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In questa pagina notizie e servizi in aggiornamento continuo da Ceglie Messapica (Brindisi)


 

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Fermati 5 cegliesi per l'omicidio del maresciallo 

Martedì, 27 febbraio

Pista tutta cegliese per l'omicidio del maresciallo Di Mitri, ucciso nel corso di una rapina a Francavilla Fontana, e per il delitto dell'agricoltore nella campagne al confine con Martina Franca.

I carabinieri del Comando provinciale di Brindisi e della Compagnia di Fasano hanno fermato quattro presunti responsabili della rapina compiuta il 14 luglio dello scorso anno nella succursale di Francavilla Fontana della Banca Commerciale Italiana, durante la quale fu ucciso il maresciallo dei carabinieri Antonio Di Mitri. I fermati sono Roosevelt Franchlin, 27 anni, Ladislao Franchlin, 25 anni, con precedenti penali, Oronzo D’Urso, 21 anni, Peter Cavallo, 29 anni, anch'egli con precedenti penali, tutti di Ceglie Messapica. I quattro, insieme con Pietro Giordano, 26 anni, pregiudicato cegliese, anch'egli sottoposto a fermo di Pg, sono anche accusati di essere anche gli autori dell'omicidio di Donato D'Urso, compiuto lo scorso 7 settembre durante una rapina a Ceglie Messapica. I provvedimenti sono stati emessi dai sostituti procuratori di Brindisi Cosimo Bottazzi, Francesco Mattiace e Adele Ferraro. L' operazione si è svolta all' alba nel territorio di Ceglie Messapica. Le cinque persone sottoposte a fermo devono rispondere a vario titolo di omicidio, rapina aggravata e furto.

 Il maresciallo Antonio Di Mitri fu ucciso nel primo pomeriggio del 14 luglio dello scorso anno, nel centralissimo viale Lilla di Francavilla Fontana. Contro il carabiniere, originario di Manduria (Taranto), furono sparati sette colpi di fucile a pallettoni. Di questi, due raggiunsero il militare al cuore ed alla nuca. Di Mitri e il suo collega Aniello Cacace facevano parte di una pattuglia in borghese utilizzata per i servizi antirapina nel territorio di Francavilla Fontana, nell' ambito dell' operazione «Primavera». Poco prima che i due marescialli entrassero in azione e mentre nella banca c'erano ancora i rapinatori, davanti all' istituto passò una pattuglia dei carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana. Questo mise in allarme i banditi che presero in ostaggio alcuni clienti per coprirsi la fuga, non prima, però, di aver preso i venti milioni di lire del bottino. Di Mitri e Cacace erano a bordo di un fuoristrada civile: un Toyota che il maresciallo sopravvissuto pose di traverso lungo la strada per chiudere la via di fuga ai banditi. Nel frattempo, il maresciallo Di Mitri, pistola in pugno, si appostò sotto un albero a pochi metri dalla banca. Non si accorse, però, di essere sotto il tiro di uno dei rapinatori che faceva da palo, armato di fucile a canne mozze. In poco tempo la zona si riempì di colpi di arma da fuoco sparati dai rapinatori. I due carabinieri, forse anche per evitare di colpire gli ostaggi, non risposero al fuoco. I quattro banditi, quindi, salirono a bordo di un' Alfa 33 portandosi dietro, per alcune centinaia di metri e fuggendo contromano, uno degli ostaggi che fu lasciato andare qualche minuto dopo. Nel corso della sparatoria, alcuni proiettili sparati davanti alla banca si conficcarono contro le pareti degli edifici vicini. Uno di questi colpi entrò in un bar della zona senza colpire nessuno. Della vicenda si interessò il sostituto procuratore Francesco Mattiace del Tribunale di Brindisi, il quale è tra i firmatari dei provvedimenti di fermo eseguiti stamane.

 

 

 

 

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Basket, la D'Annunzio in surplace con l'Amalfi: 81-67 

Domenica, 25 febbraio

Non era certo questa la gara che destava preoccupazioni, eppure la prova offerta dalla D’Annunzio non è stata di quelle da ricordare. Di fronte l’Amalfi che, non dovendo chiedere nulla a questo campionato, gioca senza pensare al risultato e questo è sicuramente stato un vantaggio, nonostante l’assenza di una panchina che potesse far prendere fiato al quintetto base ben guidato in campo da Lucibello. Sono queste le partite che più preoccupano il coach cegliese, Cosimo Romano, perché come in altre analoghe circostanze, nota un evidente calo di concentrazione. Certo, ha pure pesato il fatto che si giocava per la prima volta a Locorotondo (prosegue la via crucis) e la poca confidenza con il parquet ed i canestri possono giustificare il fatto che si è sbagliato tantissimo. Il primo quarto, è quello dove i cegliesi hanno sbagliato di più chiudendo sul 14 a 11, con il quintetto di Pinto che si esalta perché di fronte ha pur sempre la capolista del campionato. La musica non cambiava ed addirittura nel terzo quarto, dopo aver chiuso in perfetta parità il secondo (21 a 21), i campani facevano meglio (13 a 16 i punti) con ottime giocate oltre che di Lucibello anche di Esposito e Pierri. E qui che Romano si arrabbia dando la scossa ai suoi. L’Amalfi ha già fatto tanto e soprattutto speso tantissimo, cosa che avvantaggia il quintetto dannunziano, che chiude il quarto tempo con una percentuale alta (33 a 19), vincendo questa gara da raccontare più per i due punti in classifica che per il resto. Sul finire della gara escono per cinque falli, nell’ordine Esposito e Pierri ed è il momento dei giovanissimi Gambardella che forse potranno rappresentare il futuro della ricostruzione del basket amalfitano.

