Ceglie, miscellanea di eventi che fanno storia
di Pasquale Elia
Ho voluto raccogliere in queste poche pagine gli argomenti di alcuni atti notarili, di stralci di decisioni adottate dell'allora consiglio comunale e di altri documenti di genere vario rintracciati qua e là negli archivi. Ho scelto quelli che a mio avviso possono mettere in evidenza la vita di stenti, privazioni e soprusi cui erano sottoposti a quei tempi i nostri antenati. E'
sorta una miscellanea di notizie suggestiva, a volte anche divertente,
sulla storia di Ceglie. Lo
scopo dell'Autore è quello di far conoscere avvenimenti, fatti, usi e
costumi, problemi, pettegolezzi che in ogni tempo si verificano in una
piccola o grande città che sia. E la nostra Ceglie non era certamente
diversa dalle altre città del tempo. Molte, tante cose che leggerete
sono ancora di estrema scottante attualità nella nostra città. E' come
se il tempo si fosse fermato, eppure sono passati secoli e secoli di
storia. Riporto
in questo scritto avvenimenti di vario tipo verificatesi nella nostra
città nei secoli passati documentati da atti notarili custoditi presso
l'Archivio di Stato di Brindisi, in quello di Lecce o altra
documentazione certa. A fianco a ciascun fatto annoterò l'Archivio di
Stato, l'anno, il notaio e la numerazione data nella archiviazione. ·
Il
30 maggio 1564, un certo Angelo Cavallo denunzia la propria moglie
Lucrezia De Calzoni, alla corte
del Capitano della Terra di Ceglie (magistratura competente), per
aver la stessa commesso adulterio con don Sebastiano Vitali di Ceglie.
Da accertamenti espletati in seguito dal Capitano, la signora Lucrezia
fu trovata nella casa di don Sebastiano Vitali. La signora, in ossequio
alle leggi vigenti all'epoca, fu arrestata. Non conosciamo la condanna
che le fu inflitta, il documento notarile non la riporta. Rammento che
fino a circa 40 anni fa, per questo reato, vigeva nel nostro ordinamento
giudiziario il mandato di cattura obbligatorio. (ASBr., Notaio Cornelio Vacca, C.5.INV.III.B.1.I.1). ·
Il
25 aprile 1572, il Magnifico Giovanni Francesco Alemanni, assume per i
lavori domestici certa Grazia Ciracì. Costei si impegna a servire
onestamente, a vita, ricevendo in compenso vitto,
alloggio et decenti funerali il giorno della sua morte. Che vita! Mi
auguro che almeno i funerali siano stati davvero decenti. (ASBr., Notaio Cornelio Vacca, C.125/t.INV.III.B.3.1.I.12). ·
Il
28 gennaio 1574, don Mario Caracciolo di Napoli e don Gerolamo de la
Marra di Carolo, si accordano con i fratelli Girolamo e Cosimo Potito di
Ceglie, i quali dovranno procurare 100
uomini et compagni disposti ad andare a lavorare
nei campi di grano e negli orti delle masserie in Puglia di proprietà
di quei signori. Questa è la dimostrazione che oltre quattrocento anni
fa esisteva l'odierno ben conosciuto caporalato.
