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L'intervista integrale in cui il sindaco di Ceglie annuncia le dimissioni

Magno: "Troppi complotti, me ne vado"

 

 

Intervista di Luca Dipresa per "La Gazzetta del Mezzogiorno" al sindaco Pietro Magno

 

Mercoledì, 20 dicembre 2000

 

 

Sindaco,  è vero che lei ha intenzione di dimettersi?

“E’ vero. Ho intenzione di dimettermi perché così come vanno le cose non possono continuare”.

Si parla di mancanza di collante tra lei e la maggioranza. A cosa addebita questo?

“Ci sono due possibili spiegazioni. Una che io ed alcuni consiglieri, non tutti, navighiamo su mari diversi e non riusciamo a comprenderci. Io sono abituato ad una certa mentalità e a certi livelli di comprensione; evidentemente non riesco a farmi capire da alcuni consiglieri che sono stati eletti dal popolo cegliese”.

  E la seconda spiegazione?

“Siccome io più volte mi sono domandato il perché di certi atteggiamenti e non sono mai riuscito a darmi una risposta, ne la risposta me l’hanno data gli interessati, mi è venuto un dubbio, che io sia stato la testa di ariete per cacciare il precedente sindaco ma che poi,  a mia volta io debba essere eliminato per far posto a qualchedun altro”

 Può essere più esplicito?

“Ma, è un dubbio, perché, siccome non mi riesco a capacitare del perché fino ad oggi mi siano stati posti da alcuni soltanto bastoni tra le ruote nell’intento di realizzare il programma amministrativo che era anche il programma elettorale, e che è stato da loro condiviso e sottoscritto in seno al consiglio comunale del luglio del ’97, siccome non mi riesco a spiegare il perché di un simile atteggiamento, né loro me l’hanno spiegato, mi sorge il dubbio che non vogliano queste persone che  noi si realizzi il programma”.

 Tutto, o alcuni aspetti del programma?

“A questo punto penso tutti gli aspetti del programma, perché non ce né uno dove io non abbia trovato contestazioni su cose che loro stessi hanno approvato; non dico collaborazione, perché la collaborazione se c’è bene se non c’è pazienza”

 Per esempio il Piano Regolatore?

“Il piano regolatore è un discorso a parte. Il Prg è un problema che Ceglie cerca di risolvere da 40 anni e l’unica strada per poter risolvere questo problema - perché si sa che cosa dietro ci può essere a un Prg che, per sua natura è comunque destinato ad accontentare alcuni e a scontentare altri perché un  Prg che accanenti al cento per cento le persone non  esiste, non può esistere - era quello di predisporre una bozza di prg seguendo determinati criteri, che sono criteri che si traggono dal programma amministrativo ed elettorale e sono stati pienamente condivisi dal prof. Borri. Alla redazione di questo progetto hanno partecipato tutte le forze politiche di maggioranza e, in particolare, Angelo Gasparro quand’era assessore, insieme al geom. Galetta, prima del famoso evento dell’agosto 2000, il presidente del consiglio comunale in rappresentanza di Forza Italia, insieme agli assessori di FI, i rappresentanti di Alleanza Nazionale e tutti i consiglieri che hanno voluto essere presenti quando l’ing. Borri è venuto in questa stanza (il Gabinetto del sindaco, ndr), tutte le volte che è venuto, perché è venuto più volte, e partecipare ai lavori sulla base di quegli indirizzi che erano stai dati al progettista”.

 Quindi, sindaco, la bozza che avete presentato è quella che avete concordato con quelle persone che ha indicato?

“E’ la bozza che abbiamo concordato con loro. Ci può essere qualche piccola modifica. Ecco, una piccola modifica è che non avevamo inserito nei comparti, ci eravamo dimenticati, il giardino del castello e lo abbiamo aggiunto, ma è una cosa di estrema modestia. Questa bozza, in quanto tale non è altro che una base di discussione che dev’essere tale non solo per i consiglieri , ma per tutta la cittadinanza cegliese; per questo l’abbiamo affissa e resa pubblica in modo che tutti possono fare le loro osservazioni e se alcune saranno giuste pregheremo l’ing. Borri, quando lo approveremo in giunta, di fare le modifiche relative”.

