Ceglie in diretta |
Novembre 2001 |
|
2001
|
A Ceglie convegno regionale sull'agricoltura Venerdì, 30 novembre "Rischi e prevenzione nel lavoro agricolo e zootecnico" è il tema del convegno regionale in programma domani, sabato pomeriggio, presso la struttura riabilitativa per neurolesi e motulesi, ed organizzato dalla Federazione Regionale Coldiretti Puglia. L'appuntamento, patrocinato dalla Regione Puglia, dalla Provincia di Brindisi e dal Comune di Ceglie, a quanto pare, e il primo organizzato in Italia da una confederazione agricola da quando è stata introdotta la legge sulla sicurezza (meglio nota come la 626 del 1994). Ed il motivo lo spiega il dott. Luigi Ricci, il presidente della sezione locale della Coldiretti e praticamente il promoter dell'iniziativa: "La legge 626 - chiarisce - ha ormai superato la fase di rodaggio e, dopo un inizio molto difficoltoso, sono ora disponibili tutte le risorse per completare gli obiettivi che il legislatore ha voluto individuare per tutelare la salute dei lavoratoti; quindi anche le nostre aziende devono essere formate sull'importante aspetto della sicurezza degli ambienti di lavoro e della preservazione della salute dei dipendenti". Nutrito ed interessante il tavolo degli interventi. Si parte con il saluto del presidente provinciale della Coldiretti, Francesco Gugliemi, cui farà seguito l'introduzione ai lavori da parte del dr Luigi Ricci. Quindi, le relazioni ufficiali: l'intervento dell'ing. Remo Tarantini (responsabile Securval spa) che si soffermerà sui "Principi costituzionali e civilisti della 626, le leggi italiane sulla sicurezza e gli obblighi del datore di lavoro"; il dr. Antonio Valente (specialista in medicina del lavoro) che affronterà il tema "Rischi specifici correlati alle attività agricole e zootecniche - aspetti di sorveglianza sanitaria"; ancora l'ing. Tarantini, che svilupperà il concetto di "Rischio residuo negli ambienti di lavoro nel settore agrialimentare; macchine ed attrezzature, dispositivi di protezione e panorama sanzionatorio per gli inadempienti. Prevenzione e protezione"; il dott. Pietro Amico (primario di medicina legale Inail) parlerà degli "Infortuni e malattie professionali in agricoltura". Alle relazioni seguirà il dibattito con gli interventi che sicuramente non mancheranno da parte dei circa duecento operatori che si sono già prenotati per partecipare a questa iniziativa che porta il settore agricolo e della zootecnia a fare i conti con questa legge sulla sicurezza che riguarda anche loro. Le conclusioni affidate al presidente regionale Coldiretti, Stefano Greco. Da sottolineare- come aggiunge il dr Ricci - che questa iniziativa "è propedeutica a quella che porterà alla creazione di un nucleo di supporto per tutti gli operatori che dovranno ottemperare alle disposizioni per non incorrere in sanzioni in caso di controlli". Significativa anche la collaborazione con la Fondazione Paolini ( e qui va sottolineata la collaborazione offerta dal dr Rinaldo Mazzetti, direttore amministrativo del centro, nell'organizzare il convegno ndrr) che gestisce la struttura cegliese, punto di irferimento importante per quel che concerne la riabilitazione derivante da infortuni. Luca Dipresa
Largo ai senior: iniziata la campagna d'autunno di An Martedì, 27 novembre La campagna d'autunno di An. É stato giorno di festa, quello di ieri, per il partito del commissario provinciale sen. Pino Specchia; è stata la risposta, sullo stesso campo di battaglia, alle batoste subite in estate, subito dopo la non esaltante vicenda delle elezioni politiche di maggio. E ieri, invece, nel salone di rappresentanza della Provincia, il commissario provinciale che aveva dovuto prendere atto di defezioni ha «annunciato alcuni rientri e diverse nuove adesioni di amministratori e consiglieri comunali». E per l'occasione, Specchia, innanzi tutto, ha voluto dimostrare - nel «post scriptum» alla stampa del suo intervento - che «il partito è unito», tanto che al tavolo della presidenza con lui c'erano l'assessore regionale Michele Saccomanno, l'on. Adriana Poli Bortone, l'on. Salvatore Tatarella, coordinatore regionale di An, con il sen. Euprepio Curto. «Ci sono stati periodi difficili - ha detto Specchia -, con amici che ci hanno lasciato o che ci hanno costretto a fare a meno di loro, ma pian piano sono state risolte diverse situazioni negative: ad Ostuni - ha aggiunto - abbiamo ripreso la collaborazione con gli amici di sempre, primo fra tutti, Nico Silletti; a Fasano sono state portare a soluzione tante situazioni negative ed ora siamo una grande famiglia; a Ceglie posiamo contare sul peso politico di tantissimi amici tornati in An; a San Pancrazio dopo aver inaugurato la sezione intitolata a Pinuccio Tararella portiamo a termine un percorso e a Carovigno registriamo ritorni a casa e una rappresentanza di grande prestigio...». E
dunque ecco i nomi. «Sono tornati in An - ha detto Specchia - il
consigliere comunale, avv. Massimo Ciullo, già del Ccd e insieme a lui
diversi amici, tra i quali il prof. Antonio Caputo, direttore della
Biblioteca "De Leo" ed altri, che hanno ricostituito il
circolo "Fede e Tradizione"; torna in An la dott. Anna
Carlucci, insieme a diversi amici, che hanno ricostituito il circolo
"Appia Antica". E a Ceglie Messapica, poi - ha proseguito il
commissario - con Oronzo Ostacolo sono giunti vecchi e nuovi amici tra i
quali il dr. Enrico Marseglia, la dott. Giuseppina Barletta, il dr.
Franco Nigro, la dott. Paola Ugenti, il rag. Domenico Santoro, ed ancora
gli amiciMartino Marangi, Angelo Leporale, Cataldo Rodio, Pietro Lodedo,
Piercorrado Santoro, Pietro Suma, Glicerio Campanella, Cosimo Suma,
Antonello Pascariello, Franco Suma, Giuseppe Convertino e Carlo Suma ed
un'altra cinquantina di iscritti. Hanno aderito, invece, per la prima
volta ad An il dr. Edoardo Moscatelli, consigliere comunale di S.
Pancrazio Salentino; il dr. Angelo Lanzillotti, sindaco di Carovigno, il
geom. Angelo De Biasi, il signor Salvatore Barnaba e la signora Carmela
Lanzillotti, consiglieri comunali del Ccd».
Al via i corsi per l'Università delle Tre età Martedì, 27 novembre Verrà inaugurato ufficialmente giovedì il primo anno accademico dell'Università delle Tre Età. L'iniziativa, come è noto, è di un gruppo di soci fondatori che l'11 ottobre scorso si costituirono in associazione designando presidente il dirigente scolastico Pietro Maggiore ed ottenendo il riconoscimento ufficiale da parte dell'Associazione Nazionale Unitre con sede a Torino. "L'Unitre - ci spiega il presidente - è nata come un progetto di vita per soddisfare un desiderio di crescita culturale ed umana; in particolare propone un programma di corsi aperti a tutti con una metodologia didattica ideata tenendo conto dei differenti livelli di istruzione". Così, giovedì sera verrà presentato i corsi che partiranno il prossimo 5 dicembre per concludersi a maggio. Alla presentazione, che si terrà nella sala conferenze dell'Istituto Musicale con inizio alle ore 18,00, interverranno il commissario prefettizio, Rosa Maria Simone, il provveditore agli studi, Fabio Scrimitore ed il presidente Unitre di Ostuni, Sandro Massari. Quindi, dopo il concerto curato dall'Istituto Musicale e tenuto dalla scuola di flauto diretta dal prof. Luigi Bisanti, toccherà al presidente Maggiore ed alla coordinatrice dei corsi, prof.ssa Giuseppina Spinelli, presentare il programma di questo primo anno accademico. I corsi saranno in tutto sette: "Conoscere l'Euro" - corso tenuto dal dr Giuseppe Mita e riservato a quanti vogliono familiarizzare con la nuova moneta comune europea nella spesa quotidiana e nei rapporti con le banche; "Impariamo a leggere ed a conversare in inglese" - tenuto dal prof. Cosimo Santantonio; "Usiamo il computer" - tenuto dal prof. Michele Salonna; "Letteratura Italiana" - tenuto dal gen. Renato Sgura è riservato a quanti vogliono conoscere alcuni tra i più grandi poeti dialettali italiani; "Conoscere il territorio" - tenuto dal prof. Gaetano Scatigna Minghetti il corso è rivolto a coloro che vogliono conoscere meglio il nostro territorio con l'aiuto di studiosi locali e prevede anche visite guidate; "Storia Antica: i grandi fatti storici dell'antichità" - tenuto dal prof. Cosimo Palmisano, sarà rivolto agli amanti della storia e vogliono pertanto conoscere meglio i fatti storici dell'antichit…; "Impariamo a conoscere il latino" - anche questo corso avrà come docente Cosimo Palmisano ed è riservato a chi già ha dimestichezza con la lingua latina e a chi non ne ha affatto. Tutti i suddetti corsi saranno attivati con un numero minimo di dieci studenti e si svolgeranno presso la scuola elementare "De Amicis". "Per iscriversi ai corsi - precisa il presidente - non Š necessario avere alcun titolo di studio, e per le iscrizioni ci si pu• rivolgere direttamente presso la sede associativa sita in Via F. Argentireri n. 84". Luca Dipresa
Locorotondo (Fi): "Salvare l'ospedale di Ceglie" Lunedì, 26 novembre Ferma presa di posizione del consigliere provinciale di Forza Italia, Francesco Locorotondo, dopo aver appreso le notizie riguardanti il piano sanitario che prevedono per Ceglie "un vero e proprio smantellamento del presidio ospedaliero, parlando prima di una riconversione dello stesso e, dopo, anticipando addirittura lo stesso piano regionale, di una chiusura del reparto di chirurgia generale". Un progetto che vede l'esponente azzurro fortemente critico, invitando "quanti hanno a cuore le sorti dell'ospedale cegliese ad alzare la voce affinchè‚ venga sventato il progetto". E così prosegue l'esponente del partito degli Azzurri: "Tutto questo appare come una vera e propria beffa, consumata a discapito dei cittadini cegliesi, in quanto non più tardi di un mese fa, il direttore generale dell'Asl di Brindisi, dott. Domenico Lagrevinese, in occasione dei festeggiamenti del trentennale dell'ospedale, assicurava che la struttura ospedaliera della nostra città, nel prossimo piano di riordino, sarebbe stata non solo salvaguardata ma addirittura migliorata". E qui uno nota tra il polemico e l'ironico: "Forse il dott. Lagravinese - asserisce Locorotondo - quel giorno abbagliato dai festeggiamenti si era dimenticato cosa aveva gi… in mente di fare, visto che nella sua dichiarazione alla stampa rilasciata giovedì 22 parla di una delibera del mese di luglio scorso nella quale si prevedeva un ridimensionamento dei presidi ospedalieri tra cui quello di Ceglie Messapica". E proseguendo fa notare come "nel giro di pochi giorni siamo passati dai festeggiamenti al silenzio assoluto di diversi funzionari dell'Asl e rappresentanti politici regionali del Polo e dell'Ulivo sul prossimo funerale dell'ospedale della nostra
città". La nota sic conclude con l'invito a "sventare la chiusura del reparto di chirurgia, vanto del nosocomio cegliese, preludio alla chiusura totale del presidio, rendendo di fatto la struttura cegliese un pronto soccorso".
