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In questa pagina notizie e servizi in aggiornamento continuo da Ceglie Messapica (Brindisi)

 

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Il vescovo di Oria "riapre" la chiesa di S. Gioacchino 

Giovedì, 28 febbraio

Prevista per martedì 5 marzo la cerimonia di riapertura della  Chiesa di San Gioacchino che, dopo i lavori di ristrutturazione ritornerà a risplendere in tutta al sua bellezza. A tagliare il nastro e benedire il tempio sacro sarà il  Vescovo diocesano, Mons. Marcello Semeraro. Si conclude così una delle esperienze più esaltanti vissute dal popolo cegliese che ancora una volta ha dato prova di un alto senso di solidarietà ed attaccamento alla propria tradizione. Costruita dai fratelli Cavallo di Ceglie Messapica nella seconda metà dell'Ottocento, con il contributo dell’intera popolazione come ringraziamento verso il Santo per aver liberato la città dalla peste indiana del 1867, venne ultimata e consacrata il 18 novembre 1877.

Per lustri la chiesa è stato il centro propulsore della città, luogo di formazione non solo religiosa ma anche civile e morale di generazioni intere. Un fermento che ebbe come promotore tre sacerdoti, don Paolo Lisi, don Cosimo Spina e don Giovanni Mastro. Dopo tanto splendore, la chiesa sul finire del 1985 venne chiusa anche per questioni di sicurezza, causati da “distacchi e cadute di formelle di stucco intradossali della cupola connesse con l’ossidazione delle armature leganti, da vetustà degli infissi e generali infiltrazioni”.

Da allora vennero avviate diverse pratiche con richieste di fondi  ad intervenire urgentemente per risanare il tempio. Nel 1978 dalla Regione giunsero 120 milioni ed i lavori iniziati nel 1991 vennero sospesi poco dopo  “ da un burocrate della Soprintendenza, per esecuzione dei lavori non a regola d’arte”. Da quel momento trascorsero tre anni con la gente che sollecitava la ripresa dei lavori. Ma la chiesa non disponeva di fondi necessari. Ecco allora che parte una vera gara della solidarietà. Si costituisce un comitato volontario presieduto dal sindaco dell’epoca, Pietro Mita e composto dall’arciprete don Vittorio Mele, Vincenzo Gasparro, dai rappresentanti degli ordini professionali che hanno prestato la propria opera gratuitamente - Giuseppe Caroli,  Pasquale Suma e  Pietro Maggiore – Gaetano Scatigna Minghetti, Luca Dipresa, Francesco gallone, Francesco Elia, Benedetto palazzo, Mimma Stoppa, Donata Gioia, Maria Argentiero, Nicola Maggiore.

Si era agli inizi del 1995. Partì subito la raccolta di fondi,, potendo contare anche sul finanziamento della Cei, la conferenza episcopale (118milioni il contributo) e su quello dell Comune (il sette per cento sulle somme rinvenienti dalle dagli introiti per le opere di urbanizzazione). Il tutto mentre i tecnici elaborano i progetti. Partono i lavori che hanno riguardato il consolidamento delle fondazioni, la rimozione ed il ripristino della pavimentazione originaria (intervento necessario per realizzare un vespaio aerato contro l’umidità di risalita), la realizzazione di intercapedine lungo il perimetro esterno per evitare tutta una serie di infiltrazioni che avevano creato in passato non pochi problemi, i lavori di fissaggio dei rosoni preesistenti, la sostituzione di quelli mancanti, la pitturazione dell’interno della cupola per finire con la sostituzione degli infissi. Rifatto anche impianto elettrico.

Da segnalare che per la realizzazione di tutte le opere si è fatto ricorso a manodopera locale: quelli di ristrutturazione e risanamento sono stati eseguiti dalla ditta Stefano Bellanova e quelli di recupero dei dipinti che formano una corona sotto la circolare cupola, condizionamento architettonico del Pantheon di Roma, da Giovanni Castellana, tecnico cegliese autore di analoghi interventi in altre monumenti storici e religiosi della Puglia. L'alta volta ha riacquistato i colori turchesi che caratterizzavano l'antico progetto, nuova luce sui dipinti contrastati da un'intensa luminosità pittorica, mentre il pavimento lucido riflette l'intensità dell'opera che sembra abbattere i confini. In attesa della cerimonia ufficiale per la conclusione del restauro, in pochi giorni la chiesa è divenuta meta di centinaia di cittadini che hanno apprezzato il lavoro svolto.

Luca Dipresa

 Galleria fotografica della chiesa restaurata

 

 

 

 

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Rocco Cavallo si candida a sindaco per Forza Italia 

Mercoledì, 27 febbraio

Rocco Cavallo, geometra cegliese, leader della lista civica «Forza Ceglie», accetta l'invito dei suoi sostenitori (imprenditori, commercianti, ex consiglieri di Forza Italia e un ex assessore sempre di FI e persino l'ex sindaco deposto da Forza Italia) e si candida a sindaco di Ceglie Messapica in uno schieramento di centrodestra. Una sfida coraggiosa, non c'è che dire, perché quasi certamente non unirà la Casa delle libertà.

«Sono onorato di tutte queste - scrive in una nota Cavallo - testimonianze di stima e fiducia che hanno interessato la stampa nei giorni scorsi. Mi ha fatto piacere avere avuto l'attestazione di stima di diversi imprenditori, artigiani e commercianti locali, anche se i soggetti veramente meritevoli di stima ed onori sono gli imprenditori stessi, spesso vessati da norme fiscali troppo rigide, scarse vie di comunicazione ed abbandono da parte degli enti preposti».

«Non posso ignorare - aggiunge - l'intervento fatto da chi rappresentava, in Consiglio comunale, il partito di maggioranza relativa, i quali, fatto ammenda di quanto accaduto, hanno dimostrato la propria disponibilità a riproporre l'esperienza in un clima sano e trasparente. Ringrazio l'assessore Ciro Argese, amministratore onesto, serio e coerente, con il quale ho condiviso l'esperienza amministrativa per alcuni mesi, per l'opinione che ha della mia persona, ma soprattutto per le considerazioni politiche precise che ha sottolineato in maniera chiara e scevra di veti. Avere però la benedizione del sindaco prof. Pietro Magno è stato un gesto indimenticabile e commovente al tempo stesso, poiché, pur avendo avuto l'onore di collaborare con lui per quattro mesi, non ho mai intuito il sentimento di stima e di fiducia che questa persona poteva nutrire nei miei confronti, fino al punto di indicarmi come suo successore ed offrirmi gratuitamente la sua collaborazione per attuare il programma lasciato in sospeso».