 Ritorniamo ora ai bastoni tra le ruote che le sarebbero  messi. Ha fatto presente questa situazione all’on. Vitali e al sen. Specchia che furono i parlamentari che si fecero garanti dell’accordo elettorale sottoscritto a suo tempo?

“Si, l’ho fatta presente. E, sa qual è stata la risposta che mi è stata data? Non siamo in grado di controllarli più”

 Questo è abbastanza grave.

“Si, è molto grave”.

 Sindaco, con la richiesta del consiglio comunale al 31 gennaio per presentare le sue dimissioni, non si corre  che il comune venga gestito da un commissario?

“Io per senso di responsabilità volevo dare le dimissioni immediatamente dopo quello che è successo all’ultimo consiglio comunale (quello in cui si discuteva dei lavoratori socialmente utili, ndr) dove abbiamo raggiunto un livello inaudito di stupidità da parte di alcuni consiglieri, i quali non sono stati neanche a sentire alcune spiegazioni che io volevo loro dare per far capire che l’ordine del giorno che avevo presentato era un ordine del giorno positivo che permetteva di risolvere definitivamente il problema dei Lsu, mentre la mozione che è stata presentata da Rifondazione comunista, con la sottoscrizione di Galetta, che non mi è stata neanche inviata perché io la potessi conoscere e l’ho letta soltanto mezz’ora prima del consiglio è una vuota manifestazione di parole demagogiche che non risolvono un bel niente. Non hanno voluto sentire neanche queste spiegazioni. Quindi, io volevo presentare le mie dimissioni prima della fine dell’anno, immediatamente. Solo che il senso di responsabilità nei confronti di Ceglie e degli impegni che io ho assunto, mi ha fatto prorogare questa presentazione di dimissioni al consiglio, a dopo che sarà stato approvato il bilancio e a dopo che io avrò concluso alcune questioni che stanno sul tappeto di estrema importanza per il paese”.

 A proposito di bilancio, qualcuno parla di possibili ulteriori aumenti delle tasse.

“No, non credo proprio che ci sia questo pericolo. D’altra parte noi ci troviamo oggi con un debito nei confronti della regione di cui non avevamo nessuna conoscenza perché non era inserito in alcun bilancio ed è un debito di 1 miliardo e 100 milioni. Stiamo cercando con la Regione di ottenere una dilazione in modo tale da non farlo gravare esclusivamente sul bilancio del prossimo anno. Certo è che questo ci crea dei grossi problemi perché i soldi da qualche parte dobbiamo pure andarli a trovare”.

 Quindi, quello che si dice in giro, e cioè che volete mettere, ad esempio, il ticket per il servizio scuolabus non è vero?

“Dobbiamo chiarire un concetto basilare espresso non da me ma dalla legge: i comuni oggi non sono più quello che erano prima; con la nuova legge i comuni sono enti erogatori di servizi che i cittadini si devono pagare, è finito l’assistenzialismo in favore dei comuni che esisteva prima, prima si facevano le cose e poi pagava Pantalone. Oggi la legge pretende che i cittadini si paghino tutto quello che il comune loro eroga. quindi dovranno anche pagare il ticket oltre un certo Livello per il servizio di  accompagnamento dei bambini a scuola. E’ inevitabile perché non siamo noi amministratori comunali a stabilirlo, è la legge che lo stabilisce ed impone il pagamento di qualunque servizio venga erogato”.

Sarebbe questo, forse, il primo comune che impone il ticket scuolabus a famiglie che sono già meno abbienti.