Margherita e Ds disponibili ad allargare la coalizione Lunedì, 26 novembre Anche nel centro sinistra la macchina organizzativa - in vista delle elezioni amministrative del prossimo maggio - si è messa in moto. La celebrazione del congresso dei Democratici di sinistra, con la elezione della nuova segreteria e soprattutto la creazione del coordinamento della Margherita hanno fissato un importante punto di partenza. E nei giorni scorsi, iniziativa della Margherita c'è stato un primo incontro con i Ds, la cui delegazione era guidata dal neo segretario Pietro Mita. Alla fine è stato diramato un documento nel quale si è arrivati a «concordare sul valore fondamentale dell'alleanza politica dell'Ulivo». E'
questo il punto da cui partire, considerato che Margherita e Ds
concordano nell'affermare come« questa alleanza sia fondamentale ma non
sufficiente». E spiegano anche meglio il concetto di cosa vogliano dire
quando parlano di alleanza insufficiente. Per intanto Margherita e Ds vogliono «impegnarsi su problemi che in questi ultimi tempi stanno segnando negativamente la città, in particolare quei fenomeni legati alla criminalità e allo spaccio della droga». Un accenno nel documento viene fatto anche alle recenti vicende locali legate agli aumenti delle tasse. «Gli eccessivi aumenti delle tasse sulla spazzatura, sul ticket per il trasporto degli alunni dalla campagna - affermano Margherita e Ds - non trovano reale giustificazione e, pertanto, sono da rivedere». A tal proposito preannunciano la necessità di «avere un immediato incontro con il commissario prefettizio, comunque prima della stesura del bilancio preventivo 2002, con l'obiettivo di difendere lo stato sociale di questa città». E, sia sulla finanziaria che sul bilancio revisionale del Comune, le due forze sono decise ad organizzare diverse manifestazioni e finanche una pubblica assemblea. Luca
Dipresa
Leggere spruzzate di neve anche a Ceglie Messapica Sabato, 24 novembre Non ha risparmiato la Puglia l'ondata di maltempo che da ieri sta sferzando l'intera Penisola. Dopo le nevicate sul Gargano e nel subappennino foggiano, i candidi fiocchi sono caduti pure più a sud fino a lambire i litorali dell'Adriatico. Da stamattina diverse ondate di neve granulosa o mista a grandine, alternate a squarci di sole, hanno interessato anche Ceglie Messapica dove un leggero strato si è depositato in campagna e nelle zone più esposte al forte vento di tramontana. Ovunque però la patina bianca, mai a lungo alimentata, si è sciolta in pochi minuti. Brusco anche il calo della temperatura che stamani alle 8 ha fatto scendere il termometro a 5 gradi. La neve a fine novembre è un evento piuttosto insolito sulle colline intorno a Ceglie ma non rappresenta un record assoluto: il 5 novembre del '95 il paese si alzò sotto la coltre di cinque centimetri di neve caduti durante la notte, mentre nell'87, tra il 7 e l'8 dicembre, una fitta nevicata creò seri problemi alla circolazione. Negli ultimi 50 anni le nevicate più intense che si ricordano sono quelle del 2 febbraio del 1956, nel gennaio del '68 e quella, davvero eccezionale per intensità, durata periodo quasi primaverile, del marzo 1987 quando il paese restò sotto una spessa coltre bianca per oltre dieci giorni, tra il 4 e il 15 di quel mese. L'ultima grande avanzata del "generale inverno" è quella del gennaio-febbraio del '93, periodo in cui per sette volte il paese fu interessato da nevicate intense e di breve durata.
on line Incredibile! L'orologio della "Piazza" sarà riparato Sabato, 24 novembre Sarà stata una coincidenza però, dopo il servizio apparso sul La Gazzetta, pare che si stia facendo qualcosa per la riparazione dell'orologio della torre della centralissima piazza Plebiscito, da tempo guasto, si sia rimessa in moto. E' di queste ore, infatti, la notizia dell'incarico, alla ditta specializzata in questo tipo di interventi, a procedere all'esecuzione dei lavori di riparazione. Il che significa che ben presto i rintocchi dell'orologio della torre più famosa ed antica della città ritornerà a scandire le ore. La vicenda è nota. Un fulmine caduto nel corso di un temporale, più di un mese fa, mandò in avaria il meccanismo dei quadranti, con le lancette che di colpo si bloccarono sulle 7,10. Si pensò ad un guasto di poco conto e che, come accaduto in altre circostanze, sarebbe stato riparato nel giro di pochissimo tempo. Poi, invece, i giorni passarono senza che l'orologio ritornasse a funzionare. Allora ci si chiese il perché di così tanto ritardo. Si venne a sapere che il guasto era piuttosto serio e fu accertato che era stata, effettivamente, la conseguenza di un fulmine caduto durante un temporale: più precisamente, si venne a sapere che i parafulmini installati in cima alla torre non funzionarono e, di conseguenza, non fu possibile evitare il danno all'orologio. La cosa destò dei sospetti, considerato che l'installazione di questo sistema di intercettamento dei fulmini ha sempre scongiurato i rischio di danni e, in effetti, non aveva mai fatto cilecca. Furono in molti a pensare che qualche altro motivo doveva essere alla base del mancato funzionamento del sistema di parafulmini, rivelatosi improvvisamente incapace di «difendere» la torre e l'ingranaggio dei quadranti. E il motivo c'era: anni fa si procedette alla pulizia della torre e, nell'occasione, fu eliminata la messa a terra. Doveva essere una eliminazione temporanea e invece, da allora, di tempo ne è passato ma la messa a terra non è stata mai più ripristinata. Per la verità si procedette a quantizzare il danno e fu chiesto il relativo preventivo ad una ditta di Mesagne. Questa, che per l'occasione si è avvalsa della consulenza della ditta Trebbino di Uscio (in provincia di Genova), nota in tutta Italia per l'installazione di orologi su torri, nel giro di pochi giorni fece pervenire il preventivo per procedere alla riparazione. Tre milioni l'ammontare. Pareva che la cosa potesse avere un immediato seguito. Ma, così non è stato. Da qui le lamentele della gente affidate a La Gazzetta ed ora la notizia che c'è l'«ok» all'avvio ella riparazione. Sarebbe
stato difficile immaginare un natale con la Torre spenta e silenziosa,
quando tutti sono portati a far festa e baldoria. Dal 1893, anno in cui
venne eretta, la Torre, assieme al Castello ducale, è diventato uno dei
simboli più prestigiosi della città. Intere generazioni di cegliesi
hanno regolato la propria vita quotidiana sul puntuale rintocco. Ecco
perché ha fatto parlare molto, suscitando disappunto in tanti, il
ritardo nell'avvio della riparazione.
on line Primi due stipendi arretrati ai dipendenti del Neurolesi Venerdì, 23 novembre Oggi i dipendenti della Fondazione Paolini che gestiscono il Centro neurolesi e motulesi di Ceglie Messapica riceveranno gli stipendi arretrati di luglio ed agosto. Lo stipendio arretrato di giugno era già stato riscosso nei giorni scorsi. Se tale scadenza non sarà rispettata lunedì prossimo si tornerà a scioperare. È questo l’accordo raggiunto tra la Fondazione e le organizzazioni sindacali. È stato quindi sospeso anche dalla Cgil lo sciopero ad oltranza che non solo stava dividendo le tre organizzazioni sindacali, ma che avrebbe potuto provocare reazioni pesanti da parte della stessa Fondazione. Nei giorni scorsi, infatti, la direzione generale del Centro neurolesi stava valutando l’opportunità di rivolgersi a legali per denunciare il sindacato di interruzione di pubblico servizio. Il codice di autoregolamentazione esclude scioperi selvaggi e ad oltranza, a garanzia dei servizi minimi essenziali. Quello stesso codice fa riferimento a un largo preavviso dell’azione di protesta che comunque non può superare le quarantotto ore. Da tempo i dipendenti della Fondazione sono mobilitati per ottenere le retribuzioni arretrate. Se la scadenza del 23 novembre sarà rispettata, i dipendenti della Paolini vedranno se non altro dimezzato il loro credito nei confronti della Fondazione. Secondo quanto scritto dalle organizzazioni sindacali, la giunta regionale pugliese ha attribuito all’azienda ospedaliera Di Summa 11 miliardi 111 milioni di lire. Ora l’azienda dovrà versare quanto dovuto alla Paolini che potrà così pagare i propri dipendenti. Anche gli utenti avevano protestato per la situazione che si era venuta a creare e si erano rivolti al Tribunale dei diritti del malato. I lavoratori comunque avevano garantito ai pazienti del centro la loro assistenza volontaria a turno e in alcuni momenti della giornata. I sindacati Cgil, Uil e Fials hanno chiesto inoltre all’azienda ospedaliera Di Summa di considerare l’opportunità di inserire nella certificazione di credito rilasciata alla Fondazione Paolini la clausola “Salvo conguaglio” “considerando le difficiltà che si stanno determinando nelle operazionidi banca avviate dalla Fondazione medesima per poter far fronte alle esigenze più impellenti tra le quali la corresponsione delle retribuzioni al personale del Centro”. Intanto la senatrice del Democratici di Sinistra Rosa Stanisci ha scritto una lettera al presidente della Regione Puglia, Raffaele Fitto, per chidere di trovare il modo “per garantire ai dipendenti del centro di Ceglie Messapica di lavorare serenamente percependo quanto loro dovuto ed ai malati da loro curati le giuste prestazioni sanitarie delle quali hanno bisogno”.
Pizzo, dopo dieci anni assolti tutti gli imputati Mercoledì, 21 novembre Tra il 1987 e il 1992 furono anni terribili per Ceglie Messapica. Il «pizzo» imperversava. Commercianti, imprenditori, professionisti pagavano tangenti. E il racket incassava. Ma terrorizzava anche. Compiendo attentati dinamitardi, incendiari. Persino sparando sulle persone. Accadde al dentista, ferito ad un ginocchio con un colpo di pistola, e al genero di un imprenditore, ferito ad in braccio con una fucilata. Anni davvero bui per questa città, tormentata dalla malavita che ruotava attorno a Giuseppe Bellanova, capozona della Sacra Corona Unita. Un barlume di luce e di speranza venne proprio da questo capozona che alla prima condanna seria (dieci anni di carcere per una rapina commessa in una gioielleria di Ceglie) si pentì e raccontò tutte quello che sapeva sul racket a Ceglie. I magistrati inquirenti portarono sul banco degli imputati ventisei persone, tra cegliesi e mesagnesi della Scu. Dopo anni di tentativi di avvio, l'altro giorno il processo si è chiuso. Gli imputati sono stati tutti assolti per non avere commesso il fatto. Assoluzione che era stata già chiesta in apertura di udienza dal pubblico ministero Giuseppe Capoccia. Motivo? Le accuse erano basate solo sulle dichiarazioni del pentito Bellanova. Tutti i taglieggiati - erano ben venticinque - non hanno fornito alcune elemento per risalire a coloro che per mesi e mesi li avevano terrorizzati. Nessuno di loro è stato in grado di dare un sostegno alle indagini e nessuno di loro si è costituito parte civile, lasciando questo compito solo all'Aciam, associazione antiracket di Ceglie, assistita dall'avv. Maria Antonietta Spalluti, e al Comune della stessa città, difeso dall'avv. Grazia Vitale. Contro la costituzione di parte civile si è pronunciato l'avv. Augusto Conte, al quale si sono associati gli altri difensori, ritenendola inammissibile perché sia l'Aciam sia il Comune avrebbero potuto effettuare soltanto l'intervento nel processo a sostegno delle parti offese e non, a loro volta, sostenere di essere parti danneggiate dai reati, in quanto tali associazioni e enti non sono titolari di posizioni soggettive proprie. Spalluti ha sostenuto, come già aveva fatto qualche giorno prima in un altro processo contro presunti estorsori (e la sua richiesta per Aciam e Comune era stata accolta), che tanto l'Aciam quanto il Comune sono portatori di interessi propri ben determinati: il Comune per quanto riguarda la tutela dell'ordine pubblico e lo sviluppo economico del paese; Aciam perché portatore di interessi delle categorie economiche e sviluppo della realtà economica, con rimozione di tutti gli ostacoli. Interessi che per l'Aciam costituiscono scopi statutari, per il Comune sono finalità istituzionali. Alla richiesta si è associata il legale del Comune. Il tribunale ha accolto la costituzione delle parti civili. Quindi è ritornato in camera di consiglio per decidere sulla richiesta del pm. Ha acquisito i verbali ed ha assolto tutti. Unici condannati del gruppo sono stati Pasquale Idrontino che subito dopo l'arresto patteggio per l'estorsione al commerciante che lo aveva denunciato e Giuseppe Bellanova che chiese il rito abbreviato. Difensori sono stati: Aldo Gianfreda, Marcello Falcone, Mario Pavone, Augusto Conte, Massimo Bellini, Roberto Palmisano, Francesco Sozzi, Donata Perrone, Giancarlo Camassa, Angela De Cristofaro, Clemente Manco e Mario Laveneziana.