 

D’ANNUNZIO: Gallo (2), De Leonardis (30), Della Corte (11), Epicoco (2), Calò (3), Voglino, D’Amicis (2), Vozza (16), Leo (3). Allenatore Romano

AMALFI: Casanova (n.e.), Petrocelli (14), Esposito (16), Gambardella A. (n.e.), Gambardella G., Lucibello (9), Della Pietra, Pierri (16), Salvati (12). Allenatore Pinto.

ARBITRI: Marangi di Molfetta e Margiotta di Lecce.

 

 

 

 

 

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Ospedale: il sindaco litiga con i suoi alleati

Domenica, 25 febbraio

Servizio di Luca Dipresa per la Gazzetta del Mezzogiorno

A questo punto, tutto quello che c’era da consumare si è consumato e, pare proprio, che il futuro di questa legislatura sia proprio segnato. Quanto accaduto sabato sera nel corso della seduta monotematica, convocata per discutere il futuro del presidio ospedaliero cegliese ed in modo specifico della situazione creatasi all’interno del reparto di ostetricia, ha dimostrato che la frattura che perdura ormai da mesi tra il sindaco e il gruppo di Forza Italia appare proprio insanabile. E c’è mancato poco che non si sia arrivati ad una caotica rissa, protagonisti l’on. Vitale e quasi tutti i consiglieri di FI. Ma, andiamo con ordine. La goccia che ha fatto traboccare il vaso, il voto favorevole del sindaco Magno sull’ordine del giorno proposto da Rifondazione Comunista dopo aver votato contro a quello presentato da Forza Italia. E qui è successo di tutto con l’on. Vitale che ha considerato troppo il tutto ed è stato il primo ad inveire contro il sindaco, emulato dagli altri consiglieri di Forza Italia. Sono dovuti intervenire i vigili per placare gli animi e sottrarre il sindaco da possibili linciaggi ed, accompagnato da alcuni cittadini ha abbandonato la sala dei lavori. In queste ore i consiglieri di Forza Italia sono in consulto e non lasciano dichiarazioni. "Quasi certamente indiremo una conferenza stampa o convocheremo un apposito consiglio comunale per spiegare la nostra posizione" ha dichiarato Nicola Ciracì che, oltre a coordinatore provinciale è anche presidente del consiglio comunale. Ma appare certo che il dialogo con il sindaco è ormai interrotto e rotto.

Per cui… Il tutto, comunque, va ricondotto a mesi addietro, quando iniziarono le prime fibrillazioni tra sindaco e Forza Italia (questo partito era anche alle prese con fratture al proprio interno). Il sindaco che rimproverava i consiglieri di FI di ostacolarlo in ogni momento e questi che rimandavano al mittente l’accusa, invitando, a loro volta il sindaco, a rivedere l’attività per renderla più praticabile alle reali esigenze. Un clima teso, quindi, che in ordine di tempo si è ulteriormente surriscaldato venerdì scorso nel corso dell’altra seduta monotematica, questa volta sul palazzetto, quando al momento di votare un ordine del giorno della giunta i consiglieri di Fi si defilavano facendo mancare il numero legale. "Non sono più il sindaco di Forza Italia" fu la reazione di Pietro Magno. Poi, a distanza di appena 24 ore, vale a dire la seduta di sabato pomeriggio la nuova bordata del sindaco che in apertura dei lavori esordiva – chiaro il riferimento a Fi – con il dire che "sono qui presente esclusivamente per il rispetto che ho per la popolazione cegliese". Dai banchi della maggioranza, nella fattispecie di Fi, evidente lo stupore unito ad un certo disappunto. Ma non solo. Il prof. Magno ha anche tenuto a sottolineare le difficoltà del suo lavoro "con progetti che non possono andare avanti per il comportamento incoerente di alcuni consiglieri di Fi".

 E sempre nel suo intervento, il sindaco riferiva di alcuni colloqui rassicuranti avuti con il direttore dell’Asl, Lagravinese, sul destino del presidio per il quale si auspicherebbe una riconversione a clinica ortopedica regionale cegliese. Quindi, il presidente del consiglio faceva intervenire gli ospiti istituzionali intervenuti, vale a dire, nell’ordine, l’on. Vitali ed i consiglieri provinciali Urso e Locorotondo. L’on. Vitali ha tenuto a sottolineare il suo impegno verso la struttura cegliese per la quale "non ho mai perseguito intenti di menomazione" e che per quel che concerne i problemi sorti nel reparto di ostetricia" già un anno e mezzo fa intervenni su Lagravinese per riportare tranquillità nel reparto in questione". Prendeva pure la parola il presidente del neocostituito comitato, Oronzo Ostacolo con un intervento critico richiamando gli interessati alle proprie responsabilità. Esaurita la parte riservata agli "esterni", era la volta dei consiglieri comunali. E tra questi subito l’intervento di Enzo Galetta (Fi) che subito sottolineava la gravità delle parole espresse dal sindaco "che non ha rispetto dei consiglieri e questo è grave" come lo è il fatto che "affermare (riferito sempre al sindaco, ndr), FI impedisce di portare avanti i progetti è un’affermazione grave ed il sindaco non si deve permettere di offendere una forza politica come quella degli Azzurri". Per l’opposizione Nicola Trinchera (Rif.) sottolineava la gravità dell’assenza dei responsabili dell’Asl rimarcando le precise responsabilità dello sfascio della sanità pugliese. Dopo Lenoci (An), l’intervento di Pietro Mita (FI) (da sottolineare il particolare curioso che, da qualche tempo, appena Mita prende la parola, il sindaco esce dall’aula per farvi ritorno subito dopo, ndr) che affermava di "non sopportare più che il sindaco dica che il gruppo di FI non gli consente di andare avanti" e chiede (sempre al sindaco) di conoscere "quando e su quale atto è stato dai consiglieri forzisti ostacolato". Si proseguiva fino ad arrivare alla presentazione di due ordini del giorno.

