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La lettera di Mino De Masi al sindaco Pietro Magno

 

Ceglie Messapica, 14 aprile 2000 

Egregio signor Sindaco,

  ho ascoltato con molta curiosità il comizio che ieri ha tenuto accanto all’assessore Saccomanno rilevando l’imprevista ritirata su tutti i fronti che lei sostenne al tempo della presidenza all’Inail e, più recentemente, sul destino e il ruolo del Centro per Neurolesi e motulesi. Un’inversione di marcia che ha cercato di nascondere tentando di delegittimare le richieste di chiarimenti, spero riconosca legittime, delle opposizioni e mio particolare. Ma un supplemento di chiarezza non fa mai male.

 Come ricorderà, nella interrogazione che le rivolsi il 4 aprile (ovvero cinque giorni dopo la pubblicazione dell’avviso per le assunzioni presso il "presidio ospedaliero") avevo rilevato la difficoltà di assumere informazioni indicate nel testo, evidenziando che i numeri telefonici del Servizio Personale e la sede della Fondazione Paolini non coincidevano con l’indirizzo di Via Barberini 50 a Roma. Le domandai questa e altre informazioni e lei rispose, letterale, "non so nulla di niente". La circostanza è stata ripresa dalla "Gazzetta del Mezzogiorno" che in tre articoli, firmati da tre giornalisti diversi, con professionalità ha messo in luce un mistero che sarebbe stato semplice non dico smentire, ma almeno chiarire. E invece nessuno si è preoccupato di dare una opportuna risposta alle migliaia di pugliesi, un incomprensibile silenzio che ha alimentato i sospetti su una struttura che, per la sua trentennale storia, suggerisce  attenta osservazione.

 Caro Sindaco, non mi farà certo così sciocco da pensare che la Paolini non esista, non mi riterrà così ingenuo da credere che la fondazione non abbia un regolamento, uno statuto, una sede legale o un ufficio di servizi collegato capace di evadere le 6000  e passa domande di assunzione. Infatti in via Barberini 50 ha casa la "Tosinvest servizi srl", che - ammesso la rilevanza della questione - non è la Fondazione Paolini.

 Naturalmente non è questo il problema, né mettere in dubbio le qualificate prestazioni della famiglia Angelucci, quanto l’uso strumentale che in sede locale viene fatto del Neurolesi, una fabbrica di consensi contro cui la gente di buonsenso si è sempre opposta: abbiamo tutti voluto che il Centro aprisse e funzionasse come ospedale di alta specializzazione e non come panchina dei giardinetti per qualche boiardo al capolinea della carriera. Se non ricordo male anche lei era su questa linea, da presidente dell’Inail contrastò l’autarchia di Saccomanno e inutilmente mandò nell’autunno del ’95 il bravo professor Hannes Schmidl a convincerlo per una rapida e qualificata apertura. Vedo che da allora i suoi "avversari" sono diventati alleati politici e che più volte lei ha cambiato parere, fino a farle dire, nel giugno scorso, che il Neurolesi non sarebbe mai stato aperto o farle ipotizzare in quei padiglioni un nuovo mercato delle vacche. Ha improvvisamente mutato idea e me ne compiaccio perché, nonostante dalle parti di Roma qualcuno continui a credere che "hic sunt leones", questa provincia e questa regione offrono risorse e vitalità sicuramente competitive.

 Due altre considerazioni: la prima di dissenso, la seconda di adesione.

  • Nel comizio di ieri mi ha definito "comunista" o, non so, "ex comunista" evidentemente tentando di gettare discredito: ebbene, nel placarla che non sono, non fui e non sarò la tranquillizzo ricordandole che il suo predecessore al Comune di Ceglie ebbe a definirmi "ex democristiano". A questo punto attendo il giudizio di postfascista per quadrare il cerchio. Cosa vuole, è il prezzo -  tutto sommato basso -  di un’autonomia mentale che non si fa ingannare da slogan o convenienze.

 

  • Accolgo l’invito di dedicare un po’ di tempo alla sana e oltraggiata attività equestre se lei sarà disposto a darmi qualche lezione: alla condizione, però, che non mi sussurri il cavallo vincente poiché non è mio costume cavalcare il vento dell’onda favorevole.

 Colgo naturalmente l’occasione per formulare a lei e alla sua famiglia gli auguri di una santa Pasqua. 

Cordialità

Mino De Masi

 

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