Medjugorje, un'esperienza meravigliosa
di Pasquale Elia
La signora Marija Pavlovich, veggente di Medjugorje, e suo marito Paolo hanno
voluto invitarmi, insieme alla mia compagna, a partecipare ad un
incontro di preghiera per la pace, questa volta. Ho saputo poi che
queste riunioni si svolgono il 1° ed il 3° lunedì di ogni mese.
L’incontro ha avuto luogo alle ore 21.00 di lunedì 3 marzo
presso la chiesa delle Suore Sacramentine (Adoratrici Perpetue del
Santissimo Sacramento). Un Ordine monastico di clausura fondato, il 5
ottobre 1857, da Suor Maria Serafina della Croce, al secolo Ancilla
Ghezzi, nata il 24 ottobre 1808 e da altre tre sue consorelle.
Concessione di Papa Pio IX.
Quella sera, molto di buon’ora (20.30), insieme ad una nostra
comune amica che, tra l’altro, qualche tempo fa cantava nel coro
insieme alla Pavlovich, ci siamo recati in quella chiesa.
Una Fabbrica situata nella centralissima ed elegante via Italia
di questa città. Al nostro arrivo c’era già una piccola folla ad
aspettare dietro al portone ancora chiuso. Di lì a poco aperta la
grande e unica porta la gente si è riversata all’interno del piccolo
Tempio e nel giro a qualche minuto non c’erano più posti nemmeno per
poter stare in piedi. Alla fine credo che un centocinquanta-duecento
unità erano stipati in quell’unica navata profumata di incenso.
Alle 21.00 in punto inizia la recita del Santo Rosario,
intervallato da un canto liturgico con musica gregoriana, seguiva il
canto delle Litanie in latino ed infine il Cappellano di quella chiesa
iniziava la funzione per l’esposizione del Santissimo Sacramento.
Il maestoso ostensorio dorato dominava dall’unico altare di
quella chiesetta e rifletteva le luci dando l’illusione che un’altra
lampada fosse accesa il quel posto.
Ora, tutti in ginocchio, inizia l’adorazione del Santissimo, il
sacerdote suggerisce alcune riflessioni e meditazioni, mentre tutto è
silenzio, ma dall’altra fila di panche si ode lo squillo di un
telefonino, segue un piccolo vociare, poi silenzio e ancora silenzio, un
altro telefonino squilla,
altro vociare, le ginocchia mi fanno male, ho un doloretto alla schiena
al quale tento di resistere, di sopportare con serafica rassegnazione,
ma non ci riesco, sono costretto a sedermi e come me altri man mano
seguono. La
mia compagna invece nonostante i suoi problemi alla colonna e ad un
ginocchio, ha resistito genuflessa per tutta la cerimonia. Lei stessa ha
dichiarato poi che non sapeva dare alcuna spiegazione come ha potuto
reggere, non ha mai avuto dolori di sorta.
Dopo circa tre quarti d’ora il sacerdote impartisce la
benedizione e così termina la funzione religiosa.
Ora alcuni ragazzi passano tra la gente e distribuiscono un
volantino con il messaggio che la Madonna di Medjugorje ha lasciato a
Marija Pavlovich il 25 del mese di febbraio scorso.
Fuori sulla strada, erano le 23.00, un’aria
fredda e pungente (4° all’incirca) ci ha accompagnato fino al
parcheggio dove avevamo l’auto.
Credo che il prossimo
3° lunedì di marzo
ritornerò. Monza, marzo 2003
* * * * * * * *
Voglio
prima di tutto precisare che sono sì un cattolico, ma non un bigotto, né
tanto meno un assiduo praticante, mi reputo solo un credente come
moltissimi tanti altri in circolazione. Tutto quanto che qui di seguito
mi accingo a riportare è ciò che in prima persona io ho vissuto: una
meravigliosa esperienza durata all’incirca 90 minuti.
L’ultima volta che sono stato a Ceglie, lo scorso mese di
dicembre in occasione delle festività natalizie, una mia parente mi
aveva parlato che una ragazza (delle sei), la quale aveva ricevuto a
Medjugorje (ex Jugoslavia), l’apparizione della Madonna, viveva
proprio nella mia città di residenza, Monza.
Passate le festività di fine anno e ritornato a Monza al solito
tran-tran giornaliero, spinto da morbosa curiosità più che da un
effettivo interesse, ho cercato di mettermi in contatto con quella
signora.