“No. Ripeto che il ticket dovrebbe essere posto a carico soltanto delle famiglie che hanno un reddito. Perché, parliamoci chiaro, per quale motivo il comune deve spendere soldi per accompagnare a scuola il figlio del riccone. Non esiste nessun motivo per cui lo si debba fare, come non esiste alcun motivo perché il figlio del riccone che va scuola, va all’Università è esentato dalle tasse; la scuola pubblica non fa pagare le tasse? Perché lo stato fa pagare le tasse, non è un servizio pubblico anche quello?”

 A proposito di tasse e bilancio: si dice che le casse comunali sono sempre più vuote. Ma, allora, con quali soldi vengono fatti alcuni lavori come, per esempio, il ripristino del calvario?

“In parte sono finanziamenti che ci provengono dalla regione. In  parte erano lavori che sono stati programmati quando noi con conoscevamo l’esistenza del debito di 1 miliardo e 100 milioni  perché, altrimenti, avremmo probabilmente regolato le spese in un modo diverso. Noi abbiamo calcolato le spese che potevamo fare sulla base

di quello che risultava  dai documenti contabili. Tirando i conti ci siamo trovati una cambiale da pagare e di cui non avevamo conoscenza. Comunque, stiamo cercando di rimediare”.

 Veniamo al Palazzetto dello Sport. Può dirci come stanno le cose e quando potrebbero iniziare i lavori, tenuto conto che la squadra di basket potrebbe emigrare definitivamente altrove?

“Ho cercato di coinvolgere nella procedura per la costruzione del palazzetto  il presidente della squadra di basket (Sportelli, ndr)  facendolo presenziare a una delle nostre riunioni. Abbiamo finalmente raggiunto l’accordo con la società che aveva vinto la gara di appalto per l’esecuzione di lavori nei limiti della gara di appalto che era stata vinta. Il progetto è stato approvato dal consiglio comunale, la spesa anche. E’ tutto pronto. Stiamo aspettando semplicemente le autorizzazioni dei Vigili del fuoco, del Genio Civile, la conferma da parte del Coni che il palazzetto corrisponde ai regolamenti delle federazioni, dopo di che noi potremo cominciare i lavori. Con l’impresa è stato stabilito il termine ultimo per la stipula del contratto il 31 gennaio quindi, assolutamente entro tale termine debbono essere consegnati i lavori all’impresa per l’inizio degli stessi”.

 Il teatro perché non apre?

“Mancano le ultime autorizzazioni da parte degli enti competenti, dopodiché potrà essere aperto.  Quindi cercheremo di bandire una gara per la gestione perché come comune non siamo ne competenti per farlo perché nessuno di noi è esperto di attività teatrali, ne abbiamo gli strumenti per farlo”.

 E per la casa degli Anziani?

“Proprio questa mattina abbiamo avuto un ulteriore colloquio con persone interessate alla gestione e posso dire che rapidamente, direi entro la prima settimana di gennaio, sarà pubblicato un bando per dare in gestione la Casa  e nel bando sarà previsto anche da parte del gestore il completamento dell’ala che ancora è a livello di rustico”.

 Per la Cittadella dello sport, il suo cavallo di battaglia in campagna elettorale, qual è la posizione degli altri enti e soprattutto  i soldi chi li mette?

“Il problema degli altri enti è un problema di natura anche politica. Alcuni enti. Mi riferisco alla Regione e alla Provincia. E’ chiaro che favorire Ceglie significa per alcuni non favorire i propri bacini elettorali e quindi non vedono bene una cosa di questo genere, ma di questo me ne preoccupo molto poco. Intanto esiste ed è confermato, e certamente stipuleremo la convenzione molto presto, la partecipazione dell’Asl, del Coni e degli altri enti a questa iniziativa. Il palazzetto è già finanziato dal comune e comunque conviene al comune cercare di avere la proprietà di tutte le strutture per poi eventualmente darle in gestione. Debbo rilevare una cosa: io avevo preso dei contatti con imprenditori privati molto interessati all’iniziativa ma li ho dovuti lasciare, trascurare negli ultimi tempi data la situazione che si è verificata in consiglio comunale perché io non posso fare brutta figura a livello nazionale  perché per me essere sindaco di Ceglie è una cosa importante, ma è anche importante conservare a livello nazionale certi rapporti che ho e che non posso certamente pregiudicare per colpa di qualche sconsiderato consigliere comunale cegliese”.