(ASBr., Notaio Cornelio Vacca, C.54.INV.III.B.3.1.I.1). ·
Il
5 agosto 1583, l'università di Ceglie e per essa il Sindaco firma una
convenzione con un certo Ortentio
Oliva della Terra di Cisternino per l'apertura di una speciala (farmacia) a Ceglie. Da quel vocabolo speciala è derivato poi la parola speziale, sinonimo di farmacista. ASBr., Notaio Cornelio Vacca, C.164.INV.III.B.3.1.I.14). Identica
convenzione fu stipulata il 7gennaio 1592 (C.1/tergo2
tergo.INV.III.B.3.1.I.3) rinnovata
il 21 agosto 1597 (C.45tergo.INV.III.B.3.1.I.4), ma con l'obbligo da
parte del farmacista di fornire la speciala di tutte
quelle cose che bisognano alli malati. ·
Il
13 agosto 1589, si riunisce il Consiglio comunale per decidere
l'atteggiamento da adottare per l'ordine
ricevuto dal Vicerè per la
fornitura di tomola 400 di
orzo, tomola 200 di grano, vino e paglia. Il consiglio delibera di
pagare il prezzo per quelle vettovaglie da fornire alle truppe spagnole
in transito da Ceglie. (ASBr., Notaio Cornelio Vacca, C.84.INV.III.B.3.1.I.1). ·
Il
12 agosto 1590, l'università e per essa il Sindaco Fabio Vacca e gli
Eletti fanno l'elenco dei debiti che il comune ha contratto in occasione
del passaggio di truppe spagnole avvenuto alcuni giorni prima (giovedì). (ASBr., Notaio C. Vacca, C.230/t.INV.III.B.3.1.I.2;
Anno 1596, C.299.INV.B.III.3.1.I.3). ·
Il
24 luglio 1595, il Comune e per esso il Sindaco pro-tempore Giovanni
Maria Santoro, e Donato Blundo (con gli anni diventerà Biondi), Sindaco
degli anni seguenti, firmano un contratto con il Magnifico Laporta
Mario, dottore fisico, di Taranto, per esercitare
l'arte sua di medicina agli
abitanti della Terra di Ceglie. Risulta che costui esercitava già
la professione di medico a Ceglie tanto che l'anno precedente (24 agosto
1584), presso lo stesso notaio redigeva il suo testamento
(C.158.INV.III.B.3.1.I.7). Questo
potrebbe essere stato il primo medico condotto a Ceglie. (ASBr., Not Cornelio Vacca, C.202.INV.III.B.3.1.I.4; 11.41596,
C.260.INV.III.B.3.1.I. 4). ·
Il
15 settembre 1596, l'università
e per essa il Sindaco e gli Eletti, deliberano che a causa dei continui
passaggi delle truppe di S.M. Cattolica e delle continue contribuzioni
fatte a quelle compagnie di soldati che stanziavano nella nostra città,
il Comune si trova debitore per oltre 20.000= ducati. Per questi motivi
decidono di istituire il cassiere per l'esazione del dazio sulla farina,
su tutte le vettovaglie, le decime su vari beni e la tassa sulla
bonatenenza. Identica delibera viene varata il 17 agosto 1597). (ASBr., Notaio Cornelio Vacca, C.299.INV.III.B.3.1.I.39) ·
Il
23 agosto 1598 rinnovata l'8 agosto 1599 don Fabrizio Gioia, cantore
della Terra di Ceglie e don Stefano Vitale firmano un contratto con il
chierico Giovanni Battista Simeone di Mesagne con il quale costui si
impegna a tenere a Ceglie una scuola di "umanità
et insegnare con ogni diligencia a tutti quei scolari che saranno
capaci". (ASBr., Notaio Cornelio Vacca, C.109/t - 110/t-191.INV.III.B.3.1.I.4). ·
Il
30 marzo 1603, Giovanni Camillo Saracino, "cede in locazione" la sorella Ursula al Dottore Antonio
Altavilla per tutti i servigi di famiglia di sua casa per sei anni continui.
