Forum

 

 

L'attività dell'amministrazione comunale bloccata da questioni tecnico-burocratiche

Il parere dei lettori sul "collasso cegliese"

 

 

Questo spazio è dedicato ai lettori che vogliono esprimere pareri e suggerimenti sulla fase tecnico-amministrativa di Ceglie Messapica. Ogni contenuto dovrà essere firmato e l'autore apparirà in calce al commento.

 

 

 

Meno parzialità, ecco i documenti del Consiglio di Stato.

In estate sono tornato al mio paese lasciato alcuni anni fa per motivi di lavoro e ho potuto seguire nel territorio il dibattito scatenato sulla questione degli assessori nominati e dei consiglieri da surrogare, vicende seguite grazie al sito di Ideanews, che ringrazio pubblicamente.

Ho trovato sconcertante tutto il dibattito, ancor più avvilente perchè durato mesi e mesi, sottraendo al paese la necessaria concentrazione da parte del consiglio comunale. Di tutto il consiglio comunale. Ma ancor più inquietante è la faziosità e la parzialità delle argomentazioni sostenute. Mi dispiace che in questa trappola sia caduto anche lo storico Pasquale Elia al quale vorrei rispondere con molto senso di rispetto, però un paio di riflessioni vanno fatte.

Egregio signore, lei prevede che il Consiglio di stato le darà ragione. Ma non aveva previsto, a torto, che anche il Tar di Puglia e il ministero dell'Interno avrebbero  appoggiato la sua tesi? E a conforto di quanto afferma riporta una sentenza del Consiglio di Stato omettendo, però, che per quella vicenda originaria, che si rifà ad un contenzioso di un piccolo comune piemontese, e cioè Castelletto d'Orba, il giudice amministrativo si è espresso con sentenza definitiva che invio e che prego i gestori del sito di pubblicare (clicca qui per leggere la sentenza).

Egregio Elia, io la segue con interesse attraverso le sue note storiche pubblicate sul sito del paese, ho letto su Internet anche i suoi libri, però se fa ricorso a documentazioni partigiane per descrivere la storia contemporanea, quella dei nostri giorni, mi domando adesso con quale credibilità posso seguirla negli atti che produce per ricostruire il passato.

Saluto con rispetto lei e tutti i miei cari concittadini.

Rocco Biondi (Como)

21 settembre 2005

 

 

 

 

 

 

Benedetti cavilli, se non ci fossero saremmo senza libertà.

Rispondo al caro compaesano Carmine Altavilla, di Milano.

 Signore, se non ci fossero i cavilli di cui sei tanto fiero saremmo ancora all'epoca fascista o nelle dolci mani di "Peppone" o di qualche altro despota di turno.
E' proprio grazie a questi cavilli che viviamo da sessanta anni in uno Stato libero e certamente democratico, più democratico di tanti altri, Usa compresi. La libertà è, tra l'altro, la possibilità di esprimere le proprie idee senza che un Pinco Pallino qualsiasi possa pontificare dall'alto.

Evidentemente carissimo Carmine non hai afferrato la mia idea che era ed è quella di una disamina tecnico-giuridica della disavventura in cui incappò il Consiglio Comunale di Ceglie.
Sì, caro Carmine, c'è proprio bisogno di interessare gli Organi costituzionali per affermare il diritto di libertà e di democrazia.

Per sentito dire, da persone degne di fede, che in Consiglio comunale qualcuno era pronto a menare le mani per imporre la propria idea.

Intanto per tua cultura personale, allego, in originale, la sentenza del Consiglio di Stato n° 279/05 (cliccare qui per leggere)  che tratta l'argomento in questione. Leggitela con molta attenzione.

Non vorrei fare la Cassandra del momento, ma dalla sentenza allegata, l'opposizione cegliese ha perfettamente ragione. Vedremo cosa sentenzierà il Consiglio di Stato.