Una sfida coraggiosa, si diceva, perché non tiene conto delle necessità di Forza Italia, di Alleanza Nazionale, oltre che degli altri alleati del Polo. Forza Italia, come è noto, punta ormai da tempo su Mario Annese, elemento di grande caratura della ex Dc. Sulla stessa candidatura, sembra si sia indirizzata An, che in subordine punterebbe sull'ex vice sindaco Mimmo Urso, poiché tocca al partito di Fini esprimere in questa tornata il candidato sindaco. Ora, però, rischia di restare completamente tagliato fuori. Accetterà? E Forza Italia accetterà?

Ma sono in tanti a volere Cavallo sindaco. Il suo staff fa sapere che in soli cinque giorni sono state raccolte oltre tremila firma a sostegno della sua candidatura. «Devo scusarmi - afferma - con tutti coloro i quali, in maniera diversa, hanno manifestato in mio favore, avendoli fatti attendere per segnale di approvazione, ma la decisione non era delle più semplici. Non posso ignorare tutto questo entusiasmo che spontaneamente si è creato attorno alla mia persona, e per questo raccolgo il guanto della sfida. Una sfida che accetto nella consapevolezza di avere un esercito forte, armato di tanta onestà ed amore per la nostra Ceglie».

Rocco Cavallo conclude: «La mia candidatura a sindaco di Ceglie però, oltre ad avere già ottenuto l'approvazione di alcuni tra i più importanti volani del tessuto economico della città, nonché dai rappresentanti delle esitituzioni, per essere completa vorrei che la mia candidatura ottenesse la benedizione e la fiducia dei parlamentari locali».

 

 

 

 

 

 

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Da Margherita a Rifondazione la grande alleanza dell'Ulivo 

Sabato, 23 febbraio

Dal centro sino alla sinistra. Dalla Margherita sino a Rifondazione comunista. A Ceglie Messapica è stato raggiunto l'accordo in modo che il centrosinistra si presenti insieme e con un unico candidato a fronteggiare il centrodestra nella tornata elettorale del 26 maggio.

Lo hanno raggiunto l'altra sera i segretari sezionali che hanno stilato e sottoscritto un documento. Cosimo Vitale (Rifondazione comunista), Pietro Mita (Democratici di sinistra), Antonio Gioia (Socialisti democratici Italiani), Donato Rapito (Comunisti italiani) e Antonio Amico (Margherita) hanno collocato un primo paletto in questa alleanza che ora dovrà decidere il candidato da presentare. Una formalità perché l'unico sul piatto della bilancia è Pietro Mita (Rifondazione comunista), sindaco di Ceglie Messapica per due legislature. «Le elezioni del 26 maggio 2002 - si afferma nella dichiarazione di intenti (l'hanno chiamata così) - sono ormai alle porte dopo un lungo commissariamento, voluto da alcuni uomini del Polo. Il paese è rimasto senza una guida amministrativa con conseguenze gravissime: l'aumento delle tasse, l'economia in ginocchia e la dequalificazione dei servizi, a partire dalla Sanità. Oggi la nostra città è tornata indietro di dieci anni e si presenta con il volto dell'abbandono.

Il 5 dicembre del 1993 - prosegue la nota -, con la vittoria delle liste Alternativa per Ceglie, Pds e Prc, si ebbe un forte pronunciamento dei cegliesi contro un'intera classe dirigente che aveva gestito la cosa pubblica in maniera privatistica. Seguì un'esperienza amministrativa coraggiosa e qualificata, sebbene interrotta dopo un anno». Sindaco fu Pietro Mita che fu rieletto dopo lo scioglimento del Consiglio per «incomprensioni» con l'allora Pds.

«L'Amministrazione 1995-99 - prosegue la nota - realizzò opere fondamentali e cambiamenti importanti, invertì la tendenza alla passività, avviò un nuovo rapporto tra Istituzione locale e società. Ma fu insufficiente il coinvolgimento dei cittadini, dei giovani soprattutto. Quell'esperienza di governo, positiva ed alternativa rispetto al malgoverno degli anni 80, va ripresa, rilanciata ed innovata con il concorso diretto di un ampio schieramento di forze progressiste, cattoliche ambientaliste e moderate. Le differenze culturali e politiche sono di valori e devono trovare la sede comune per un confronto per un confronto permanente, alla ricerca di una composizione unitaria più avanzata. Dobbiamo lavorare per un governo plurale, solidaristico, capace di mettere in movimento le risorse fornite dal territorio, dalla cultura, dal lavoro dai settori produttivi.

Rifondazione comunista, Democratici di sinistra, Socialisti democratici italiani, Comunisti italiani e Margherita si impegnano sin da ora in un percorso unitario sul programma, sul metodo e sulla composizione del governo per Ceglie Messapica, aperto a tutte le forze progressiste, alle associazioni e ai singoli - donne e uomini - interessati al progetto. Questo processo unitario avrà il suo punto culminante nel protocollo di intesa politico e programmatico, che sarà firmato dai segretari, dai responsabili, dai soggetti politici che si impegnano a sostenere il programma e il candidato sindaco dello schieramento progressista, presentano le rispettive liste elettorali».

Dunque, un importante passo che supera le divisioni nello schieramento di centrosinistra. Sull'altro fronte, invece, ancora non vi è una schiarita. Nel centrodestra al momento c'è la candidatura di Rocco Cavallo, geometra cegliese, leader della lista civica Forza Ceglie, appoggiato da un comitato promotore e da alcuni ex consiglieri comunali di Forza Italia. In suo favore si è anche pronunciato l'ex sindaco Pietro Magno, defenestrato dopo poco più di un anno di gestione del Comune dai suoi sostenitori di Forza Italia. Magno ha dato indicazioni per Cavallo o in alternativa per il suo ex vice sindaco Cosimo Urso (An). In Forza Italia, però, c'è chi sponsorizza anche il ritorno di Mario Annese, personaggio di spicco della ex Dc.

 

 

 

 

 

 

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I Ds rinnovano la dirigenza cegliese del partito 

Giovedì,  21 febbraio

Uno staff composto da alcuni rappresentanti della società civile da affiancare ad una segreteria tutta nuova: questa l'idea sulla quale la nuova classe dirigente dei diesse cegliesi scommette per il rilancio del partito.

Oltre al segretario amministrativo Donato Chirico, nominato durante il congresso, faranno parte della nuova segreteria: Domenico Lacala (responsabile Attività Produttive), Antonio Altavilla (responsabile Lavoro e Sociale), Maurizio D'Aversa (responsabile organizzativo) e Gabriella Gallone (responsabile Politiche Giovanili).

