd dal concerto musicale in Piazza Plebiscito

Venerdì, 29 agosto

E’ stata Piazza Plebiscito la cornice e lo scenario della IV Edizione di “Musicazione”, il concerto riservato a gruppi locali, cultori della music, anche d’autore. E quest’anno, l’iniziativa promossa ed organizzata dall’Alphard Record con il patrocinio dell’Amministrazione Comunale, ha assunto un carattere ancora più importante perché con il riuscito concerto dell’altra sera è stato promosso e realizzato un live su supporto discografico Cd di tutti e cinque i gruppi partecipanti. Un regalo inatteso per questi ragazzi che, con priori sacrifici e spinti dalla passione per la musica hanno creato questi gruppi che – a detta di esperti – sono da seguire. Cinque i gruppi che si sono esibiti e tutti composti da ragazzi cegliesi, moltissimi dei quali studenti di conservatorio.

Si tratta del gruppo “Skaven” con Teo Carriero (batteria), Massimo Zizzi (chitarra), Fabio Punzi (basso) e Juri Patriarca (voce); dei “Tears In A Dream” con Lucio Lenoci (voce) Michela Cerini (voce), Michele Leo (basso), Piero Gallone (batteria) e Alessandro Erario (chit. E tast.); gli “Intemperanza Sonora” con Stefano Leporale (batteria), Gelsomino Santoro (basso), Pierangelo Ciciriello (tastiera), Giuseppe tanzarella (chitarra); gli “Easy Rider Revided” con Mimko Santoro (chit. E voce), Pero Santoro (batteria), Paolo Elia (basso) e Sarpiero Giordano (chitarra); e, infine, gli “Invisibile Kid” con Piero Santoro (chitarra), Giuseppe Gioia (basso), Alessandro marseglia (batteria) e Rocco Carlucci (chitarra).  La manifestazione è gemellata con la quarta festa della birra “Kailia”.

L.Dip.

 

 

 

 

 

 

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I cacciatori sul sentiero di guerra: "Ci stanno umiliando"

Mercoledì, 27 agosto

“Per i cacciatori brindisini la certezza del diritto nella nostra regione è un optional”. Inizia così la nota del presidente provinciale del C.P.A. e consigliere comunale di Ceglie, Rocco Venerito che parla di “annata venatoria all’insegna della vergogna e dell’umiliazione nella più totale disuguaglianza sociale”. Il riferimento è al provvedimento adottato dall’A.T.C. di Taranto che Venerito definisce “illegittimo”. E spiega il motivo: “Nel mese di maggio – afferma – l’Atc di Taranto inviava una cartolina ai cacciatori sorteggiati nella Provincia di Brindisi invitandoli al pagamento della quota prevista entro il 30 giugno, pena l’esclusione del diritto dell’esercizio venatorio nel suddetto ambito”.  Quota regolarmente versata dagli interessati che, però, non ricevono la conseguente autorizzazione. “Un fatto che non ha giustificazioni – scrive Venerito nella sua nota –  e che è contro le disposizioni di legge”. Spiegazioni “chieste e non fornite”.

Allora Venerito è portato a fare delle supposizioni, portato a parlare di un ritardo voluto. “La risposta che ci siamo dati –  afferma – non può essere quella secondo la quale qualcuno, all’interno dell’Atc in questione intende immettere nel proprio territorio selvaggina acquistata con il nostro denaro e, vietando l’autorizzazione nei primi giorni utili alla caccia agli aventi diritto, si accontentato i cacciatori ionici”. A tal proposito, nella sua qualità di presidente provinciale del C.P.A. “ho dato mandato  all’ufficio garante Cpa, nella persona dell’avv. Anna Casalino, di diffidare l’attuale Atc di Taranto e, nello stesso tempo, di inviare delle specifiche richieste al presidente della regione, Raffaele Fitto,  con le quali si chiede l’immediato ripristino della legalità”. In mancanza di risposte certe e celeri (la caccia si apre il primo settembre) “ invito – è sempre Venerito a parlare - tutti i soci del Cpa alla protesta civile andando tutti a caccia nell’Atc di Taranto”.

Nel frattempo, sono stati  allentati l’assessore regionale della provincia, Michele Saccomanno, e quello competente,. Nino Marmo, “per intervenire nel ripristino della legalità; la modifica dell’art. 14 della L.R. n. 27/98 così come sottoscritta da tutte le associazioni venatorie regionali dando la possibilità a tutti i cacciatori di cacciare la selvaggina migratoria su tutto il territorio regionale”. Nella stessa nota il Cpa sollecita  l’immediata pubblicazione sul Bollettino Regionale  della legge in deroga di recente approvata per dare risposte certe agli agricoltori che da qui a pochi giorni vivranno il dramma dei passeri e degli stormi.

L.Dip.

 

 

 

 

 

 

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Giovane meccanico trovato morto nella sua auto: infarto?

Mercoledì, 27 agosto

Giallo a Ceglie sulla morte di un giovane meccanico del luogo: sarà infatti l'autopsia, disposta dal pm di turno presso la procura della Repubblica di Brindisi, a fare luce sulle circostanze della morte dell'uomo trovato cadavere l'altra notte nell'abitacolo della sua auto, a Ceglie Messapica, in via Luigi Capuana. I due medici legali che, nell'immediatezza del ritrovamento del corpo esanime di Domenico Ponzelli, 30 anni, hanno eseguito la ricognizione cadaverica sono arrivati alla conclusione che il decesso sia da attribuire ad un arresto cardiocircolatorio.

Il magistrato di turno, a cui i carabinieri della stazione di Ceglie hanno fatto recapitare immediatamente una dettagliata informativa sul decesso del giovane artigiano, ha comunque disposto l'esame autoptico che sarà eseguito nelle prossime ore dal perito settore.

A dare l'allarme, la scorsa notte, poco dopo l'una, è stata una telefonata alla centrale operativa dell'Arma. In via Luigi Capuana, all'interno dell'abitacolo di una Bmw, c'era il corpo apparentemente senza vita di un giovane. L'intervento di un'ambulanza del 118 è stato immediato, ma per Ponzelli ormai non c'era più niente da fare. I medici del pronto soccorso dell'ospedale cittadino non hanno potuto che constatarne il decesso e informare dell'accaduto i carabinieri, che a loro volta hanno dato la notizia al magistrato di turno in Procura.

L'auto del giovane artigiano era parcheggiata nei pressi della sua abitazione.
Non ci dovrebbero essere dubbi sulle cause naturali del decesso, ma il magistrato, per fugare definitivamente ogni dubbio, ha comunque disposto l'autopsia.

 

 

 

 

 

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Crisi amministrativa: giovedì il primo incontro a tre

Martedì, 26 agosto

Salvo imprevisti avrà luogo  giovedì il primo incontro di verifica tra Fi, An e Udc. L’incontro, concordato dai segretari provinciali, Ciracì sen. Curto e Mele che capeggeranno le rispettive delegazioni si terrà sul Municipio e non in una delle sedi di partito come forse sarebbe stato più opportuno trattandosi  di una fase di discussione prettamente politica. Ma tant’è. Intanto i partiti della Casa delle Libertà impegnate a risolvere una crisi che si trascina da mesi in questi giorni stanno mettendo a punto le rispettive piattaforma da presentare sul tavolo della trattativa.

Una trattativa che, va detto, non si preannuncia affatto agevole. Prova ne è stata la lunga  fase che ha portato all’azzeramento dell’esecutivo con la revoca decretata giovedì scorsa dal sindaco  Mario Annese. Come è noto An per cercare di sbloccare la situazione – la condizione posta dall’Udc per intavolare la verifica era l’azzeramento dell’esecutivo – aveva posto sul tavolo del sindaco le dimissioni dei propri assessori, Oronzo Ostacolo e Domenico Urso. Stessa cosa faceva a distanza di poche ore l’assessore Salvatore Santoro in quota all’Udc. Ferma sulla revoca dei propri assessori (Paolo Urso, Pietro Mita e Cesare Epifani) era invece Fi. Poi, sul finire della scorsa settimana, la decisione del sindaco con la revoca di tutti e sei gli assessori. Sbloccata questo vero e proprio empasse si creavano le condizioni per poter avviare la verifica sul programma e sull’organigramma. In attesa dell’incontro di giovedì mattina, lunedì sera si è riunito l’Udc alla presenza del coordinatore provinciale, Mimmo Mele. Che cosa sia stato deciso non è dato sapere.

Di certo, oltre al rilancio del programma si sarà parlato sicuramente della formazione della nuova giunta ed in maniera esplicita del numero di assessori da assegnare all’Udc. E’ noto da tempo che il partito di Casini che ha di fatto aperto la crisi con la richiesta di azzeramento dell’esecutivo “per incapacità degli assessori” non si accontenterà più di un solo assessore ma, ora che i numeri sono cambiati con quattro consiglieri  comunali per ciascuna forza politica (con il passaggio di Donato Gianfreda da Fi all’Udc ora ciascun gruppo dispone infatti dello stesso numero di consiglieri, ndr), rivendicherà ancora più forte quella pari dignità che non le venne riconosciuta al momento della formazione della giunta appena revocata.  In quell’occasione venne garantito che con il nuovo statuto la giunta sarebbe stata allargata a sette ed il nuovo assessore sarebbe andato all’Udc. Promessa rimasta inevasa perché lo statuto, per varie ragioni, non è mai approdato in consiglio comunale.

Ma questa “condizione” porrebbe dei problemi ai patners, Fi e An che avevano, rispettivamente tre assessori, compreso il vice sindaco e due assessori più il presidente del consiglio comunale (Ciro Argese). Innanzitutto perché se si è arrivati all’azzeramento questo lo si è fatto non per riconoscere quella “incapacità” sollevata dall’Udc ma solo “per senso di responsabilità e per consentire un passo in avanti”. E allora, al momento, tenuto conto che sul programma  da rilanciare ci sarà accordo (salvo forse la questione ospedale dove le posizioni assunte dall’Udc con concordano con quelle di Fi e An) il nocciolo rimane l’organigramma. Chi e se – è la domanda – rinuncerà al proprio assessore per darlo all’Udc? Senza tralasciare che proprio la formazione della nuova giunta non sarà cosa facile. Il totoassessori, come avviene in queste occasioni, è già partito e le voci si rincorrono. Ma c’è il gruppo ostacolo degli assessori da assegnare che appare insormontabile, a meno di un ennesimo (ma improbabile) atto di disponibilità o da parte di Fi o da An. Staremo a vedere e giovedì qualcosa in più si saprà. Intanto, resta fermo l’ultimatum lanciato dal sindaco che ha detto non attenderà più di trenta giorni. In mancanza di sbocco della crisi, per evitare ulteriore paralisi dell’amministrazione si delineerebbe all’orizzonte una giunta tecnica, magari fino a dopo le elezioni provinciali di maggio prossimo quando tante cose saranno più chiare. Ed a proposito di giunta tecnica anche qui avanza il totoassessori. Si parla con insistenza di Enrico Turrisi, già segretario politico della Dc,  attuale componente del direttivo di Fi.