E qui siamo al "fattaccio". L’ordine del giorno di Fi chiamava in causa le responsabilità del direttore dell’azienda Ospedaliere; l’altro, proposto da Rifondazione andava oltre, vale a dire che alle responsabilità di Lagravinese si richiamavano anche quelle della classe politica regionale. Il sindaco votava contro il primo ed a favore di quello dell’opposizione. Da qui il parapiglia con alcuni che dal pubblico gridava "vergogna". Ora si attendono le determinazioni del gruppo di Forza Italia e, perché no anche del sindaco. Avranno spazio i mediatori che in queste ore potranno anche essere inviati? Staremo a vedere.

 

 

 

 

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La Ginecologia non chiude, il Neurolesi forse

Venerdì, 23 febbraio

Balletto di interventi e di timori per i centri ospedalieri di Ceglie. Da una parte il direttore generale della Asl Br 1, Domenico Lagravinese, assicura che il reparto di Ginecologia non chiuderà e che presto sarà sostituito il medico "comandato" nel nosocomio di Ostuni, sull'altro fronte aumentano le preoccupazioni sul Centro per Neurolesi, struttura affidata alla Fondazione Paolini che lo ha aperto nel maggio scorso. Da allora però l'ospedale riabilitativo non ha mai brillato nel campo dell'alta specializzazione, preferendo i ricoveri facilmente trattabili.

Un articolo pubblicato dalla Gazzetta del Mezzogiorno avverte che «Il Centro Motulesi e Neurolesi di Ceglie Messapica è a rischio di chiusura». Una denuncia pesante quella dal responsabile del settore sanità della Cisl Camillo Camassa che rincara la dose: «Le risorse finanziarie sono al collasso: i fornitori non vengono pagati da cinque mesi e i dipendenti, un centinaio in tutto, non hanno ancora ricevuto lo stipendio di gennaio e appaiono demotivati e in ansia per il proprio futuro».
Da quando il presidio ospedaliero di riabilitazione ha iniziato ad operare, ossia da maggio dello scorso anno, la direzione generale dell'Azienda ospedaliera Di Summa non ha mai rimborsato al centro il costo delle prestazioni erogate agli assistiti. Si parla di una cifra di poco inferiore ai 6 miliardi.
«Al di là delle difficoltà iniziali, comprensibili nella fase di avvio - conferma il dott. Diego Giorgini funzionario della Fondazione Paolini -  ora vengono trattate patologie molto importanti dal punto di vista dell'impegno riabilitativo. Dal momento dell'apertura della struttura non abbiamo visto una sola lira e malgrado ciò, fin dall'inizio, abbiamo onorato gli impegni presi, provvedendo al pagamento degli stipendi e dei fornitori dei servizi annessi all'attività svolta.
È inutile sottolineare che si tratta di oneri finanziari molto gravosi».
La circostanza è confermata da una lettera inviata al direttore generale Giuseppe Giuri da Vincenzo Mariscotti direttore generale del Centro di Ceglie Messapica. «Gent. mo dott. Giuri, siamo a ricordarle che a tutt'oggi non abbiamo mai ricevuto alcun compenso per l'attività iniziata dal maggio 2000. La situazione venutasi a creare è diventata per noi insostenibile e nell'attesa di un suo pronto riscontro nella riunione del 15 febbraio abbiamo sospeso il pagamento degli stipendi del mese di gennaio». La riunione del 15 febbraio non è si tenuta. Giuri l'ha rinviata al 28.
«Non riusciamo a capire quali novità potrà riferirci il direttore generale se è vero che i bilanci dell'Azienda Di Summa sono a rosso. Purtroppo queste sono le conseguenze di una scelta frettolosa. La struttura fu aperta nel giro di pochi mesi senza ben valutare l'impegno economico che avrebbe comportato. La Paolini, che fa parte del gruppo Tosinvest, è un'azienda sana ma quanto potrà andare avanti sobbarcandosi tutte le spese senza entrate finanziarie»?
La Fondazione Paolini sollecita il direttore Giuri perché paghi quanto pattuito, ma quest'ultimo può fare ben poco perché, come è noto, ha una forte esposizione bancaria visto che la Regione non ha ancora provveduto a rimborsargli quanto impiegato per il trasferimento nel nuovo ospedale.

 

 

 

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In Consiglio la "guerra" del reparto di Ginecologia

Lunedì, 19 febbraio

Sarà discussa nel consiglio comunale convocato per sabato prossimo la vicenda del reparto di ostetricia dell'ospedale di Ceglie Messapica: lo ha deciso la conferenza dei capigruppo su proposta di Antonio Suma, consigliere del centrosinistra. L'allarme sulla sorte del reparto è sorto improvviso dopo il trasferimento di un medico e di due ostretriche, ma è il sintomo di un malessere che viene da lontano, di conflitti talvolta esasperati tra alcuni professionisti del reparto, di un clima interno estremamente pesante, dalle numerose vertenze, con richiesta di risarcimenti miliardari, intentate dai pazienti  e da un calo in caduta libera dei ricoveri passati da 1.317 nel '97 a 510 nel 2000. Un quadro preoccupante che potrebbe trascinare al ribasso tutto l'ospedale, esposto a speculazioni elettoralistiche alla vigilia del voto politico.