«Ma la vera novità - afferma il responsabile organizzativo D'Aversa - è rappresentata proprio dallo staff, composto da quattro esponenti della società civile: Cosimo Vitale (commercialista), Franco Tagliente (infermiere professionale), Giuseppina Pastorino e Maria Pepe (studentesse universitarie). E' la prima volta, infatti, nella storia del partito a Ceglie, che una segreteria politica viene affiancata da un gruppo di collaboratori, tra l'altro giovani e qualificati. Ci sono tutte le premesse, in questo modo, perchè i Ds a Ceglie riconquistino quella forte fisionomia che caratterizzava il partito circa dieci anni fa».

Il partito si lascia alle spalle un periodo critico, in cui sembrava sparito dalla scena locale. Riscontrate un certo entusiasmo tra i vostri elettori, in questa nuova fase?

«Sì, si respira un bel clima nei Ds di Ceglie, e secondo me per due motivi fondamentali. Il primo è l'elezione di un segretario giovane come Pietro Mita, molto apprezzato sul territorio locale per le sue qualità manageriali - è responsabile regionale del British Institute - e per la sua capacità di approccio con la gente. Il secondo elemento è rappresentato dalla concreta prospettiva di un accordo tra le forze del centro sinistra locale. Il nostro partito questo lo vuole fortissimamente e ciò i nostri simpatizzanti lo stanno constatando e ce ne danno atto quotidianamente».

Ci sono iniziative in vista?

«E' in cantiere, grazie alla collaborazione di un nostro concittadino, Piermassimo Chirulli, responsabile delle politiche sociali della Sinistra Giovanile del Lazio, un'iniziativa politica che vedrà la partecipazione di Domenico Lucà, componente della segreteria nazionale dei Ds».
Nel frattempo è imminente una convocazione dell'attivo di base del partito per dare spazio a tutti coloro che vorranno dare il loro contributo al nuovo corso, in vista delle prossime elezioni amministrative.

I Ds, insomma, vogliono arrivare preparati all'appuntamento che ritengono molto importante, in particolar modo per il futuro della città.

(La Gazzetta del Mezzogiorno)   

 

 

 

 

 

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Candidature: resa dei conti nel centro-destra 

Martedì,  19 febbraio

Ma cosa succede nel Polo di centrodestra? La domanda sono in molti a porsela, con voci ed indiscrezioni che tengono banco.

Tanto che più passano i giorni e più la situazione sembra ingarbugliarsi. Con proposte di candidature, come quella di Rocco Cavallo in contrapposizione a Mario Annese, immediatamente bocciate come «fughe in avanti» da altri componenti del Polo.

Sembrava che i problemi riguardassero l'altra sponda, quella del centrosinistra dove il perno della discussione ancora una volta è legato al gradimento o meno di Pietro Mita, l'ex sindaco di Rifondazione comunista che ha dato la disponibilità a ritentare la scalata a Palazzo di città.

Nella Margherita e nei Ds ci sarebbero frange  che non gradirebbero. Ma è opinione diffusa che alla fine l'accordo si troverà anche perché andare ognuno per proprio conto è stata una strada già battuta e significherebbe il suicidio politico. Soprattutto per un partito storico come i Ds che ha necessità di recuperare il suo peso e il suo simbolo in Consiglio comunale.

Ma torniamo alla Casa delle Libertà. Qui pareva che tutto fosse ormai chiaro da tempo, con le indicazioni che portavano a Mario Annese, l'ex presidente del Consiglio regionale ritenuto la persona in grado di mettere tutti d'accordo.

Ma in questi giorni, pare, che siano venute fuori anche qui delle differenziazioni. E la cosa strana è che questo non riguarderebbe Alleanza nazionale alla quale, in base ad un accordo provinciale sarebbe toccato esprimere il candidato, pur sottolineando che «si sarebbe tirata indietro di fronte ad una candidatura forte ed unanime». E l'indicazione di Annese andava proprio in questa direzione. L'unica condizione che avrebbero posto è che restassero fuori coloro che fecero cadere la giunta Magno. Il chiedere la disponibilità ad Annese veniva anche caldeggiata dagli ex Cdl e dal Ccd. Così, stando ad alcune indiscrezioni, i problemi verrebbero dalla restante parte di Forza Italia. Più di qualcuno si sarebbe, infatti, opposto. E qui sono cominciate le «letture» e le voci. Una di queste confermerebbe il tutto con la proposta di candidatura a sindaco di Rocco Cavallo (già nelle precedenti due tornate elettorali ha capeggiato, senza grandi fortune, la lista Forza Ceglie), venuta non solo da parte di un gruppo di imprenditori (e qui nulla di strano), ma soprattutto da parte di ex consiglieri comunali di Fi. Ed è questo che ha lasciato spazio alle voci che, ovviamente, andrebbero tutte verificate.

 

 

 

 

 

 

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Elezioni: l'Ulivo riparte da quattro (sui temi e sui partiti) 

Sabato, 16 febbraio

Sono quattro i punti individuati dall’Ulivo per la costruzione di qual programma elettorale da presentare agli elettori, in vista delle elezioni amministrative del prossimo 26 maggio, impegnandosi “a valorizzare le risorse umane e le intelligenze locali - si legge nel documento sottoscritto nei giorni scorsi dagli aderenti all’Ulivo (Ds, Margherita, Sdi, Pdci) -, con un modello di amministrativo e culturale a forte partecipazione sociale, con l’affermazione dei diritti civili caratterizzando il tutto con un forte senso di solidarietà verso i soggetti più deboli”.

Democrazia, trasparenza e partecipazione; sicurezza e legalità; pianificazione di uno sviluppo sostenibile sul territorio; consolidamento e potenziamento degli interventi nei settori dei servizi sociali, formativi e delle politiche giovanili sono gli obiettivi principali sui quali costruire il programma elettorale, “impegnandosi – si legge ancora nel documento – in un patto di civiltà politica da offrire a quei partiti che sono in alternativa al centrodestra e a tutte le associazioni presenti sul territorio” e che la Margherita ha già avuto modo di incontrare nelle settimane scorse, sia pure in maniera informale.

Partendo da questo presupposto e in considerazione che i giorni sono ormai maturi per avviare un confronto con le altre forze alternative al Polo, l’Ulivo si attiverà da subito per “un confronto con il partito della Rifondazione comunista, con la lista Di Pietro, con i verdi e con le altre forze presenti sul territorio”. 

L’Ulivo, pur tenendo conto che le elezioni amministrative tengono conto dei forti fattori localistici, ha come punto di riferimento il risultato elettorale delle politiche dello scorso maggio quando, nel proporzionale fece registrare un notevole consenso (la Margherita registrò qualcosa come 1414 voti, attestandosi a primo partito  del raggruppamento ulivista, seguito dai Ds con 1004 voti e dai Cossuttiani  con  412 preferenze. C’è poi il dato del partito di Di Pietro con 484 voti). C’è poi il dato riportato da Rifondazione comunista  che in quella occasione e sempre al proporzionale ottenne 1346 preferenze.