 Luca Dipresa

 

 

 

 

 

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Cimitero "profanato" da immondizia: protesta la Margherita

Martedì, 26 agosto

E’ consuetudine che al ritorno degli emigrati per le meritate ferie, il primo pensiero è  andare al cimitero per far visita ai propri cari. Ebbene a loro, così come a tutti i cegliesi che giornalmente si recano nel camposanto  non è sfuggito il deplorevole spettacolo che si presenta agli occhi cimentandosi nella zona nuova, quella di ampliamento. Tutto sembra tranne che di stare in un cimitero con cumuli di immondizie e macerie che ne offendono questo luogo sacro. Della questione si è anche occupato il capogruppo consiliare della  Margherita, Tommaso Argentiero che non ha tardato a presentare al sindaco una circostanziata interrogazione per far presente la questione che non è certamente di un paese che verso i propri morti ha un culto indescrivibile. “All’interno dell’area interessata all’ampliamento del cimitero – scrive nella sua interrogazione Argentiero – vi sono i maniera molto vistosa cumuli di macerie e ogni sorta di scarto di lavorazione edilizia”.

E poi ancora che “diversi cittadini, in particolare anziani, lamentano all’interno di questa are la mancanza di acqua e di cestini per poter depositare i fiori andati a male”. Ora, la questione non avrebbe modo di eistere se qui non vi fossero giù state edificate moltissime cappelle gentilizie  con all’interno già sepolti diversi defunti. E’ chiaro che in fase di edificazione le macerie si formino, però trattandosi di un luogo particolare qualche accorgimento lo si potrebbe trovare per evitare spettacoli da vere e proprie discariche. Ed è così difficile collocare, sia pure provvisoriamente dei cestini per raccogliere i fiori vecchi? Come pure perché non si fa arrivare l’acque alle fontanelle già sistemate evitando di vedere vecchietti caricarsi di bidoni fin dall’entrata principale del cimitero. Da qui l’invito del conigliere della Margherita al sindaco sollecitandone un immediato intervento “per rendere più decorosa l’area in questione, vietando ed evitando l’accumulo di macerie oltre che provvedere a depositare dei cestini e far arrivare l’acqua alle fontanelle”. Anche un maggiore controllo non sarebbe male in questo luogo tenuto conto che molta gente lamenta la sparizione di portafiori ed altri oggetti.

l.d.

 

 

 

 

 

 

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Il punto. Ma il sindaco fa cuocere Ceglie a fuoco lento

Lunedì, 25 agosto

Il sindaco Mario Annese aveva detto che giammai si sarebbe fatto cuocere a fuoco lento, facendo intendere ai suoi alleati di governo che non avrebbe lasciato loro l'iniziativa politica e che, in fondo, il titolare del successo elettorale era stato proprio lui. Quindi, la crisi e il governo li amministro io.

Era stata una dichiarazione che aveva dimostrato capacità politica e senso di responsabilità, un intento prodotto sia dall'esperienza maturata dall'ex leader locale della Dc che da un rigurgito di saggezza. Ma a "fuoco lento"  il sindaco di Ceglie Messapica si sta purtroppo cuocendo, situazione che rischia di far scottare lui e soprattutto l'intera città. Che senso ha sennò la crisi a "bagnomaria" che si concede prima trenta giorni per risanare i rapporti tra Udc e gli altri due alleati di An e Fi (ma neppure tra questi due ci sarebbe serenità), poi prevede una verifica della situazione e in caso di situazione di stallo le dimissioni politiche del sindaco, le quali consentono altri venti giorni per compattare tutti o mandare tutti a casa. Si racconta di un Annese stanco e sconfortato, i suoi amici di piazza e di caffè confidano senza ritrosia che a ferragosto il sindaco sbandierava ai suoi molti intimi la lettera di dimissioni, congelata solo perché il giorno successivo sarebbe venuto a Ceglie mons. De Giorgi per partecipare ai festeggiamenti di San Rocco, ritenendo giustamente scortese il forfait. Non sappiamo cosa sia successo nelle 24 ore successive, se il cambiamento di programma faceva parte di un teatrino già visto o se il santo protettore del paese ha compiuto un miracolo: di certo c'è che Annese ha proceduto con il ritiro della delega concedendo un mese ai contendenti. Basteranno all'Udc a riprogrammare la legislatura Annese?, ci sarà pace sulla composizione di giunta?, saranno azzerate anche le liti con alcuni assessori sgraditi al partito di centro? cesseranno gli scontri  personali  cui neppure il sindaco si è sottratto? Nel frattempo a "fuoco lento" si stanno scuocendo i cegliesi.

 

 

 

 

 

 

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Rifondazione al sindaco: "Prendi atto del tuo fallimento"

Lunedì, 25 agosto

Fornisce una chiave di lettura politica alquanto critica l'ex sindaco Pietro Mita, di Rifondazione Comunista, quando, commentando il decreto di revoca degli assessori al Comune di Ceglie afferma «non è in atto solo una crisi amministrativa ma una drammatica incapacità di governo».

Dopo mesi, dunque, c'è un atto formale di una crisi politica, preannunciata ad ottobre e iniziata a febbraio scorso. Negli ultimi giorni si è più volte parlato di «azzeramento» ma, secondo, Mita è improprio parlare in questi termini. «E ciò perché, dopo il periodo fissato dei 30 giorni, gli assessori - dice Mita - potrebbero teoricamente essere gli stessi di prima. È bene chiarire a tale proposito che i 30 giorni non sono un periodo fissato per legge ma risulta essere un fatto per così dire di natura politica». Anche a tale riguardo Mita esprime un giudizio duro e sottolinea: «Prendendo 30 giorni il sindaco fa una scelta a rischio». Una crisi che ai fini pratici si prolunga di un ulteriore mese. «Tenuto conto che, in questo anno, non è stata fatta una scelta forte di programma - rimarca ancora l'ex sindaco - ciò vuol dire che il Sindaco Mario Annese è penalizzato nel prendere decisioni importanti».

Ponendo in essere una critica storico -politica dal 1999 ad oggi, secondo l'ex sindaco, si ravvisa la mancanza della cultura del governare che trova la sua chiave di lettura non solo in una crisi amministrativa ma in una crisi politica forte del Centrodestra.

«Emerge un paradosso - dice Mita - la città si consuma, perde pezzi importanti della sua cultura e del suo patrimonio, perde l'ospedale e di fronte a tutto ciò c'è tutta l'impotenza e la passività di un sindaco che non ha potere verso la Regione e che, nello stesso tempo, viene messo in discussione nella sua stessa maggioranza». Un centrodestra che, stando alle sue parole, si azzuffa non su scelte importanti (Piano Regolatore, Centro Anziani, gestione del Teatro Comunale), ma su parole oscure del gergo politichese come «azzeramento», «visibilità» ,«pari dignità». Non mancano, in una chiave di lettura politica, parole dure nei riguardi dell'Udc, quando Mita afferma che «non si prende atto del totale fallimento a cui non si può porre rimedio cambiando qualche assessore o sperando, in questi mesi, di usare l'opposizione per alzare la posta al tavolo della trattativa nel centrodestra». Così, Pietro Mita definisce «operazioni di bottega» le decisioni di questi giorni. Per tutto questo Rifondazione comunista, che ieri, in occasione della festa di Liberazione, ha tenuto un pubblico comizio, vede uno sbocco politico corretto nelle dimissioni del sindaco. Ed aggiunge: «Rifondazione comunista, in questa crisi, si è mossa con un forte senso di responsabilità e con il dovuto rispetto delle istituzioni e dell'interesse pubblico, non abbiamo voluto praticare facili scorciatoie che qualche forza politica interessata pure ci suggerì».

(Agata Scarafilo, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

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Azzerato l'esecutivo, tempi lunghi per la soluzione della crisi

Domenica, 24 agosto

Azzerato l'esecutivo si passa ora alla fase della «contrattazione» per arrivare al superamento di una crisi che da mesi ha paralizzato la maggioranza di centrodestra. Il sindaco Mario Annese, con il decreto di revoca degli assessori firmato giovedì, ha aderito all'invito FI, An e Udc. Ora bisognerà aprire il tavolo della verifica programmatica e dello stesso organigramma.
A chi toccherà prendere l'iniziativa?

L'unica «condizione» posta dal sindaco Annese è quella di far presto, dando un termine di 30 giorni, scaduto il quale si riterrà libero di adottare qualsiasi decisione per non paralizzare ulteriormente la vita amministrativa. Problematica potrebbe rivelarsi la formazione della nuova giunta. Ed i motivi sono noti a tutti. L'Udc che, di fatto ha aperto la crisi, quasi certamente chiederà quella pari dignità che non le venne riconosciuta al momento dell'insediamento dell'amministrazione, ottenendo un solo assessore.

Va detto poi che ora son cambiati anche i numeri in quanto, con il passaggio di Donato Gianfreda da FI all'Udc, ciascun gruppo ha 4 consiglieri comunali. Allora, volendo fare alcune previsioni e, raccogliendo indiscrezioni che con il passare delle ore si rincorrono, difficilmente l'Udc rinuncerà ad avere subito due assessori. In questo caso - siamo sempre nel campo delle ipotesi - siccome i posti sono sei, toccherebbe o a FI o ad An cederne uno momentaneamente. E questo è il punto. Perdere, sia pure temporaneamente, un assessore potrebbe voler significare per l'uno o per l'altro partito (FI e An) subire un ulteriore colpo. Solo superato questo nodo si potrà dire se la crisi è da ritenersi superata.
Sul «totoassessori» solo indiscrezioni: An ha già detto che è per la riconferma dei due «revocati», Domenico Urso e Oronzo Ostacolo. Ma non è detto che alla fine anche qui si possa addivenire ad un piccolo rimpasto, nel caso in cui, per esempio siano i Finiani a cedere momentaneamente un assessore. Più difficile si preannuncerebbe la situazione in Fi e Udc. In casa degli azzurri c'è un solo assessore eletto conigliere comunale (Pietro Mita) e due esterni (Paolo Urso e Cesare Epifani).