Ma sarà una settimana impegnativa per il consiglio comunale che si ritrova due mesi dopo l'ultima seduta e che dovrebbe discutere anche le dimissioni del sindaco annunciate in un'intervista il 20 dicembre scorso. In caso di conferma delle intenzioni, Pietro Magno avrebbe 24 ore per presentare l'atto e consentire elezioni anticipate già la prossima primavera, in caso di ulteriori tentennamenti Ceglie correrebbe il rischio di un commissariamento fino al maggio del 2002, eventualità ritenuta la "meno dannosa" da alcuni componenti del Polo. E' probabile che tutto  finisca in una bolla di sapone.

Altri cinque punti sono all'esame dell'assemblea cegliese: da discutere nella seduta di venerdì 23 febbraio: 1) l'approvazione modificazioni allo Statuto del Consorzio "Ceme" per la realizzazione della Città dello Sport, 2) discussione sul Palazzetto dello Sport su ordine del giorno presentato da Rifondazione, 3) modifica altezza massima degli edifici in zona Pip artigianale, 4) modifiche al regolamento per il servizio civico volontario tra gli anziani, e infine 5) Custodia dei parcheggi pubblici a pagamento e il capitolato d'appalto per la manutenzione della segnaletica stradale.

 

 

 

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Indignazione a Ceglie per le morti al Petrolchimico

Lunedì, 19 febbraio

Rabbia, indignazione, voglia di verità e giustizia: sono questi i sentimenti dei cegliesi amplificati dall'ultima trasmissione di Michele Santoro, "Il raggio verde", andata in onda venerdì sera e dedicata ai veleni del Petrolchimico di Brindisi che in trent'anni ha ucciso nel silenzio e nell'indifferenza di chi sapeva e avrebbe dovuto intervenire. Maria ChiricoToccante la testimonianza di Maria Chirico (nella foto), cegliese, che tre anni fa ha perduto il marito per un tumore che nella fase finale ha toccato il fegato: era uno degli operati che hanno lavorato nell'Evc di Brindisi, trattando amianto e Pvc, elementi cancerogeni che a Ceglie (oltre che nel resto della provincia) ha seminato lutti, gettando nello sconforto decine, forse centinaia di famiglie. Senza contare i malati che ancora lottano la loro personale battaglia per la vita.

In studio con Santoro e il ministro dell'Ambiente Bordo c'erano anche operai e figli di operai: la figlia di Maria Chrico, Silvio Caretto, figlio dell'uomo che per primo ha denunciato i mali del polo chimico brindisino. Proprio la sua denuncia, presentata cinque anni fa, ha squarciato i silenzi istituzionali e messo sotto accusa sindacati e magistratura: infatti è dovuto andare fin alla Procura di Venezia, dove lavora Felice Casson, per presentare il suo dossier. Storie e inquietudini emerse nelle quasi tre ore di trasmissione, dove erano però assenti l'Enichem, i rappresentanti politici di Brindisi, le forze sociali e l'autorità inquirente. Oltre a dipendenti o ex operai del Petrolchimico, l'oncologo brindisino Carlo Pagliara che oltre a biasimare i controlli sugli operai effettuati da alcuni medici ha ammonito sulle alterazioni al Dna causate dal Pvc.

Il ministro per l'Ambiente ha annunciato la chiusura entro il 15 marzo di quei reparti che presentano irregolarità di legge. Intanto il Tar di Lecce ha bocciato l'ipotesi di un referendum da tenere a Brindisi contro le centrali dell'Enel, iniziativa contrastata dall'azienda elettrica e che nei mesi scorsi aveva visto la firma di adesione di oltre diecimila cittadini.

Visita il sito di "Sottosopra", dedicato ai temi ambientali della provincia di Brindisi.

 

 

 

 

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Basket, la D'Annunzio sbaraglia Bisceglie: 78-81 

Domenica, 18 febbraio

Una prova di grande carattere e qualità ha segnato il ritorno alla vittoria della D'Annuzio Ceglie che oggi ha sbaragliato il terreno del Bisceglio vincendo con soli tre punti di scarto ma dominando fin dall'inizio una gara praticamente segnata. La formazione di Sportelli ha saputo dominare la partita dimostrando capacità e freddezza, conquistando una vittoria che mette subito in archivio il passo falso dell'altra domenica con il Nola. Interessante il duello tra Del Core e il biscegliese De Lucia, un faccia a faccia spettacolare che ha entusiasmato i tifosi.

Formazione e realizzazioni: Gallo n.e., Di Lembo 9, Epicoco 2, Calò 3, Del Core 30, Voglino n.e., D'Amicis 16, Vozza 8, Leo 6, De Leonardis 7. Allenatore: Romano

 

Basket  Serie C1 - Girone G

                 18^ Giornata

 Risultati

 

Amalfi - C. d. Stabia

69-75

Ostuni - Nardò 68-53
Corato - Nola 74-70
Bisceglie - Ceglie 78-81
Mesagne - Caserta 82-68
Ruvo - Martina 76-83
Termoli - Casagiove

 

68-93

 

Classifica

 

Ceglie

28

Casagiove

26

 Ostuni

24

Caserta, Nola,  Ruvo

22

Corato, Nardò, Martina

18

Bisceglie, Mesagne

16

C. d. Stabia

12

Amalfi, Termoli

4

Casagiove e Caserta, una partita in meno

 