 Ed allora?

“Il progetto sta comunque andando avanti tanto è vero che abbiamo fatto il bando per il progetto delle piscine; io ho già reso contatto con il nuovo presidente della Federazione Italiana Nuoto, che tra l’altro è consigliere provinciale di Forza Italia a Roma, Paolo Barelli, per cercare di trasformare questo centro che noi vogliamo realizzare in centro federale. Il tutto, naturalmente, è in un certo senso sottoposto alla condizione di poter io proseguire nella mia attività di sindaco, cosa di cui dubito fortemente, perché la situazione che si è verificata mi ha indotto a chiedere  una convocazione del consiglio comunale per presentare le dimissioni, ciò in cui io sono assolutamente fermo. Non posso più tollerare di andare avanti in questo modo. Io sono stato nominato dai cegliesi per realizzare alcune cose; queste cose io voglio realizzare  e se il consiglio mi impedisce di realizzarle non ha più senso che io continui a fare il sindaco”.

 Ritorniamo alla crisi che Lei ha detto basarsi su degli equivoci. Il preannuncio delle dimissioni non può sembrare un ultimatum verso coloro che la ostacolano dicendo loro o si fa così o me ne vado?

“No, non è che sto’ dicendo o si fa come dico io o me ne vado. O voi collaborate per il conseguimento degli obiettivi che voi stessi avete approvato, o voi non collaborate, ma non ostacolate ma se voi ostacolate siete voi in contraddizione. Siete voi che impedite di realizzare quello che voi stessi avete approvato.  Quindi, io che ci sto’ a fare”.

 Se la possibilità di proseguire passasse attraverso l’azzeramento dell’esecutivo, che poi sembra essere il vero bandolo della matassa?

“Non se ne parla neanche. Io non accetto ricatti”.   

 Qualcuno la rimprovera di non aver dato visibilità al Ccd e questo era il momento, avendo lei nominato due assessori.

“Mi sono trovato nella condizione di dover nominare degli assessori in situazioni di emergenza. O meglio, un assessore, Rocco Cavallo io avrei voluto imbarcarlo, che è una persona che ritengo capace e utile all’amministrazione cegliese e che non dimentichiamoci che in campagna elettorale si schierò con la maggioranza e io l’avrei voluto inserire nell’esecutivo fin dall’inizio anche se poi per ragioni politiche, di politica bassa, perché  poi lo avevo detto espressamente che voglio, ed era stato firmato un accordo in questo senso, essere libero da condizionamenti politici, il che non è avvenuto e in questo non sono io inadempiente, ma lo sono alcuni partiti, in modo particolare FI e il CDL, perché devo dire che AN non mi ha mai dato fastidio,  e quindi ho ritenuto di nominare l’assessore Rocco cavallo, sia per ampliare la maggioranza, sia per stima nei confronti della persona. Quanto all’altro assessore (Putignano, ndr) io l’ho dovuto nominare con urgenza e ho nominato una persona che doveva essere all’altezza del compito di svolgere un’attività di tipo culturale, non potevo accettare il rischio di sentirmi indicare consiglieri inadeguati al livello. Quindi io ho nominato chi ritenevo, anche perché è un mio diritto ed è questo che noi ci si dimentica sempre. La legge stabilisce determinati e precisi compiti e funzioni; se togliamo al sindaco anche il diritto di nominarsi gli assessori il sindaco diventa semplicemente un burattino. Perché oggi chi comanda in realtà è il consiglio, perché non si fa nulla se non passando attraverso il consiglio”.