Pasquale Elia

13 agosto 2005

 

 

 

 

 

 

 

E c'era proprio bisogno della Ministero per confermare l'ovvio?

Si, finalmente la situazione è sbloccata.

Ma non era necessaria la circolare del Ministero dell'Interno per risolvere il problema delle surroghe, ma seguendo da oltre 4 anni, tramite codesta redazione, la vita politica e non del mio paese, dico mio perché lo vivo con più intensità di chi ci abita tutto l'anno, dicevo della circolare, ebbene, i politici di destra che ne hanno combinato di tutti i colori, pensavano di ri-governare il mio paese con un cavillo male interpretato, pur sapendo di non avere i numeri per farlo.

E sì, cari politici di destra, i cittadini questa volta non vi hanno dato i voti necessari per governare, con quale faccia vi sareste presentati di nuovo a dettar legge.

Spero mi sia concesso una risposta al candidato della lista Magno, Pasquale Elia, l'ho sempre letto, mi ha informato e aggiornato circa la storia del mio paese, ma questa volta ha toppato.

Caro compaesano Pasquale Elia, ella, non può pretendere giustizia e governo non avendo i numeri, solo perché un cavillo impedisce la regolare attività del consiglio comunale, inoltre non si può spargere la voce in giro affermando che la nuova maggioranza è peggio di quelle passate (di destra), non avete dato modo di operare, quindi aspettate  a portare il morto al cimitero, non è ancora morto.

Inoltre, visto che ella  scrive libri, la facevo un po' più oggettivo, imparziale forse è un po'  troppo,  ma meno di parte, mi rivolgo a lei in questi termini perché ha assunto la parola dell'opposizione in questa redazione. Non è una polemica personale.

Spero che adesso il mio paese possa intraprendere una strada diversa, è in corso uno sviluppo turistico in tutta Italia, approfittatene, l'eco della gastronomia e dei luoghi di Ceglie arriva ed è consolidata anche a Milano, coraggio, tutti insieme, Pasquale Elia, ella ha vissuto  a Monza, essù, dia una mano.
Vi saluto
Carmine Altavilla (Milano)

28 luglio 2005

 

 

 

 

 

 

 

Nessun partito ha mai fatto cadere il paese così in basso.

Sono una casalinga disoccupata, vivo a Ceglie da sempre. Mai, dico Mai avrei immaginato che amministrazioni varie e qui includo tutte, sia destra che sinistra, avrebbero fatto cadere il Mio paese così in basso. Gente competente forse nel loro mestiere, ma analfabeti nel governare per il bene comune.

Stefania Ciracì (Ceglie Messapica)

20 luglio 2005

 

 

 

 

 

Citazioni dotte ma il destino spetta sempre al popolo.

Leggendo attentamente il "Forum", ho potuto notare di quanto positivo e di quanto amore morboso risiede in noi giovani nei confronti della nostra Città. Di questa problematica, parecchi miei coetanei, dislocati in varie citta d Italia si è interessata, e proprio per questo scrivo anch io.Non mi si dica se ho fatto bene o male, ho scritto. L’amico Danilo fa bene a parlare di"Buon Senso" e di Costituzione quali metodo per far fronte a tale inconvenienza, ma certo però, non per questo, essendo in uno Stato di Diritto, devono essere le uniche armi da utilizzare.

Credo che il dibattito verte su di una problematica che ha appassionato, in epoche diverse, vari cultori di diritto,e di filosofia,e di sociologia."Si dice che il diritto per affermarsi abbia bisogno del potere a pena della propria vita sociale"

"A cosa serve il diritto se non hai il potere?"(Henrick Ibsen) ed ancora Thomas Hobbes in Leviathan, sulla scia di Trasimaco, diceva "Auctoritas non veritas facit legem”. E' vero anche, volendo ammettere tali concezioni, che il potere crea il diritto, dunque la legge; ma non è per niente vero ammettere il potere come unica forma di Giustizia. Giustizia che anche nel 1231 con Federico II diventa elemento simbolo della "societas" e "dell’Autorità del Principe" e dei poteri discrezionali delle Amministrazioni (teorie riprese successivamente dal Machiavelli).