Motulesi, la Stanisci scrive a Fitto: "Paga i dipedenti" Mercoledì, 21 novembre Vertenza Motulesi, forse uno spiraglio. La riunione della giunta regionale, fissata per ieri, nella quale si sarebbe dovuta deliberare l'assegnazione di svariati miliardi dovuti al Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica, per le prestazioni eseguite nel 2000, è stata rinviata. Lo sciopero ad oltranza, iniziato ieri mattina, dai lavoratori dunque, non sarà sospeso. La tensione, all'interno dell'ospedale, è ormai al limite. Uno
spiraglio si è presentato nella tarda serata. Sembra che la Fondazione
Paolini si sia convinta a corrispondere ai cento dipendenti, oltre alla
mensilità assicurata nei giorni scorsi, altri due stipendi. Tre su
cinque maturati, dunque. La notizia, nel momento in cui il giornale va
in stampa è ancora ufficiosa, ma sembra che sia proprio questo
l'orientamento della Fondazione. «Una
data a cui non speravamo di arrivare - affermano -. A tutt'oggi non
sappiamo quando tale assurda ed insostenibile situazione potrà
definirsi, né quali saranno le prospettive future del centro.
Attendiamo da cinque mesi la corresponsione delle mensilità maturate.
Ora, dopo tanti vani tentativi di conciliazione «scioperiamo ad
oltranza», nella speranza che tale azione possa sollecitare le
coscienze di chi potrebbe risolvere il problema. Un grazie a quei
lavoratori che nonostante le forti pressioni ricevute sono qui a lottare
per i nostri diritti, perché ancora profondamente convinti che la
dignità non ha prezzo e che il sacrificio di tanti possa servire al
tanto di tutti». «Tanto fa onore ai lavoratori e consolida il rapporto con i pazienti - hanno sostenuto i segretari dei tre sindacati Cgil Fp, Uil Fp e Fials - ai quali sono legati da sincero e sentito affetto nella quotidiana e qualificata attività di assistenza». Malgrado ciò l'esasperazione dei dipendenti si è ripercossa, in qualche modo, anche sui ricoverati che ormai, da diverse settimane, devono fare i conti un'assistenza «garantita nei limiti essenziali» e perciò ridotta all'osso. Sono un centinaio i familiari dei degenti che hanno sottoscritto un esposto indirizzato al Tribunale per i diritti del malato di Brindisi, nel quale denunciano gli enormi disagi e chiedono un intervento immediato per risolvere al più presto il drammatico problema che «rappresenta uno schiaffo a quanti ogni giorno convivono con il dramma di queste persone». La gravità della situazione è stata sottolineata anche dalla sen. Rosa Stanisci che ha scritto al presidente Fitto: «La politica che è l'arte del possibile, è fatta per risolvere i problemi e non c'è burocrazia che possa opporsi alle soluzioni giuste e doverose degli stessi. Lei ha, quindi, il compito di dare risposte positive ai lavoratori della Fondazione Paolini, cercando la maniera più celere e corretta perché siano corrisposte loro le mensilità pregresse». (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Margherita e Ds riprendono il dialogo politico Martedì, 20 novembre E’ previsto per domani, giovedì, l’incontro tra la Margherita ed i Democratici di Sinistra. Incontro richiesto dai rutelliani che attendevano proprio la conclusione della fase congressuale, con la costituzione della nuova segreteria diessina per dare avvio a quel confronto in vista delle elezioni amministrative del prossimo maggio. Nei giorni sorsi la Margherita, anch’essa impegnata a darsi una precisa fisionomia organizzativa, si è riunita con l’approvazione di un documento in base al quale vengono gettate le linee sulle quali muoversi nelle prossime settimane. Il comitato provvisorio costituito è aperto – sostengono gli interessati – “a tutti coloro che si riconoscono nel progetto e che, alle recenti elezioni politiche, votarono per la Margherita (fece registrare 1400 voti circa, ndr.) pur in assenza di un riferimento organizzativo locale preciso”. All’incontro di giovedì sera la delegazione della Margherita dovrebbe essere composta da Tommaso Gioia, Tommaso Argentiero, Augusto Gallone, Giuseppe Gioia, Antonio Amico. Di cosa si parlerà? “E’ questo il primo incontro – ci spiega Tomaso Argentiero – che non si pone nessun ordine del giorno preciso se non quello di avviare un dialogo tra le due forze politiche, partendo dall’esperienza dell’Ulivo, e con l’intento di arrivare poi a formulare una proposta politica e programmatica sulla quale chiedere il consenso e confrontarsi con il resto delle forze del centronistra e della sinistra di Rifondazione”. Una cosa appare comunque certa: “Vogliamo costruire- spiega ancora Agentiero - un progetto serio e credibile tale da convincere gli elettori cegliesi a votarci per risollevare le sorti di una città che in questi ultimi anni ha forse vissuto il suo momento più grigio”. Insomma il quadro politico locale inizia a prendere forma e consistenza. Nel Polo ci sono ancora delle cose da chiarire. Sabato sera Rocco Cavallo, esponente del movimento politico Forza Ceglie ha di fatto aperto la campagna elettorale, anche il comizio era stato indetto per chiarire alla città la questione dell’aumento della tassa sulla raccolta dei rifiuti che è aumentata di oltre il settanta per cento. Ci doveva essere anche l’on. Vitali, ma - è stato detto dal palco – “è stato trattenuto a Roma per impegni parlamentari”. A molti, invece, non è sfuggito leggere in questa assenza una motivazione politica. Tra Cavallo e l’on. Vitali è noto il feeling esistente e moti parlavano di una candidatura dell’esponente di Forza Ceglie sponsorizzata proprio dal deputato forzista. La qual cosa – secondo indiscrezioni e voci raccolte – avrebbe un po' irritato esponenti locali di Fi e delle altre forze che compongono il Polo e da qui la decisione di disertare il comizio. Saranno state solo voci? Noi le riportiamo per dovere di cronaca. E tra queste rimane confermata quella che vorrebbe Mario Annese a guidare il Polo di centro destra. Sarebbero in molti nella Casa delle libertà a lavorare per questa soluzione. Ma, tra tutte queste voci l’unico dato certo è la candidatura di Antonio Suma che ritornerebbe a capeggiare una lista civica, sull’esperienza di Alternativa per Ceglie.
on line I carabinieri a riposo hanno finalmente una sede Martedì, 20 novembre Erano anni che ci stavano tentando ed oggi l’Associazione dei carabinieri in pensione è una realtà. Grazie alla disponibilità della passata amministrazione ora costoro hanno una sede e soprattutto un luogo dove incontrarsi. Così, transitando per Via Ombracchio non si può fare a meno di notare l’insegna dell’associazione con la sede intitolata ad Angelo Petracca, il giovane carabinieri medaglia d’oro, rimasto ucciso nel tentativo si sventare una rapina ad un istituto bancario dodici anni fa. Fu proprio quella circostanza e soprattutto le ricorrenze che di anno in anno si festeggiavano ad “intestardire” i militi in pensione a darsi una struttura organizzativa. Nel conseguimento dell’obiettivo molto ha pesato l’impegno dell’attuale comandante della stazione carabinieri, mar. maggiore Leonardo Meleleo. A gennaio ci sarà l’inaugurazione ufficiale, per intanto l’associazione è già operante e domani, mercoledì 21 novembre, ricorrenza della festività della “Virgo Fidelis”, hanno organizzato una messa nella chiesa cattedrale della città. Ci saranno tutti e 32 gli attuali associati e tutti i loro familiari. Intanto è stato costituito anche l’organismo direttivo. Presidente dell’associazione carabinieri in pensione è Fedele Barletta, coadiuvato dal segretario Michele Urso e da un consiglio direttivo composto da Domenico Lodedo, Cataldo De Mitri, Salvatore Palma, Antonio Santoro, Cosimo Esposto e Pietro Romagno. Una cosa appare comunque certa. Gli ex carabinieri non vogliono ridursi a fare una semplice attività associativa, di ritrovo serale, ma vogliono impegnarsi in attività di volontariato a servizio della città, come loro tradizione. Una lodevole prospettiva. Ed allora perché, non iniziare a coinvolgerli nel servizio di sorveglianza davanti alle scuole?. La cosa avviene già in altre città e per Ceglie sarebbe una vera occasione da non perdere tenuto conto della impossibilità spesso di garantire il servizio da parte dei vigili. Loro, i carabinieri in pensione – da quello che fanno sapere – non attendono che di essere chianti e coinvolti. Al commissario e, soprattutto, al comandante dei vigili di prendere l’iniziativa. Luca
Dipresa
An polemico per il ritorno di vecchi iscritti Martedì, 20 novembre É sempre piuttosto vivace il dibattito nel centrodestra cegliese in vista delle prossime consultazioni amministrative. Ora a farsi sentire è un gruppo di iscritti e simpatizzanti di An, ai quali non sta evidentemente andando giù l'attuale gestione del partito se affermano: «Sappiamo già da moltissimo tempo, sin da quando abbiamo preso coscienza del nostro impegno civile che già soltanto l'aria che precede le elezioni, in Italia, compie svariati miracoli di cui ormai, per la nostra età non ci meravigliamo più. Ceglie - aggiungono -, prossimamente tornerà alle urne per scegliere la nuova amministrazione che guiderà la città nei prossimi anni, e già si respira la famigerata aria elettorale che ancora una volta ha compiuto e sta per compiere fatti straordinari dei quali uno, nonostante la nostra aria disincantata, è riuscito per una volta ancora a meravigliarci». E gli iscritti di An scendono nei particolari e raccontano: «La "Gazzetta", negli anni scorsi ha parlato, sulle pagine della terra di Brindisi della contrapposizione verbalmente violenta tra il sindaco, prof. Pietro Magno ed il presidente dell'Associazione "Amici del ciclismo", Oronzo Ostacolo, che si era scagliato contro il primo cittadino e la sua amministrazione per un mancato sostegno finanziario all'associazione stessa per la realizzazione della "Coppa messapica". Volarono parole grosse - ricordano gli estensori del documento - che noi ricordiamo molto bene e credevamo che questo fatto avesse fatto allontanare definitivamente dalla sezione di Alleanza nazionale il suddetto signor Ostacolo». Ed invece, stando al documento: «Ora però il miracolo! - si afferma - Il signor Ostacolo con lo stupore nascosto di tutti, l'altra sera non sappiamo da chi e come invitato, è tornato a salire le scale della sezione, non sappiamo bene - aggiungono - con quali propositi, ma con la conseguenza grave, che un folto gruppo di iscritti e di simpatizzanti del partito si sono allontanati dalla sezione condannando questo gesto, dei dirigenti e delle suddette persone e provocando una scissione indignata di chi si spende totalmemte per le sorti del partito ma che ora si ritrova calpestato nella propria sensibilità e dignità di persona libera e militante». «Che dire a questo punto?», chiedono ancora. «Nulla .- rispondono -. parlano solo i fatti! Speriamo solo - concludono - che tutti quanti facciano un passo indietro non soltanto per le sorti del partito a Ceglie ma dell'intera Casa delle Libertà nella cittadina messapica».