Ecco perché tutto l’interesse è rivolto al confronto che si aprirà con Rifondazione, partito che mette sul piatto della discussione la disponibilità dell’ex sindaco Pietro Mita. Al tavolo della concertazione si dovrebbe invitare anche la lista di “Insieme per Ceglie” di Antonio Pepe  In molti sono pronti a scommettere che alla fine l’accordo si troverà, in un modo o in un altro, nella consapevolezza che solo così la partita può essere giocata e, possibilmente, vinta. Ma nessuno nasconde che la strada non è, al momento, tutta in discesa.

Analoga situazione di incerta, al momento, vige ancora dall’altra parte, in casa del Polo. Fino a qualche settima fa la candidatura di Mario Annese, voluta da più parti (pur rimanendo ancora da sciogliere la disponibilità del corteggiato ex presidente del consiglio regionale)   era dato ormai un dato acquisito. Però, a quanto pare e stando ai si dice la cosa non sarebbe così semplice e la conferma verrebbe da alcuni distinguo presenti in Forza Italia  e dalla proposta di candidatura di Rocco Cavallo, ad opera di un gruppo di imprenditori ed ex consiglieri comunali di Fi. Non fosse altro perché Cavallo viene dato molto vicino all’on. Vitali, sia pure leader di Forza Ceglie. E volendo fare delle previsioni, sulla base di quale che si dice o di indiscrezioni che necessitano di conferme, alla fine sarà Mario Annese il candidato del Polo. A patto però, che tutta la Casa delle Libertà  sia unità nell’intento di riprendersi il municipio, non dimenticando  che alla cittadinanza deve spiegare le ragioni che hanno portato la città alla più lunga parentesi commissariale che la storia locale ricordi.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Concerto: in scena domani la canzone napoletana 

Sabato, 16 febbraio

Domani si cambia genere con il terzo appuntamento dell’ottava  stagione concertistica, offerto dal Centro Musicale Caelium, in collaborazione con la Fondazione  “Silvana Paolini” ed il patrocinio delle Amministrazioni provinciali e comunali. . Con inizio alle ore 18,00 nel salone del centro riabilitativo della Paolini, il duo Giovanni Mazzone (tenore) e Vincenzo Camporeale (pianoforte) proporranno “Canzoni della tradizione napoletana”. Un appuntamento che, certamente, farà registrare una notevole presenza di pubblico, così come del resto è accaduto nelle precedenti occasioni,  segno del consenso che c’è verso il Caelium, associazione diventata orami  un importante punto di riferimento nella vita culturale della città. Il  programma proposto prevede alcune delle più belle canzoni della musica napoletana. Tra le altre Fenesta Vascia, Canzone Marinara, Te voglio bene assaie, Tarantella napoletana, Funesta che lucive, Funiculì Funiculà, Marechaire, O’ Marinariello, O sole Mio, Torna a Surriento, Core ‘ngrato, reginella, Dicintincillo vuie, Maruzzella, Tu si na cosa grande. Brani eseguiti da un duo il cui valore artistico ò ben noto. 

Peccato che la data di apertura del Teatro comunale non fosse ancora certa quando è stata programmata questa ottava stagione concertistica: uno scenario che avrebbe ben meritato. E a proposito di teatro, nella polemica che ha accompagnato l’inaugurazione del teatro per quel che concerne i biglietti omaggio, se ne aggiunge un’altra. Molti avrebbero voluto che per questa occasione  fosse stato proprio un concerto (per lo più gratuito) del Caelium a “benedire” la tanto attesa riapertura. Questo, naturalmente, senza nulla togliere al valore di Peppe Barra.  Prossimo appuntamento per domenica 17 marzo con il concerto del Quartetto “O. Messiaen”. 

 

 

 

 

 

 

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"Quel mostro tra gli ulivi". Anche a Ceglie Messapica 

Sabato, 16 febbraio

Un appassionato articolo sulla difesa dell'ambiente e delle caratteristiche locali, del paesaggio, sullo sviluppo e sul potenziamento delle risorse è stato pubblicato stamani sulla prima pagina della "Gazzetta del Mezzogiorno". L'autore è Giuseppe Giacovazzo, ex direttore del quotidiano pugliese ed ex parlamentare. Dato il suo interesse per l'area cegliese, citata nell'editoriale, ne proponiamo la pubblicazione anche sul sito di Ideanews ringraziando l'autore e "La Gazzetta del Mezzogiorno".

 

di Giuseppe Giacovazzo

«Ora vi spiego perché la Puglia non è la California». Così disse Franco Tatò. Anzi lo scrisse con un libro che aveva proprio quel titolo. «Ma neanche l'Enel è la General Electrics», gli rispose Raffaele Fitto dal podio solenne della Fiera del Levante. E finì che l'Enel depose la sua voglia di Acquedotto Pugliese. Ma non depose le armi. Anche perché – secondo Tatò – se la Puglia non è la California, la colpa è della sua classe dirigente e del sistema clientelare su cui si regge.

Ora, sull'onda di questo ragionamento, il grande manager dell'Enel recide i legami con questa classe politica, e non solo, annunciando che l'Enel non parteciperà alla prossima Fiera del Levante. Nella Fiera cominciò lo scontro. Sulla Fiera s'abbatte l'ira funesta dell'oriundo deluso. Sulla Fiera che non ha nulla a che vedere con queste diatribe.

Dispetto, pentimento, conversione? Qualcosa è successo nell'animo esacerbato di Tatò, se bisogna far credito alla diceria che voglia finanche sbarazzarsi della sua bella Masseria in agro di Fasano, dopo averla sontuosamente restaurata, impreziosita e celebrata con illustri ospiti del bel mondo.

Non sto deviando nel privato. Cerco soltanto di mettere insieme le tessere di un mosaico. In questi giorni, i proprietari delle storiche masserie che stanno tra Fasano e Ostuni si sono riuniti a Pezze di Greco per protestare contro una iniziativa disastrosa. Si tratta della costruzione di una centrale elettrica alimentata dalla combustione di carcasse di pneumatici e altri rifiuti. Prima tappa, un grande inceneritore che in realtà costituisce il vero business di questo misterioso progetto.

Un mostro nel cuore di una plaga ulivetata di pregio ambientale inestimabile, protetta da leggi e decreti ad ogni livello istituzionale. Un mostro a dispregio delle tante iniziative che le antiche masserie, fino a ieri inerti e assenteiste, hanno intrapreso per rendersi più accoglienti in agriturismo e cultura del territorio. Un mostro in una terra cosparsa di orme preistoriche, di laure e cripte basiliane, con piccoli templi d'epoca bizantina e normanno-sveva.