Sicuramente il concetto di Giustizia avrà due orizzonti differenti, uno Temporale ed uno Papale (Dante, De Monarchia), riconducibili per forma e per contenuto alla Giustizia Divina di chi "move e rege" (Genesi,16-33). Ebbene siamo dinanzi ad una situazione anomala ma omogenea.Ciò che capace i nostri"uomini" di potere, risiede nel fatto di essere consapevoli e diligenti nel costruire per il bene della città. della collettività, e dell’interesse pubblico, proprio come disciplina ed enuncia la nostra carta Costituzionale (artt. 5 e 97). Nell’agire umano, dunque, la Ragione deve essere a Priori (logica in Aristotele, Popper, Cohen) affinchè si possa generare Norme (Kant).

Ma proprio con Kant che i termini "obbligatorietà" ed "obbligo" s'intende non solo quelli Materiali (creazione di norme, le quali a prescindere siano buone o migliori, devono essere valide intrisicamente e non portare ad una entropia negativa), ma anche Morale (obbedienza). E' pacifico, allora, che la nostra città segua il destino che il popolo abbia espresso.

"Vuol sì così colà dove si puote, dove sì pote e più non dimenare" (Dante, Inferno Canto V, 22-24).
Rocco Francesco Paradisi (Milano)

9 luglio 2005

 

 

 

 

 

 

 

Buon senso e rispetto della Costituzione.

Dato il grande divario tra la natura oggettiva delle cose ed il mondo giuridico (artificiale), ai fini del presente discorso ciò che non bisogna perdere di vista è la realtà delle cose che, è rappresentata dal risultato delle elezioni amministrative della primavera scorsa.

Ed invero, ciò che la popolazione di Ceglie ha voluto esprimere può riassumersi nel desiderio di avere una amministrazione non la migliore, ma, quella in grado di garantire quel minimo in più che, un commissario prefettizio sia in grado di assicurare. Sebbene, quindi, la sentenza n° 279/2005 della quinta sezione del Consiglio di Stato abbia argomentato circa gli obblighi in sede di prima convocazione del Consiglio Comunale ed, abbia cercato di dirimere ogni incertezza sulle dimissioni dei consiglieri eletti prima, della prima convocazione del Consiglio Comunale e, sulla surroga dei primi non eletti, ha di fatto creato disfunzioni e caos in seno a molte neo elette amministrazioni comunali.

Non si spiegherebbe, altrimenti, perché Ceglie Messapica non sia l'unico comune Italiano che versa in tale condizione di "blocco amministrativo". Ma, occorre fare alcune riflessioni.
A causa di quei modi  di "fare la politica" con cui si fa a gara per apparire i migliori, oggi come in passato, Ceglie Messapica pare essere stata condannata a non avere una amministrazione, poiché, prima del bene dei cittadini, prima di una qualsiasi forma di rilancio del paese e prima di
ogni altro interesse comune vi è quello dei "politici".

Di questo i cittadini Cegliesi sono ormai certi, così come è certo che il Testo Unico n° 287/2000 che, regolamenta l'attività degli enti locali, sia affetto da una lacuna normativa. Infatti, lo stesso è oggetto di analisi nelle opportune sedi di Governo e, ciò nonostante "molti" in proposito esprimono pareri sconsiderati intrisi di proprie convinzioni personali, prive di qualsiasi verità e, non solo giuridiche. Non si comprende, infine, l'atteggiamento di chi, per un effimero attaccamento ad un "ideale" (....)  sia stato disposto a mettere di nuovo in pericolo le sorti amministrative della nostra comunità. Qual è la via di uscita, quindi ?
Il rispetto della Costituzione ne rappresenta una, ma, altre ve ne sono, il buon senso ad esempio.