Dapprima ho incontrato tantissime difficoltà, ma poi, grazie ai
buoni uffici interposti dalla Madre Superiora di un locale monastero di
clausura (Sacramentine), sono riuscito ad avere un appuntamento con Màrija
(questo è il suo nome), per un incontro (di preghiera), presso la sua
abitazione.
Il giorno ed all’ora stabilita, dopo aver superato il controllo
(per modo di dire) da parte del portiere dello stabile ho raggiunto
l’appartamento situato al quarto piano di un elegante palazzo
residenziale.
Sono stato accolto sulla porta da una graziosa signora molto
giovane, la quale teneva tra le braccia un bel neonato di appena due
mesi (il suo quarto figlio). Come primo impatto l’impressione che
quella persona ha suscitato in me è stata quella di trovarmi di fronte
ad una donna gentile, fine ed assai premurosa che conquistava
l’interlocutore con la sua dolcezza. Ho potuto constatare poi che è
davvero una donna dolcissima, generosa ed altruista.
Non potendo farlo di persona perché impegnata con il pupo mi ha
guidato dove poter depositare il cappotto, nel contempo si informava dei
motivi della mia visita. Abbiamo conversato per alcuni minuti come due
vecchi amici (ma era la prima volta che ci incontravamo), poi scusandosi
perché doveva portare gli onori di casa anche agli altri ospiti,
mi ha scortato nella stanza soggiorno-sala da pranzo dove
erano riunite già alcune persone (quattro) accomodate su di un divano.
Mi ha mostrato dove avrei potuto prendere posto e così ho fatto. Prima
di lasciarmi però mi ha invitato a continuare la nostra conversazione
in un secondo momento della serata. E così poi è stato. Era
una stanza con una grande finestra a vetri, arredata con molto gusto, un
tavolo stile fratino, alcune sedie dello stesso stile del tavolo intorno
alle pareti, sotto al tavolo e davanti al divano due tappeti di
manifattura decisamente orientale.
Proprio di fronte alla mia posizione, appoggiata quasi alla
parete, una statua della Madonna Immacolata, alta circa un metro e
mezzo, molto simile a quella Immacolata custodita nella nostra Chiesa di
San Rocco. L’unica differenza è che la nostra ha un mantello di un
azzurro più intenso, mentre quello della statua in questione un azzurro
molto tenue. Ai piedi dell’effige un vaso di ciclamini di un colore
rosa pallido e un cestino colmo di coroncine per il rosario tutte
decisamente di colore bianco fosforescente.
Trascorso ancora qualche minuto, si è aggregato alla nostra
comitiva un Arcivescovo di nazionalità russa di nome Giovanni
accompagnato da tre preti (?). Indossavano tutti eleganti e preziosi
paramenti come se dovessero celebrare una funzione religiosa. Gli
astanti intanto avevamo raggiunto il numero di quindici. A
questo punto Màri, così veniva chiamata da amici e parenti (marito,
suocero, suocera ed altri), dopo aver distribuito a ciascuno dei
presenti la coroncina ha iniziato la recita del Santo Rosario. Nella
stanza aleggiava una serenità indescrivibile, non un rumore trapelava
dalla sottostante strada nonostante che la finestra fosse spalancata.
Anche il piccolo di due mesi era tranquillissimo in braccio alla nonna. Ultimata
la recita del Rosario, Maria, invitava un prete cattolico presente di
continuare con un altro Rosario con il cosiddetto Mistero “della
Luce”, mentre nel primo era stato contemplato il Mistero
“Gaudioso”. Terminato anche il secondo Rosario, Maria si è
inginocchiata di fronte e a circa due metri dalla statua della Madonna
seguita da tutti i presenti, russi compresi, continuando a recitare il
Padre Nostro, l’Ave Maria e il Gloria, noi tutti in italiano, lei
nella sua lingua madre e l’arcivescovo Giovanni con i suoi
collaboratori in russo. Al terzo Padre Nostro, dopo aver detto…….che
sei nei Cieli….si è bloccata, non ha più parlato, lo sguardo
fisso verso la parete che aveva di fronte, mi sembrava addirittura che
non respirasse, appariva più un pezzo di legno che una persona viva. In
quel preciso momento Màrija riceveva l’apparizione della Madre di Gesù.