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"Gli Ufo nel cielo di Ceglie". Ma erano le luci del circo

Venerdì, 16 febbraio

Clicca per la fotogallery«Percorrendo la strada che collega Ceglie a Ostuni, circa dieci giorni fa, intorno alle otto di sera, a metà strada , in contrada San Polo, mentre guidavo l'auto nel cielo nuvoloso notturno intravidi tre nuvolette luminose che si univano formando un globo di luce più grande, e si disunivano, scomponendosi in tre piccole palle di luce, in un continuo movimento di comporsi e scomporsi». Sembra l'inizio di uno dei tanti thriller best-seller di Ken Follet, ma è la descrizione di un fatto realmente accaduto. Protagonista della vicenda è stato il cegliese Nicola Maggiore, un impiegato alla Pretura attualmente in pensione, convinto che il bagliore di quelle strane e luminose luci fosse da attribuire alla presenza tra il cielo plumbeo, di veri e propri oggetti non identificati, i cosiddetti Ufo.

Di ritorno da Ostuni, il pensionato dall'abitacolo della sua auto, ha notato tra le nuvole la presenza di questo intreccio di luci in continuo movimento. «L'impressione e la paura che allo stesso tempo provavo era che come mi fermavo con l'auto si fermavano pure loro in quel cielo cupo e scuro; al contrario - prosegue Maggiore - come mi avviavo con la macchina si muovevano pure loro tanto da rendere pericolosa la mia guida dell'auto  spostando sempre gli occhi in alto, prima meravigliato, ma poi timoroso di questa attenzione nei miei riguardi da parte dei tre globi luminosi».

Completamente investito dal panico e ormai convinto di essere di fronte agli Ufo, Nicola Maggiore, si è lanciato a folle lungo la discesa che da contrada San Polo porta al centro abitato di Ceglie Messapica, e giunto sotto casa ha "abbandonato" la sua macchina sotto casa e, perseguitato da queste luci che si sporgevano in mezzo alle estremità dei cornicioni dei due palazzi.

Altre persone hanno raccontato di luci che si rincorrevano le cielo notturno, provocando sconcerto. Il “fenomeno” però ha una spiegazione: dal 19 al 21 gennaio alla periferia di Ceglie si è accampato uno dei tendoni del circo Orfei, da qui la sera venivano proiettati verso l’alto dei potenti fasci di luce laser con giochi di inseguimento e piroette per rendere più attraente il richiamo allo spettacolo. Le condizioni meteo di quei giorni, caratterizzato da deboli venti di scirocco con nuvole basse e aria umida hanno creato un “tetto” ovattato che ha amplificato e reso ancor più misterioso il carosello di luci che, appunto, si inseguiva e scompariva tra le nuvole.

L'ultimo avvistamento a Ceglie risale a mezzo secolo fa

 

 

 

 

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Ospedale, si teme la chiusura della Ginecologia

Giovedì, 15 febbraio

Un tempo i medici ginecologi erano sei. Ora ne sono rimasti quattro, il primario e tre suoi collaboratori. Ridotto anche il numero delle ostetriche. E nel reparto di Ostetricia e Ginecologia dell'ospedale di Ceglie Messapica si teme il peggio, cioè la chiusura.

«Questa divisione è un gioiello con ventiquattro letti a disposizione delle utenti, ma questo significa poco: anche Pediatria era un gioiello di reparto. Eppure è stato chiuso», dice un'operarice sanitaria del reparto. In passato c'erano stati altri esodi dal reparto di Ostetricia e Ginecologia di Ceglie. Ma l'allarme è scattato dopo il trasferimento nel nosocomio ostunese del dottor Salvatore Benizio avvenuto lunedì scorso.

Con lui sono andati via anche due dipendenti parasanitari. E soprattutto si sono "spostate" le utenti dell'ospedale cegliese che sono anche clienti del medico Benizio e che preferiscono, dicono i ben informati, alle sue cure.

Il personale ancora in servizio a Ceglie è persino disposto ad accettare il ridimensionamento del reparto, purché lo stesso non venga del tutto chiuso. «Quindici posti letto? Va bene. Meglio di niente», dicono.

Il medico trasferito dovrebbe essere presto sostituito. Ma questo chiarimento non ha placato gli animi all'interno del nosocomio cegliese.

Si teme un ridimensionamento drastico del reparto e dell'intero ospedale che ancora non si è ripreso dalla scomparsa della divisione di Pediatria.

 

 

 

 

 

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Catturato il presunto omicida del ragazzo cegliese

Martedì, 13 febbraio

 

La caccia si è conclusa ieri pomeriggio in una stradina alla periferia di San Michele Salentino: Donato Greco, 19 anni, era alla guida di una Lancia Delta a trazione integrale e aveva accanto a sé la fidanzata. Sapeva di essere ricercato tanto che aveva trascorso gli ultimi giorni vagando per l'Italia, una corsa contro la giustizia che si è reso conto di non essere più in grado di sostenere. E così aveva fatto rientro nel Brindisino.

Sono stati i carabinieri della compagnia di Francavilla Fontana a fargli scattare le manette ai polsi sottoponendolo a fermo di polizia giudiziaria con l'accusa di aver ucciso Cosimo Bellanova, il giovane cegliese trovato con il cranio fracassato mercoledì scorso, nelle campagne tra Ostuni e Francavilla Fontana.

I carabinieri (quelli del Reparto operativo di Brindisi e della compagnia di Fasano) erano sulle sue tracce sin dalle ore immediatamente successive al delitto, da quando cioè era emerso che proprio Donato Greco era stata l'ultima persona con la quale Bellanova era stato visto. E che con cui si era allontanato lunedì pomeriggio.