A che serve poi un'altra centrale in una regione che ne ha già tante da poter inondare tutto il Sud? Serve soltanto come foglia di fico all'unico vero scopo dell'impresa: il grande inceneritore. Per il quale esiste una concessione rilasciata dal ministero del Commercio in data 16 marzo 1998, e poi trasmigrata non si sa come nelle mani di una sigla che farebbe capo a un grosso gruppo industriale del Nord. Ma dietro l'affare si sussurra che vi sia la mano lunga dell'ecomafia.

Fasano è alla vigilia delle elezioni amministrative, insieme ad Ostuni, Ceglie Messapica, Martina Franca, Alberobello in piena Valle d'Itria, in una campagna elettorale che fa perno sui temi cruciali dell'ecologia e della difesa del territorio. Tutti si proclamano vestali dell'ambientalismo. Ma tutti temono che a urne spogliate possa far capolino di soppiatto tra gli ulivi secolari una ruspa, un bulldozer, con tanto di cartello pieno di bolli e superbolli.
I massari si riuniscono allarmati a scongiurare l'avvento del Mostro, pensando ai fumi pestilenziali dei copertoni, dei fanghi putridi e delle diossine nell'aria fino ad oggi incontaminata e salubre di quella immensa foresta verde e argento che è la Puglia piena.

Franco Tatò trascorre ancora qualche weekend là intorno. E se il suo personale disimpegno dalla Puglia porta alla vendita di Torre Spaccata, allora il cerchio si chiude. E diviene più tangibile il perché per lui «la Puglia non può essere la California».

 

 

 

 

 

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Pietro Magno: "Non mi candido ma ecco chi dovete votare" 

Venerdì, 15 febbraio

Rompendo un silenzio che durava quasi dalle sue dimissioni, presentate a fine marzo dello scorso anno, l'ex sindaco di Ceglie Messapica, Pietro Magno, ha chiarito la sua rinuncia alla candidatura alle prossime elezioni amministrative e, in un appello inviato ai giornali e pubblicato dalla "Gazzetta del Mezzogiorno", ha invitato i cittadini a prestare attenzione ai futuri sindaco e consiglio comunale. Di più: Magno si è detto disponibile a lavorare "gratis" se i cegliesi sceglieranno il sindaco tra due persone da lui indicate: Mimmo Urso, An, giovane avvocato già ex di Magno, e il geometra Rocco Cavallo, leader della lista civica Forza Ceglie e ormai in rotta verso Forza Italia. L'ex sindaco ha infine invitato il suo partito, An, ad avanzare pressanti richieste agli alleati "berlusconiani".

 

Pubblichiamo la lettera integrale di Pietro Magno: 

"Non io ma soprattutto voi Cegliesi, che avevate posto fiducia nella nuova maggioranza siete stati pugnalati alla schiena.
Appare evidente che alcuni avevano fin dall'inizio l'intenzione di far finire le cose come sono finite, mentre altri consiglieri, miopi, si sono lasciati trascinare.
La legge stessa pone il sindaco in ostaggio del Consiglio comunale, giacchè qualsiasi decisione importante deve essere votata da tale organo. Se, come accaduto a Ceglie, gli obiettivi del sindaco per la realizzazione del programma elettorale non coincidono con gli obiettivi dei consiglieri, disposti per il loro conseguimento a calpestare gli impegni preelettorali, o il sindaco cede al ricatto o lascia.

L'esperienza fortemente negativa mi induce a non ricandidarmi, dal momento che non ho nessuna garanzia di non ritrovarmi in situazione analoga. Ringrazio di cuore coloro che me lo hanno chiesto, ma proprio non me la sento.
É bene, però, che in vista delle elezioni Forza Italia proceda ad un serio esame di coscienza, evitando candidature che porterebbero il Polo al fallimento. Le brutte figure e la perdita di ben cinque comuni nella provincia la dicono lunga sulla qualità della politica locale.

E anche An, il mio partito, deve porre precise condizioni per evitare passi falsi.
Per una valida candidatura al vertice dell'Amministrazione non è necessario guardare molto lontano. Basta guardare tra i componenti della mia giunta (note eccezioni a parte), che ha lavorato, fin quando l'hanno lasciata lavorare, con impegno ed onestà nell'esclusivo interesse della città. É sufficiente ricordare il molto fatto nel poco tempo e il moltissimo che era pronto, a cominciare dal piano regolatore e dalla città dello sport, che oggi sarebbe in costruzione. Perchè il piano regolatore, redatto alla luce del sole e concordato con le forze produttive, non è stato approvato? Credo che tutti Voi cegliesi ben conosciate la risposta.

Chi vedo come candidato sindaco del Polo? Per l'esperienza positiva che ne ho fatto vedo bene Rocco Cavallo o Domenico Urso. Con loro sarei disposto a collaborare, gratis si intende, per realizzare l'intero mio programma elettorale e anche di più.

Che cosa ne pensate cari Cegliesi? Attenti però a chi voterete per il consiglio comunale. Cercate di pensare alla qualità delle persone e ai loro scopi. Evitate di far trovare il futuro sindaco in situazione analoga a quella in cui ci siamo trovati io e la mia giunta."

Pietro Magno

 

 

 

 

 

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Gli scolari delle Elementari campioni di solidarietà 

Mercoledì, 13 febbraio

Positiva e riuscita l'iniziativa solidaristica promossa dal secondo circolo didattico nel periodo natalizio. "Sento l'obbligo di ringraziare tutti i bambini, i docenti ed i genitori - afferma il dirigente scolastico, prof. Giovanni Semeraro - per la collaborazione data, che hanno consentito di conseguire apprezzabili risultati nella raccolta di fondi da devolvere ad Emergency ed in favore della locale associazione Aias".

Soddisfazione per la sensibilità dimostrata verso questioni di caratare sociale, con l'educazione alla solidarietà verso quanti hanno necessità. Con il mercatino della solidarietà il plesso della Giovanni Bosco ha raccolto la somma di quasi due milioni e mezzo mentre il presepe vivente proposto dal plesso Giovanni XXIII ha fatto registrare una raccolta di un milione e mezzo. Tutto il lavoro è stato documentato in una videocassetta. Insomma, l'attivismo di questo circolo didattico è più che mai tangibile e le attività programmate ed inserite nel piano dell'offerta formativa si stanno rivelando di una inimmaginabile utilità, sia dal punto di vista didattico che sociale. Ed il fatto ancor più positivo è il coinvolgimento delle famiglie che così stanno dando un senso al tanto declamato ed auspicato diretto rapporto scuola-famiglia-territorio. A buon punto i  progetti di inglese avviati nella scuola dell'infanzia e quelli di informatica e musica nella scuola elementare. Ma c'è un'altra iniziativa che viene vissuta con successo. "Dono un libro per leggerne cento" è lo slogan scelto per arricchire la biblioteca per i ragazzi della scuola e dell'intera città. "Ai libri che già ci sono - ci spiega ancora il dirigente Semeraro -si aggiungeranno tutti quelli richiesti dagli alunni alle varie case editrici ed i genitori collaborano anche loro con il contributo di dieci euro o con la donazione di un libro": I dieci euro serviranno  sempre per l'acquisto di volumi che andranno ad arricchire la biblioteca scolastica "che non diventerà un museo del libro, ma un luogo di continua consultazione". Intanto anche l'esperienza del "Teatro per crescere insieme" è un'altra occasione del Pof.