Nessun commento. (ASBr., Notaio Stefano Matera, C.49/t.INV.III.B.3.1.II.39). Si ordina ut
sopra, che ogni volta, che alcun cittadino venisse a far banchetto o
feste, possa servirsi di tutta quella quantità e sorte di animali che
li piacerà macellare, tanto di propri, quanto comprati da altro, purché
non comprino animali per dette feste ut sopra da pubblici banchieri e
Buccieri (odierno
vuccièr' = macellai), ut sopra,
quali in tal caso oltre che li detti macellatori pagavano il dazio e
incombevano alla pena di carlini quindici….. ……che li detti capitoli (intesi come articoli), sono a beneplacito dell'università di Ceglie con la potestà sempre di
aggiungi o diminuire secondo l'occasioni per stare alla malizia delle
persone. Datum Cilij die 21 ottobre 1609. Il Comune
decide di ristrutturare il carcere fatto costruire, nel 1568, da
Giovanni Giacomo Sanseverino, conte della Saponara. Per tale motivo
chiede l'autorizzazione al feudatario (Fabrizio Sanseverino, nipote del
cegliese omonimo) esprimendosi come segue: Detta Università supplica V.S.Ill.ma atteso essa università ha
proposto voler modificare uno carcere civile soprano di essa terra,
poiché sogliono accadere carcerati alcune persone civili, e poiché
l'Ufficiale di V.S.Ill.ma sogliono carcerarli nel carcere terraneo (turràgn'),
dove pigliano infermità …..perciò supplico V.S.Ill.ma concedere
facoltà di posse fare detto carcere soprano a detti carceri, et tutto
riceverà……. - don Fabrizio Sanseverino appone il sigillo alli 7 di marzo 1611.
(ASBr., Platea di San Domenico……a 1744, p.355). ·
Il
27 ottobre 1603, Matteo, Nicola e Giuseppe Leone figli di Giovanni
Francesco, dividono i beni ereditati dal padre secondo le disposizioni
testamentarie per atto del Notaio Cornelio Vacca. Si legge, fra l'altro,
"la piscina et la calcara
resti di comune a tutti li fratelli". (ASBr., Notaio Stefano Matera, C.13.INV.III.B.3.I.II.4). ·
Il
13 dicembre 1689, il Sindaco di Ceglie Andrea Sanosi, precisa il motivo
della discordia con il Governatore della città di Ostuni sui confini
delle due università. (ASBr., Notaio Francesco Paolo Lamarina, C.170-172.INV.III.B.3.1.VI.22). ·
Il
9 novembre 1710, di sera, nelle vicinanze della Chiesa di San Rocco, e
precisamente vicino al paretone (passava dove oggi sorge la caserma dei
carabinieri), fu ucciso il chierico Ciracì il cui cadavere fu coperto
da pietre. L'avvocato fiscale
iniziò l'inchiesta interrogando vari cittadini. (ASBr., Notaio Francesco Paolo Lamarina, 17.2.1711,
C.38/t-42.INV.III.B.3.1.VI.44). ·
Il
28 luglio 1747, alcune donne
testimoniano come hanno avuto dei rapporti carnali con dei frati
Cappoccini. Una
donna, certa Maria Suma di Martina, avvicinava le ragazze da marito che,
a causa delle loro non tanto floride condizioni economiche, non
avrebbero mai potuto possedere il corredo, indispensabile per contrarre
il tanto sospirato matrimonio. Senza corredo a quei tempi non ci si
sposava. Costei convinceva le ragazze che Frà Fortunato (questo era il
suo nome), cappuccino, era disposto ad aiutarle se fossero solamente
andate a trovarlo dietro la Chiesa
di Sant'Anna. Quel
Santuario, all'epoca, era abbastanza lontano dal Borgo Medioevale,
nonostante questo, le ragazze andavano ugualmente, incontravano il
monaco, il quale testualmente diceva: Vuoi
il corredo? E alzati la gonnella. Con
questo sistema ci cascarono un certo numero di ragazze. Il fatto, però,
venne all'orecchio dei superiori di Frà Fortunato, che per tale motivo
fu trasferito al Convento dello stesso Ordine Religioso in Ostuni. Per
un certo periodo di tempo tutto tornò alla normalità, ma dopo qualche
mese, sempre quella brava signora di nome Maria Suma, riprese a