Sì perché è emerso che il delitto non avvenne martedì come si era ipotizzato in un primo momento, ma addirittura nella serata di lunedì, ossia poche ore dopo l'ultima pubblica apparizione di Bellanova. Del resto erano stati gli orari rimasti registrati sul cellulare della vittima alla voce "telefonate non risposte" a far capire agli investigatori che la morte doveva risalire a due giorni prima rispetto al ritrovamento.

Adesso il magistrato inquirente, Sergio Tosi, sembra avere ormai il quadro completo della situazione. Movente compreso. I due si sarebbero incontrati per discutere di una vicenda definita "personale" e che comunque riguarda la sfera sentimentale dei due giovani. I quali pare che siano stati legati alla medesima donna, anche se in tempi diversi. Il motivo della discussione non è stato reso noto ma quel che è certo è che a un certo punto, in contrada Boccadoro ", Greco ha estratto una pistola calibro 7.65 e ha sparato al rivale a tradimento, ferendolo prima allo zigomo mentre si accendeva una sigaretta.

Il secondo proiettile, quello letale, è stato esploso al cuore. Poi la macabra messincena della lapidazione, probabilmente per accreditare un omicidio di stampo mafioso.

Un'ipotesi che non poteva reggere visto il piccolo calibro della vittima e altre circostanze che man mano sono venute fuori dalle indagini condotte dai carabinieri.

Donato Greco è un personaggio ben noto alle forze dell'ordine. Tra i tanti episodi di cui è stato protagonista, anche una rapina da 700 milioni di lire per la quale venne arrestato nel 1995 insieme a due mesagnesi.

E' stato rinchiuso nella casa circondariale di Brindisi con le accuse di omicidio volontario e porto di arma da fuoco. Il fermo disposto dal magistrato inquirente dovrà essere convalidato dal giudice per le indagini preliminari.

 

 

 

 

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Basket: passo falso a Nola, D'Annunzio battuta: 81-75

Domenica, 11 febbraio

E' andato al Nola il big match della giornata, con la D'Annunzio Ceglie sconfitta nonostante un'ottima prova giocata però sempre in salita, rincorrendo i campani in vantaggio fin dai primi minuti di gara. Il primo quarto si è chiuso per 22 a 17, distanza rimasta invariata nonostante i tentativi e le tattiche del coach romano. La squadra di Ceglie è riuscita comunque a conservare la testa della classifica.

 

Basket  Serie C1 - Girone G

                 17^ Giornata

 Risultati

 

Ostuni - Ruvo

80-79

Nardò - Amalfi 70-69
C. d. Stabia - Termoli 89-73
Casagiove - Mesagne 118-85
Caserta - Bisceglie 93-87
Martina - Corato 70-59
Nola - Ceglie

 

81-75

 

Classifica

 

Ceglie

26

Casagiove

24

Caserta, Nola, Ostuni, Ruvo

22

Nardò

18

Corato, Bisceglie, Martina

16

Mesagne

14

C. d. Stabia

10

Amalfi, Termoli

4

Casagiove e Caserta, una partita in meno

 

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Ucciso a colpi di pietra giovane cegliese

Mercoledì, 7 febbraio

 

Nella mano destra stringeva ancora un accendino di quelli usa e getta, nella sinistra un pacchetto di Marlboro: lo hanno fulminato mentre si accendeva una sigaretta accanto a un muretto a secco, uno dei tanti che separano gli uliveti e i poderi di contrada Boccadoro 2 (l'hanno chiamata così per distinguerla da Boccadoro 1, una manciata di tratturi più indietro, verso Ostuni). Una esecuzione spietata, di quelle che vengono riservate ai grossi malavitosi e invece lui, Cosimo Bellanova, 27 anni, cegliese, non aveva mai occupato posizioni di rilievo nella criminalità: un macigno tirato giù dal muro a secco per fracassargli il cranio, tre o quattro pallottole per finirlo, distribuite tra addome e tempia. Troppo per un piccolo spacciatore e per giunta drogato.

Lo ha trovato stamattina mattina un contadino che all'alba doveva raggiungere il proprio terreno, a otto chilometri da Ostuni, sulla strada per Francavilla Fontana. Della scomparsa di Bellanova (nella foto) non si era accorto nessuno: nella sua vita sciagurata il giovane si era lasciato alle spalle un matrimonio fallito e un figlio. E lui era raggomitolato lì, forse dal pomeriggio del giorno prima (martedì), in fondo a un tratturo che percorre per intero solo l'agricoltore che coltiva l'ultimo podere.

«Hanno ammazzato un ragazzo», una telefonata concitata giunta al 113 da una cabina perché il contadino non aveva neanche il cellulare. La corsa, le sirene, la polvere che si solleva lungo la strada. Il cadavere ormai irrigidito dalla morte: almeno dodici ore, sancirà il medico legale chiamato a effettuare la prima ispezione sommaria.

Forse tradito da una persona che conosceva bene, forse un amico di Ostuni che ora è ricercato dagli inquirenti.

Un giubbotto, un paio di jeans e una pietra da trenta chili accanto al cranio fracassato. Più lontano, a un paio di metri, quattro bossoli di pistola calibro 7.65. Adesso vai a stabilire cosa abbia provocato prima la morte: se quel pietrone o le pallottole, una delle quali è finita diritta al cuore mentre le altre alla tempia destra. Lo stabilirà con certezza l'autopsia che verrà eseguita quest'oggi dal medico legale Alberto Tortorella cui il pm Sergio Tosi ha conferito l'incarico. Ma cambiando l'ordine dei fattori il prodotto non cambia: Bellanova doveva essere massacrato e così è stato.