Tutto comunque ruota attorno alla probabile riconferma di Paolo Urso che è anche consigliere e capogruppo alla Provincia.
E se a cedere temporaneamente l'assessore fosse poi Forza Italia, la situazione potrebbe ulteriormente complicarsi. Anche nell'Udc le sorprese non potrebbero mancare. Salvatore Santoro, l'assessore uscente qualora fosse riconfermato, gli verrebbe affiancato - stando alle voci - Giuseppe Vitale, attuale segretario cittadino.

(Luca Dipresa, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

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Turismo, rilancio frenato dai prezzi alti degli improvvisatori

Sabato, 23 agosto

Varo in agrodolce di Ceglie come città d'arte e città turistica: l'estate del 2003 sarà ricordata come quella dei record, in ogni senso. Da una parte l'arrivo di migliaia di turisti, tra emigrati di ritorno e pendolari del mare i quali dopo una giornata al sole preferivano la brezza della collina e l'escursione agli artistici paesaggi dell'entroterra brindisino. E così anche Ceglie è stata invasa da uno sciame di vacanzieri che ha apprezzato le bellezze artistiche del centro storico, ha ammirato le chiese del complesso antico - soprattutto quella Matrice e la chiesa barocca di San Domenico - lasciate aperte fino a tarda ora, tutto condito con un programma di spettacoli organizzato dall'amministrazione comunale che se  non ha lasciato alcuna traccia è servito comunque ad offrire un passatempo e un'alternativa al caldo torrido di questa lunga estate.

Le stradine del bel centro storico cegliese si sono rivitalizzate grazie ai diversi bar aperti tra vicoli e piazzette, richiamando numerosissime persone che però hanno preferito il "guarda e passa". Colpa dei prezzi troppo alti applicati da alcuni esercenti i quali oltre a scoraggiare i potenziali clienti hanno compromesso l'attività di altri loro colleghi più corretti e soprattutto più lungimiranti. Gli esempi? Una macedonia al tavolino è stata servita a 5 euro, un  gelato bigusto in coppetta di plastica a 3 euro, ma il primato spetta  ad un altro locale del centro che oltre ai prezzi esosi sulle consumazioni ha preteso un "coperto" (sciagurata abitudine tutta italiana) di 4 euro.

Scelte che hanno consigliato il sindaco ad un ammonimento pubblico durante una delle manifestazioni tenute nel centro storico. La libertà dei prezzi arbitrariamente applicata da alcuni esercenti rischia di danneggiare il buon nome dell'intero paese, considerato con grande prestigio per la sua gastronomia, la professionalità dei ristoratori, la qualità del servizio e perfino per il tariffario. C' è stato invece qualche improvvisatore che ha pensato di guadagnare in 40 giorni un reddito utile per i prossimi mesi, ritenendo il turista  un pollo da spennare: per fortuna è in declino il buonismo provinciale di non battere ciglio allo scontrino e molti gitanti - ma anche molti cegliesi - non solo hanno contestato i conti presentati ma si sono guardati bene dal fare ritorno in quei locali, facendo tra l'altro pessima pubblicità all'intero paese.

E in effetti i più danneggiati sono i locali storici, quelli stanziali che hanno contribuito a caratterizzare i prodotti e l'ospitalità cegliese. Tuttavia i buoni esempi non sono mancati, come quello di Tonino Fogazzaro, proprietario del "Bar Centale", che ha aperto un locale in prossimità della Chiesa dell'Annunziata, di nome "Il Vicoletto", che non solo sarà aperto tutto l'anno - e questa è l'autentica novità - per consentire un  punto di ritrovo dei giovani e dare vitalità al borgo, ma ha voluto mantenere i prezzi immutati, analoghi a quelli in lire e quindi privi di aumenti. In sostanza gli stessi applicati nel bar. 

Ora, proprio da questi modelli emerge la necessità di programmare con servizi qualificati l'offerta turistica, confermano che le risorse vanno cercate proprio tra i tanti bravi artigiani del luogo. Per molti altri avventurieri delle tariffe, purtroppo,  è bene che la prossima estate facciano le valigie per andarsene il più lontano possibile, magari per un corso di aggiornamento sperando nel loro ritrovato spirito: se restassero non vedremmo più turisti e penalizzerebbero bar e ristoranti professionali. Gradita, infine, una educazione "etica" da parte delle istituzioni, a questo punto più che necessaria.

 

 

 

 

 

 

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Il caldo mette ko i postini: "Ecco perchè i disagi  alle Poste"

Giovedì, 21 agosto

Nel Brindisino gli uffici postali sono in grosse difficoltà. Lunghe attese, gli utenti protestano. Cosa accade?

«Ci sono situazioni di criticità - dice l'ingegnere Vito Augusto, direttore interregionale delle Poste di Puglia, Basilicata e Molise -. Le ho segnalate già a suo tempo agli organi superiori e di interventi ne sono stati fatti».
L'ing. Augusto da metà giugno regge ad interim la sede di Brindisi. Il precedente direttore è stato trasferito a Catanzaro. «Questo ha complicato un po' la situazione - spiega Augusto -. La mancanza del direttore e le ferie, in aggiunta ad un aumento dei casi di malattia tra i dipendenti, giustificato da un periodo molto caldo, ha reso la situazione più difficile. Comunque, posso assicurare gli utenti che dalla fine del mese si tornerà nella normalità e sarà nominato il nuovo direttore».

Brindisi, Mesagne, Torchiarolo, Ceglie Messapica, Ostuni, Erchie. Le proteste fioccano. «In alcuni casi - aggiunge - sono giustificate, ma in altri... Comunque, sono stato dal prefetto Cesare Ferri ed ho incontrato molti sindaci ai quali ho spiegato la natura del problema. Ho anche incontrato i parlamentari locali che hanno compreso il momento particolare che si sta attraversando. Il senatore Specchia ha presentato una interrogazione al ministro Gasparri nella quale ha spiegato che nonostante tutti i nostri sforzi la situazione era critica. E il ministro ha replicato che avrebbe preso in considerazione la situazione».

L'ing. Augusto dice che il caso più delicato è quello di Ostuni. «Lì - chiarisce - abbiamo dovuto chiudere un ufficio perché il personale si è ammalato. Per quanto riguarda Brindisi abbiamo assunto sei persone a tempo determinato per far fronte alle ferie e alle malattie. Ad Erchie c'è qualche disfunzione nella distribuzione. Questo è dovuto al fatto che, sempre per le ferie, abbiamo dovuto dirottare i tre portalettere più esperti agli sportelli. E in loro sostituzione abbiamo preso dei trimestrali. Il disagio nella consegna della posta è dovuto a questo».
Il direttore interregionale assicura gli utenti: «C'è molta attenzione verso il problema. Il periodo è critico. Ferie e malattie non aiutano a servire bene l'utenza. Si è poi aggiunto il trasferimento in altra sede del direttore provinciale a rendere ancora più complessa la situazione. Io sto seguendo a distanza Brindisi, stiamo tamponando. Chiediamo solo un po' di pazienza per i disagi che si stanno verificando. Posteitaliane è una grande azienda che deve dare risposte a tutte le esigenze dell'utenza. E noi lo stiamo facendo con celerità».

(Piero Argentiero, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

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Messaggio ingannevole: cegliese fa censurare la Tim 

Mercoledì, 20 agosto

«Sms gratuito. Novità da Tim e B! - manda un sms con scritto YES al 49393, avrai le cose più incredibili del mondo sul tuo cellulare».
«È un messaggio ingannevole», ha sentenziato l'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Una decisione presa su ricorso di uno studente di Ceglie Messapica che nel mese di ottobre e novembre scorso ha ricevuto sul suo telefonino ha ricevuto messaggi non richiesti uno dei quali è il testo sopra riportato.

Lo studente in questione è Valerio Tanzarella. «Questi messaggi - dice - hanno attirato la mia attenzione per la scorrettezza della formulazione e per l'ambiguità del testo in genere. Dal messaggio in questione non si capisce cosa otterrò in seguito all'invio di un messaggio con la scritta Yes al numero 49393».
Tanzarella chiama il 119 «ma non hanno saputo o voluto fornirmi elementi utili». «In seguito a ciò - aggiunge - ho preso carta e penne ed ho scritto all'Autorità garante (l'Antitrust) segnalando la presunta ingannevolezza degli Sms diffusi dalla Tim».

Il giudizio è arrivato ben presto. «Dopo avere avviato il procedimento durato tre mesi - racconta Tanzarella - i messaggi pubblicitari in questione sono stati ritenuti ingannevoli «in quanto suscettibili di indurre i destinatari a fruire del servizio pubblicizzato senza essere stati preventivamente informati della circostanza che, attraverso la digitazione del messaggio di conferma, anziché aderire ad un'offerta di invio gratuito di informazione via Sms, stanno sottoscrivendo un contratto dalla durata indeterminata, a titolo oneroso e senza essere stati edotti dei relativi costi, con conseguente pregiudizio del loro comportamento economico».

La decisione è stata presa dall'Antitrust dopo avere sentito il relatore Nicola Occhiocupo. Tanzarella aggiunge: «In genere sono le associazioni di consumatori e non i privati ad effettuare tali segnalazioni (io faccio doppiamente eccezione perché oltre ad essere un consumatore sono un semplice studente) perché maggiormente motivate e organizzate; non i sono precedenti in Italia; se vogliamo questo caso da me segnalato all'Antitrust non differisce molto dai casi di Sms ingannevoli diffusi da altre società fantasma nei mesi scorsi di cui tanto si è parlato; nel 2002, su 310 procedimenti istruttori avviati, si sono riscontrate 266 violazioni e, quest'anno, il numero è destinato a salire; la Tim ha effettuato nei miei confronti una duplice violazione: non solo ha inviato Sms pubblicitari ingannevoli, ma ha inviato messaggi non richiesti e non autorizzati violando la legge sulla privacy, così come ha stabilito il tribunale di Napoli in seguito ai ricorsi presentati dall'avv. Angelo Pisani».