Domani, giovedì, gli alunni delle classi terze, quarte e quinte, si recheranno presso il Teatro Italia di Francavilla Fontana per assistere allo spettacolo "Il brutto anatroccolo". Peccato che al momento della programmazione di questo spettacolo era ancora incerta la data di apertura del teatro Comunale. Sarebbe stata l'occasione giusta per la riappropiazione di questo bene, sul quale la città conta molto per elevare il livello cultura. Non sarebbe stato male, ad esempio, far coincidere la riapertura proprio con uno spettacolo dei ragazzi a cui il teatro appartiene.

Luca Dipresa

 

 

 

 

 

 

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Poste, ripristinato il servizio pomeridiano 

Martedì, 12 febbraio

E' da soli pochi giorni che è stato riattivato il servizio pomeridiano delle poste che già si nota, come del resto era prevedibile, l'utilità per la popolazione che ha vissuto due mesi di vero ...inferno. Così, alla fine, a Roma, dove ha sede la direzione nazionale, si sono resi conto della necessità di dare un segno di attenzione a quelle proteste che pareva trovasse solo sordi. In tutto questo, oltre all'impegno di amministrazione, nella fattispecie del commissario prefettizio, e delle forze politiche una nota la merita anche il  Codacons, l'associazione in difesa dei consumatori, che da subito, sollecitata da moltissimi cittadini si era fatta interprete del disagio e del disservizio in atto. Il responsabile locale, il geom. Gaetano Suma, è soddisfatto dell'esito favorevole della protesta che, potrebbe anche non esaurirsi qui. L'avvento dell'euro, come più volte sottolineato, ha inasprito una situazione che già era precaria e che proprio per questo avrebbe dovuto comportare una diversa organizzazione. Ed invece niente: stessi sportelli, insufficienti ad una  popolazione così numerosa e, soprattutto, niente apertura pomeridiana.

Così affollamenti, nervosismi e spesso ricorso alle forze dell'ordine sono state scene frequenti con, a farne le spese, oltre i cittadini, gli stessi operatori che si sono sottoposti ad uno stress al limite della sopportazione (qualcuno ha dovuto ricorrere persino alle cure mediche con la prescrizione di un periodo di riposo). Ora la situazione si è un po' alleggerita. L'intervento del Codacons  venne richiesto da moltissimi cittadini, specie da coloro che al mattino lavorando non potevano perdere intere giornate per effettuare un semplice versamento. E non potendolo fare al pomeriggio, ora si vedranno appioppati le multe per il ritardato pagamento. Ed è qui che l'azione del Codacons potrebbe avere un seguito. "Se c'erano gli estremi  - precisa il responsabile comunale - opreremo una sorta di rivalsa". In pratica, coloro che lavoravano al mattino, con le poste impraticabili per le lunghe code fin dalle sette del mattino, prima dell'orario di apertura, con le poste chiuse al pomeriggio tantissimi sono stati costretti a pagare le bollette a ...tempo scaduto. Conseguenza, l'addebito della multa per ritardo. Ci potrà essere una richiesta di rimborso della multa?

Il Codacons sta studiando la questione. Ma quel che più contava era che l'orario si prolungasse al pomeriggio. Cosa che è avvenuta e che si spera non sia un fatto limitato nel tempo. A quanto pare, l'apertura pomeridiana è stata resa possibile con il ricorso ai "vecchi" portalettere ai quali è stata offerta la possibilità di passare agli sportelli. Per la distribuzione delle poste si farebbe ricorso a lavoratori stagionali. A proposito della consegna della posta, ci sono moltissime lamentele perchè‚ quando manca un postino la consegna non viene fatta in tempo ed è accaduto che molta gente si è visto consegnare la bolletta del metano o del telefono dopo la scadenza prevista. Ma, si spera che le cose possano decisamente cambiare con un servizio che, a quanto si dice, ha sanato i bilanci, ma sulla pelle della gente. E non va dimenticato che si tratta di un servizio che la gente paga e non riceve gratuitamente. 

(Luca Dipresa, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

 

 

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Il teatro comunale riapre tra le contestazioni della platea 

Lunedì, 11 febbraio

Il teatro comunaleDopo oltre mezzo secolo di attesa si è alzato il sipario sul Teatro comunale di Ceglie Messapica e subito sono andate in scena le polemiche per la kermesse organizzata dal commissario prefettizio, Rosa Simone. Centinaia di cittadini si sono infatti accalcati al botteghino per partecipare alla serata di inaugurazione ma solo poco più di 230 hanno potuto prendere posto (pagando il biglietto di 12,91 euro, pari a 25 mila lire), mentre sembra che a più di 80 invitati siano stati riservati i primi posti. E' stato un applaudito spettacolo di Peppe Barra a riportare il teatro e l'arte a Ceglie dopo che negli ultimi anni si erano intensificati gli sforzi per riportare il paese ai fasti del passato.

Vediamo le polemiche. Già nei giorni scorsi malumori erano serpeggiati per i criteri d'invito attribuiti al commissario, funzionario di Prefettura originaria e residente nella vicina Ostuni, che avrebbe scelto la formula della serata inaugurale inserita in un programma di cartello. Si è gridato allo scandalo contro i metodi di selezione "popolar-casarecci" e portavoce della rabbia è stata ancge "La Gazzetta del Mezzogiorno". In molti, poi, avevano sollecitato una "prima" simbolica aperta a tutti i cegliesi, in modo da potersi tutti riappropriare di un tempio che appartiene a ciascuno, e quindi in un secondo momento - e a pagamento per tutti - dar le "polveri" agli spettacoli. E' successo invece che autorità, "portoghesi" e paganti si siano trovati tutti in platea. Tra gli invitati gli ex sindaci di Ceglie, ex capigruppo consiliari, consiglieri provinciali, parlamentari  rappresentanti religiose e civili e il prefetto di Brindisi, ripreso da alcuni contestatori quando ha affermato: "Dobbiamo ringraziare l'on. Gino Vitali per la realizzazione e partecipazione in questo teatro". Il deputato Vitali,  avvocato di Francavilla Fontana eletto per la seconda volta nelle liste di Forza Italia, è probabilmente meritevole di altre iniziative ma per il teatro di Ceglie non ha mai fatto nulla semplicemente perché non c'era più nulla da fare.

