Antologia

Antologia letteraria. Scritti, narrazioni e ricordi di Ceglie Messapica (Brindisi)

 

 

Ceglie, i nomi di alcune contrade metropolitane

di Pasquale Elia 

            

        SI riportato i nomi di alcune contrade di Ceglie Messapica e la loro origine. città ha sempre avuto negli anni passati una vera e propria ospedalità, nel senso odierno della parola.

           

 

  ABATE AMATO: forse dal nome del proprietario dello appezzamento Sacerdote Amati Giovanni, (Abate) il quale dedicò tutta la sua vita all’assistenza e all’amorevole cura dei malati. Per tale motivo alienò tutti i suoi beni per favorire la costruzione in città  di un Ospedale (Michele Ciracì, Patriae Decor, Oria-Brindisi 1992, p. 30).

  AMATI: dal nome di una nobile famiglia cegliese trapiantata a Cisternino (Edgardo Noya di Bitetto, Blasonario Generale di Terra di Bari, ristampa dell’edizione del 1912, Sala Bolognese 1981, p.13). La famiglia Amati, antichissimo Casato originario di Ceglie, in Terra d’Otranto (L. Maggiulli, Uomini Illustri di Terra d’Otranto, m/s presso la Biblioteca Provinciale di Lecce; Dizionario Biografico degli Uomini Illustri di Terra d’Otranto, a cura di Gianni Donno - Alessandra Antonucci – Loredana Pellè, Martina Franca 1999, pp. 9-10), che per incomprensioni con la locale Corte ducale, nella seconda metà del 1700, si trasferì nella vicina Cisternino (M.Ciracì, cit., p. 30-31);

 

  FORESTA: latino medioevale foresta di etimo incerto. Insieme di piante prevalentemente arboree fittamente distribuite su una vasta superficie di terreno. E’da notare che in quella zona ancora oggi esiste un fitto bosco.

  FRAGNITI: dal latino farneus  aggettivo di farnus. Quercia (lat. scientifico Quercus trojana), simile al rovere ma meno alta, che forma boschi nelle province di Bari, Brindisi e Lecce: ha foglie simili a quelle del castagno, ma più piccole e lucide, ghianda lunga 3 o 4 cm. rivestita per metà o più dalla cupola che ha squame allungate e uncinate.

 

  LECCI:  Leccio, albero sempre verde delle fagacee (Quercus ilex) che fa parte della macchia mediterranea; può raggiungere 25 m. di altezza e 1 m. di diametro; ha chioma ampia e folta, foglie coriacee, oblunghe ed ovate, biancastro-tomentose nella pagina inferiore, verdi scure e lucide in quella superiore, e ghiande di forma ovale, che maturano in un anno; viene coltivato per ornamento, soprattutto come pianta da ombra, e fornisce legna da ardere, carbone e legname resistente e compatto.Dobbiamo supporre che in quel posto abbondava la pianta in questione.

 

  MESOLA:  da meso = mezzo, regionale mesus, dal greco mésos; latino medius (C.Battisti –G.Alessio, Dizionario Etimologico Italiano, Istituto di Glottologia, Università degli Studi di Firenze, Firenze 1968, vol. IV. p. 2435; Vocabolario della Lingua Italiana, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Milano 1989, vol. III*, p.170).

  MORETTO: diminutivo di moro. Di colore scuro. E’una particolare lana di colore marrone cupo proveniente dal vello di alcune pecore che, di razza a vello bianco, presentano fenomeno di melanismo (in genere meno pregiate delle corrispondenti bianche). E’ probabile che in quella zona si allevava quella particolare pecora di colore scuro da cui poi la contrada prese il nome. Potrebbe derivare anche dalla razza negra del proprietario all’epoca del dominio saraceno. Nel Medioevo, infatti, aveva il significato di “Saraceno” ossia “di pelle o di carnagione molto scura” appartenente alle popolazioni di religione islamica del Mediterraneo [Emidio De Felice, Dizionario dei Cognomi Italiani, ristampa della I edizione del 1978, Cles (TN), 1992, pp.172-173,]. Alcuni anni fa oltre alla contrada esisteva anche una via “Moretto” intitolata poi al Carabiniere Angelo Petracca, morto a Ceglie durante un conflitto a fuoco con malviventi e per tale motivo fu decorato di medaglia d’oro al Valore Militare “alla memoria” (P.Elia, La mia Ceglie, inedito, Monza 1999).