 

 

 

 

 

 

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Dopo i fulmini di Curto l'Udc chiede le dimissioni di Causo 

Mercoledì, 20 agosto

«L’Udc di Ceglie chiede le immediate dimissioni del direttore generale dr Bruno causo e la verifica dello stato di attuazione del piano di riordino ospedaliero che ha provocato un attacco generalizzato al diritto alla salute ed un dispendio di risorse economiche». Così conclude una nota diffusa in queste ore dai rappresentati locali del partito di Casini. «Sarebbe facile oggi per noi  - è detto nella nota - riprendere il negativo giudizio espresso da diversi mesi sulla questione del locale ospedale e del fantomatico Presidio d’eccellenza di Francavilla Fontana e liquidare la questione con un laconico “noi l’avevamo detto”, specie dopo le recenti denunce da parte di cittadini, istituzioni locali e territoriali e, per ultimo in ordine di tempo, del sen. Curto». E questo in linea  della negativa presa di posizione che l’Udc, almeno qui a Ceglie, ha avuto fin dall’inizio sulla vicenda del riordino ospedaliero e, quindi, in netto contrasto con il presidente Fitto ed il resto dei partiti del Polo. Una presa di posizione questa, «quando si attendono ancora spiegazioni sullo stato di attuazione del piano di riordino e, soprattutto, dell’enorme stato di disagio che stanno vivendo migliaia di cittadini, anche dei paesi limitrofi».

E così prosegue: «Dopo la chiusura di diversi reparti nel presidio cegliese, delle cucine e con un’assistenza, stando alle denunce di operatori sanitari e privati cittadini, spesso affidata a inservienti comuni, il direttore generale Causo ha stabilito che persino il lavaggio delle macchine di servizio  venga effettuato a Francavilla Fontana, togliendo alla nostra città anche quel poco di economia che ruotava attorno all’ospedale». E, quasi affidandosi all’ironia si afferma che «Potesse trasferire anche la nostra aria salubre, Causo lo avrebbe già fatto, visto quella metilica che appesta il presidio d’eccellenza di Francavilla».  E poi ancora che «ha creato solo disservizi senza che fosse chiaro l’obiettivo finale con scarso segno di managerialità nelle scelte attuate, con il risultato di non avere un ospedale degno di questo nome né a Ceglie e, men che meno, un presidio d’eccellenza a Francavilla. Ciò che viene fuori è un quadro desolante che richiederebbe le immediate dimissioni del direttore generale». Un modo di operare, quello del dr Causo, ritenuto dall’Udc cegliese «una fretta esagerata, ingiustificata, sospetta che alla luce dell’intervento del sen. Curto fa assumere alla questione risvolti non poco piacevoli sulla gestione amministrativa»: E giù di affondo: «Erano gli appalti appetitosi il vero e l’unico problema da risolvere?». E a tal proposito si sottolinea che, a questo punto «attendiamo un’indagine approfondita sul problema sollevato. Indagine che va allargata ai criteri fin qui seguiti sulla spesa degli enormi finanziamenti destinati al presidio (di Ceglie, ndr), perché oggi non è comprensibile destinare 600 euro ai medici per una notte di reperibilità, definita “guardia medica attiva”, spesa enorme ed ingiustificata non solo per il principio di economicità a cui è improntato il riordino ospedaliero, ma perché una guardia medica per diversi giorni a settimana, con turni da 12 ore non riesce al mese a prendere si e no il doppio di quella cifra».

E la nota si chiude, oltre alla richiesta delle dimissioni del dr Causo, all’intervento dei Vigili del Fuoco per la struttura di Francavilla: «Siamo di fronte ad un attacco al diritto alla salute che si accentuerà nei prossimi mesi quando il presidio di Francavilla sarà sottoposto ai necessari lavori di ristrutturazione generale per la creazione e l’adeguamento dei vari reparti  e a interventi generali alla struttura già segnata in diversi punti da vistose crepe, tali da richiedere una immediata ispezione dei Vigili del Fuoco per verificarne l’agibilità, soprattutto ora che il numero dei degenti crescerà a dismisura».

 Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

 

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Bagno di folla per la visita del cardinale De Giorgi 

Lunedì, 18 agosto

«E’ sempre per me un motivo di gioia tornare nella carissima città di Ceglie della quale ho sempre apprezzato la forte radicazione di fede che auguro sempre più viva nel futuro per essere un segno di speranza in una società sempre più bisognosa di orientarsi verso la vera civiltà che è la civiltà dell’amore. Un abbraccio benedicente e augurante a tutta la città nel nome di San Rocco». Questo il testo del messaggio che Mons. Salvatore de Giorgi, cardinale di Palermo ha voluto affidare alla città in occasione dei festeggiamenti del 150simo anniversario della consacrazione canonica della chiesa di San Rocco, celebrazione che cade proprio nel giorno dei solenni festeggiamenti del Santo compatrono che liberà la città dalla peste nel 1600. Un messaggio che resterà per sempre impresso nel libro delle personalità illustri custodito gelosamente nel Municipio.

E nell’apporre la sua firma in calce al testo, Mons. De Giorgi  oltre alla dicitura “Cardinale di Palermo” vi ha aggiunto “già Vescovo di Oria”. Quasi a voler ulteriormente attestarne il suo attaccamento alla diocesi di Oria, sua prima sede episcopale quasi trent’anni fa (altre sedi, nell’ordine, Foggia e Taranto per poi diventare Assistente nazionale dell’Azione Cattolica e, quindi reggere la prestigiosa sede cardinalizia di Palermo). Il cardinale – accompagnato dal vescovo di Oria, mons. Marcello Semeraro -  è stato accolto nella Piazza Principale della città dall’amministrazione comunale, con alla testa il sindaco Mario Annese che nel suo messaggio di saluto ha tenuto a sottolineare la gioia della città nell’accogliere una figura così significativa della Chiesa, rinnovando nel contempo quella riconoscenza del popolo cegliese che non ha mai dimenticato l’allora vescovo De Giorgi che per Ceglie ha sempre avuto una particolare predilezione. Dal canto suo, il cardinale di Palermo ha voluto ringraziare dell’accoglienza a lui riservata - in una piazza c’era molta gente che, pur di essere presente a questo non solito appuntamento, ha sfidato la colonnina di mercurio che segnava implacabilmente 40 gradi – rammentando proprio un periodo a lui caro ed una città che una forte radicazione di fede, presupposto importante per quella speranza che mai deve venir meno. Proprio sulla “speranza”, il cardinale De Giorgi ha voluto incentrare la sua omelia in chiesa. Dalla piazza, in corteo, tra due ali di folla il ci si è diretti nella chiesa di San Rocco per la solenne celebrazione della messa, presenti tutti i sacerdoti cegliesi. A conclusione, al cardinale la civica amministrazione, in ricordo della visita, ha donato a sua eminenza una madonna con due angeli in una tipica campana, opera di maestri artigiani del nostro salento. Regalo che mons. De Giorgi ha mostrato di gradire e che conserverà gelosamente nel suo studio privato della curia palermitana.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Si dimette Santoro. Opposizione: "mozione di sfiducia" 

Domenica, 17 agosto

Come aveva preannunciato, anche l’assessore Salvatore Santoro (Udc) ha rassegnato le dimissioni. Ed ora sono tre gli assessori dimissionari – i due di An (Oronzo Ostacolo e Domenico Urso) si erano dimessi già martedì mattina – mentre resta immutata la posizione di Forza Italia: niente dimissioni ma sia il sindaco a procedere alla revoca. Una situazione che non agevola la risoluzione di questa crisi iniziata ufficialmente a febbraio quando l’Udc  pose subito problemi sulla tenuta della maggioranza di centrodestra. Però, quello che oggi accade è forse riconducibile al mancato riconoscimento di quella pari dignità che il partito di Casini aveva  “preteso” proprio al momento della formazione della giunta  quando gli fu riconosciuto un solo assessore (Salvatore Santoro) conto i tre di Fi (Paolo Uso – questi è anche vice sindaco-, Cesare Epifani e Pietro Mita), i due di An (Ostacolo e Urso) più la presidenza del consiglio (Cro Argese).

Pari dignità che Fi e An non vollero riconoscere subito all’Udc, anche in virtù dell’esito  che aveva decretato 5 consiglieri a Fi, 4 ad An e 3 all’Udc, rimandando tutto al varo del nuovo statuto con l’istituzione del settimo assessore che sarebbe andato proprio all’Udc. Da qui partivano le prime fibrillazioni che presero corpo in occasione del bilancio di previsione e che videro, subito dopo, il disimpegno dal gruppo di Fi  di Donato Gianfreda che aderisce all’Udc. Ora, i consiglieri sono quattro per ciascuno dei tre gruppi della maggioranza. Eravamo in presenza di una crisi vera e propria tanto che l’Udc poneva sul banco degli imputati gli assessori tacciati di incapacità e chiedeva (e chiede) l’azzeramento dell’esecutivo come pregiudiziale per aprire il tavolo della verifica. Azzeramento che, non per “incapacità” come richiesto dall’Udc, ma solo per un“senso di responsabilità” al fine di “poter fare un passo in avanti nella risoluzione della crisi”, An e Fi accettano.

Ed è su come azzerare l’esecutivo che si è bloccata la situazione. Fi ritiene, anche sulla scorta delle intese con le segreterie provinciali, che questo debba avvenire con la revoca da parte del sindaco. La strada della revoca però – una corrente di pensiero – appare un po’ difficile da percorrere, sia perché questa va motivata  e poi perché si dovrebbe contestualmente operare alla sostituzione. Anche perché c’è il problema se il sindaco può rimanere o meno senza la giunta per un lungo periodo. E così si va avanti nei giorni, con il superamento anche della data prevista come termine ultimo per arrivare all’azzeramento (martedì 12). Ed è al limite di questa scadenza che An decide per le dimissioni dei suoi due assessori, cosa che avviene. Come quelle di Santoro, il giorno dopo. Dal fronte Fi nulla di nuovo con il segretario cittadino Carlo Verusio che ritorna a ribadire come: “Abbiamo aderito alla richiesta di azzeramento solo per senso di responsabilità e, pertanto, il sindaco può procedere alla revoca degli assessori, così come deciso nel corso dell’ultimo incontro”. Ed è qui che si ferma il treno, su quella revoca che – non va trascurato -  potrebbe anche metterebbe in moto un meccanismo che renderebbe difficile il prosieguo,  anche perché deve essere accompagnata (la revoca) da una motivazione seria che non può essere quella per dare corso alla verifica. Senza dimenticare che un assessore “revocato” non potrebbe più essere rinominato. Senza tralasciare nemmeno il fatto che con l’azzeramento sul tavolo,  nei tre partiti si possa aprire una fase delicata per l’individuazione dei nuovi assessori (anche se non al completo un parziale rimpasto è prevedibile). Allora dimissioni o revoca è la strada scelta per prendere ancora del tempo? Probabile.

