Antologia

Antologia letteraria. Scritti, narrazioni e ricordi di Ceglie Messapica (Brindisi)

 

 

La tradizione del santo Rosario a Ceglie

di Pasquale Elia 

            

        L venerazione per la Madonna del Santissimo Rosario nella nostra città ha una secolare tradizione. I documenti di cui siamo a conoscenza l’attestano al XVI secolo. Il mese di maggio è il tempo mariano per eccellenza. Da diversi secoli, la preghiera che caratterizza questo periodo dell’anno è il Rosario, definito da Pio V  “una modalità di orazione e di preghiera a Dio facile, alla portata di tutti e oltremodo pia, mediante la quale la Beatissima Vergine viene venerata con il saluto dell’Angelo ripetuto centocinquanta volte, secondo il numero dei Salmi di David, interponendo ad ogni decina la Preghiera del Signore, con determinate meditazioni che illustrano tutta la vita del Signore nostro Gesù Cristo”.

         Con la Bolla Consueverunt romani pontifices del 17 settembre 1569, furono necessari almeno quattrocento anni, a partire da quando, nel XII secolo, si iniziò a codificare il “Salterio dei Pater” e il “Salterio delle Ave”.

         Queste due preghiere, che rispettivamente consistevano nella ripetizione di 150 “Padre nostro” e di 150 “Ave Maria”, erano utilizzati da monaci incapaci di leggere e di imparare a memoria i 150 salmi in latino per la recita in coro.

         Il più importante codificatore del Rosario fu il monaco domenicano Alano de la Roche (morto nel 1475), che si fece propagatore di tale devozione in diverse nazioni europee. Secondo quanto egli stesso narrò in diversi scritti, la Madonna gli apparve varie volte, fra il 1463 e il 1468, e lo istruì con precisione, comandandogli di “predicare questo Salterio sotto la minaccia dell’inevitabile pericolo di morte e vendetta del castigo divino”.

         Poco tempo dopo la Bolla Consueverunt, Pio V chiese a tutta la cristianità un coinvolgimento spirituale da attuarsi mediante la recita del Rosario, per affiancare la mobilitazione bellica di una flotta comune europea che intendeva smantellare il predominio nel Mediterraneo della marina turca.  La straordinaria vittoria della minoritaria flotta cristiana sulla preponderante islamica, ottenuta nel golfo di Lepanto il 7 ottobre 1571 (prima domenica del mese), fu attribuita proprio all’intercessione della Madonna, tanto che il Papa pensò di istituire, in segno di gratitudine, la festa della Vergine del Rosario.

         L’idea venne portata a compimento da Gregorio XIII nel 1573, ma la solennità era limitata alle chiese nelle quali era presente una Confraternita del Rosario.

         La venerazione per la Madonna del Santissimo Rosario nella nostra città ha dunque una secolare tradizione. I documenti di cui siamo a conoscenza, infatti, l’attestano al XVI secolo, anzi a qualche anno dopo la Bolla pontificia Consueverunt.

         Gli Amministratori comunali dell’epoca nella persona del Sindaco Giovanni Cognano e degli Eletti (odierni assessori), Annibale Gioia, Giovanni Battista Monaco e Natale Santoro, nel lontanissimo 1597, firmarono un contratto con la Ditta dei Fratelli Cataldo e Alfonso D’Errico di Gallipoli……per la costruzione di una campana intitolata alla Madonna Santissima del Rosario per il convento dei PP. domenicani di Ceglie (ASBr., Notaio Stefano Matera, 1° maggio 1597, C.18). Altro identico contratto fu stipulato il 10 maggio 1597, …..per fare una campana al convento di Santo Giovanni dell’Ordine dei Domenicani di detta Terra di Ceglie intitolata detta campana del Rosario con le figure della Madonna Santissima (ASBr., Notaio Stefano Matera, C.24).

 Nella Chiesa di San Domenico, dedicata a San Giovanni Evangelista dello Spedale, infatti, esiste una Cappella dedicata proprio alla Madonna Santissima del Rosario, la quale fu costruita con lascito dei Fratelli Pio e Giambattista Forlèo di Francavilla. 

I fratelli Forlèo, il 16 marzo 1656, donarono, tra l’altro, al convento di cui sopra anche il frantoio oleario (trappit’), ubicato subito fuori la Porta di Giuso, angolo via Bottega di Nisco.

Anche nella moderna (si fa per dire) Chiesa di San Rocco, nell’absidiola sinistra del transetto, c’è un altare dedicato proprio alla Madonna del Rosario di Pompei.

Nel giorno di quella ricorrenza, nell’antica Ceglie medioevale, era una grande festa cittadina. Per dare alla festività maggiore solennità il Duca di Ceglie don Cesare Lubrano, quando fece testamento decise di lasciare 300 ducati al convento dei frati domenicani con “l’obbligo che nella ricorrenza del Santissimo Rosario la festa si solennizzasse con maggiore pompa”.(ASBr., Platea seu campione di tutti li beni stabbili …..….a.1744).

         Quand’ero ragazzino rammento che mia nonna, nella ricorrenza di quella festività, intorno a mezzogiorno, se non ricordo male, si recava nella Chiesa di San Rocco per assistere alla funzione e alla recita del Santo Rosario in onore della Madonna di Pompei.

        

 

(Pubblicato il 02/06/2003)

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