I lavori di restauro del Comunale iniziarono negli anni Settanta Ottanta e furono poi conclusi nel '99 durante l'amministrazione di Pietro Mita. E in effetti dalla platea in molti hanno ricordato, urlando indispettiti, la circostanza invitando il rappresentante del governo a Brindisi a dichiarazioni meno ossequiose.

E' destino della storia italiana che la "febbre" sia misurata nei teatri e senza scomodare il "Viva Verdi" urlato nel Risorgimento a Milano (in realtà i patrioti inneggiavano contro gli austro-ungarici intonando " Viva Vittorio Emanuele Re d'Italia") o le uova alla Scala lanciate nel '68 dall'allora giovanissimo Mario   Capanna, anche Ceglie stasera ha lanciato un chiaro segnale di insofferenza.

 

 

 

 

 

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La candidatura di Rocco Cavallo spacca Forza Italia 

Venerdì, 8 febbraio

La candidatura nella Casa delle libertà a sindaco di Ceglie Messapica di Rocco Cavallo, geometra cegliese, leader della lista civica «Forza Ceglie», continua a fare proseliti. Dopo gli imprenditori e cinque ex consiglieri comunali, ora è la volta di Ciro Argese, assessore comunale nel corso della breve esistenza della giunta di centrodestra guidata dal Pietro Magno. «All'amico Rocco Cavallo - scrive Argese -, che forse vuole tentare, se i vertici di Forza Italia e degli altri partiti della Casa delle libertà lo candideranno, auguro di vincere perché l'ho conosciuto come persona seria, capace, intraprendente».
A questa conclusione Argese giunge dopo avere fatto il punto sul dibattito apertosi a Ceglie nel centrodestra sulla scelta del candidato sindaco. «A mio parere - scrive Argese - prima di indicare dei nomi, persone perbene per carità, quali candidato sindaco, per poi magari bruciarli, bisognerebbe rispondere a questi cinque interrogativi: chi rappresenta Fi oggi a Ceglie? Qual è la posizione attuale di Fi in merito alla defenestrazione di Magno? Chi deve indicare il candidato sindaco? I consiglieri che firmarono la mozione di sfiducia per poi dire che non era stata colpa loro ma di una fantomatica regia occulta, hanno chiesto scusa al paese? L'on. Vitali nella campagna elettorale delle ultime politiche affermò che era giunta l'ora di "fare pulizia" in Fi a Ceglie. L'ha fatta? Se non si risponderà a questi interrogativi temo che per il centrodestra si prospetti una brutta sconfitta, perché l'elettorato non ha capito la caduta della giunta Magno (anzi ne ha capito solo la "ragione profonda") e non capirebbe come fanno a stare insieme coloro che "ingenuamente" firmarono la mozione di sfiducia al sindaco e chi, invece, lo difese sino all'ultimo. È troppo presto perché la gente dimentichi».

In sostanza accadde che nel 1999 Pietro Magno, avvocato nativo di Ceglie ma residente a Roma, viene candidato dal Polo a sindaco e vince contro Pietro Mita, leader di Rifondazione comunista che per due legislature ha retto il Comune. Ma la giunta Magno ha vita grama perché viene continuamente scossa dalla sua stessa maggioranza e soprattutto dalla fetta maggioritaria di Forza Italia. Gruppo che dopo poco più di un anno di amministrazione firma la «condanna» di Magno con una mozione di sfiducia.

Argese non era con chi firmò contro Magno per mandarlo a casa. E giustamente ora si chiede come sia possibile che si possa tornare tutti insieme senza confondere ulteriormente gli elettori.

«Se si risponderà agli interrogativi posti - conclude la nota di Argese -, bisogna che il centrodestra sia unito per vincere, chiunque sia il candidato sindaco e trovi delle persone non ingenue e disoneste, ma intelligenti, capaci e rispettabili da affiancare all'eventuale futuro sindaco». E quindi augura a Cavallo di vincere se otterrà l'investitura dal centrodestra.

 

 

 

 

 

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Candidati: tensioni nel Polo, l'Ulivo alla ricerca dell'unità 

Martedì, 5 febbraio

Non è solo nella città capoluogo che la Casa delle libertà non riesce ancora a sciogliere il nodo del candidato sindaco. Anche a Ceglie - stando ad alcune indiscrezioni - le cose, pare siano abbastanza ingarbugliate. Si dava per scontata la candidatura di Mario Annese. Ma non tutti nel Polo sarebbero favorevoli. Alleanza Nazionale, alla quale spetterebbe esprimere il candidato, è in attesa. Qualche esponente di rilievo, ha più volte asserito che di fronte ad una candidatura di rilievo, il partito rinuncerebbe ad un proprio candidato. È Annese il candidato di rilievo? In caso contrario l'ex vice sindaco, Mimmo Urso, sostenuto dall'ex sindaco Pietro Magno sarebbe pronto a scendere in campo per la campagna elettorale. Qualche resistenza sarebbe da addebitare solo a Forza Italia. E che le cose non vanno per il verso giusto, lo dimostra anche il fatto che l'avv. Domenico D'Ippolito, esponente degli Azzurri in passato, ora aderisce al Ccd.

A complicare la vita nel Polo ora c'è pure l'annuncio della posizione assunta da un gruppo di imprenditori che ha «lanciato» la candidatura di Rocco Cavallo. Il geometra, leader di «Forza Ceglie», assessore della giunta Magno, molto vicino all'on. Vitali, veniva indicato come il nuovo dirigente di Fi a Ceglie.

La sua indicazione, sostenuta da un gruppo di imprenditori, sarebbe indizio che in quest'area politica ci sono ancora diverse cose da chiarire. Come il ruolo che vorrà recitare il Ccd che nella passata amministrazione fu emarginato proprio dai suoi partner, che lo accusavano di non aver portato alcun consigliere in Municipio.

Anche nel centrosinistra l'aria è ...«ventilata». Mercoledì sera c'è stata una riunione delle costituende forze dell'Ulivo. Si sarebbe dovuto ufficializzare il tutto con l'indicazione di un coordinamento. Ma s'è deciso di attendere qualche giorno. Il motivo? In casa Ds qualcuno non vorrebbe che si partecipasse all'incontro proposto da Rifondazione. Una posizione minoritaria, però, che non avrebbe sortito altro se non un ritardo nell'incontro. Per opportunità, dunque, la Margherita (che si è già incontrata con il partito dell'ex sindaco Mita) ha deciso di attendere l'esito di quest'altro passaggio. Subito dopo ci si incontrerà per dar vita all'Ulivo. La compagine, da quel momento, si dovrà preparare il programma elettorale ed avviare le trattative ufficiali con Rifondazione per la costituzione di un raggruppamento capace di ostacolare la Casa delle libertà il prossimo 26 maggio, quando i cegliesi saranno chiamati a ridare alla città un governo dopo un lungo periodo di commissariamento scaturito dalla defenestrazione del sindaco Pietro Magno, eletto dal Polo e non più gradito a Forza Italia.