E qui un interrogativo: fino a quando il sindaco resterà a guardare? Per intanto appare certo che Rifondazione abbia accettato la proposta dell’Ulivo (De e Margherita) di firmare la mozione di sfiducia. Mozione  che, stando a quello che è dato sapere, verrebbe presentata martedì mattina con le otto firme richieste: quelle dei 4 consiglieri di Rifondazione, dei due dei Ds, di quello della Margherita e dell’esponente di Forza Ceglie. Il presidente del consiglio avrà tempo venti giorni per convocare la seduta con la mozione all’ordine del giorno.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

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I primi assessori si dimettono ma prenotano la riconferma 

Giovedì, 14 agosto

Scaduto il termine di martedì la risoluzione della crisi amministrativa appare ferma sul modo con il quale procedere all’azzeramento dell’esecutivo, condizione posta dall’Udc per avviare la trattativa che porti a superare questo momento. Il tutto come deciso nel corso dell’incontro tenutosi giovedì 7 alla presenza dei segretari provinciali del Polo. La questione riguarda se il sindaco deve procedere all’azzeramento della giunta con la revoca oppure – soluzione forse più praticabile – mediante le dimissioni dei singoli assessori. La revoca – a quanto pare – comporterebbe dei problemi, a partire dalla motivazione e dal fatto se sia o meno possibile che il sindaco possa operare in assenza di una giunta. Sulla questione ci sarebbero diverse interpretazioni di legge.

Per intanto la scadenza di martedì è trascorsa su questo nodo. Ed allora, proprio per uscire fuori dal guado, nella tarda mattinata di ieri i due assessori di An, Oronzo Ostacolo e  Domenico Urso hanno rassegnato le proprie dimissioni, così come concordato in sede politica e al solo scopo “di fare un passo in avanti per la risoluzione della crisi”. Una scelta che “è di rispetto, chiarezza e lealtà nei riguardi del sindaco, della coalizione e della città”. Nello stesso tempo, sempre in sede politica An ha sottoscritto un documento nel quale, tra le altre cose, ribadisce, a crisi risolta, la “riconferma dei nostri due assessori”. Sul perché delle dimissioni e non della revoca, Ciro Argese è abbastanza esplicito: “Con le dimissioni pensiamo di fare un passo in avanti e più spedito verso l’azzeramento dell’esecutivo per avviare la verifica con l’Udc”.

Dall’altra sponda, vale a dire sul fronte Forza Italia, la posizione resta quella della revoca degli assessori. E così la rispiega il coordinatore cittadino, Carlo Verusio: “Abbiamo aderito alla richiesta di azzeramento e, pertanto, il sindaco può procedere alla revoca degli assessori, così come deciso nel corso dell’ultimo incontro”. Ma va oltre: “A questo punto – afferma il coordinatore di Fi – rimaniamo in attesa di conoscere le richieste da parte del segretario provinciale dell’Udc”. Insomma niente dimissioni volontarie, ma revoca da parte del sindaco. Ed è intorno a questo che si snocciola l’intera questione.  Il sindaco sulla questione non si pronuncia ma è chiaro che sta meditando sul da farsi e non è escluso che nel giro di poche  possa arrivare a determinazioni anche diverse e per uscire da quello che sembra un labirinto: dimissioni o revoca?

Dal canto suo l’Udc, per bocca del segretario cittadino Giuseppe Vitale, afferma: "Prendiamo atto del senso di responsabilità di An nel voler risolvere la crisi ed attendiamo ora che il sindaco revochi gli assessori, cosa che avrebbe dovuto fare, dopo di che ci siederemo intorno la tavolo delle trattative per risolvere questa  crisi”. Ed a proposito dell’Udc, anche l’assessore in quota a questo partito, Salvatore Santoro, ha preannunciato che “questa mattina presenterò anch’io le mie dimissioni”. Intanto, sul fronte opposto, vale a dire dall’opposizione che cosa succede?

L’Ulivo nei giorni scorsi aveva preannunciato la possibilità di una mozione di sfiducia, ma ad oggi nessun atto in tal senso è stato protocollato (occorrono almeno otto firme di consiglieri comunali). C’è solo un volantino diffuso ieri da Rifondazione nel quale si chiede al sindaco “un atto di responsabilità: si dimetta”. E sulla questione ritorna anche ad esprimersi il segretario dei Ds, Pietro Mita. “Come Ds e Ulivo – afferma – abbiamo più volte sollecitato e invitato le forze del centro sinistra e della sinistra a procedere alla presentazione di una mozione di sfiducia tesa a portare nella sede istituzionale una crisi che da tempo ha bloccato ogni settore; purtroppo come Ulivo restiamo ancora in attesa di una risposta perché non c’è più tempo di tentennamenti”. 

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Il sindaco esorcizza la crisi progettando nuove opere

Martedì, 12 agosto

Pur in presenza di una situazione politica difficile, con una crisi in atto e dalla soluzione difficile, il sindaco produce nel suo impegno nella convinzione che «è necessario comunque fare fino in fondo il proprio dovere, soprattutto verso i cittadini». Ed è in virtù di questo concetto che in questi giorni, «in attuazione del programma di opere pubbliche per l’anno in corso, approvato dalla giunta – precisa Mario Annese -, ho sollecitato l’ufficio tecnico alla progettazione di quegli interventi necessari al recupero di zone degradate e al risanamento di quelle opere ritenute di pubblica utilità già esistenti».

Tutte opere che hanno di già la copertura finanziaria «e per le quali la gara per l’affidamento dei lavori è prevista per il prossimo 3 settembre». Intanto si parte con le opere viarie e di arredo urbano. «Settori che riguardano – a parlare è sempre il sindaco – l’ampliamento della strada Due Colonne, nei pressi dell’Istituto Alberghiero recentemente istituito,  la sistemazione delle strade adiacenti il Palazzetto dello Sport, anche questo ormai di imminente apertura, ed altre strade di accesso al centro abitato e ritenute pericolose». Tutti interventi che prevedono anche la realizzazione di spazi pavimentati e a verde, con piantumazione di essenze vegetati autoctone (i lecci), elementi di arredo urbano oltre all’illuminazione pubblica. Il costo previsto 320 mila euro. Anche il settore beni culturali e di importanza storica sarà interessato da interventi. «Attraverso un’intesa con l’Associazione “Ceglie è… in strada” – chiarisce a tal riguardo il sindaco – saranno oggetto dell’intervento il castello Ducale e, soprattutto il calvario». Interveti possibili «grazie al beneficio di alcuni finanziamenti ottenuti dal P.O.R.».

Per quel che concerne il Castello l’intervento riguarderà la parte già di proprietà del comunale «da destinare a centro per la gastronomia, anche a seguito del riconoscimento di “Città Turistica e d’Arte” recentemente conferito alla città». E quindi il Calvario «con il restauro dei dipinti murali, del simulacro, delle balaustre per finire al piazzale antistante». Per questi lavori ci sono 75 mila euro, in parte già previsti nel bilancio 3003. E sempre in ottica con il programma di opere approvate, quasi 295 mila euro per «la costruzione di colombari all’interno del cimitero comunale, curandone la viabilità e gli spazi interni» (questi lavori sono stati aggiudicati alla Ditta Di Cuonzo di Barletta, ndr). Ma non basta. «Come amministrazione – prosegue Annese- siamo inoltre impegnati all’approvazione dei lavori di costruzione di circa 4 km di fogna in prossimità dell’abitato (Via Fedele grande, Via Montevicoli, Via San Vito, Via Ostuni) per un importo di 868mila euro, totalmente finanziati dalla Regione».  E questo «si aggiunge alla decisione di mettere in sicurezza gli edifici scolastici (elementari e medie) attraverso una qualificata selezione, già in corso, dei progetti per  tali interventi».

 

 

 

 

 

 

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Mons. De Giorgi presiederà i festeggiamenti di San Rocco

Martedì, 12 agosto

Sarà il cardinale di Palermo, Salvatore De Giorni a presiedere il solenne pontificale in occasione dei solenni festeggiamenti di San Rocco, compatrono della città, in programma sabato 16 agosto. Meglio non si poteva celebrare la festa del santo Protettore verso il quale Ceglie ha una particolare devozione per averla liberata dalla pesta del 600. Accanto al cardinale ci sarà, quale con celebrante,  il vescovo diocesano, mons. Marcello Semeraro.

L’accoglienza del prelato particolarmente legato alla città, come a tutta la diocesi di Oria, sua prima sede episcopale, avverrà nella piazza principale, Piazza Plebiscito alle ore 10,30. A ricevere Mons. De Giorgi ci sarà l’amministrazione comunale al completo con il sindaco Mario Annese, tutti i Sacerdoti della città e molti della diocesi, a partire dal parroco di San Rocco, mons. Angelo Principalli.

Da qui, in corteo, ci si porterà nella chiesa dedicata al santo protettore per il pontificale con i canti della Corale San Rocco diretta dal maestro Pietro Elia. Il programma religioso, come tradizione vuole, prevede, nel pomeriggio del 16,00 la processione per le vie principali della città con il trasporto della statua di san Rocco nella Chiesa Madre, dove vi resterà fino alla sera dopo quando, alle 19,30, sempre in processione farà ritorno a San Rocco. Per quel che concerne, invece,  i festeggiamenti civili, sabato 16 sulla casa armonica di Piazza Plebiscito si esibirà il Gran Concerto bandistico Città di Ceglie Messapica, diretto dal maestro Eduardo Lacorte mentre, la sera dopo, domenica 17,  toccherà al premiato Concerto Bandistico Città di Noicattaro diretto dal maestro Giuseppe Carbonara. A conclusione dei festeggiamenti, l’attesissimo spettacolo pirotecnico. Da segnalare, infine, che inserito nei festeggiamenti del santo protettore, sabato 23 alle ore 20,00 verrà inaugurato il restauro dell’imponente organo, realizzato dalla specializzata ditta Pagliarulo di Polignano per un costo intorno ai 50mila euro 8cemto milioni di vecchie lire), denaro che il parroco, mons. Principali è riuscito a mettere insieme grazie soprattutto alla sensibilità e collaborazione dei cegliesi.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

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Lo slavo Stesic da solo al traguardo della Coppa Messapica

Lunedì, 11 agosto

Con un distacco intorno al  minuto e  mezzo, la slavo Ivan Stesic, corridore  in forza al Gs Cantina Tollo è il vincitore della 44sima Coppa Messapica – 5 Memorial Lorusso -, gara nazionale di ciclismo riservata ai dilettanti. Una vittoria meritata e che premia un atleta che ha da subito dimostrato di essere il più in forma, aiutato anche dal suo gruppo sportivo e, soprattutto, da Alessandro Donati, vincitore della passata edizione e suo compagno di squadra, giunto terzo al traguardo posto in vetta a Via san Rocco.