Liceo Scientifico: torna la "pantera", ma sono i genitori Sabato, 17 novembre Ritornano alla carica i genitori e lo stesso presidente della giunta provinciale perchèCeglie possa finalmente avere il liceo scientifico. Dopo le note vicende dei mesi scorsi quando, fino a pochi giorni prima dell'inizio dell'anno scolastico la cosa appariva scontata con le famiglie dei 33 studenti che iniziavano ad acquistare i libri di testo sulla base dell'elenco formulato dal comprensivo cegliese, tutto andò in aria con l'improvvisa quanto inattesa decisione (così venne commentata dagli stessi genitori, ndr) di attivare la prima classe non come ampliamento dell'offerta formativa del liceo classico, ma come sezione staccata dello scientifico "Pepe" di Ostuni. Decisione che determinò vibrate proteste da parte dei genitori che all'epoca dei fatti ritennero il provvedimento dell'autorità scolastica provinciale ingiustificato. Da premettere che tutto era stato fatto in ottemperanza alle disposizioni ed in tempi utili - delibera consiglio istituto, delibera giunta comunale e delibera dell'amministrazione provinciale - con le 33 iscrizioni presentate alla segreteria cegliese fin da gennaio scorso così come recita la normativa. Una scelta, quella operata dai vari organismi, che rientrava nell'istituto dell'autonomia scolastica, accogliendo una precisa istanza del territorio ed il tutto senza comportare alcun aumento di spesa (si faceva ricorso alle disponibilità dell'organico, docente e non). Con l'autorizzazione della prima classe come sede staccata, la cosa è andata ben diversamente, con evidenti problemi per la funzionalità, dipendendo tutto dalla sede liceale di Ostuni: nomina docenti in ritardo; classe collocata nella sede del commerciale senza un minimo di servizio di segretaria e con il personale ausiliario mancante, ricorrendo quasi a titolo di cortesia a quello del commerciale dove la classe Š stata ubicata; problemi quando un docente al mattino comunica di assentarsi con gli alunni che spesso restano scoperti (più volte è toccato allo stesso preside giungere da Ostuni per coprire la classe; in occasione dei colloqui i genitori sono costretti a recarsi alla sede centrale di Ostuni). Insomma, una serie di evidenti problemi evitabili se fosse stato dato corso all'attivazione della classe presso il classico.
L'ombra del racket: attentato incendiario in una macelleria Venerdì, 16 novembre Benzina fatta filtrare da sotto la serranda del retrobottega. Poi il fuoco. I taglieggiatori avrebbero voluto in questo modo «ammorbidire» il titolare della macelleria «Voglia di pollo», che si trova a Ceglie Messapica, al quale da alcune settimane chiedevano il pagamento di cinquanta milioni di lire. Ma, fortunatamente, i tempi sono cambiati e l'omertà che una volta era il terreno fertile nel quale si muoveva il «pizzo», ora non c'è più. La gente ha capito la forza della denuncia, ha compreso che solo in questo modo si riesce a tagliare l'erba sotto i piedi ai taglieggiatori. L'incendio si è sviluppato verso l'1. Il fuoco per fortuna non ha danneggiato la struttura e tutte le attrezzature contenute in questa macelleria. I danni hanno riguardato soprattutto la merce, annerita dal fumo e quindi da buttare. La prima richiesta di denaro, stando alle scarne notizie trapelate, il macellaio l'aveva ricevuta alcune settimane fa. Superata la fase iniziale di sgomento, ma anche di rabbia e di impotenza per un nemico che c'è ma non si vede. E appoggiato dall'Associazione antiracket di Ceglie, il commerciante si è recato dai carabinieri ed ha denunciato. Il telefono è stato messo sotto controllo e sono iniziate le intercettazioni. Il telefonista si è fatto risentire. Una voce piuttosto giovane, appartenente probabilmente ad un ventenne o giù di lì, con chiara inflessione cegliese. La richiesta è stata la stessa: «Ci devi pagare cinquanta milioni di lire per poter lavorare tranquillamente». E poi il solito «ti richiameremo». Il tempo è trascorso ed è giunta un'altra telefonata. Sempre la stessa voce, sempre la stessa richiesta. Gli investigatori ritengono che non sia lui la mente. Troppo giovane, stando al timbro di voce, per reggere le fila. Probabilmente la mente è altra persona che vuole rimanere ben coperta. I carabinieri un'idea se la sono pure fatta, ma aspettano il passo falso che sinora, a quanto pare, non c'è stato. L'altra
notte l'incendio della macelleria. Come mai? Due le ipotesi. O hanno
saputo che il macellaio ha sporto denuncia e si vogliono vendicare (ma
questa è un'ipotesi poco probabile dato il riserbo con il quale si
stava procedendo), oppure intendono stringere i tempi. E per convincere
il macellaio che loro fanno sul serio, hanno versato il liquido
infiammabile e appiccato il fuoco. Una scelta civile e coraggiosa, simile a quella fatta lo scorso anno da altri sette commercianti cegliesi che denunciarono le richieste di denaro che stavano ricevendo. I carabinieri arrestarono i malviventi e, come riferiamo nell'altro servizio, l'altro giorno sono stati pesantemente condannati. Una scelta che probabilmente non mette al riparo da atti come l'incendio della notte scorsa, ma sicuramente toglie ai taglieggiatori la sicurezza che deriva proprio dalla certezza di non essere denunciati. L'attentato, comunque, ripropone ancora una volta la piaga delle estorsioni. Questo paese in passato è stato martoriato dai taglieggiatori. Si era costituita una cellula che faceva capo alla Sacra Corona Unita che incendiava, sparava, faceva esplodere ordigni e intascava il «pizzo». I taglieggiatori furono denunciati dalle vittime e successivamente dal loro stesso capo. Tale Giuseppe Bellanova, che arrestato e condannato per rapina, si pentì. Ma la giustizia non sempre è celere. Il processo ai presunti componenti del racket ormai va avanti da anni. Rinvio su rinvio, ancora non si è stato possibile incardinarlo. La prossima udienza è stata fissata per lunedì. Anche in questo processo Aciam (avv. Maria Antonietta Spalluti) e Comune (avv. Grazia Vitale) sono costituiti parte civile a tutela della collettività. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Estorsione: dure condanne alla banda dei mesagnesi Venerdì, 16 novembre Tre
anni e quattro mesi ciascuno di reclusione, ottocentomila lire di multa,
liquidazione di cinque milioni per ognuna delle otto parti lese,
interdizione per cinque anni dai pubblici uffici. Ivan
Rocco Nuzzo, 29 anni, Diego Menga, 26 anni, e Antonio Zito, 33 anni,
tutti di Mesagne, sono stati, infatti giudicati «per avere in concorso
tra loro e con soggetti non ancora identificati tentato di estorcere
denaro ad alcuni imprenditori di Ceglie». Tre anni e quattro mesi di
reclusione non sono pochi, tenuto conto che hanno usufruito della
riduzione di pena prevista per il giudizio immediato e le aggravanti
contestate sono state bilanciate dalle generiche. Una costituzione di parte civile, quella dell'Aciam e del Comune, che non ha trovato d'accordo i difensori degli imputati (avvocati Marcello Falcone e Gianfrancesco Castrignanò). «C'è mancanza di danno per il Comune e per l'Aciam poiché il reato contestato agli imputati non era quello associativo e inoltre non vi era lesione all'immagine del paese». Ovviamente, diametralmente opposta la tesi dell'avvocatessa Spalluti che ha sostenuto il diritto sia dell'Aciam: «Questo reato ha come diretta conseguenza oltre l'allarme sociale connesso al generale fenomeno del racket, anche un danno patrimoniale specifico oltre che per i taglieggiati anche per quelle associazioni il cui fine principale è la tutela e la promozione di tali interessi economici»; sia quello del Comune: «Lo sviluppo economico si arresta in quanto il dilagare dei reati di estorsione funge da deterrente a qualsiasi iniziativa di investimento e crescita economica». Il giudice ha accolto tali motivazione e quindi la costituzione di parte civile. Ed ha anche sostanzialmente accolto le richieste del pubblico ministero di udienza, dott. Giuseppe De Nozza. I tre, tuttora detenuti, erano stati arrestati il 5 settembre del 2000 dai carabinieri. Da qualche tempo sette imprenditori di Ceglie Messapica ricevevano telefonate con richieste di denaro. «Prepara cento milioni, non fare lo spiritoso»; «L'assicurazione sulla vita è scaduta, prepara cento milioni»; «Non è uno scherzo, faccio vedere io se è uno scherzo... vedrai, vedrai...»; «Non avete deciso ancora niente, ci faremo sentire noi diversamente...». Tutte telefonate dal tenore chiaramente minaccioso che non intimorirono più di tanto i taglieggiati. Si rivolsero all'Associazione antiracket e furono presentate le denunce. Le
indagini non furono facili. L'8 agosto l'esercizio di uno dei
taglieggiati fu bruciato. Ma nessuno si fece intimorire. Tutti
proseguirono sulla strada intrapresa e il commerciante che aveva subìto
l'incendio del suo esercizio fu risarcito dal fondo nazionale per i
danni provocati dal racket.
Quattro ragazzi arrestati con droga Venerdì, 16 novembre Si terra questa mattina l'udienza di convalida dell'arresto dei quattro giovani cegliesi operato dai carabinieri della Compagnia di Francavilla Fontana. Pietro Altavilla, Vincenzo Monaco, Antonio Conte e Adelmo Semeraro, furono sorpresi dai carabinieri nella zona 167 di Ceglie Messapica. Tre erano in casa, mentre Semeraro, secondo quanto ritenuto dai militari dell'Arma, si trovava sul portone per fare da palo. Nella casa in cui si trovavano Altavilla, Conte e Monaco i carabinieri trovarono trenta grammi di eroina suddivisa in dosi, altri sedici grammi non ancora confezionata, un bilancino di precisione, carta stagnola, due coltelli, due paia di baffi finti, due parrucche, otto telefonini e cinquecentomila lire. Ai quattro giovani - difesi dall'avvocato Aldo Gianfreda - è stata contestata l'associazione per delinquere finalizzata allo spaccio delle sostanze stupefacenti. Ma c'è pure il sospetto che questo gruppo possa avere a che fare con le rapine. Quelle parrucche e quei baffi finti autorizzano a pensare questo anche se i carabinieri non hanno elementi per provarlo. Al sequestro di tutto quel materiale i carabinieri sono giunti dopo avere notato Balestra cedere una dose di eroina ad un tossicodipendente. I carabinieri lo hanno seguito mentre si allontanava. Balestra è entrato nel portone. I carabinieri hanno deciso l'intervento. Hanno circondato la zona e quindi hanno bloccato il palo (Semeraro). Hanno quindi fatto irruzione nella casa sorprendendo gli altri tre giovani.
Neurolesi: i dipendenti scioperano a oltranza Giovedì, 15 novembre E’
di nuovo in alto mare la pratica di stanziamento
dei
fondi
per
la «Fondazione
Paolini»
di Roma, che gestisce il centro motulesi e neurolesi di Ceglie
Messapica e che da quasi sei mesi non paga gli stipendi ai 146
dipendenti. Dopo il primo sciopero del 22 ottobre scorso,
quando
i
lavoratori manifestarono dinanzi all’ospedale
"Perrino"
di Brindisi, sede anche dell’azienda
"Di
Summa", proprietaria di entrambe le strutture, ieri e oggi i
dipendenti del centro sono tornati a scioperare e minacciano
l’astensione dal lavoro ad oltranza a partire da martedì prossimo.