contattare le ragazze cegliesi, con la differenza che questa volta il
luogo d'incontro non poteva essere più dietro
la Chiesa di Sant'Anna, ma sobb'
Santu Pol'. La
storia ripresa, ma quando le ragazze (una diecina) non ricevettero alcun
capo di corredo, denunziarono il frate. Da quando ho potuto capire non
fu solo Frà Fortunato, parteciparono anche altri monaci, infatti, le
ragazze parlano di frati
cappoccini. (ASBr., Notaio Tommaso Lamarina, 28 luglio 1747,
C.225-226-198/t.INV.III.B.3.1.X.6). ·
Il
10 aprile 1763, i coniugi
Oronzo Ligorio ed Antonia Amaturo, dichiarano che Leonardo Annè di
Ceglie, chiede in moglie ad Anna Parisi e Pasquale Argentiero, madre e
figlio, Lucia Argentiero. A tale domanda gli
Argentiero risposero che non acconsentivano perché egli aveva già
amoreggiato con la ragazza e per due volte era stata lasciata senza
giustificato motivo. L'Annè rispose che egli era innamoratissimo
di detta Lucia e che era già risoluto di baciarla ovunque la ritrovava
la prima volta. (ASBr., Notaio Giovanni Antonio Caliandro, C.81-85.INV.III.B.3.1.XI.19). ·
Il
Magnifico Notaio Giovanni Caliandro di Ceglie, dichiara di aver
esercitato la carica di Sindaco dell'università di Ceglie dal 1
settembre 1751 a tutto agosto 1752 (durata del mandato quindi 1 anno). Al
termine presenta, ai razionali, il bilancio della sua amministrazione da
cui risulta creditore di ducati 72, grana 28 e due terzi. Con la stesura
di questo atto notarile egli rinuncia a tale credito a beneficio dei
poveri del Comune. E'
il primo e certamente l'unico Sindaco di Ceglie, di cui si ha notizia,
che al termine del suo mandato lascia tutto il suo stipendio a favore
dei poveri della sua città. Un atto di generosità davvero encomiabile.
Perché non abbiamo avuto altri Sindaci così altruisti? (ASBr., Notaio Tommaso Lamarina, 3.9.1772, C.211.INV.III.B.3.1.X.31). ·
Il
24 aprile 1809, il Decurionato (Consiglio Comunale) decide, a
maggioranza, il rifacimento in
parte delle antiche mura, per avere, un
mezzo di difesa contro i malintenzionati in caso di bisogno. L'Intendente
autorizza la richiesta. (ASBr., Inventario del Decurionato, C.24/v. - b.9 - fasc.3). ·
Controversia
tra il Comune di Ceglie e il Capitolo accusato di aver fatto recintare
con un muro a secco un pezzo di suolo pubblico situato dietro la Chiesa
di San Rocco, suolo che veniva utilizzato come posteggio per i cavalli
dei forestieri convenuto per la festività del Santo. Il 26 settembre 1814 il Capitolo venne condannato ad abbattere il muro a sua cura e spese. (ASLe., Processi del contenzioso amministrativo, Inventario Consiglio di
Intendenza). L'Intendenza fu istituita con legge 8.8.1806, n°132, che impartiva norme per la
divisione del Regno di Napoli in Province e Distretti, ponendoli alle
dipendenze di Intendenti e Sottointendenti. La stessa disposizione
legislativa prevedeva, inoltre, un Consiglio di Intendenza, presieduto
dall'Intendente, quale organo collegiale con funzioni contenziose e
consultive. La struttura
dell'Ente si articolava in tre divisioni fondamentali (amministrazione
civile, finanziaria e di polizia) e rimase invariata anche dopo
l'emanazione della legge borbonica 12.12.1816, n°570. L'Intendente
gerarchicamente subordinato al Ministro dell'Interno, esercitava poteri
di amministrazione attiva, tutela sui Comuni e sugli stabilimenti
pubblici, alle cui istanze rispondeva adottando provvedimenti. Era
funzionario di alta polizia, disponeva della guardia provinciale e in
caso di bisogno dell'Esercito, presiedeva il Consiglio di leva, dirigeva
il servizio sanitario e vigilava, infine, sulla riscossione delle