 Lo avevano visto per l'ultima volta nel centro di Ceglie il pomeriggio di mercoledì: passeggiava al corso da solo e sembrava tranquillo. Come sia giunto in quel podere per ora non si sa: non aveva un'auto sua né in zona è stato trovato alcun mezzo di locomozione. Di sicuro è arrivato in compagnia di chi lo ha ammazzato. Non lo prevedeva e conosceva bene i suoi killer, ma sul selciato non ci sono tracce di pneumatici.

 Pochi gli elementi certi: uno dovrebbe essere l'estrema fretta con la quale gli assassini si sono allontanati, senza neanche preoccuparsi di far sparire quei bossoli i quali restano una prova a futura memoria per individuare l'arma che ha fatto fuoco.

 La zona è stata setacciata dagli uomini della squadra mobile di Brindisi e del commissariato di polizia di Ostuni, ma del caso si stanno occupando anche i carabinieri.

 Ricostruire le ultime ore di vita di Bellanova non è semplice proprio perché era sempre in giro. I suoi familiari hanno raccontato agli investigatori che lo avevano perso di vista da un paio di giorni. Altro non si sa.

 Si scava negli ambienti dello spaccio di droga e della tossicodipendenza per venire a capo del delitto: il giovane orbitava nella cellula di "pusher" che riforniscono gli eroinomani della zona ma aveva anche collegamenti a Ostuni. Potrebbe essersi appropriato di una partita di droga che non ha pagato ma dovrebbe trattarsi di un bel po' di roba per decidere di fargli fare una fine così. E allora si indaga anche in altre direzioni, sulla possibilità che fosse a conoscenza di vicende importanti e che il suo stato di tossicodipendenza non fosse una garanzia del silenzio. Ceglie non è solo droga ma anche gioco d'azzardo, prostituzione e soprattutto base di un'agguerrita squadra di rapinatori. Terreno minato, insomma, soprattutto per chi non ha voglia di farsi gli affari propri.

Nonostante tutto, compreso il fatto che a Ceglie questo ragazzo era praticamente uno sconosciuto (così come a Cisternino, paese nel quale egli aveva la residenza anagrafica), si ha la sensazione che il giallo possa essere risolto nel giro di poche ore.

 Il cadavere è stato trasportato all'obitorio del cimitero di Brindisi per essere sottoposto alla perizia necroscopica ma si ha notizia di una attività degli investigatori che si è protratta per tutta la notte e che quest'oggi potrebbe portare a novità importanti. Perquisizioni e controlli sono stati effettuati in abitazioni nel centro cittadino di Ceglie Messapica ma anche in alcune abitazioni di campagna. E indiscrezioni parlano di pregiudicati condotti negli uffici dei carabinieri e della polizia.

(Servizio di Gianmarco Di Napoli per "Quotidiano")

 

 

 

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La firma di un ingegnere cegliese nel satellite di 007

Martedì, 6 febbraio

 

C’è anche la firma di un ingegnere di Ceglie Messapica nella realizzazione del satellite Sicral che sarà lanciato domani, 7 febbraio, alle ore 23,38 italiane dal Centro Spaziale di Kouros. Si tratta di Gianni Laneve, quarantenne, ingegnere elettronico laureato al Politecnico di Torino, responsabile del programma realizzato in equipe tecnica nei laboratori dello Space Software Italy di Taranto, dove sono stati realizzati  componenti essenziali per il pieno funzionamento del satellite targato Alenia Spazio.

Il satellite Sicral (Sistema Integrato di Comunicazioni Riservate ed Allarmi) è il primo satellite geostazionario di comunicazioni per la difesa italiana. L'utilizzo sarà interforze (aviazione, marina ed esercito) e in ambito nazionale sarà esteso anche ad aspetti di pronto intervento della protezione civile. Supporta comunicazioni voce e dati tra terminali satellitari infrastrutturali (caserme e centri di comando in ambito nazionale), mobili (cingolati, veicoli), navali, aerei. L'area servita copre vaste aree dall'Europa allìAfrica centro-settentrionale. Supporta (peculiarità unica) contemporaneamente 3 bande di comunicazioni con possibilità di interconnessione a bordo tra le bande. E' caratterizzato da una elevata capacità di riconfigurazione a bordo di ripetitori, canali satellite, bande e coperture per meglio servire le variegate esigenze operative. Il peso complessivo e' di circa 2500 Kg.

Il lancio sarà effettuato con Ariane 4 che ha dimostrato ormai una notevole affidabilità. Il programma SIicral, del valore complessivo di circa 1000 miliardi è partito nel giugno del  1996. E' affidato al consorzio Sitab costituito da Alenia Spazio (maggioranza con il 65%), Telespazio (30%) e Snia Bpd (5%).

Per maggiori informazioni: www.aleniaspazio.it

 

 

 

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Progetto dell'Agesci per educare i giovani

Martedì, 6 febbraio

 

Ha scelto una strada originale ed a suo modo provocatoria il gruppo Agesci Ceglie Messapica I, per presentare ufficialmente il nuovo Progetto educativo 2001-03. Non una seduta «istituzionale», quanto piuttosto un incontro informale con i genitori, ospitato dalla Chiesa madre, storicamente legata alla nascita del gruppo. «Un mercatino delle idee» come lo ha definito il capo scout Pietro Federico, un modo per condividere insieme ai genitori «la sfida dell'educare», quasi a voler testimoniare che il progetto ha delle idee-guida, che possono essere arricchite ogni giorno. Ne è nato un vivace dibattito che ha toccato vari temi.