  PADULE DI CAMPO ORLANDO, PADULE, PADULE DEL CIMITERO, PADULE DEL CONVENTO VECCHIO:  Padule = palude; latino medioevale padules (C.Battisti – G. Alessio cit. vol. IV, p.2719; Vocabolario della Lingua Italiana, Istituto della Enciclopedia Italiana fondata da Giovanni Treccani, Milano 1989, vol. III*, p.622). Sembra che Ceglie,  nei tempi antichi, “….…fosse quasi interamente circondata da paludi… (S.Jurleo, Ostuni Città Messapica, preistoria e storia, Fasano di Puglia 1993, p. 112; P.Elia, Ceglie Messapica, La Storia, Manduria 2000, p.70, nota 182).

 

  PEZZE SANT’ANGELO: Appezzamento di terreno, specialmente nella locuzione di pezza di terra. Anticamente pezza fu anche unità di misura di superficie in uso a Roma prima dell’adozione del sistema metrico decimale, equivalente a circa 2641 mq. (Vocabolario della Lingua Italiana, cit., Milano 1991, vol. III**, p. 847). Potremmo ipotizzare che quel terreno sia stato ceduto alla Cappella per soddisfare le necessità della stessa.

 

  SCOLEPIE: dall’esistenza di un Collegio dei Padri Scolopi con sede principale a Francavilla. In quel complesso esisteva una Chiesa rupestre in cui l’altare maggiore era dedicata a San Sebastiano. Possiamo ipotizzare pertanto che con la presenza di un altare maggiore dovevano esistere anche degli altari laterali. Di questa Cappella, nel Seminario vescovile di Oria è custodita una mappa catastale, datata 1726. Un documento del Ministero delle Finanze datato 1811 (fasc.1377/13) così indica la località: Stato dei beni componenti la dotazione del Ducato di Taranto. Ceglie masseria di Montecalvo e Insarti (Archivio di Stato di Lecce). Da notare che, all’epoca (1811), Ceglie non aveva alcun predicato. Gli amministratori locali, con la soppressione della feudalità (2-8 agosto 1806), eliminarono “del Gaudo”, e dopo l’unificazione dell’Italia, con decreto del Prefetto di Lecce del 1864, fu aggiunto il predicato messapico.

 

   ULMO: dal latino ulmus = olmo. (IV sec.), nome volgare di piante della famiglia delle ulmacee delle quali la specie più nota e utile è l’olmo comune (ulmus campestris), voce di fondo celto-germanico-latino (C.Battisti – G.Alessio, cit.  vol. IV, pp.2641-42). E’ un albero alto fino a 30 m. che vive nei boschi, ma è anche coltivato come ornamento nei viali (Vocabolario della Lingua Italiana cit. vol. III*, p.502). Dobbiamo ritenere che, nel medioevo, in quella zona boscosa predominasse quella pianta.

 

Le contrade con nomi di Santi: Sant’Anna, San Nicola, San Pietro, San Giovanni, Sacramento, San Michele, Le Croci, Madonna Piccola, Madonna della Grotta, ecc. sono località in cui esistevano delle Cappelle dedicate a quei Santi. Distrutte dal tempo e non più edificate il nome di quelle chiese furono trasferite alle attuali contrade.

            Da quanto esposto dobbiamo ricavare che la nostra città nei tempi antichi fosse circondata da lussureggiante vegetazione. Ne consegue che doveva esserci abbondanza di:

1 – cacciagione nelle riserve di caccia. Alle dipendenze dei feudatari c’erano, tra l’altro, anche dei guardacaccia. Infatti alcuni cittadini descrivono l’assassinio di uno di esso ad opera di alcuni francavillesi (Archivio di Stato di Brindisi, Atti Notaio Giovanni Antonio Calandro, 27 dic. 1761, CC. 179-180.INV.III.B.3.1.XI.17);

2 -  legname per l’industria [nel 1573, Ferdinando Sanseverino, barone di Ceglie concesse, a titolo gratuito, il taglio del legname dai seguenti boschi feudali (Olmo, difesa di Montevicoli, di Comolutania, difesa vecchia, di Casamassima, di Casamassima detta Mendola, di Delli Gatti, della Foresta)]. Tali concessioni furono revocate in seguito dal Duca don Domenico Sisto y Britto (Archivio di Stato di Brindisi, Atti Notaio Caballo, 30 dic.1700, C.85. INV.III.B.2.1.II. 9);

3 – legname per la produzione di carbone per riscaldamento.

      

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