In seguito ho saputo che la manifestazione in quella casa si verifica
tutti i giorni. Nessuno
dei presenti ha visto o sentito qualcosa che possa essere paragonato ad
un qualcosa di sopranaturale, ma tutti siamo stati catturati da una tale
emozione che senza potercene rendere conto siamo scoppiati in un
incontenibile pianto. Deve essere stato certamente un pianto liberatore,
perché alla fine eravamo tutti più sereni, più tranquilli, direi
quasi più buoni. Un assiduo frequentatore di quella casa, durante la
visione, ha scattato due foto nella direzione di Màrija, ma la luce del
flash non ha prodotto alcun effetto sugli occhi della donna. Questo lo
posso affermare con certezza perché ho guardato in quella direzione
proprio di proposito. Non
so quanto sia durata l’apparizione, dieci o forse quindici minuti, non
me la sento proprio di precisarlo. Anch’io sono stato emotivamente
coinvolto da quella meravigliosa
esperienza. A
questo punto Marija si alza seguita da tutti gli astanti e riferisce
testualmente: “ho
offerto alla Madonna i vostri dolori e le vostre sofferenze e tutto
quanto mi avete rappresentato. La Madonna ci benedice tutti. Ora ci sarà
la celebrazione della Santa Messa chi non ha tempo è libero di
andare”. Io sono rimasto. L’arcivescovo
russo Giovanni e i suoi tre collaboratori dopo aver salutato i presenti
si sono allontanati.
Devo
confessare che era oltre mezzo secolo che non recitavo più il Santo
Rosario, fino da quando ragazzino facevo il chierichetto con don Oronzo
Elia nella chiesa di san Rocco.
Terminata
la celebrazione della Santa Messa, dopo ancora una breve chiacchierata
con la signora Marija e suo marito Dr. Paolo ci siamo salutati con
l’augurio di rincontrarci presto, molto presto.
Monza, febbraio 2003
* * * * *
"Messaggio della Madonna da Medjugorje"
La
veggente Marija Pavlovic, il 25 di ogni mese, dopo la recita del Santo
Rosario, riceve dalla Madonna Immacolata un messaggio da rendere
pubblico. Ecco
qui di seguito il messaggio del 25 febbraio scorso: “
Cari
figli, anche
oggi vi invito a pregare e a digiunare per la pace. Come vi ho già
detto, anche adesso vi ripeto,figlioli, solo con la preghiera e il
digiuno anche le guerre possono essere fermate. La pace è un dono
prezioso di Dio. Cercate, chiedete e la riceverete. Parlate della pace
e portate la pace nei vostri cuori. Abbiatene cura come di un
fiore che ha bisogno di acqua, tenerezza e luce. Siate coloro che
portano la pace agli altri. Io sono con voi e intercedo per tutti voi. Grazie
per aver risposto alla mia chiamata”.
* * * * *
Il
messaggio di Medjugorje del 25 marzo 2003 Cari
figli, anche
oggi vi invito a pregare per la pace. Pregate con il cuore, figlioli, e
non perdete la speranza, perché Dio ama le sue creature. Egli vuole
salvarvi uno per uno attraverso le mie venute qui. Vi invito sulla
strada della santità. Pregate, e nella preghiera siete aperti alla
volontà di Dio, e così in tutto quello che fate realizzate il piano di
Dio in voi e attraverso di voi. Grazie per aver risposto alla mia
chiamata”.
Il messaggio del 25 aprile 2003
Cari figli, anche oggi vi invito ad aprirvi alla preghiera. Nel tempo di quaresima passato avete capito quanto siete piccoli e quanto piccola è la vostra fede. Figlioli, decidetevi anche oggi per Dio, affinché Lui in voi e attraverso di voi cambi i cuori degli uomini e anche i vostri cuori. Siate gioiosi portatori del Gesù risorto in questo mondo inquieto, che anela a Dio e a tutto ciò che è da Dio. Io sono con voi, figlioli, e vi amo con un amore particolare. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
* * * * *
Il
Messaggio del 25 maggio
2003 Cari
figli, anche oggi vi invito alla preghiera. Rinnovate la vostra
preghiera personale, e in modo particolare pregate lo Spirito Santo
affinché vi aiuti a pregare col cuore. Intercedo per tutti voi
figlioli, vi invito tutti alla conversione. Se vi convertite anche tutti
coloro che sono attorno a voi saranno rinnovati, e la preghiera sarà
per loro gioia. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.
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