Di tutto rispetto la media dei 132 chilometri percorsi, un 40,36 non facile se si considera le asperità che gli atleti hanno incontrato nel percorso disegnato dall’organizzazione, il Gs Orazio Lorusso, che prevedeva per due volte l’attraversamento dei comuni di Francavilla Fontana, Villa Castelli e San Michele Talentino per poi cimentarsi per sette volte nell’ormai collaudato circuito cittadino di Montevicoli.  Un circuito tecnicamente impegnativo con la dura salita che ha portava i corridori da largo Amendola in Via San Rocco, con una pendenza dell’otto per cento.

Già al secondo passaggio, provenienti da Villa castelli, Ivan Stevic proponeva il primo allungo che faceva selezione con la comitiva dei settanta corridori in gara che si frantumavano in cinque gruppetti. Gli rimanevano a ruota solo Santino Rovito del Gs Bendoni e Mariano Giallorenzo del Gs Colombina. Il terzetto passava da sotto al traguardo con 15 sec di vantaggio sugli immediati inseguitori. Ma la svolta della gara giungeva al terzultimo giro del circuito, quando Stevic a metà salita, in prossimità di Via Umberto, sferrava un allungo che piantava letteralmente i suoi due compagni di fuga. Al penultimo giro, il corridore della Yugoslavia portava i suo vantaggio a 58 secondo. Si divertiva ovviamente la gente che ha letteralmente preso d’assalto il circuito (a proposito, molti hanno suggerito all’organizzazione che è più utile riportare la Coppa al circuito cittadino, ndr). Come da tradizione, quindi l’arrivo con Stesici che braccia al cielo taglia il traguardo e va ascrivere il proprio nome nell’albo d’oro di questa Coppa che è ritornata ad essere protagonista del ciclismo nazionale. Per Stevic e Donati, con la prova odierna si fanno sempre più certe le voci di un loro approdo al professionismo – sul percorso erano presenti osservatori federali in vita della formazione della squadra italiana per i prossimi campionati mondiali in programma a settembre in Canada.

Questo l’ordine d’arrivo: 1) Ivan Stevic (Gs Tollo); 2) Sergio Laganà (Gs Bendoni) a 1 e 39; 3) Alessandro Donati (Gs Tollo) s.t.; 4) Eugenio Loria (Gs Bendoni) s.t.; 5) Alessandro Frau (Team Icet) s.t.; 6) Nicola Geronimo (Gs Dorin) s.t.; 7) Leonardo Branchi (Gs Bendoni) a 1 e 59.

Luca Dipresa 

 

 

 

 

 

 

 

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Domani l'apertura ufficiale della crisi. Annese si dimette?

Lunedì, 11 agosto

Mancano ormai 24 ore al "d-day" dell'amministrazione Annese: domani, infatti, il sindaco Mario Annese dovrebbe accogliere le richieste avanzate ("per senso di responsabilità") da An e Forza Italia di azzeramento della giunta così come chiesto dall'Udc per poter procedere ad una revisione del programma. Di fatto il primo cittadino dovrebbe revocare le deleghe assessorili e concordare con i tre partiti alleati che lo sostengono composizione e proporzione della nuova giunta che in teoria dovrebbe vedere due assessori assegnati ad An, due a Forza Italia e due all'Udc. In teoria, però, perchè il riallineamento metterebbe in discussione anche la figura del presidente del Consiglio, carica oggi assegnata a Ciro Argese di An, e del vicesindaco.

Le incognite sono parecchie e non solo di natura programmatico-politica. Fra gli assessori di Annese vi sono quattro tra i più suffragati consiglieri (Mita, Urso, Ostacolo e Santoro) i quali non accetterebbero in silenzio l'anticipata conclusione del mandato elettorale, ancor più se uno solo di essi verrebbe ripescato nell'Annese 2. Di tutto questo è consapevole il sindaco il quale da mesi dice che non è "disposto a farsi cuocere lentamente", sorte che domani potrebbe avere un epilogo. C'è da vedere quali saranno le pretese che i partiti avanzeranno al sindaco, quali pregiudiziali porranno sulla formazione della giunta e i diktat su personaggi "sgraditi": ingredienti che rischiano di bruciare la pietanza a "bagnomaria" indigesta ad Annese. E forse per questo che da ambienti della maggioranza non si nasconde l'amarezza e il disappunto del massimo rappresentante il quale domani potrebbe addirittura presentare le dimissioni. Al momento è solo una voce, magari fatta circolare per sondare o imprimere velocità e "responsabilità" alla crisi politica, anche perchè Annese avrebbe poi venti giorni per avviare negoziati con i partiti, investire i livelli più alti delle rappresentanze e decidere se concludere anticipatamente la legislatura o proseguire con un'autonomia che senza questi passaggi sarebbe negata. Il tutto entro i primi di settembre, periodo che per i cegliesi è sempre stata stagione di raccolta.

 

 

 

 

 

 

 

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Vertice nella CdL: il sindaco "licenzia" i suoi assessori

Venerdì, 8 agosto

“Per senso di responsabilità e non per altro, abbiamo invitato il sindaco entro martedì prossimo a procedere all’azzeramento ed avviare finalmente una serena e proficua  verifica per uscire da questa logorante crisi”. Questa, a caldo, il commento del segretario locale di Fi, Carlo Verusio, a conclusione dell’incontro  che si è tenuto ieri mattina nel gabinetto del sindaco, presenti i segretari provinciali di Fi, An ed Udc, rispettivamente Nicola Ciracì, il sen. Eupreprio Curto e Mimmo mele. Presenti anche il sen. Pino Specchia ed i segretari comunali di Fi, Carlo Verusio e di An, Domenico Urso. Assente la delegazione comunale dell’Udc che con una nota aveva fatto presente di non partecipare all’incontro perché rispetto a quello con i segretari provinciali di lunedì scorso non c’era alcun fatto nuovo, vale a dire l’azzeramento esecutivo, la condizione da loro posta per aprire la verifica. Condizione che, a quanto pare ora ci dovrebbe essere.

 “E’ stato un incontro sereno e con la comune volontà di risolvere questa che è una crisi a tutti gli effetti”, ha sottolineato dal canto suo il sindaco Mario Annese al quale è stato rivolto l’invito a procedere all’azzeramento, così come  voluto dal locale Udc. E su quella che è stata la conclusione dell’incontro di ieri mattina, iniziato alle ore 10,00 e protratto di fino alle 12,50, il sindaco, al quale viene lanciato l’assist,  fornisce una sintesi dell’accaduto. “Fi ed An – chiarisce Annese – hanno preso atto della situazione di crisi, delegando il segretario provinciale dell’Udc, Mele, a rappresentare agli esponenti locali del suo partito la volontà di azzeramento e, nel contempo, invitare il sindaco di convocare la giunta per gli atti consequenziali entro martedì”. E così prosegue: “Nella circostanza ho rappresentato ai presenti la mia disponibilità, pur in presenza di alcune perplessità e riflessioni che ho affidato alla valutazione delle singole forze politiche”.

E proprio a proposito di queste perplessità, Mario Annese ha voluto essere ancora più esplicito verso i segretari provinciali. “Per risolvere questa crisi – ha tenuto a sottolineare il sindaco nel corso dell’incontro in  merito proprio alle conclusioni – ho chiesto tempi stretti, a partire dal momento della formalizzazione dell’atto di azzeramento, altrimenti mi sentirò autorizzato di intraprendere altre iniziative, atteso che, con tutto il rispetto delle forze politiche, ho dei doveri che ne discendono dalle normative di legge”. Che cosa vuol dire con questo il sindaco? Si riferisce forse al vuoto istituzionale che si verrebbe a creare? Mario Annese non aggiunge altro se non la speranza che il tutto si risolva nel giro di dieci giorni.  Questo quanto accaduto ieri mattina, un appuntamento che forse fa fare un ulteriore passo in avanti verso la risoluzione di questa crisi che ormai va avanti da mesi e che si poteva sbloccare solo in presenza dell’azzeramento dell’esecutivo. Azzeramento che l’Udc reclama “per incapacità” e che le altre forze della Casa delle Libertà, Fi ed An, “accettano” solo per “senso di responsabilità”. Difficile dire, al momento, chi in queste condizioni abbia vinto il primo round. Ora c’è da attendere martedì e, prima, l’incontro che  Mele dovrebbe avere con i verici locali dell’Udc.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Crisi politica: segnali di pace, venerdì la verifica

Mercoledì, 6 agosto

Sembra aprirsi uno spiraglio nella difficile crisi che da qualche  mese a questa parte ha messo alle corde la maggioranza del Polo. L’incontro di venerdì promosso dal sen. Curto potrebbe essere risolutivo ed uscire fuori da una situazione che altrimenti poteva riservare grosse sorprese - in queste ore in città si susseguivano le voci delle dimissioni delle opposizioni e dell’Udc che prendeva quasi atto della mancata apertura alla loro richiesta di azzeramento dell’esecutivo prima di ogni trattativa. Sta di fatto che la strada ora appare meno difficile. Un ulteriore contributo in queste ore viene proprio da An i cui rappresentanti si sono riuniti nella serata di lunedì ed hanno deciso di “accogliere” la richiesta dell’Udc. “Per uscire fuori da questa situazione – afferma il segretario ed assessore Domenico Urso – siamo per l’azzeramento dell’esecutivo ma non per incapacità come sottolineato dall’Udc ma per far fare un passo in avanti a questa crisi che rischia per davvero di paralizzare la vita amministrativa”. 