Il
22 ottobre, i lavoratori incontrarono il prefetto di Brindisi Stefano
Narduzzi che si offrì come mediatore
per un
incontro chiarificatore
con il direttore generale dell’azienda Bruno Causo. L’incontro si
tenne nella stessa giornata e Causo garantì che la Regione Puglia aveva
già avviato la pratica per lo
stanziamento
di
otto miliardi,
parte
dei
quali sarebbe
stata
destinata alla
Fondazione
Paolini per il pagamento degli stipendi.
Tutto
sembrava procedere
speditamente fino a due giorni fa, quando
il
mandato
di
pagamento
è
stato
bloccato negli uffici ragioneria dell’ente regionale: per i
responsabili, l’erogazione di un importo tanto elevato richiede una
delibera di giunta. Il provvedimento dovrà ora affrontare l’intero
iter burocratico fino all’approvazione in giunta della delibera.
I
lavoratori sono stanchi di aspettare: l’ultimo stipendio percepito è
quello del mese di maggio e non intendono aspettare oltre. Ieri e oggi
hanno manifestato davanti alla sede del centro e dal 20 novembre
proclameranno lo sciopero ad oltranza fino a quando la situazione
non si sbloccherà.
Per
i dipendenti, la «Fondazione Paolini», alla quale l’azienda
ospedaliera ha demandato la gestione del centro di riabilitazione, ha le
sue responsabilità in questo ritardo. La mancata erogazione degli
stipendi a causa dei ritardi accumulati dalla Regione Puglia nel
versamento dei contributi, sembra quasi una forma di pressione indiretta
nei confronti dell’azienda per ottenere al più presto le somme
promesse. L’azienda
ospedaliera, dal canto suo, deve fare i conti con un deficit di
130 miliardi che potrebbe costare la perdita della qualifica già nei
prossimi mesi. A pagare le conseguenze di questo scontro potrebbe essere proprio il centro di riabilitazione di Ceglie, vero fiore all’occhiello della sanità brindisina. I dipendenti, infatti, sono tutti altamente specializzati, e molti tra loro hanno rinunciato al lavoro nel Nord dell’Italia per tornare nella loro terra e mettere a disposizione la formazione professionale acquisita altrove. Il centro ha iniziato la sua attività ad aprile del 2000; ha 90 posti letto, destinati a pazienti affetti da paresi di natura neurologica o che hanno subito traumi che interessano la parte motoria.
Ospedale: la città si oppone al ridimensionamento Mercoledì, 14 novembre Qualche giorno fa, la «Gazzetta» ha riportato alcune indiscrezione - accompagnate da legittima preoccupazione - rispetto ad un imminente trasferimento della pediatra «di ruolo» dal nosocomio cegliese a quello di Ostuni. C'è chi - nell'ambiente - ebbe ad assicurare sull'infondatezza di queste voci ritenute infondate. Ma così non è stato e qualche giorno fa è stato disposto il trasferimento ricorrendo per la sostituzione ad un medico con incarico provvisorio. La circostanza ha ora determinato l'energica presa di posizione del «Comitato cittadino per la salvaguardia della struttura ospedaliera», costituitosi lo scorso mese di febbraio in occasione del trasferimento di medici dal reparto di ostetricia. Rivolgendosi alle forze politiche e alle rappresentanze sindacali, i componenti del comitato sostengono che si è consumato «uno scippo identico a quello già verificatosi tempo addietro nel reparto di ostetricia, da dove veniva spostato un altro medico di ruolo nell'ospedale civile di Ostuni con sostituzione di altro medico provvisorio, nonché dello scippo dell'intero reparto di pediatria per attivarlo nell'ospedale di Francavilla a tutt'oggi inesistente, dando in merce di scambio sei posti letto di lunga degenza assegnati al reparto di medicina generale, senza concedere il dovuto personale per la sua funzionalità, ricorrendo a quello già in servizio nel reparto medesimo». In altri termini - secondo quello che sostengono i componenti il comitato - si è di fronte ad «un continuo indebolimento dell'organico e del servizio», in netto contrasto con quanto affermato nella rivista «Appunti di Sanità» del mese di ottobre dove, il direttore generale Lagravinese, affermava che «l'ospedale di Ceglie è una splendida realtà sia sotto l'aspetto organizzativo che professionale, qualitativo e quantitativo». Azioni che non corrisponderebbero per nulla alle reali intenzioni per cui prendono consistenza le voci di coloro che, nel corso di questi ultimi mesi, hanno sempre parlato di «morte lenta ma costante dell'ospedale in favore di altre strutture». Ecco perché si parla di nuovo scippo ed il comitato, tirando in causa i rappresentanti istituzionali e sindacali, chiedono di sapere «come mai al medico non di ruolo sia stata assegnata la sede di Ceglie e non quella di Ostuni». Come dire, se proprio era necessario ricorrere ad una unità, perché questo giro e non affidare direttamente l'incarico provvisorio con destinazione Ostuni? Interrogativo legittimo e che meriterebbe una risposta, anche perché così procedendosi da consistenza alle voci di «smantellamento della struttura». Ci sarà una risposta? I componenti il comitato, ma un po' tutti i cittadini lo meriterebbero, che appaiono rassegnati a quel modo di procedere, così come recita un vecchio proverbio «passato il santo, passata la festa», ovvero, con il passare dei giorni, tutto (in questo caso le lamentele) rientra e non se ne parla più. A Ceglie di esempi ce ne sono, non ultimo i disagi per la mancata apertura pomeridiana del servizio postale. Ma
il comitato cittadino è anche preoccupato per un altro fatto. «Abbiamo
appreso - scrivono in una nota - che nell'ex ospedale Tanzarella di
Ostuni si vuol aprire un reparto di lungo degenza; si chiede che senso
ha aprire un nuovo reparto quando questo già esiste nel presidio di
Ceglie». Anche questo merita una spiegazione con il comitato che è
pronto a dar vita ad iniziative tese «ad evitare altri scippi che
causano l'indebolimento della struttura».
"Processateli, uccisero il maresciallo e il contadino" Martedì, 13 novembre Saranno dieci le persone che compariranno davanti al giudice per le indagini preliminari perché implicate direttamente o indirettamente nell’omicidio del maresciallo dei carabinieri Antonio Dimitri. Secondo il giudice sono le stesse persone cegliesi che un paio di mesi dopo ammazzarono un contadino nelle campagne tra Ceglie e Martina, il località Fedele Grande I due magistrati che conducono l’inchiesta sulla sanguinaria banda che si rese protagonista di quella e di altre sanguinose rapine, i pm Francesco Mattiace e Adele Ferraro, hanno concluso le indagini preliminari. A breve sarà dunque depositata la richiesta di rinvio a giudizio con conseguente fissazione dell’udienza preliminare. Gli indagati sono i fratelli Roosevelt, Ladislao e Rocco Franchlin, il padre Antonio, Peter Cavallo, Oronzo D’Urso, Pietro Giordano, Francesco e Rocco Francioso, Alberto Palmisano. Due gli elementi importanti alla fine dell’inchiesta: l’esclusione di Oronzo D’Urso dall’elenco di coloro che hanno partecipato all’omicidio del carabiniere (in questo senso è stata accolta la ricostruzione effettuata dai suoi avvocati Massimo Manfreda e Angelo Gianfreda), e la derubricazione dei reati contestati al fasanese Alberto Palmisano, inizialmente finito in cella con l’accusa di aver compiuto la sanguinaria rapina e poi risultato clamorosamente estraneo alla vicenda. Dovrà rispondere solo del possesso di alcune banconote che farebbero parte del bottino. Secondo le indagini coordinate dalla procura di Brindisi, i fratelli Roosevelt, Rocco e Ladislao Franchlin, insieme a Cavallo, D’Urso, Giordano e ai fratelli Francioso componevano il nucleo centrale di una banda specializzata in rapine a mano armata ai danni di istituti di credito e di privati. A tutti viene contestata l’associazione per delinquere, a Roosevelt con l’aggravante di esserne il capo indiscusso. Sei le persone che risponderanno dell’omicidio del maresciallo Antonio Dimitri, avvenuto a Francavilla Fontana il 14 luglio 2000. Tutti quelli accusati di associazione a delinquere, a esclusione di D’Urso e Giordano. Molto nutrito il collegio di difesa composto dagli avvocati Cosimo Deleonardis, Carlo Petrone, Pietro Nocita, Luigi Vitali, Francesco Larocca, Cataldo Gianfreda, Salvatore Maggio, Massimo Manfreda, Aldo Guagliani, Mario Guagliani, Emilia Marinosci. L’udienza preliminare dovrebbe essere fissata per il prossimo mese di dicembre mentre il processo inizierà nei primi mesi del prossimo anno davanti alla Corte d’assise del Tribunale di Brindisi.
