Ceglie Messapica o del Campo? Che confusione
Fin dall'antichità, la nostra Ceglie, è stata sempre
confusa dagli studiosi e relegata in second'ordine a causa dell'altra
omonima cittadina situata in provincia di Bari, Ceglie del Campo.
E' vero, purtroppo, che con i mezzi di comunicazione dei secoli
passati, con il nome identico (kailia, Caelia, Coelium, Cilio, Ceglie), era molto difficile sapere che, in
realtà, erano due le città. Negli
anni non tanto lontani, tutti gli studiosi, italiani e stranieri, pur
conoscendo che esistevano due città omonime, entrambe importanti nei
secoli passati, non hanno voluto approfondire, forse, per mancanza di
tempo o per cocciutaggine, a quale delle due località si riferissero i
vari reperti e documenti rintracciati, quindi tutti costoro hanno creato
una enorme confusione, confusione che ancora oggi è purtroppo
d'attualità. E'
pur vero però che la Ceglie del Campo ha avuto ed ancora ha storici di
prim'ordine, probabilmente non eguali per la nostra città.
Ora cercherò di fare luce, sperando di riuscire a dimostrare,
quanto mi sono proposto.
Amilcare Foscarini, in Armerista
e Notiziario delle famiglie nobili, notabili e feudatarie di Terra
d'Otranto, Sala Bolognese, ristampa del novembre 1971 a p.50
afferma: …le Terre di Ceglie e Laterza col titolo marchionale…..; a
p.147, …..i Marchesati di Ceglie…; a p.233, ….Artusio Pappacoda comprò da Marcantonio Seripando il Marchesato di
Ceglie….; a p.275, …portati in dote,
nel 1729, da un Pappacoda a Benedetta De Angelis, Marchesa di Ceglie e
principessa di Bitetto…. Devo
precisare che la nostra città è sempre stata una Baronia fino a
quando, nel 1641, Diego Lubrano fu investito del titolo di Duca, titolo
che arrivò fino ai Verusio per successione della famiglia Sisto y
Britto (cfr.Vittorio Spreti, Enciclopedia Storico Nobiliare Italiana, Milano 1932, p.882). Alla
morte del duca di Ceglie, Luigi Sisto y Britto, avvenuta nel 1862,
succedette la sorella Marianna, la quale sposando il Marchese Raffaele
Verusio gli portò in dote, tra l'altro, il titolo di Duca su Ceglie. La
famiglia Verusio fu decorata del titolo di Marchese, per diretta
concessione, fin dal 30 ottobre 1798 (V.Spreti. cit.), ossia circa cento
anni prima. La
famiglia Verusio fu riconosciuta in detti titoli con D.M. 30 luglio 1901
del RR.LL.PP. (cfr. Vittorio Spreti, cit. p.882; L.A. Montefusco, Le successioni feudali in Terra d'Otranto, Le province di Brindisi e
Taranto, Novoli 1996, vol. II, p.19; P.ELIA, Ceglie Messapica, La Storia, Manduria 2000, p.67).
Il Prof. Luigi Antonio Montefusco, cit. p.16,
afferma che… spesse volte questo
feudo è stato dagli studiosi confuso con altro del medesimo nome, posto
nelle pertinenze di Bari, Ceglie del Campo…. Nonostante
questa bella premessa anche costui cade nell'errore quando (p.17)
dichiara che Ceglie, nel 1528,
apparteneva a Bona Sforza, duchessa di Bari, Milano e Regina di Polonia
e che in seguito la cedette a Jesue De Rogier (Giosuè De Ruggero).
Questi era guardasigilli del Regno, feudatario di Ceglie
del Campo, e fratello del vescovo di Ostuni, Giovanni Antonio De
Ruggero (cfr. L. Pepe, Storia
della successione degli sforzeschi negli Stati di Puglia e di Calabria, Trani
1900, pp.130-132).
La confusione sta nel fatto che, nel 1527, il feudo di Ceglie fu
confiscato a Giovanni Sanseverino per motivi a noi non noti ed
incamerato dalla Corona. Giovanni fu processato e giudicato dalla
Commissione Imperiale composta da Innico de Mendoza, Vescovo di Burgos,
da Giovanni Sunyer, vice cancelliere imperiale d'Aragona e dal dottor
Martino Romano. Il 18 gennaio 1531 il Sanseverino fu riconosciuto
innocente e quindi reintegrato in tutti i suoi possedimenti, tra cui la
nostra città [J.Donsì Gentile (a cura di), Archivio Sanseverino di Bisignano, in Archivi di Stato di Napoli, Archivi privati, Inventario sommario, Roma
1967, vol. I; P.Elia, Ceglie
Messapica, la Storia, Manduria 2000, p.49].
Il prof. Franco Porsia (docente di Storia economica e sociale del
Medioevo nella facoltà di Lettere e Filosofia dell'Università di
Bari), in Bari Aragonese e ducale (a
cura di) F. Tateo, in Storia di
Bari dalla conquista normanna al ducato sforzesco, Bari 1990, Cap.
IV, p.165 scrive…..nel 1507, le
terre calabresi furono
costituite da…..un feudo
formato da Ostuni, Villanova e dalla giurisdizione criminale di
Grottaglie e da 157 ducati sopra i pagamenti fiscali di Ceglie e Capurso.
Ma le ultime due terre ……non appartenevano più alla duchessa; erano
state già donate da lei a Giosuè De Ruggero.
Ci vuole poco per capire che la Ceglie situata vicina alla
cittadina di Capurso DEVE intendersi Ceglie del Campo e non la Ceglie in
Terra d'Otranto, ossia l'odierna Ceglie Messapica. Veramente quelle terre erano state date in suffeudo al De Ruggero
[cfr.Luigi Donvito - docente di Storia moderna nella facoltà di Lettere
e Filosofia dell'Università di Bari -
in La nuova religione cittadina (a cura di) F. Tateo, in Storia
di Bari nell'antico regime, Bari 1992, Tomo II, p.89-90]. Ci
viene ancora in soccorso il prof. Saverio Russo - ricercatore del
Dipartimento di Scienze storiche e sociali dell'Università di Bari - in
La città e i suoi casali (a
cura di) F. Tateo, in Storia di Bari nell'antico regime, Bari 1991, Tomo I, cap. I, p.101
nello studio del quale è esplicito che si tratta della Ceglie barese. Il
prof. Saverio Russo, inoltre, (La
città e i suoi casali cit. p.88), afferma che …..i
feudi di Loseto, Ceglie e Carbonara e che con Bitetto e Binetto
costituiranno un possesso feudale di medie dimensioni. Per
quanto sopra le tante confusioni sono state ingenerate dai molti
studiosi che non hanno mai voluto accertare a quale delle due Ceglie era
da accreditare il documento ritrovato. Molto spesso i funzionari regi
napoletani nei loro atti ufficiali non riportavano il predicato Gaudo,
riferito alla nostra città. Da
precisare che Ceglie del Campo non aveva, all'epoca, alcun predicato. A
distanza di anni diventava sempre più difficile quindi sapere a quale
Ceglie si riferiva questo o quel provvedimento. Ho detto difficile ma
non impossibile perché molto spesso veniva indicato altro feudo posto
nelle immediate vicinanze (Carbonara, Loseto, Bitetto, Binetto, ecc.).
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