Da segnalare che ieri sera si sono riuniti An e Fi e motivo dell’incontro come uscire da questa situazione, ribadendo la disponibilità ad azzerare la giunta per poter avviare (e chiudere) questa crisi. Ed è ancora più preciso sull’intera vicenda, compreso gli ultimi sviluppi  il coordinatore provinciale di Forza Italia, Nicola Ciracì. “Ribadiamo la volontà di An e Fi – afferma l’esponente Azzurro - di aderire al disagio espresso dalla locale Udc aderendo alla richiesta di azzeramento fermo restando la richiesta della  firma propedeutica di un programma condiviso dalle forze politiche mirato al governo dell’intera legislatura”.

Il tutto “partendo dal recupero del dialogo che è venuto a mancare”. E circa l’organigramma: “A noi interessa il programma – afferma Ciracì – e siamo disponibili a qualsiasi soluzione”.  Adesso la palla ritorna nelle mani della segreteria cittadina dell’Udc che, a questo punto, deve decidere se ora ci sono le condizioni per aderire all’incontro di venerdì (incontro al quale parteciperà certamente il segretario provinciale Mimmo Mele) ed avviare una verifica sul programma ed organigramma.

Intanto per questa sera è previsto l’incontro delle forze di opposizione – Ulivo, Rifondazione e Forza Ceglie – che parleranno dell’intera vicenda e non è escluso, come anticipa il capogruppo della Margherita, Tommaso Argentiero che si decida di presentare una mozione di sfiducia, “quantomeno per portare nella sede istituzionale una crisi lunga e che ha ulteriormente rallentato ed appesantito i problemi della città che versa i una situazione economica senza precedenti”. 

Luca Dipresa

                                                                       

 

 

 

 

 

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An apre all'Udc: "Ok all'azzeramento della Giunta"

Martedì, 5 agosto

Possibile schiarita nella tempesta dell'amministrazione comunale di Ceglie Messapica. Ieri sera i consiglieri comunali di An e i vertici locali del partito si sono incontrati per esaminare la grave frattura con gli alleati dell'Udc e il resto della Casa delle libertà. Secondo quanto trapelato i rappresentanti cegliesi di An sono disponibili ad accogliere le condizioni poste dall'Udc dando il via libero all'azzeramento della giunta, proposta che però deve essere condivisa da Forza Italia e soprattutto dal sindaco Mario Annese, titolare per legge delle nomine degli assessori. Il ramoscello d'ulivo è stato giudicato dai rappresentanti di An come "segno di responsabilità" per riprendere il cammino di programma dell'attuale amministrazione e come necessaria fase di chiarimento con i partner dell'Udc.

La proposta dovrebbe essere formalizzata venerdì prossimo, giorno un cui dovrebbe tenersi un nuovo incontro tra il sindaco e i segretari provinciali di An, Forza Italia e Udc. Ora, però, resta inoltre da verificare se le decisioni emerse a livello locale saranno appoggiate dalla segreteria provinciale del partito di Fini in quanto il deliberato della sezione cegliese rappresenta al momento un orientamento tattico per la soluzione della crisi.

 

 

 

 

 

 

 

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Gelato e "pisquett" danno una mano all'estate cegliese

Martedì, 5 agosto

In un’estate magra di manifestazioni all’altezza di riempire le piazze, la tradizione che regge e che determina apprezzamento da parte dei forestieri e turisti che pure a Ceglie vengono è quella del gustarsi un buon gelato. Il gelato a Ceglie è sinonimo di arte, una lunga arte che assieme al biscotto cegliese “u pisquett’” regge. Ed è merito della famiglia Molentino, del Café Roma se dal 1932 questa tradizione regge. Settantacinque anni, un vero e  proprio scampolo della storia gastronomica e culturale di Ceglie Messapica, la cittadina che ha fatto dell’arte culinari uno dei suoi simboli più autentici e caratteristici. Situato all’imbocco del Corso Garibaldi, immediatamente a ridosso della Piazza Plebiscito, che da circa due secoli funge da salotto della città ed è ritenuta il cuore pulsante della sua vita socio-amministrativa, il Café Roma, oltre che in altri prodotti di alta qualità, si è specializzato a livello, si direbbe, scientifico nella produzione dei gelati artigianali, delle inimitabili leccornie che hanno conquistato grandi e piccoli che, da ogni parte della provincia – e non solo – corrono letteralmente a Ceglie per degustare, durante le torride serate di questa calda estate le prelibatezze prodotte dalla casa che rispondono ai gusti della nocciola, del cioccolato, del “Taricone” e dell’ultimo arrivato tra la gamma ammaliatrice prodotta come il gusto “Sant’Antonio”, così chiamato in onore del Santo Patrono, nome suggerito dallo stesso parroco della Collegiata, don Giuseppe De Santis che si adopera per radicare ancora di più nella città di Ceglie il culto verso il grande taumaturgo. Tradizionale della Casa è anche il classico “Spumone”, che racchiude, in una felicissima sintesi, le numerose delicatezze della gelateria di questo Caffè di tradizione che si sposano naturalmente con il “Pan di Spagna” che ne costituisce la base e l’amalgama essenziale.

 

 

 

 

 

 

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Poste: a Brindisi ignorano le proteste del sindaco

Martedì, 5 agosto

Nessun segnale o riscontro alla nota diramata dal sindaco Mario Annese alla direzione provinciale delle Poste contro il provvedimento di chiusura pomeridiana del servizio fino a tutto il 31 agosto. Nota inviata lo scorso 22 luglio e nella quale, tra le altre cose, si scriveva a chiari lettere: “Appare fin troppo evidente che il persistere, peraltro immotivato ed ingiustificato, della chiusura pomeridiana dell’ufficio postale configura il reato di interruzione di pubblico servizio”.

Il tutto facendosi interprete delle legittime lamentele di una utenza che si vede costretta ad un servizio limitato nelle sole ore antimeridiane, con il ripresentarsi di uno spettacolo che i cegliesi  pareva avessero dimenticato, grazie proprio al prolungamento pomeridiano del servizio: le estenuanti code agli sportelli, vittime soprattutto gli anziani. E si può immaginare cosa questo voglia significare con il caldo africano di queste settimane. La disposizione di chiusura è in vigore dallo scorso 10 luglio e che dovrebbe durare fino al 31. “Tale situazione – affermava il sindaco – è da ritenersi grave ed inammissibile, sia in considerazione del carattere pubblico del servizio, che deve istituzionalmente  assicurare a tutti i cittadini uno standard minimo di efficienza attraverso la possibilità di accedere presso gli uffici locali anche nelle ore pomeridiane, sia in considerazione della maggiore presenza estiva, sul nostro territorio, di potenziali utenti”. Ed è un dato quello che vede aumentare il numero di utenti, molti emigrati, che in questi mesi si servono delle poste. Ed ora che è in atto anche la riconversione dei libretti postali, può accadere che per una tale operazione ci voglia più di mezzora. Si pensava ad un provvedimento di ripristino, ma ad oggi niente di questo e nemmeno due righi di risposta.

Anzi c’è di più. A quanto pare è stato autorizzato il trasferimento di un impiegato da Ceglie ad Ostuni. Nulla da obiettare su una legittima richiesta. Da obiettare, invece, circa i tempi: non era certo ilo caso di autorizzare ore il trasferimento in quanto una nuova  unità in meno significa ulteriore limitazione del servizio, visto che  i due a volte tre sportelli sono troppo molto insufficienti. E ne sanno qualcosa gli impiegati, gli unici a farne le spese visto che lavorano in un palese stato di tensione e nervosismo, spesso e volentieri incolpevoli bersagli delle giuste lamentele della gente. Ad Ostuni, va anche detto, il servizio è prolungato nel pomeriggio. Da vedere ce questa unità verrà rimpiazzato in futuro, oppure bisognerà “adattarsi” ancora una volta.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Calcio: il Ceglie non si iscrive al campionato dilettanti

Lunedì, 4 agosto

Incredibile ma vero. Il calcio a Ceglie è finito. Scaduto il termine e la rituale proroga a Bari, in federazione regionale, non è giunta alcuna richiesta di iscrizione al campionato di prima categoria. Un duro colpo alla tifoseria e alla stessa città che non si aspettava una simile conclusione dopo che da due anni pareva essere stata intrapresa la strada della rinascita del calcio cegliese. Il presidente del sodalizio, Armando Monaco è amareggiato per come si è conclusa questa storia con “la totale indifferenza da parte di tutti nel momento in cui ho chiesto aiuto, anche di cedere il titolo ad altri pur di far continuare a vivere il calcio a Ceglie”.

Che ci potesse essere il rischio della fine del calcio lo si sapeva da tempo. “Appena finito il campionato – a palare è Monaco – ho lanciato un vero e proprio Sos a tutti, a cominciare dall’amministrazione che in questi due anni non mi ha dato una sola lira”. E così prosegue: “Reggere una squadra da solo, con pochissimi collaboratori è un impresa che oggi è quasi impossibile; però l’ho fatto per due anni in presenza solo di promesse mai diventate realtà”. E mentre i giorni passavano, il suo “grido” ha trovato sempre più sordi. “Da dimenticare l’incontro che dello scorso 18 luglio con l’amministrazione, è stata quella l’ennesima dimostrazione del vuoto che avevo intorno”.

Dopo quell’incontro, come si ricorderà,  Monaco inviò per raccomandata il titolo della squadra per l’iscrizione. “Era quella l’ultima possibilità che avevo per smuovere le acque, facendomi anche totalmente da parte pur di non far morire il calcio che da solo non ero più in grado di garantire”. E cosa è poi successo? “E’ successo che – chiarisce Monaco – che il giorno dopo mi sono rivisto ritornare la raccomandata, con la nota non è nostra compensa”.  E sulla competenza non ci sono dubbi “ma il mio obiettivo era quello di sensibilizzare l’intera città, a partire dall’amministrazione, così come avviene altrove, a Carovigno per esempio, oppure a Locorotondo dove è stata convocata persino una seduta dio consiglio comunale dopo che la dirigenza della squadra locale aveva venduto il  titolo”. 