on line Nasce la "Casa di Momo", centro di ascolto Martedì, 13 novembre Far nascere un luogo aperto a tutti, in cui trovare qualcuno pronto ad ascoltarti ed aiutarti, o dove incontrare altre persone con cui parlare e confrontarti. E' questa l'idea de "La casa di Momo", un luogo nato in città su iniziativa del comune di Ceglie - assessorato alle Politiche Sociali - nell'ambito delle attività previste dalla legge statale 285/97 e da quella regionale 10/99, in collaborazione con il C.I.F., Centro Italiano Femminile. E', in pratica, un luogo pensato per le famiglie, che propone dei servizi di consulenza, di sostegno, che aiuta ad orientarsi tra i servizi già esistenti sul territorio, per venire incontro alle necessità della famiglia. Ma, chi è Momo, viene lecito chiedersi? E' il nome di un personaggio di un romanzo di Michael Ende, una bambina che ha una capacità prodigiosa: sa ascoltare come nessun altro, così mentre ascolta, le soluzioni di tutti i problemi di chi le parla emergono da sè, con una facilità che dimostra come a volte basta parlare e aprirsi allo scambio perché tutto si risolva o almeno sembri più chiaro. Inaugurata lo scorso gennaio, "La casa di Momo" - presso cui prestano servizio 16 operatori aderenti al C.I.F., presieduto da Anna Vitale - sta ora allestendo un programma di iniziative a media e lunga scadenza. "Vorrei ricordare - afferma il vice presidente del C.I.F., Grazia Maria Santoro - alcune iniziative che abbiamo tenuto lo scorso inverno, nei primi mesi di attività, come il cinema per gli adulti - 4 film sul tema genitori-figli-rapporti di coppia - e il corso di fotografia tenuto da Antonio Spalluti. Attualmente, sono partiti un corso di joga gratuito, della durata di sei mesi, curato dal dott. Franco Colizzi in collaborazione con il C.I.M., e un corso base d'inglese di tre mesi. In futuro, abbiamo intenzione di organizzare un corso di pittura, iniziative natalizie, e forse un corso di teatro in collaborazione con la filodrammatica "Nunzia Stoppa". "La casa di Momo", non è solo un luogo d'incontro, ma dispone anche di due servizi utili ai cittadini: il telefono amico dove al numero 0831/385605 risponde un operatore specializzato, e il centro di orientamento, dove vengono consigliati i servizi che esistono in città e che possono aiutare a risolvere eventuali problemi. (La Gazzetta del Mezzogiorno)
Tassa sulla spazzatura: forte protesta dei Ds Martedì, 13 novembre Tassa sulla spazzatura, cresce la protesta. Si respira un certo malcontento in città per l'aumento della tassa sul servizio di nettezza urbana, un provvedimento stabilito dal Commissario Straordinario, Rosa Maria Simone, resosi necessario - così come annunciato nella relazione programmatica del maggio scorso - per garantire la copertura integrale del servizio. L'aumento ha toccato la punta del 73%, cosa che, in affetti, sta comportando un esborso non indifferente per molte famiglie ed aziende. A dare voce alle proteste dei cittadini c'è il nuovo segretario dei Ds, Pietro Mita, secondo cui "l'aumento comporta un costo assolutamente insostenibile". "Considerando che il servizio non è adeguato e soddisfacente per le esigenze dei cittadini e delle aziende presenti nella zona industriale - afferma Mita - l'aumento diventa improponibile e sproporzionato. Questo caso, insieme all'aumento dell'addizionale Irpef, è solo un esempio dell'incapacità manifestata in più occasioni da parte del centro-destra di amministrare la nostra città, investendo il loro tempo e le loro energie non per risolvere i problemi della gente, ma per aumentare le tasse e per lasciare il nostro paese in un lungo periodo di commissariamento. Tutto ciò ha provocato un'assoluta mancanza di iniziative e attività che, soprattutto nel periodo estivo, ha portato la città ad una paralisi turistica e commerciale. Per questo il nostro partito si impegnerà pubblicamente a creare le condizioni di miglioramento per tutti i cittadini della nostra città, ponendo come obiettivo primario l'interesse della collettività e soprattutto delle fasce più deboli". La gestione del servizio di nettezza urbana appartiene alla ditta Tra.de.co di Altamura, salita alla cronaca ai tempi dell'Amministrazione Magno per la questione del canone - che, non essendo stato aggiornato aveva portato ad una razionalizzazione del servizio - risolta poi dal Commissario attraverso una transazione. Già quest'estate, tra l'altro, alcuni cittadini avevano cominciato a far sentire le loro voce, facendo notare, attraverso le pagine de "La Gazzetta", una gestione non ottimale del servizio, in netto contrasto con l'aumento richiesto. (La
Gazzetta del Mezzogiorno)
on line Gemellaggio scolastico con studenti di Spagna e Norvegia Lunedì, 12 novembre Italia, Spagna e Norvegia più vicine grazie all'istituto d'Istruzione secondaria superiore di Ceglie Messapica. Ha preso il via il progetto europeo «Socrates Comuenius 1», il cui fine è quello di creare occasioni di incontro a livello europeo tra le varie realtà scolastiche. Oltre ai docenti dell'istituto cegliese e a quelli delle città Segovia e Husnes, tra gli altri, hanno preso parte all'iniziativa il dirigente scolastico dell'istituto, Vincenzo Caragli, il dirigente scolastico della scuola media, Giovanni Caglieri, il consigliere provinciale Francesco Locorotondo, il presidente del consiglio d'Istituto, Enrico Turrisi, il rappresentante del Comune di Ceglie, rag. Donato Roma, le rappresentanti del II Circolo didattico, Maria Conte e Maria Santacroce. Il dirigente Caragli, nel corso del suo intervento, ha evidenziato la validità dell'incontro ai fini della realizzazione di una reale convivenza culturale e sociale all'interno dell'Europa. Anche Maglieri, ha sottolienato l'importanza degli incontri tra realtà scolastiche diverse, mentre Turrisi ha parlato della scuola come strumento di promozione culturale e sociale a livello europeo. Infine Locorotondo ha affermato che il progetto è una valida occasione di crescita culturale.
La pratica nel cassetto tiene ancora fermo l'orologio Domenica, 11 novembre Non occorrerebbero quattordici milioni come era stato detto in un primo momento, ma appena tre milioni e mezzo per riattivare l’orologio della torre della centralissima Piazza Plebiscito ormai da più di un mese fermo alle ore 7,10. Già nei giorni scorsi avevamo riportato le lamentele di moltissimi cegliesi che loro malgrado hanno costatato che il guasto non è stato ancora eliminato. Siamo andati un po’ più a fondo della questione ed è emerso che il preventivo per la riparazione giace da diverse settimane sulla scrivania dell’ingegnere capo del comune, Gianni Chiatti. Ma è mai possibile una così tanta lentezza nel provvedere al guasto. Qualcuno, un po’ ironicamente ha detto che “questo a Ceglie rientra nella normalità, alla faccia dell’efficienza”. Ma, sempre andando a fondo della questione è emerso un altro dato preoccupante che la dice lunga sul come l’organizzazione difetta in qualche ingranaggio. Com’è noto il guasto fu causato da alcuni fulmini caduti nel corso di un temporale. La questione, per la verità, destò subito qualche perplessità. Di temporali a Ceglie non è che quello fosse il primo. Al contrario, nel corso degli anni se ne sono registrati a iosa e mai che l’orologio della Torre avesse avuto seri problemi. A vigilare e “difendere” il monumento (e quindi anche l’orologio) i parafulmine lì sopra posizionati. Ma allora a quale cosa addebitare il guasto, l’avaria dei parafulmini? Presto detto e spiegato l’interrogativo che molti si sono posti circa il loro mancato funzionamento. Anni fa si procedette alla pulizia della Torre e nell’occasione venne eliminata la messa a terra. Ebbene, da allora di tempo ne è passato ma la messa a terra non è stata mai ripristinata o ammodernata. Ecco allora spiegato il motivo del mancato funzionamento “dell’apparato difensivo” costituito dai parafulmini. Ma veniamo al guasto. Appena l’orologio si bloccò a causa del fulmine, l’incaricato procedette ad una verifica e si accorse che il guasto era piuttosto serio. Andavano sostituiti alcuni pezzi e venne chiesta la consulenza e relativo preventivo alla ditta Trebbino di Uscio (in provincia di Genova), nota in tutta Italia per l’installazione di orologi su torri. Il preventivo giunse nel giro di pochi giorni (calcolato in tre milioni e mezzo) e si attendeva l’ok per far giungere i pezzi. Ma, quasi per non …far dispetto all’orologio stesso si è anche fermata (o bloccata) la pratica. Il tutto con il comprensibile disappunto della gente che guardando i quattro quadranti li vede spenti con le lancette ferme alle 7, 10 e l’assoluto silenzio dei rintocchi che scandivano ritmicamente le ore. A risentirne di più gli anziani che da lustri hanno organizzato la propria vita quotidiana al rintocco dell’orologio della torre. Dal 1893, anno in cui venne eretta, la Torre, assieme al Castello ducale è diventato uno dei simboli più prestigiosi della città. Intere tradizioni hanno regolato la propria vita quotidiana sul rintocco puntuale che si ascoltava da ogni parte del paese. Al mattino, prima ancora che albeggiasse, ai quattro rintocchi (le ore quattro) i contadini si alzavano per recarsi nei propri poderi a lavorare la dura terra. Ora, la Torre senza l’orologio, sembra denudato, spoglio col disappunto che cresce a macchia d’olio. Allora, sarebbe proprio il caso di dar seguito all’iter della pratica (o meglio del preventivo) per ridare alla città il tradizionale rintocco dell’orologio. Luca
Dipresa
Antonio Suma probabile candidato sindaco Sabato, 10 novembre Dalle voci, dalle indiscrezioni pare che si stia iniziando a passare alle certezze. Il riferimento alle prossime elezioni amministrative che vedrà Ceglie ritornare alle urne per ridare alla città un’amministrazione, un consiglio comunale che ponga fine alla lunga gestione commissariale. Nei mesi scorsi – sempre in tema di certezze – avevamo dato la notizia che Oronzo Ostacolo, esponente della destra locale, più volte consigliere comunale di An, si candidava a sindaco sostenuto da una lista civica. Poi ci furono (e ci sono) le indiscrezioni che danno in lizza Piero Mita, l’ex sindaco di Rifondazione comunista e Mario Annese, personaggio di spicco della politica regionale, sostenuto dal Polo di centrodestra. Di questi giorni l’altra notizia che Antonio Suma, vorrebbe riprendere l’esperienza del 1993, quando dette vita ad Alternativa per Ceglie, una lista civica che ebbe un ottimo risultato. “Era lontano da me – afferma Suma, consigliere comunale uscente del centrosinistra – qualsiasi intendimento di rituffarmi nella vita politica attiva; poi, vedendo come si mettono le cose, qual è soprattutto la situazione in cui versa la città, incoraggiato da molti amici, ho deciso di ripresentarmi ai cegliesi per cercare di invertire questa tendenza e rilanciare la città dal punto di vista economico e culturale”. Antonio Suma verrebbe sostenuto anche questa volta (come nel 93) da una lista civica “aperta a tutti quei cegliesi preoccupati dell’attuale situazione e che vogliono offrire un futuro certo ai propri figli”. Quindi, al momento, qualora le voci, oltre alle certezze verrebbero confermate a Ceglie il prossimo maggio si potrebbero avere quattro candidati sindaci. Ma, c’è da dire, sempre da alcune indiscrezioni, che tra Ostacolo ed An ci possa essere un riavvicinamento e, quindi, cadere la sua candidatura alla testa di una lista civica, anche se farebbe parte di una eventuale rossa formulata da An (come riferito nei giorni sorsi, pare che a Ceglie la candidatura a sindaco la debba esprimere proprio il partito di Gianfranco Fini, ndr). Insomma nel Polo l’orizzonte inizia a diventare sempre meno scuro e nei prossimi giorni potrebbe venir fuori qualcosa di più concreto. L’ex presidente del consiglio regionale è sempre caldeggiato e, qualora sciogliesse positivamente la riserva, c’è da pensare che tutto il Polo farebbe causa comune, anche An, si dice. Tenuto conto che dall’altra parte dello schieramento politico, le indiscrezioni porterebbero ad indicare in Pietro Mita di Rifondazione comunista il candidato a sindaco si preannuncerebbe un interessante scontro a tre: Annese, Mita, Suma. Luca Dipresa
on line Tasse e concorso avvocato: polemizzano ex consiglieri Sabato, 10 novembre Aumento delle tasse e concorso per la copertura del posto di «responsabile dell'ufficio legale», continuano a suscitare perplessità. Nei giorni scorsi era stato Angelo Gasparro, ex assessore della Casa delle libertà, ad affrontare i due argomenti assai spinosi. «Se si fosse proceduto ad un controllo costante del bilancio gli aumenti di tasse si sarebbero potuti evitare», affermò Gasparro. E per l'avvocato: «Mi sarei aspettato che fosse stato bandito il concorso per ragioniere capo e non quello per avvocato». Ora è Nicola Trinchera, consigliere comunale uscente di Rifondazione comunista, a scendere in campo. «Ormai non ci sono dubbi - scrive Trinchera -, il commissario e il sub-commissario non solo rimpiazzano il sindaco, la giunta e il Consiglio comunale, ma tentano di sostituirsi anche alle forze politiche. Debbono comprendere che continuare ad assumere provvedimenti senza il coinvolgimento della città incomincia a destare perplessità. Negli ultimi tempi delegazioni di cittadini si sono recate in Municipio per protestare contro l'aumento delle tasse. Erano anni che questo non accadeva, nemmeno alla presenza di sindaci eletti dal popolo. È troppo facile dire che tutto viene fatto nell'interesse del paese, se poi la maggior parte delle famiglie non è nelle condizioni di poter pagare». Quindi il consigliere comunale uscente Trinchera ritorna a parlare del concorso per l'assunzione di un avvocato. «Questo concorso continua a far discutere non solo perché "qualcuno ha avuto da ridire", come si afferma sulla "Gazzetta" di martedì scorso, ma perché vi sono assessori dell'Amministrazione Magno, interi gruppi consiliari uscenti, forze politiche, ma soprattutto tanti cittadini che non capiscono. Il commissario e il sub-commissario nel tentativo di giustificare l'utilità di questo concorso, affermano che "la sola costituzione in giudizio del Comune è costata finora 200 milioni e che quasi sicuramente monti contenziosi non vedranno sempre soccombente il Comune"». «Sul
primo punto - precisa Nicola Trinchera - il commissario deve sapere che
la maggior parte di quella cifra è servita per richiedere pareri legali
e costituzione in Cassazione per contenziosi provenienti dagli anni 80,
sui quali nulla può la presenza di un avvocato assunto dal Comune. Il discorso torna nuovamente sull'aumento delle tasse. «Bisogna essere precisi - sostiene Trinchera - per non lasciare dubbi. I soldi utilizzati per l'aggiornamento del canone della nettezza urbana furono lasciati dall'Amministrazione Mita e non tirati fuori dal cappello del prestigiatore, come fa intendere il commissario prefettizio. Furono lasciati nelle casse del Comune, prima del giugno '99, 1 miliardo e 400 milioni. Il Commissario deve spiegare, che se di quella somma ha potuto utilizzare solo 1 miliardo è perché l'Amministrazione Magno, irresponsabilmente, utilizzò 400 milioni di questa cifra per altre spese».