C'è chi ha invitato il gruppo ad una maggiore socializzazione, promuovendo scambi più frequenti con altri scouts, chi ha suggerito che una strada da percorrere è l'educazione all'anticonsumismo, chi ha chiesto più attenzione per i ragazzi che vivono il periodo critico dai 13 ai 16 anni. La Comunità Capi, con l'assistente ecclesiastico don Massimiliano Caliandro e col parroco don Giuseppe De Santis, ha raccolto ogni suggerimento, rilanciando la sfida: «Noi non vogliamo, né dobbiamo sostituirci a voi genitori - ha detto Federico -: il nostro compito è lavorare parallelamente su obiettivi comuni, ma attenzione a non perdere di vista il ruolo fondamentale della famiglia».

 

 

 

 

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D'Annunzio, fuga per la vittoria con Castellammare

Domenica, 4 febbraio

La D’Annunzio ha dovuto faticare per avere la meglio sul Castellammare di Stabia ma alla fine il risultato ha premiato l’agonismo e il sacrificio dei ragazzi guidati dal coach Cosimo Romano, usciti vittoriosi per 83 a 79 da una sfida rimasta fino al tempo finale. Determinanti gli ultimi cinque minuti, durante i quali la D’Annunzio (che nel primo tempo aveva chiuso in svantaggio) ha recuperato gioco e posizione assestando un’altra vittoria che le consente di veleggiare in testa alla classifica nel campionato di basket di C1. Ad insidiare il primato restano il Ruvo, vittorioso nella gara interna con il Nardò, e il Casagiove (partita sospesa per l’impraticabilità del Palasport).

 

Basket  Serie C1 - Girone G

                 16^ Giornata

 Risultati

 

Amalfi - Nola

75-86

Casagiove - Caserta n.d.
Ceglie - C. d. Stabia 83-79
Bisceglie - Corato 67-68
Mesagne - Ostuni 80-83
Ruvo - Nardò 89-66
Termoli - Martina

 

86-90

 

Classifica

 

Ceglie

26

Casagiove, Ruvo

22

Caserta, Nola, Ostuni

20

Corato, Bisceglie, Nardò

16

Mesagne. Martina

14

Mesagne, Corato

14

C. d. Stabia

8

Amalfi, Termoli

4

Casagiove e Caserta, una partita in meno

 

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Freddo intenso con leggere spruzzate di neve

Sabato, 3 febbraio

Freddo intenso con temperature che nella notte hanno sfiorato lo zero: anche nel Brindisino l'ondata di freddo che ha colpito il centrosud dell’Italia ha fatto sentire i sui morsi, con un vento di tramontana teso e penetrante che di colpo ha portato gli aspetti di inverni che sembrano dimenticati. Nella serata di venerdì una leggera spruzzata di nevischio caduta su Ceglie ha fatto temere rovesci più abbondanti, ma poi le nubi si sono progressivamente diradate rischiarando un cielo terso illuminato dalla luna. Proprio il sereno ha favorito l’ulteriore abbassamento delle temperature, che alle 8 di questa mattina era ancora a più 3 gradi.

 

 

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Conferenza sull'archeologia a Ceglie e nel Salento

Sabato, 3 febbraio

“Ceglie Messapica nel quadro dell’archeologia del Salento” è questo il tema di un incontro che si terrà giovedì prossimo, 8 febbraio, nell’ambito di un’agenda culturale allestita dal Comune di Ceglie Messapica. Nella Biblioteca “Emilio Notte”, alle ore 18,30, il relatore di turno sarà il prof. Francesco d’Andria, direttore della Scuola di specializzazione in Archeologia dell’Università degli Studi di Lecce, che metterà  in evidenza il ruolo e i rapporti dei Messapi nella penisola salentina e le successive tappe elleniche. Il tema sarà introdotto dal prof. Gaetano Scatigna Minghetti.

 

 

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Amministrazione ingolfata in attesa del sindaco

Venerdì, 2 febbraio

 Situazione politica ancora sospesa dopo le annunciate dimissioni del sindaco che risalgono ormai al 19 dicembre, ovvero all’indomani dell’ultimo  Consiglio comunale quando Pietro Magno fu lasciato solo dalla sua maggioranza. Da allora l'attività amministrativa sembra paralizzata, congelata alle dimissioni che il sindaco avrebbe portato il 31 gennaio all’esame dell’assemblea consiliare. Le “idi” di gennaio sono passate, nell’ovattato clima post-natalizio e prelettorale gli alleati del primo cittadino sembrano aver riposto l’ascia di guerra, una tregua comunque armata suggerita dalle ormai vicine elezioni politiche e richiesta dai candidati del Polo preoccupati di ricadute negative provocate proprio dalla litigiosa situazione cegliese.

Nel frattempo poco o nulla è stato fatto: qualche commissione convocata e rinviata, consiglio comunale fermo da quasi due mesi, governo locale  ingolfato sulle questioni della Cittadella dello Sport, nuova sede comunale e soprattutto su  un bilancio che ancora non riesce a far quadrare i conti. A meno che non siano applicate nuove tasse, strada difficile da percorrere un po’ perché il balzello dei cegliesi è fra i più cari del Belpaese, e poi perché sarebbe impopolare un nuovo gettito fiscale alla vigilia della corsa per Palazzo Chigi. Temi che saranno dibattuti nella prossima assemblea che dovrebbe essere convocata nei prossimi giorni.

 

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