Al momento le candidature ufficializzate sono quelle di Tonino Pepe, leader di Uniti per Ceglie, ex assessore nella giunta Mita, che in una recente nota ha bocciato «il ritorno del vecchio» ed ha promosso «l'esperienza amministrativa che ha gestito Ceglie dal 1995 al 1999» (la giunta Mita) e di Antonio Suma, leader di Alternativa per Ceglie.

 

 

 

 

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Ragazzi in piazza per difendere la pace

Lunedì, 4 febbraio

Una giornata ricca di iniziative quella di domenica scorsa curata dall'Acr, l'Azione cattolica Ragazzi nella mattinata e nel pomeriggio, ed in serata dall'Azione Cattolica della Chiesa Madre di Ceglie Messapica.

I ragazzi dell'Acr, a conclusione del mese della pace che si svolge ogni anno in tutti i paesi della Diocesi di Oria, hanno animato con varie manifestazioni ludiche e d'informazione la «Giornata cittadina della Pace».
La manifestazione è stata preceduta da una veglia di preghiera che si è svolta, nel pomeriggio di sabato, presso la chiesa di San Gioacchino. Protagoniste di tale iniziativa tutte le parrocchie del paese che, grazie ai responsabili del gruppo hanno coinvolto grandi e piccini ad affrontare il tema della pace seguendo un canale d'informazione di grande valore etico. A tale scopo, hanno allestito, in Piazza Plebiscito, una bancarella di prodotti provenienti dall'Africa, dall'Asia e dall'America Latina reperiti dalla cosiddetta «Bottega del Mondo» che vende beni del commercio equo e solidale, ossia, realizzati in condizioni di giustizia ed equità.

L'Acr ha voluto così far parte di una catena di solidarietà che si propone di aiutare i popoli in difficoltà non con un gesto isolato, ma creando le condizioni di sviluppo durature e, allo stesso tempo, denunciando molte situazioni di sfruttamento minorile. Con questo scopo, sono nate associazioni come la «TransFair» italiana che senza fine di lucro gestisce i prodotti del mercato equo in Italia. L'Acr ha voluto quindi far divertire i partecipanti alla giornata, ma anche informare, affinché anche nei riguardi del commercio nasca una cultura diversa.

Nel corso della mattinata i bambini hanno chiesto agli adulti di fermarsi e scrivere su dei bigliettini dei messaggi di pace, mentre il primo pomeriggio, sempre nella piazza del paese, è stato allietato da attività ludiche tra le quali il gioco della Dama Vivente che ha visto divertirsi numerosi bambini. Fra la gente fortemente sensibilizzata, il pensiero è andato ai tanti bambini specie del terzo mondo che passano, invece le loro giornate lavorando e realizzando oggetti che forse non potranno mai permettersi.

La serata è stata poi movimentata da musiche e «Chiacchiere» presso l'atrio del Castello Ducale. Una festa organizzata dall'Azione Cattolica della chiesa Madre finalizzata al puro divertimento. I cegliesi hanno avuto in tale occasione la possibilità di far rivivere il centro storico e di constatare, purtroppo, anche lo stato di degrado in cui riversa il Castello Ducale, ma questa è un'altra storia.

 

 

 

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Centinaia di cegliesi in udienza in Vaticano da papa Wojtyla

Venerdì, 1 febbraio

«Un'esperienza bella? Entusiasmante? Straordinaria? Troppo riduttivo».
I cegliesi che sabato scorso hanno preso parte all'udienza particolare con il Santo Padre, Giovanni Paolo II, fortemente voluta dal vescovo Marcello Semeraro, non hanno dubbi: incontrare, sia pure per pochi minuti il Papa, è un'esperienza che va aldilà di ogni retorica, tanto che qualsiasi aggettivo per definirla risulterebbe banale. Giovani, adulti e bambini: un'intera comunità di circa 500 persone si è stretta intorno al Santo Padre, nell' aula Nervi, per «condividere - come ha sottolineato il Vescovo - la sua passione per Vangelo».
Tra i tanti, il commissario straordinario, Rosa Maria Simone, che a fine udienza è stato ricevuto dal Papa, insieme ai sindaci dei vari paesi della diocesi.
«Che dire? - afferma Simone -. È davvero difficile poter esprimere a parole quello che si prova davanti al carisma di quest'uomo. È un momento che ricorderò sempre».
«La prima cosa che ho pensato mentre il Papa parlava - afferma Carlo Gasparro, componente del comitato di S. Antonio (chiesa madre) - è che solo un uomo baciato da Dio come lui, può ancora dare i brividi agli uomini che hanno perso l'anima». Mentre Francesca Santoro (S. Rocco) nota «la forza d'animo e l'irreprensibilità di quest'uomo, che pur affaticato, non perde mai il suo entusiasmo». «Ho notato una unità straordinaria intorno alla figura del Santo Padre» afferma invece Michele Laveneziana, componente del consiglio pastorale di Azione Cattolica (S. Rocco). Antonietta Del Vecchio (S. Rocco) dice: «Sono contenta di questa esperienza non solo per me, ma anche per mia figlia e per tutte le bambine dell'oratorio femminile "Beato Padre Pio da Pietrelcina" delle suore dell'Opera Mariae Reginae». Secondo Piermassimo Chirulli, responsabile nazionale Giovani Cristiano Sociali (don Guanella) «il messaggio da cogliere in questo incontro è quello di impegnarsi a non relativizzare i valori cristiani, e ad ancorare la nostra esistenza al messaggio di Cristo».
«Abbiamo vissuto quest'esperienza - conclude don Gianni Caliandro, rettore del Seminario Diocesano "San Carlo" - con il pensiero rivolto all'incontro di Assisi di qualche giorno fa e all'impegno del Papa per la pace». Ed è inevitabile che un pensiero e un ringraziamento vadano a tutti coloro che hanno permesso questa iniziativa, dal Vescovo, ai parroci delle quattro parrocchie impegnate (Chiesa Madre, S, Rocco, S. Lorenzo, Don Guanella), alla comunità dei Padri Passionisti.

(Pierpaolo Faggiano, La Gazzetta del Mezzogiorno)

 

 

 

 

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