Neurolesi "in sciopero": i pazienti chiedono la terapia Giovedì, 8 novembre «E' quasi un destino che qui da noi, nel sud, quando qualcosa inizia a funzionare si debba far di tutto per creare problemi». E' questo l'amaro sfogo di una parente di un ricoverato presso la struttura riabilitativa gestita dalla Fondazione Paolini. Come è noto, in questi giorni il personale ha proclamato una serie di iniziative di mobilitazione e sciopero per protestare contro l'Azienda ospedaliera «Di Summa» e la Regione che non consentono il pagamento degli stipendi da cinque mesi. Una situazione che ha dell'incredibile e che, a quanto pare, servirebbe ben poco a sbloccarla. I dipendenti, stanchi delle promesse non mantenute, loro malgrado, hanno deciso di scioperare. Purtroppo però, a farne le spese sono gli ammalati che non possono fare a meno della giornaliera terapia importante per la loro riabilitazione. Fatto non trascurabile, o meglio - come sottolineano gli stessi ammalati - tenuto in poca considerazione a livello regionale che di fatto determina lo stato di forte disagio. Da quando il centro riabilitativo è stato aperto, con la gestione affidata dall'azienda ospedaliera «Di Summa» alla Fondazione Paolini, per moltissima gente è stata una vera manna dal cielo, la risoluzione ai seri problemi di poter riprendere una vita normale e soprattutto dire addio ai viaggi al nord presso analoghe strutture. Non tralasciando le difficoltà anche economiche che questi spostamenti creavano ai familiari che dovevano accompagnare gli ammalati necessitanti di cure riabilitative. Cose che il personale tutto ha subito ben compreso tanto da vivere male questo momento proprio perché sanno cosa significhi questo disagio per i ricoverati. «Noi - commenta un'altra signora che ha qui ricoverato il marito - non ce l'abbiamo con i dipendenti, verso i quali siamo solidali, quanto con chi potrebbe e dovrebbe risolvere la questione in pochissime ore, ripristinando la tranquillità negli ammalati». Ma pazienti e familiari solidarizzano con il personale, ben consapevoli di «quanto sia duro lavorare senza stipendio da tanti mesi». Disagio su disagio, insomma, con gli ammalati a farne le spese. «Solo chi come noi - ci confida quasi con le lacrime agli occhi la mamma di un ragazzo undicenne ricoverato nel pediatrico - ha il dramma di un proprio familiare in queste condizioni può rendersi conto di cosa e quanto questa struttura faccia per noi». E si spiega meglio: «Mio figlio ha subito un bruttissimo incidente con gravi conseguenze e diversi interventi; nessuno pensava ad un suo recupero fino a quando l'abbiamo portato qui a Ceglie dove il prof. Albertini, ci ha ridato non una speranza, ma la certezza che per mio figlio tutto ritornerà come prima». Però, il disagio di questi giorni ha il suo peso nella terapia interrotta, che ne può rallentare i progressi. Ma, sono tanti i casi come questo, e siccome a vivere il dramma in prima persona sono costoro, se la situazione non si risolve hanno detto a chiare lettere che sono pronti ad andare a protestare - se necessario - assieme ai dipendenti a Bari, davanti allea sede della Regione. Il diritto alla cura, alla salute ognuno lo rivendica come meglio crede, protestando contro l'indifferenza di chi non sa cosa sia soffrire. Luca Dipresa
Comune: il candidato sindaco del Polo sarà di An Mercoledì, 7 novembre Appena un mese fa, Angelo Gasparro, componente la direzione provinciale di Forza Italia, dichiarava che l'indicazione del candidato sindaco del Polo sarebbe toccata a Fi, in base ad un accordo che sarebbe stato trovato e che comprendeva, oltre che a Ceglie anche ad Ostuni. Ad An il compito di indicare il nome del candidato sindaco a Mesagne, Latiano e Fasano. Ma a quanto pare le cose starebbero diversamente. Due domeniche fa a Ceglie c'è stato un incontro dei vertici di Alleanza Nazionale (erano presenti i sen. Specchia e Curto, l'assessore regionale Saccomanno, il consigliere regionale Marinotti e l'assessore provinciale Friolo) e in quella circostanza è invece emerso che il nome a Ceglie lo dovrà invece indicare il partito di Fini. Stessa cosa accadrebbe a Latiano, tenuto conto che a Forza Italia sarebbe andato Brindisi, Ostuni e Mesagne. L'incontro delle scorse settimane è stato il primo ed è servito per fare il punto della situazione in vista delle elezioni amministrative del prossimo maggio quando si porrà fine ad una delle più lunghe gestioni commissariali che il comune ricordi. Niente nomi - ed è presto per farlo - ma qualche criterio sì. Da alcune indiscrezioni, ovviamente da verificare, sembrerebbe che sarebbe stato posto il veto alla candidatura a sindaco per vecchi amministratori. Solo per quella carica, sarebbe stato detto, mentre nessun veto per partecipare a giunte in caso di vittoria del Polo da parte di chi è già stato assessore. In questo modo cadrebbe l'eventuale candidatura dell'ex vice sindaco Urso e di Pietro Magno. Chi, allora? Ovviamente c'è tempo prima di proporre qualche nome, e vanno anche verificate quelle che erano voci più che fondate e che davano per probabile candidato l'ex presidente del consiglio regionale Mario Annese. E allora, se Annese accettasse, An farebbe un passo indietro? Il nome è di quelli che, quantomeno, farebbero riflettere chiunque. Interessanti, pertanto, si preannunciano i prossimi giorni anche perché è il momento di offrire qualche indicazione certa all'elettorato cegliese. Sull'altro fronte, quello del centrosinistra, la macchina dovrebbe rimettersi in moto ora che i Ds hanno un direttivo e soprattutto un segretario, Pietro Mita (omonimo dell'ex sindaco di Rifondazione), scelto unitariamente e con l'obiettivo di recuperare quel consenso che negli ultimi anni è andato scemando. Si parla di rapporto privilegiato con la Margherita, anch'essa in fase di costruzione, per avviare assieme a Rifondazione un dibattito che possa portare alla presentazione di una candidatura e di una coalizione unita e forte. Resta sempre valida l'indicazione di Pietro Mita a capeggiare la scalata a Palazzo di città.
C'è il concorso per l'avvocato comunale: dal 19 le prove Martedì, 6 novembre Fissate per i prossimi 19, 20 e 21 novembre le tre prove per il concorso per l'assunzione in pianta organica di un avvocato. I trenta partecipanti - molti di Ceglie e diversi provenienti anche da fuori Regione - verranno giudicati da una commissione presieduta, come dispone la normativa, dal direttore generale del comune, dott. Graziano Iurlaro e composta dal prof. Guido Raffaele Rodio, ordinario di Diritto Pubblico presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Bari e dal prof. Mariano Fiore, presidente della commissione per i concorsi di avvocato presso la Corte d'Apello di Bari. Le funzioni di segretario verranno invece svolte dalla dott.ssa Concetta Galetta, funzionario del Comune. Le tre prove scritte prevedono, nell'ordine, argomenti di diritto civile, diritto amministrativo per finire con la redazione di un atto processuale civile o amministrativo. Solo i candidati, che a conclusione di queste prove, otterranno un punteggio non inferiore a 42/60 verranno ammessi alla prova finale consistente in un colloquio. Va detto che nei confronti di questo concorso, la cui conclusione è prevista per la fine dell'anno in corso, qualcuno ha avuto da ridire non ritenendo lo al momento necessario ed utile alle casse del comune. Ma il commissario prefettizio, al contrario, è fermamente convinto dell'utilità con un notevole risparmio per il capitolo contenziosi. "Questa figura - ebbe, infatti, a sostenere la dott.ssa Rosa Maria Simone - abbatterà notevolmente il costo dei contenzioni che vede sistematicamente soccombere l'amministrazione pubblica". Negli ultimi anni la previsione media di spesa per i contenziosi è lievitata da circa 350 milioni a mezzo miliardo. Ma, pare che si è già oltre. Sulla scorta di una relazione del responsabile dell'ufficio contenzioso, dott. Franco Pompilio, al 21 settembre sarebbero già stati spesi 490 milioni sui cinquecento previsti e che sono giunte nuove sentenze, ormai definitive, alle quali bisognerà far fronte. E da Palazzo di città fanno sapere che si renderà necessario il ricorso all'avanzo di amministrazione per onorare il tutto. E, da conti fatti, la sola costituzione in giudizio del comune è costata finora circa duecento milioni. "Ecco perchè‚ la necessità della figura stabile dell'avvocato - ribadisce a sua volta il dott. Guido Aprea, sub commissario - che, oltre a costare molto meno, consentirà di poter seguire meglio le cause, con la quasi certezza che molte di esse non vedranno sempre e comunque soccombente il comune". Un altro consistente risparmio deriverebbe "dall'accordo bonario, quando per l'ente è quasi inesistente la possibilità di spuntarla". Così come stanno le cose, giungendo una qualsiasi citazione il comune deve necessariamente nominare un proprio legale. Insomma, tutte motivazioni che hanno convinto il commissario a bandire questo concorso, non tralasciando che "il contenzioso attualmente presenta livelli qualitativi e, soprattutto quantitativi, non più gestibile in maniera residuale e senza un'adeguata struttura". La presenza stabile di questa figura professionale "è sicuramente una spesa di investimento - ritiene la dott.ssa Simone - considerati i vantaggi per la tutela diretta dell'Ente ed i notevoli risparmi conseguibili dalla riduzione degli incarichi esterni". Luca Dipresa
Sciopero e interrogazione parlamentare per il Neurolesi Lunedì, 5 novembre La giornata di sciopero del 22 ottobre non è bastata. E per questo motivo i dipendenti del Centro di riabilitazione per motulesi e neurolesi di Ceglie Messapica, gestito dalla Fondazione “Paolini”, hanno dichiarato una nuova giornata giornata di sciopero che è stata effettuata stamani. Così come in occasione dello sciopero del 22 ottobre anche oggi la manifestazione di protesta si è svolta presso l’ospedale ”Perrino” di Brindisi, con inizio alle ore 8. Quindi i lavoratori in sciopero si sono spostati presso la direzione generale dell’azienda ospedaliera ”Di Summa” (il vecchio ospedale) e infine l' ulteriore sit in di protesta presso il Centro di riabilitazione di Ceglie Messapica. «Pur apprezzando gli sforzi compiuti dal direttore generale dott. Bruno Causo per la definizione della vertenza in atto presso il Centro, nulla è stato ancora concretamente posto in essere per garantire ai lavoratori il pagamento degli stipendi maturati, perciò le associazioni sindacali sono costrette a confermare lo sciopero, proclamato due settimane fa» hanno dichiarato CgilFp, UilFpl e Fials che finora hanno avuto un atteggiamento conciliante e paziente, ma che ora sembrano pronti a dare battaglia. La vicenda è stata portata in Parlamento, nei giorni scorsi, dall'on. Giovanni Carbonella che ha chiesto al Governo cosa intenda fare per garantire il futuro della struttura sanitaria. «Non
ci muoveremo da qui se un fax dalla Regione non ci attesterà che la
determinazione è stata firmata» hanno ripetuto i cento
dipendenti del Centro. Polemica anche la senatrice Rosa Stanisci, cha
sta seguendo la vicenda: "Ci avevano assicurato che la
determinazione che attribuiva gli otto miliardi alla Fondazione Paolini
sarebbe stata firmata di lì a poche ore ed invece ancora oggi non se ne
sa nulla. Il direttore generale Causo in mia presenza - ha detto la sen.