Questo è quanto accaduto e rimane di certo l’amara constatazione di come una città così grossa non riesce ad esprimere una sensibilità verso una realtà che era fatta non solo di prima squadra ma di tantissimi ragazzi che avevano trovato nella società un punto di riferimento per crescere non solo tecnicamente ma anche dal punto di vista sociale togliendoli dalla strada. “In quella strada – afferma a tal proposito Monaco – dove, purtroppo sono destinati a ritornare dopo che per la prima volt nella storia del calcio cegliese erano riusciti a vincere un campionato under 18”. Il tempo per rimediare, forse c’è, pensando proprio a questi ragazzi. Magari partendo da loro con  qualcuno che si accolli l’impegno di  portarli avanti e, nel frattempo – c’è tutto un anno – cercare di costruire un sodalizio capace di ripartire: titoli di società che si cedono non mancano mai. Per intanto la tifoseria dovrà trascorrere un anno in ..poltrona accontentandosi di “tutto il calcio minuto per minuto”.

 Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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L'Udc boccia Curto: "Prima l'azzeramento, poi il negoziato"

Lunedì, 4 agosto

E’ un agosto davvero caldo quello iniziato per il prosieguo della legislatura e la tenuta della coalizione di centrodestra che da appena un anno regge il governo della città.  Dopo l’incontro di mercoledì scorso quando l’Udc locale non firmò il documento sottoscritto dai segretari provinciali (c’era la firma anche di Mele, segretario provinciale Udc) mantenendo ferma la posizione che “senza azzeramento dell’esecutivo non si avvia alcuna trattativa di verifica”, va a vuoto anche il nuovo tentativo promosso dal sen. Curto, segretario provinciale di An (all’incontro di mercoledì aveva delegato Giuseppe Marinotti) che proponeva un nuovo incontro per ieri sera.

Invito che la segretaria locale del’Udc ha rispedito al mittente ribadendo quelle che è ormai una posizione ferma: “per iniziare la verifica di maggioranza è necessario partire dall’azzeramento, o revoca da parte del sindaco delle deleghe agli assessori” – conferma il segretario cittadino Giuseppe Vitale.

Stando così le cose appare difficile che si possa ripristinare o intavolare un tavolo per risolvere quella che è una crisi che va avanti ormai da molte settimane. Una crisi sulla quale ritornano ad esprimersi i partiti dell’Ulivo, Margherita e Ds, che ritornano a ribadire come “per il bene del paese, a questo punto l’unica cosa da fare è sciogliere questo consiglio comunale prendendo atto dell’impossibilità di ricucire le ferire all’interno dei partiti del Polo”.

Insomma, l’ostacolo che non si riesce a superare rimane l’azzeramento della giunta. “Si tratta di un atto politico – prosegue Vitale -, il riconoscimento formale dell’incapacità di questa giunta nel non essere stata capace di affrontare e risolvere  importanti questioni sui quali ci eravamo impegnati con il nostro elettorale. Problemi sui quali registriamo ritardi ed incapacità degli assessori non più giustificabili al paese”. A questo punto le strade appaiono segnate: o l’azzeramento o l’inevitabile ricorso alle urne. A chi il primo passo?.

 L. Dip

 

 

 

 

 

 

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Affascinati dalla restaurata facciata della chiesa Matrice

Domenica, 3 agosto

Agli occhi dei cegliesi, ai forestieri che in questi giorni si addentrano nel borgo antico risalta la facciata della Chiesa Collegiata da poco restaurata e pulita. Un intervento resosi necessario per curarne le “ferite”, complici il tempo e, soprattutto, i colombi che di danni ne hanno fatti, fin troppi. E’ stato il parroco don Giuseppe De Santis a promuovere e favorire un progetto teso a recuperare e pulire uno dei tempi sacri più importanti della città. Per ora, il primo intervento, appunto quello della facciata è completato. I lavori, eseguiti dalla specializzata ditta Garibaldi di Bari (ha eseguito  il restauro della Basilica San Martino a Martina Franca) procederanno con l’intervento restaurativi e anche qui di pulitura del campanile per poi interessarsi del lato prospiciente Via Maddalena e, per ultimo, intervenire sul tamburo della cupola. Lavori per i quali occorreranno quattrocentomilioni di vecchie lire, parte dei quali recuperati dai contributi della gente e della Cei. Ma torniamo alla facciata bella da ammirare con la sua nuova luce.

«Questi lavori – afferma lo storico Gaetano Scatigna Minghetti – hanno in effetti posto in evidenza una facciata in stile già neoclassico, in anticipo sui tempi rispetto agli altri edifici religiosi coevi che ancora si attardavano sui moduli di un barocco di già anacronistico». E questa inversione di stile lo si deve soprattutto al progettista il “regio tavolario” (figura che è paragonabile all’attuale architetto) – come specifica Minghetti – Giovanni Battista Broggia, napoletano «che, venuto per l’”apprezzo”del feudo di Ceglie, fu incaricato della redazione della pianta e del progetto della nuova struttura ed ai maestri esecutori, gli ostunesi Salvatore e Francesco Trinchera che tanta parte avranno, in seguito, nello sviluppo architettonico ed urbanistico della Ceglie tardo-settecentesca». In questa occasione, Salvatore Trinchera morì cadendo dal campanile, sul quale si trovava. La collegiata risale al 1521 ma in seguito venne ingrandita, se non addirittura ricostruita – come ci dice lo storico «per dare poi spazio ad una struttura che venne ampliata a croce greca ed imbarocchita nel 1786». Questa chiesa, dedicata all’Assunta, lasciò notevoli tracce della propria arte il pittore Domenico Carella, «al quale si deve l’”Ultima Cena”, restaurata di recente, l’”Assunta” e una veduta prospettica della città». Significativo risulta il “Cristo Uscente dal Sepolcro”, nella sagrestia, «in pietra policromata, attribuibile a Raimondo da Francavilla». Ma non solo. «Un coevo Crocifisso ligneo – continua Scatigna Minghetti – fa rimanere senza parole la severa austerità del modulo scultoreo; come pure la tela del santo taumaturgo, patrono della città, Sant’Antonio, che venne eseguita dal pittore napoletano Pacecco de Rosa, uno degli artisti più importanti del XVII secolo nel Mezzogiorno d’Italia».  Un vero gioiello che grazie a questi necessari interventi restaurativi – i primi da quando la chiesa venne edificata – pian piano ritorna a riscoprire una bellezza che è tutta da vedere.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

 

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Crisi più vicina: l'Udc di Ceglie sconfessa il segretario Mele

Venerdì, 1° agosto

Inizia con qualche difficoltà la verifica avviata per risolvere quella che è una crisi a tutti gli effetti. Accogliendo l’invito (e la sollecitazione) del sindaco Mario Annese, nella tarda serata di mercoledì c’è stato l’incontro prima tra i segretari provinciali della Casa delle Libertà, poi allargato anche ai direttivi locali. All’incontro erano presenti Nicola Ciracì ( Fi), Mimmo Mele (Udc) e Giuseppe Marinotti (An) su delega del suo segretario provinciale, sen, Curto.

L’incontro – da quel che è dato sapere, ha confermato le posizioni che già si conoscevano, con l’Udc cegliese fermo sulle proprie posizioni. Alla fine (la riunione si è protratta fino a tarda notte) è stato convenuto di sottoscrivere un comunicato congiunto. E qui il dato che conferma come la crisi non sia avviata su un terreno facile. Mentre Mimmo Mele firma il documento con gli altri segretari provinciali e i responsabili locali, il segretario cittadino dell’Udc, Giuseppe Vitale, non lo firma. Vediamo cosa si affermava nel documento e perché l’Udc cegliese non lo ha firmato.

“Dopo un’attenta e responsabile disamina della situazione politica ed amministrativa locale – si legge -, recependo il disagio espresso dalla locale Udc, si conviene  sulla necessità di procedere all’apertura di una verifica politico-programmatica  che dovrà avere some presupposto l’azzeramento dell’attuale esecutivo cittadino, oltre la riscrittura  di un programma di governo della città per l’intera legislatura”. Questo, allora significa che il sindaco procederà subito alla revoca delle deleghe?. “Non precisamente – chiarisce il segretario provinciale di Fi, Nicola Ciracì; per evitare che il sindaco possa rimanere senza un esecutivo per lungo tempo, noi avvieremo da domani  (oggi per chi legge, ndr) la verifica programmatica e, concluso questo passaggio ci sarà l’azzeramento dell’esecutivo”.

Ed è su questa procedura che, evidentemente, si registra la posizione locale dell’Udc. E’ lo stesso segretario cittadino Vitale (con lui all’incontro c’erano il capogruppo Francesco Locorotondo ed il presidente del partito Antonio Piccoli) a spiegarlo. “Innanzitutto – premette – il nostro non è un disagio ma una posizione politica ben chiara”.  E così prosegue: “L’Udc locale non ha firmato il documento non  per sfiducia al segretario provinciale Mele, ma per disaccordo sulle modalità e sui tempi della crisi in atto”. Il vostro, allora, è un disaccordo solo sulle procedure? “La nostra posizione a livello locale – a parlare è sempre Vitale – è nota da mesi: vogliamo il riconoscimento formale dell’incapacità di questa giunta nel non essere stata capace di affrontare e risolvere  importanti questioni come la salvaguardia dell’ospedale, il non avvio delle conferenze di servizio, l’ordine pubblico, il rilancio del turismo, la gestione del teatro, la perdurante chiusura della casa degli anziani, il mancato sostegno al mondo associazionistico, l’assenza di un programma di opere pubbliche, il Pug. Da qui la nostra richiesta pregiudiziale di azzeramento dell’esecutivo per partire un minuto dopo  con la verifica che parte da un recupero dei rapporti tra i partiti della C.d.L. e si chiuda nel giro di pochissimi giorni con lo scopo di rilanciare dell’attività amministrativa con un esecutivo nuovo e capace di coadiuvare il sindaco nel portare a compimento il programma che abbiamo sottoscritto con gli elettori”.

Queste le posizioni in campo con l’Udc locale che, par di capire,  avvia la verifica solo in presenza dell’azzeramento dell’esecutivo. Da premettere che per l’11 agosto – così come concordato in sede di conferenze di capigruppo –  dovrebbe essere convocato il consiglio comunale  per discutere dello statuto e, il giorno dopo, approvare il costo consuntivo. Se però perdura questa situazione è probabile uno slittamento per evitare una nuova battuta d’arresto della maggioranza.

Luca Dipresa


 


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