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Entro fine gennaio saranno terminati i lavori al soffitto ligneo del salone Primo maquillage per il castello ducale Una ditta specializzata tenta di recuperare i tratti storici crollati nel '92
Servizio di Luca Dipresa per "La Gazzetta del Mezzogiorno"
Giovedì, 11 gennaio
Si concluderanno entro la fine del mese i lavori di rifacimento del pregiato soffitto ligneo che copriva le capriate del salone del Castello Ducale, come è noto crollato nel 1992, quale segno tangibile dell’incalzante degrado ed incuranza, crollava. Il soffitto in legno che copriva le capriate del salone era un vero e proprio capolavoro artistico ed anche se oggi viene rifatto usando lo stesso schema statico non sarà mai più lo stesso. Ma l’importante è che ora si inizia a fare sul serio per un recupero atteso da decenni. L’intervento è stato reso possibile grazie all’intervento del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per esso a Sovrintendenza ai Beni Artistici e Ambientali di Bari (responsabile è l’arch. Mario Antonio Di Cunzo), che pose questo monumento a vincolo e che oggi interviene direttamente per avviare un’opera di risanamento e recupero per il quale ci vorranno un bel po’ di quattrini. Il progetto di questo intervento è stato redatto dall’arch. Giovanni Matichecchia che è anche il direttore dei lavori. " I lavori, iniziati lo scorso 22 settembre e che si concluderanno entro la fine del mese – ci spiega l’arch. Matichecchia – prevede la copertura del salone ducale del castello e specificatamente il rifacimento totale del tetto con capriate in legno e tavolato, con sovrapposizione di un manto di tegole alla romana ". I lavori vengono eseguiti da una ditta specializzata, la Deanco Costruzioni di Roma, il cui direttore tecnico. l’ing. Andrea Decina, segue passo dopo passo i lavori degli operai, seguendo " uno schema statico delle capriate simile a quelle preesistenti ". Il materiale utilizzato, dicevamo, è il legno e nella fattispecie l’"abete slovania" Lavorato e preparato nelle stesse dimensioni di quelle originarie dalla Falegnameria dell’artigiano Colasanzio di Monteiasi, esperto in questo tipo di interventi. Comunque, a quanto pare l’intervento non si fermerà, perché – come ci confida a sua volta l’ing. Decina - è intendimento della Sovrintendenza procedere a ripristinare le coperture per evitare deterioramenti alle murature sottostanti. " A tal proposito – prosegue il direttore tecnico - sono stati già previsti inserti metallici per sospendere la futura controsoffittatura ". Che si è, allora, ad una svolta per il recupero del Castello? La città, come si diceva, ha osservato quasi impotente il giornaliero degrado di questo Castello, posto da vincolo dalla Sovrintendenza. Fu importante postazione militare intorno all’anno Mille e, successivamente divenne sede baronale per essere poi venduto alla Curia Arcivescovile di Brindisi. Il dominio della Chiesa
sul Castello durò 60 anni, fino a quando venne ceduto ai Sanseverino,
una delle sette famiglie più potenti del regno di Napoli. Abbandonato e
disabitato, proprietaria della struttura monumentale è la famiglia
Verusio. In questi ultimi anni il Comune è intervenuto direttamente con
l’acquisizione dell’ala destra. Nel 1988 l’Amministrazione
comunale dovette sostituirsi ai proprietari per urgenti lavori alla
Torre quadrata pericolante, recuperata mediante una sorta di imbracatura
che ne ha evitato il crollo. A proposito di quest’ala , il comune, lo
scorso mese di dicembre firmò una convenzione mediante la quale il
gruppo di Azione Locale "Alto Salento" stanziava la somma di
200 milioni. Il tutto sulla base di un progetto redatto dall’ufficio
tecnico comunale ed inserito negli interventi previsti dal programma
Leader II. Due mesi addietro venne installata una impalcatura esterna
per eseguire i lavori previsti nel progetto. Lavori che si bloccarono
dopo appena una settimana ed ora si attende la loro ripresa.
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