Stanisci - ha chiamato nuovamente l'assessorato per chiedere se l'atto
era stato firmato. Gli è stato assicurato che in mattinata il problema
sarà risolto. Siamo qui e aspetteremo». Il dott. Causo ha chiesto che
per conferma gli venga inviato un fax. «Si tratta di un atteggiamento
incomprensibile da parte della Regione», conclude la senatrice.
Commercianti già al lavoro per un "Natale vivo" in paese Lunedì, 5 novembre L'associazione «Ceglie in centro», si sta attivando per dar vita ad un Natale commerciale più vivo ed è per questo che una rappresentanza, lunedì scorso, ha tenuto un incontro con il commissario prefettizio Rosa Maria Simone. L'associazione commercianti, che conta ormai quasi un anno di vita, è certa che il commercio in questo Comune risulta essere qualitativamente soddisfacente al pari di altri paesi limitrofi. Tuttavia, ritiene che manca un contesto operativo. Il centro si presenta disabitato e sempre più spesso ci si sposta per fare acquisti in altre località di maggiore richiamo. Eppure non mancano le risorse naturali, storiche ed artistiche. I commercianti si sentono soli ed affermano che le idee ci sono «ma non è con le parole che si possono ottenere risultati concreti». Occorre, pertanto, muoversi per tempo. Il commissario prefettizio, in occasione dell'incontro, ha fatto richiesta di una disamina scritta di tutto quanto occorre per la buona riuscita dell'iniziativa. Elenco che sarà presentato nei prossimi giorni. Tuttavia, sulla base delle precedenti iniziative, è stata stimata la necessità di circa 15 milioni di lire, dei quali otto milioni necessari per l'illuminazione ci corso Garibaldi, via San Rocco e di alcune vie del centro storico.L'associazione, con queste iniziative, intende lanciare un messaggio forte a tutti i cittadini: «Non permettiamo che Ceglie muoia».
Il Comune: "L'aumento della tassa era inevitabile" Venerdì, 2 novembre “Il provvedimento adottato è legittimo e, oltre ad essere conforme, è anche motivato”. Questa l’affermazione del dott. Guido Aprea, sub-commissario del comune cegliese in merito all’aumento della tassa sulla raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani. Tassa che è decisamente raddoppiata e che ha, con la consegna degli avvisi di pagamento (è bene ricordarlo non sono delle notifiche) suscitato il previsto disappunto da parte dei cittadini. Protesta che ha determinato l’iniziativa della locale associazione Codacons che ha chiesto chiarimenti circa la legittimazione dell’aumento in questione. Da qui anche l’assicurazione del dott. Aprea che, comunque, prende atto dell’iniziativa della Codacons che così – sostiene il sub commissario – potrà rendersi conto che si tratta di un atto legittimo sotto tutti i punti di vista e che era necessario, anche perché “è lontana da noi ogni qual forma di vessazione”. Atto necessario, quindi ma che apre per il futuro uno spiraglio di abbassamento del canone considerato che gli accertamenti sull’evasione “si preannunciano promettenti”. Ma vediamo perché l’atto non conterrebbe decisioni illegittime. Il dott. Aprea ci mostra la delibera n. 89 dello scorso 29 maggio avente per oggetto proprio l’aumento della tassa per il 2001. Esaustiva la relazione della responsabile del servizio, dott.ssa Concetta Galetta. Si parte dal costo del servizio che nel 1996 - anno dell’avvio dell’appalto della Tra.de.co. – era fissato in 1.717.403.530. “Costo – si legge – mai oggetto di revisione rispetto al capitolato iniziale, sebbene durante questi anni siano intervenuti diversi fattori che hanno determinato richieste di revisione contrattuale da parte della ditta appaltatrice”. E si spiega quali le richieste avanzate dalla Tra.de.co: l’ampliamento del perimetro di raccolta che ha comportato il posizionamento di ulteriori cassonetti e relativo servizio di svuotamento e lavaggio; la raccolta di imballaggi (i cartoni degli esercizi commerciali) secondari ed assimilati ai rifiuti solidi urbani che la ditta ha effettuato senza alcuna remunerazione; l’estensione del servizio nelle aree della seconda 167 (zona Insarti) a seguito della progressiva edificazione; il potenziamento del servizio di raccolta nelle contrade durante il periodo estivo, con posizionamento di ulteriori cassonetti e relativi servizi inerenti. “A dette richieste – scrive la responsabile del servizio – di revisione del canone non è stato mai dato riscontro, per cui la ditta vanta nei confronti del comune di un credito pregresso di 1.712.130.922, iva inclusa. Se il comune era tenuto o meno a corrispondere alla ditta quanto richiesto, le passate amministrazioni, pare, avessero anche chiesto un parere legale che aveva confermato tale richiesta. Stante ciò, la gestione commissariale ha ritenuto conveniente per l’Ente arrivare ad una transazione “al fine di scongiurare un contenzioso inutile che avrebbe visto sicuramente soccombente l’Ente”. Così, la transazione ha chiuso il pregresso con il comune che ha corrisposto subito un miliardo, mentre i restanti settecento milioni verranno rateizzati (circa 150 milioni l’anno). Il miliardo è stato pagato ricorrendo a quella somma che, anno dopo anno, a partire dalla giunta Mita, era stata accantonata in bilancio proprio in previsione del contenzioso. Dall’analisi e verifica della situazione è emerso che il nuovo canone del servizio, compreso tutti i servizi che dal 1996 si sono aggiunti, “nonché dell’adeguamento scaturito dalla revisione dovuta in applicazione dell’art. 44 della Legge 724/94, è lievitato alla data odierna a 2.695.052.713”. A questa somma vanno aggiunti 340 milioni per tributo provinciale e 79 milioni per la raccolta differenziata, per un totale di 3.114.268.973. Da qui l’aumento del canone. A proposito dell’aumento del canone, fino alla copertura totale del servizio, il commissario premette che è stata una decisione sofferta ma necessaria. La legge è vero che da facoltà di applicare l’aliquota, purché si copra il costo almeno per il cinquanta per cento. Cosa che si sarebbe potuto fare se ci fosse la possibilità di attingere da altre somme, cosa che, a quanto pare, non sarebbe stata possibile. Si fa comunque trapelare la possibilità che per il prossimo anno si possa rivedere il tutto, anche perché l’accertamento sull’evasione starebbe dando buoni risultati. Luca
Dipresa
Il Codacons: "Perchè quell'aumento di tasse sui rifiuti?" Venerdì, 2 novembre In questi giorni i cittadini cegliesi stanno ricevendo avvisi di pagamento relativi la tassa sui rifiuti solidi urbani, aumentato lo scorso aprile di quasi il 74 per cento dal commissarrio straordinario. Il motivo della supertassazione dei cegliesi è attribuito alla passività del bilancio comunale, contabilità che però proprio secondo l' "amministratore unico" del Comune ha goduto un avanzo di oltre mezzo miliardo nel bilancio 2000. A questo punto il responsabile provinciale del Codacons (l’associazione che difende i consumatori) Vincenzo Vitale, ha chiesto all’Amministrazione comunale di Ceglie Messapica di fornire le delibere in base alle quali è stata aumentata la tassa per la raccolta dei rifiuti solidi urbani. «Sono arrivate a persone che vivono con redditi bassissimi avvisi di pagamento di 4- 500.000 mila lire con un aumento rispetto agli anni scorsi del 73 per cento. Noi vogliamo capire se questo aumento è legittimo e in che nodo è stato deciso. Ciò al fine di fornire informazioni ai tanti cittadini che si rivolgono presso i nostri uffici».
"Poca utenza", Poste sempre chiuse nel pomeriggio Giovedì, 1 novembre A quanto pare non c'è alcuna intenzione di riaprire il servizio pomeridiano delle poste. Dopo le sollecitazioni del commissario prefettizio che faceva proprie le rimostranze della gente, dalla direzione provinciale delle Poste è giunta a palazzo di città una nota nella quale si spiegava che l'apertura pomeridiana non era proponibile in quanto i due uffici in funzione soddisfano sufficientemente le richieste dell'utenza e che al pomeriggio il traffico riscontrato in passato non è tale da giustificarne la decisione di riaprire. Una risposta che, diciamolo francamente, non soddisfa la popolazione. E non soddisfa per due ragioni fondamentali: primo perché si eroga un servizio pubblico, secondo perché non si riesce a capire su quali criteri venga calcolato il traffico pomeridiano. Se al pomeriggio, dando per validi i criteri, il traffico non soddisfa è perché la gente ha dovuto presto adeguarsi alle necessità e, molto spesso, ha dovuto far ricorso a conoscenti o altri familiari per poter pagare un qualsiasi conto corrente, non potendolo fare di persona perché al lavoro. Al contrario, al pomeriggio, quando ha funzionato, non è che il traffico fosse poi stato così irrilevante. Sarebbe interessante - sottolinea qualche cittadino - vedere il comportamento che verrebbe adottato qualora la gente riducesse l'afflusso al mattino, decidendo di servirsi delle poste al pomeriggio. In questo caso, con un traffico limitato, si chiuderebbe il servizio antimeridiano per soddisfare l'accresciuta utenza pomeridiana? E poi, nel traffico pomeridiano è stato calcolato il numero degli utenti che ritirano, ad esempio pacchi e raccomandate? O si è solo contato il numero dei conti correnti ricevuti per pagare la luce e o il telefono? A Ceglie, pare che giornalmente giungano all'ufficio postale diverse centinaia di raccomandate e pacchi (c'è chi parla di più di 1500). Ora, poiché anche a Ceglie la gente va a lavorare, per cui molto spesso si trova impossibilitata a ricevere dalle mani del postino la raccomandata, quando il servizio era attivo lo faceva al pomeriggio. E non erano pochi i cittadini che ritiravano o inviavano le raccomandate o i pacchi. Questi sono stati contati nel traffico? Senza contare che con il servizio pomeridiano attivo c'era la possibilità che le raccomandate non consegnate venissero prontamente registrate e consegnate nel giro di poche ore ai cittadini che nella propria cassetta vi trovavano l'opportuno avviso. Appunto al pomeriggio quando la gente torna dal lavoro. Ora, invece, accade che per ritirare una raccomandata occorrono non meno di tre giorni. Senza
contare che il ritiro mattutino per chi lavora diventa spesso
impossibile e, qualora si chieda il favore ad un parente o conoscente,
giustamente allo sportello non le consegnano perché non trattasi
dell'intestatario. Luca
Dipresa
|
Speciali Politiche 2001: come si è votato a Ceglie M. (Br)
Le dimissioni del sindaco Magno "Aumentiamo le tasse": ecco la mediazione di Fi
Il testo integrale delle dimissioni "irrevocabili"
L'intervista con l'annuncio delle dimissioni
Il primo j'accuse: "Assessori, così non va"
Servizi Inascoltati allarmi per il castello. I siti paleolitici di Ceglie M.
|