Antologia

Antologia letteraria. Scritti, narrazioni e ricordi di Ceglie Messapica (Brindisi)

Giovanni Sanseverino, il primo "nobile"

 

  di Pasquale Elia 

 

Giovanni Sanseverino, era il terzogenito figlio di Gio.Antonio e di Enrichetta Carafa. Allo stato odierno delle ricerche non conosciamo una data certa per quanto riguarda la sua nascita, né tantomeno per quanto attiene la sua morte. Dagli avvenimenti storici cui questo personaggio partecipa possiamo congetturare alcune scadenze e nemmeno poi tanto sicure. Deve essere nato, comunque, intorno al 1490, anno più anno meno.

Sappiamo che costui sposò la cugina Aurelia Sanseverino, il 26 e 27 giugno 1512, a Napoli. La cerimonia nuziale fu celebrata nella Chiesa di San Tommaso a Capuana. Aurelia, era figlia del quondam (avverbio usato nel passato davanti al nome di defunti con lo stesso significato di fu), Gio.Tommaso (+1510) e della quondam Isabella di Giacomo dell’Acaya [cfr. J. Donsì Gentile (a cura di), Archivio Sanseverino di Bisignano, in Archivi di Stato di Napoli, Archivi privati, Inventario sommario, vol. I, Roma 1967, cap. XV, p.18; ASNa., m/s Livio Serra di Gerace, vol. III, p.1215; P. Elia, Ceglie Messapica, La Storia, Manduria 2000, p.47]. Quell’avverbio quondam ci informa che Aurelia, il giorno del suo matrimonio, quattordicenne appena, era orfana di padre e di madre.

Le nozze del padre Gio.Tommaso e della madre Isabella furono celebrate a Lecce il 15 dicembre 1497 (J.donsì Gentile, cit.), pertanto, Aurelia non poteva nascere prima del mese di settembre dell’anno dopo (1498). In mancanza di una data certa siamo costretti a tenere per buona questa ipotesi. Aurelia, dunque, era la primogenita, per questo motivo aveva ereditato dal padre Tommaso le proprietà e tra queste anche il feudo di Ceglie con il titolo nobiliare di Baronessa che portò in dote al marito Giovanni. Rammento che Giovanni essendo il terzo figlio maschio non aveva diritto ad alcuna eredità.

Dalle iscrizioni poste in vari punti del castello possiamo ipotizzare che Aurelia, alla morte dei genitori, si sia trasferita, con le sorelle Adriana e Porzia, nel castello di Ceglie.  Questa mia convinzione nasce dal fatto che le iscrizioni di cui sopra indicano sempre costei. Aurelia Sanseverina has sedes reparavit, Aurelia Sanseverina (F.) [cfr. Avv. G. e P. Magno, Storia di Ceglie Messapica, Fasano 1992, p.389]. Le incisioni di cui sopra potrebbero dimostrarci che trattasi di lavori effettuati anteriormente al suo matrimonio celebrato nel 1512. Dopo tale data, infatti, compare sempre Joannes.  Ristrutturazione della vecchia Chiesa Madre, per esempio, nel 1521 (Avv.G. e P. Magno, cit. p.63), costruzione di una ala del castello, nel 1525 (Avv. G. e P. Magno, cit. p.277).

            Alcuni giorni prima del matrimonio, esattamente, il 15 giugno 1512, a Cassano (BA), Alfonso Sanseverino, che aveva sposato Maria Dias Garlon, dei conti di Alife, fratello maggiore di Giovanni, si costituì fidejussore per la dote e il dotario stabiliti nei capitoli matrimoniali di Giovanni e Aurelia (J.Donsì Gentile, cit. XV, p.18). Il 27 ottobre di quello stesso anno 1512, a Napoli, fu posto l’assenso all’obbligazione dei beni feudali da parte di Alfonso per garantire la dote e il dotario di Aurelia (J.Donsì Gentile, cit. p.18).

            I coniugi Aurelia e Giovanni Sanseverino, nel 1521, sono a Ceglie, nel loro castello. Proprio quell’anno promossero la ristrutturazione (reparavit) fin dalle fondamenta (funditus) del vecchio Tempio del XII secolo (lapide posta sulla facciata della odierna Chiesa Madre). A quella  nobile impresa partecipò l’Università e tutta la popolazione. Nel 1525, fecero abbellire il castello [lapide sulla porta d’ingresso della sala del Consiglio ( Avv. G. e P. Magno, Storia di Ceglie Messapica, Fasano 1982, p.60)].

            Tra il 1527 e il 1528 il feudo cegliese fu confiscato a Giovanni, forse, perché ritenuto ribelle o quant’altro di cui non siamo venuti a conoscenza. Sappiamo però che fu giudicato dalla Commissione imperiale composta da Innico de Mendoza, vescovo di Burgos, da Giovanni Sunnyer, vice cancelliere imperiale d’Aragona e dal dottor Martino Romano. Il 18 gennaio 1531, a Napoli, Giovanni fu riconosciuto innocente dalla Commissione di cui sopra e reintegrato in tutti i suoi possedimenti, tra cui anche la baronia di Ceglie (J. Donsì Gentile, cit. p.21-22; P.Elia, cit. p.49).

            L’illustrissima signora Aurelia Sanseverino, utile signora e padrona antica di questa Terra la quale, sin dal 1534, con suo padre Giovanni (in realtà Giovanni Tommaso),  promosse la costruzione di un convento per suore, con l’annessa Cappella, che in seguito sarà intitolata a San Giovanni Evangelista dello Spedale.

            E’ da credere che Giovanni sia morto tra gennaio e febbraio del 1544. Il 2 marzo 1544, infatti, “…….detta donna Aurelia morto suo marito don Giovanni, donò due Cappelle, una della natività della Madonna e l’altra di San Giovanni Evangelista dello Spedale…………. (Il tutto per notaro apostolico don Lorenzo Provarola della Città di Ostuni). Questa donazione fu confermata dall’Arcivescovo di Brindisi e Oria chiamato Giovanni Alessander (ASBr., Platea San Domenico…., a. 1744, p.3; P. Elia, cit. p.51; P.Elia, Gli Ordini Religiosi a Ceglie Messapica, in Soste di Pietra (a cura di) Enrico Turrisi, Latiano 2000, p.101).

            Un’altra prova del decesso di Giovanni Sanseverino la possiamo ricavare dalla quietanza di pagamento che Aurelia rilascia il 9 giugno 1546, per la dote della figlia Delia, la quale contrasse matrimonio con Francesco di Castelbisbal, conte di Briatico. Se Giovanni fosse stato ancora in vita il pagamento di cui sopra sarebbe stato fatto dal padre e non dalla madre. E’ da notare infine che sotto questa data Aurelia risulta vedova.

 

 

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