contribuzioni dirette. L'Intendenza con decreto dittatoriale 12.9.1860,
n°32, mutò la denominazione in Governatorato. Il Consiglio di
Intendenza era a livello Provincia. La Provincia di Brindisi, è noto,
fu istituita il 7 gennaio 1927. Per quest'ultimo motivo la
documentazione relativa è custodita dall'Archivio di Stato di Lecce. ·
Il
14 marzo 1823, il Consiglio comunale(Decurionato), per combattere il
contrabbando del sale, a quel tempo molto in auge, delibera la distribuzione
forzosa del sale. Qualche tempo dopo, evidentemente quel
provvedimento non sortì gli effetti desiderati, decisero di compilare un
elenco dei contrabbandieri. (ASBr., Conclusioni decurionali, a. 1823, C.43/r-v - b.9 - fasc.3). ·
Il
12 aprile 1823, il Comune effettua una gara di appalto per la vendita
della neve dal 1° giugno al 30 settembre. Era la neve che era stata
raccolta durante la stagione invernale e custodita nelle cosiddette nevare
o neviere. (ASBr., Conclusioni decurionali, a. 1823, C.44/r-46/r - b.9 - fasc.3). ·
Il
30 agosto 1823, il Decurionato delibera che qualora il militare di leva
non si presentava entro il quarto giorno successivo alla chiamata alle
armi a svolgere il servizio veniva
dichiarato refrattario quindi
era obbligato a svolgere il servizio per altri due anni oltre la normale
leva. (ASBr., Conclusioni decurionali, a. 1823). ·
Il
12 marzo 1824, si delibera la costruzione del cimitero con sepoltura per
tumulazione e non per inumazione. (ASBr., idem, a. 1824, b.9-
fasc.3) ·
Il
24 luglio 1824, il Consiglio di Stato, dichiara che ai sensi della legge
12.12.1816, è data facoltà ai Comuni stabilire se la sepoltura debba
essere per tumulazione o per inumazione. (ASBr., idem, a. 1824, b.9-
fasc.3 -p.20). ·
Il
6 gennaio 1837, il Decurionato approva la delibera per il pagamento
dell'appaltatore addetto all'illuminazione notturna (conz'
lampièr'). L'illuminazione, a quel tempo, era con lampade ad olio. ·
Controversia
tra il Comune e i fratelli Achille, Fernando e Nicola Antelmi per avere
questi usurpato un tratto della strada pubblica per Martina in prossimità
della masseria di proprietà denominata Fedele
Grande. Il
27 febbraio 1856, i fratelli Antelmi furono condannati a restituire
le cose al primiero di loro stato fra venti giorni dalla intimazione
presente. Qualora non ottemperassero il Comune potrà eseguire i lavori a spese
degli Antelmi sulla strada che da Martina per Grottaglie e Montemesola
conduce a Ceglie. E'
da notare che da Martina per raggiungere Ceglie era necessario fare
tutto quel giro. E' opportuno conoscere che l'odierna strada Ceglie -
Martina fu costruita dal 1864 al 1891. (ASLe., Processi del contenzioso amministrativo). ·
Controversia
tra il Comune, Nicola Agostinelli e i Fratelli Domenico e Rocco
Caliandro, tutti di Ceglie, per occupazione di suolo pubblico nella
strada denominata Cursìa
per la costruzione di scale di accesso alle loro abitazioni. Il 31
dicembre 1859 il Decurionato delibera che non
conviene proseguire nel giudizio. Quelle scale sono tuttora ben
visibili. (ASLe., Processo contenzioso amministrativo, Anni 1858-1860). ·
Il
15 marzo 1886, il Consiglio Comunale convocato in sessione ordinaria
primaverile, conferì, all'unanimità e per acclamazione, la
Cittadinanza Onoraria cegliese a S.E. il Ministro Bernardino GRIMALDI
con la seguente motivazione: ….s'è fatto incoraggiatore e promotore strenuo dei nostri più vitali
interessi; che spende tutto se stesso e si adopra efficacemente a che la
VAPORIERA traversando questi campi feroci sia apportatrice di Civiltà e
di Ricchezza. La
VAPORIERA di cui sopra arrivò a Ceglie solo nel 1924, ossia
quarant'anni dopo.
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