 Ma Forza Italia adesso con l’adesione del Cdl si è notevolmente rinforzato e non si può far finta che non esista.

“Ma io non faccio finta di nulla. Intanto nell’esecutivo c’è ancora Ciro Argese che è stato nominato da loro; poi la situazione che si è verificata non l’ho causata io ma da altri, in particolare da un partito che è confluito in FI, senza nessuna motivazione, almeno senza nessuna motivazione che mi sia stata fornita. Ne io da FI ho ricevuto quell’aiuto che invece avrei avuto diritto di avere essendo io rappresentante anche di FI, come lo sono del Ccd e di An. Quanto al Ccd io avrei voluto imbarcarlo originariamente nella giunta e anche in quel caso, come per Rocco Cavallo mi fu detto a no, lotta tra Ccd e Cdl, il Cdl vedeva il Ccd come fumo negli occhi”.

 Si afferma che i rapporti si sono ulteriormente incrinati dopo il suo comizio, per niente conciliante.

“E’ stato invece un comizio molto riappacificatore, perché se io avessi detto quello che pensavo molto probabilmente avrei detto cose molto ma molto più dure e più pesanti nei confronti di alcuni personaggi”.

 Ma c’è chi sostiene che lei avrebbe anche un po’ deriso alcuni consiglieri della maggioranza.

“Perché se l’è meritato.

 Ma non ha pensato alle ripercussioni?

“Il discorso si allaccia sempre agli accordi pre-elettorali. Io sono stato molto chiaro: ho detto io sarò un sindaco a pieno effetto, non pensate di nominare una testa di paglia che faccia quello che poi correte voi che faccia. Non è che sarò nominato e me ne starò a Roma e governerete voi. Governerò io nei limiti dei poteri che sono conferiti al sindaco e, questo, credo che a qualcuno non sia andato giù perché pensava,  adesso lo nominiamo e poi facciamo i nostri comodi. E questo non è stato”.

 Par di capire che margini di accordo ne esistano ben pochi. A meno che.

“A meno che da parte del consiglio, e soprattutto da parte di FI, perché purtroppo qua si fa una distinzione tra partito FI, che mi appoggia, almeno a parole in pieno, e non vedo come potrebbe fare altrimenti e singoli consiglieri che, anche da rappresentanti di FI, sono considerati un po’ come cani sciolti, non più governabili. Però, la responsabilità è del partito. E’ il partito che deve pensare a governare i propri consiglieri e se non ci riesce la colpa è sua. Non può essere una colpa addebitata al sindaco. Quindi, ci pensi il partito a governare i propri consiglieri. E poi non è che io questa cosa me la terrò, perché di queste cose andrò anche a parlarne, perché debbo rendere conto ai vertici dei partiti che mi hanno appoggiato”.

 Lo scoglio, intanto è il prossimo bilancio. Coinvolgerà anche questi consiglieri comunali?

“I consiglieri sono coinvolti in tutto,  questi sono ben accetti. Ci sono consiglieri che si preoccupano di partecipare anche alle giunte e hanno partecipato, certamente in maniera informale.  Quindi la collaborazione è stata sempre e più volte chiesta. Il problema è chi è in grado di collaborare, perché poi a questo punto c’è anche da domandarsi se qualcuno non assuma certi atteggiamenti, primo perché non riesce a capire, secondo perché non è in grado di partecipare”

 Ma, sono consiglieri eletti dai cegliesi. Cosi dicendo critica anche loro.

“Certo, i cegliesi si sono fatti rappresentare  da certe persone; se queste persone dimostrano di non essere all’altezza la colpa è dei cegliesi che si sono fatti rappresentare da persone che non sono in grado di fare quello per il quale li avevano eletti. Ci pensino i cegliesi che li hanno votati a metterli in riga”.

 

 

 

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