 

Martino Danilo Cito (Ceglie Messapica)
  7 luglio 2005

 

 

 

 

 

 

Vorrei capire perché.

Vorrei esprimere il mio dissenso per la situazione incresciosa che si è venuta a creare nella mia città, la nostra città. Sono uno studente di lettere ed abitando in un paese così pieno di storia, folclore e tradizione mi sembra quasi strano vedere che non si faccia nulla per esso. Dovremmo essere fieri di abitare in un così tal paese e invece...cos'è successo? 

Vorrei avere delle spiegazioni, vorrei capire perchè invece di pensare al bene comune alcune persone pensano al bene proprio, vorrei capire perchè dopo due amministrazioni di centro destra andate male non si possa dare una seconda opportunità a questa amministrazione. Certo io non sono un politico, non vivo di essa, ma se si tratta di un cavillo tecnico, di un piccolo errore, allora perchè non dimenticare tutto e pensare al bene comune? 

Daniele Lamberti (Ceglie Messapica) 

27 giugno 2005

 

 

 

 

 

 

Lavorate per il bene comune.

Sono uno dei tanti cegliesi andati via dalla loro terra natale per studiare e, forse, lavorare portando ricchezza altrove. Siamo tanti, davvero tanti. Noi non siamo affatto contenti di questa situazione. Noi vorremmo produrre per il nostro paese, contribuire ad uno sviluppo sociale, economico e culturale. Ma, cari signori, mi spiegate come si fa in queste condizioni? La situazione è ormai paradossale: le due ultime legislature sono state un netto fallimento, hanno lasciato il paese allo sbando, un paese che necessiterebbe di massicci investimenti e sinergie fra pubblico e privato.

Cari signori volete cominciare a pensare al bene comune? Percepite uno stipendio per un solo fine: servire lo Stato. L'avete scelto voi, siete servitori e niente più, servitori della comunità. Basta ai clienterismi, basta alle futili competizioni, basta a rinfacciarsi le colpe...

Cominciate a fare il vostro lavoro.

E ricordate che ci sono tanti ragazzi come me, universitari, tanti ma davvero tanti, che sperano ogni giorno che finalmente i cegliesi comprendano cos'è il bene comune.

Francesco Palmisano (Milano)

17 giugno 2005

 

 

 

 

 

 

Si rischia lo sciacallaggio.

Ho votato centrodestra non per convinzione politica ma per una scelta che ho considerato ragionata: l'ho fatto anche nelle occasioni (poche) in cui ho votato per il centrosinistra. La candidatura dell'avvocato Pietro Magno mi sembrava la più utile al mio paese per la nuova fase di sviluppo che deve affrontare: aspetti urbanistici, culturali, la sprovincializzazione, insomma di un nuovo dinamismo che questa città tarda ad esprimere. Quindi, bene ha fatto l'avvocato Magno a evidenziare l'errore tecnico dell'amministrazione sulla vicenda surroga. Però non si può lanciare la bomba atomica per un ufficialetto che ha sparato al confine. L'opposizione deve fare il suo lavoro, deve controllare e ispirare, deve farlo però sui temi politici e programmatici e non su una defaillance tecnica: faccia cadere l'amministrazione sul Piano regolatore, sulle scelte di bilancio, sulla costruzione sbagliata di una piazza  e non su quest'aspetto squisitamente tecnico. Sarebbe solo uno scippo, anzi uno sciacallaggio politico.

Rivoterei l'avvocato Pietro Magno, ma se il gioco è tanto sporco che non consente neppure il rispetto di regole che perfino la guerra prevede, non esiterò a votare Pietro Federico per cancellare questa brutta pagina che, spero, non veda la complicità di quel centrodestra sano e lontano da quello rissoso e vendicativo che anche Magno ha tentato finalmente di defenestrare. Buon lavoro.

Giovanni Argentiero

17 giugno 2005

 

 

 

 

 

 

 

E' assurdo.

La legge ogni tanto crea dei pasticci, ma il punto è un altro: i nuovi consiglieri, per subentrare a quelli che hanno presentato le dimissioni per diventare assessori, devono avere il parere di quelli rimasti, appartenenti per la maggior parte (anche se sono la minoranza) ai partiti del centrodestra. 

Ora queste persone cosa fanno? invece di rispettare la volontà degli elettori e permettere di formare un consiglio regolarmente eletto dai cittadini votano contro (o si astengono il che è la stessa cosa). Con il pretesto di un cavillo legislativo fanno un ostruzionismo insensato e vergognoso. Non c'è in ballo un provvedimento che riguarda la città e la sua comunità per il quale ogni mezzo contestabile o meno è lecito, ma la formazione di un governo democraticamente eletto. I rappresentanti di questi partiti sconfitti alle ultime elezioni cittadine hanno una responsabilità politica molto grossa, e come al solito pongono gli interessi della città (perchè è nell'interesse di tutti avere un governo che amministri la cosa pubblica) in secondo piano. E' un modo di far politica poco serio (anzi in questo caso è un modo per non fare politica), ma da questi personaggi non ci si poteva aspettare altro. Pensavamo di essercene liberati e invece continuano indegnamente a tenere in pugno una città.

Emiliano Altavilla (Bologna)
16 giugno 2005

 

 

 

 

 

L'opposizione non c'entra.

Lo scrivente è del parere che esiste una responsabilità di colui il quale dovrebbe essere il controllore. Il Sindaco eletto non è tenuto a conoscere la procedura, ma il funzionario incaricato certamente sì. E' pagato proprio per questo. Se costui non è capace sarà meglio che cambi mestiere. Potrebbe sempre essere un ottimo "calzolaio", tanto di rispetto per i calzolai.

A questo punto non è il Sindaco che deve rassegnare le dimissioni ma il funzionario responsabile. Personalmente proporrei che costui pagasse anche i danni alla popolazione cegliese.

Una cosa è certa. Non si può scaricare la colpa sui rappresentanti dell'opposizione. Costoro si comportano fin troppo bene, fanno quello per cui sono stati eletti. Avrebbero potuto presentare una mozione di sfiducia, ma non l'hanno ancora fatto. Forse, non ci hanno ancora pensato, oppure aspettano l'approvazione del bilancio comunale per mandare il Sindaco a casa.

Rammento che nella maggioranza ci sono smaliziati personaggio di provata capacità ed esperienza più che trentennale (Pietro Mita). A questo punto qualcuno dovrebbe spiegare alla cittadinanza i motivi per cui si è arrivati a questa situazione davvero vergognosa.

 Pasquale Elia

16 giugno 2005

 

 

 

 

 

E' vergognoso.

Questa è una delle tante vergogne dei cosiddetti politici Cegliesi, oltre al danno che hanno fatto facendo commissariare il paese per oltre sei anni adesso stanno facendo in modo che con dei cavilli burocratici non venga rispettata la volontà degli elettori.

Ho poca fiducia nel decreto auspicato dal sindaco Federico verso un governo che si trova a governare solo per risolvere molti guai personali con la giustizia, figuriamoci se si possa interessare all'impaccio dei comuni coinvolti nel nodo delle surroghe.

Nisi Vito Antonio (Torino)

16 giugno 2005

 

 

 

 

   Indignazione.

Quanto sta succedendo politicamente a Ceglie è davvero scandaloso!

Non posso pensare che si possa voler tanto male alla propria città non rispettando neppure la volontà degli elettori ed i principi basilari di qualsivoglia democrazia.

Mi sento fortemente indignato!

Cosimo Caliandro

15 giugno 2005

 

 

 

 

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