Il Politecnico di Bari nel libro del rettore Ruggiero
di Leonardo Legrottaglie
Quanto vale l'esperienza di un Rettore di un giovane ateneo? Soprattutto se questa è stata maturata agli albori della sua istituzione? Dipende da tanti fattori, si potrebbe rispondere. Sicuramente tantissimo se a coprire la massima carica istituzionale della giovane università è stato tra chi ha concepito l'idea, ha cercato di definirla nell'ambito di un contesto, ha cercato un suo preciso ruolo. Allora l'istituzione pubblica universitaria assume un significato tutta particolare. Il rapporto con essa diventa quasi viscerale. La sua visione un po' romantica. Al richiamo non si è sottratto il prof. Umberto Ruggiero, uno dei promotori e sicuramente l'antesignano del progetto del Politecnico a Bari, rettore dal 1994 al 1997, già ordinario di "macchine", fondatore del corso di laurea in ingegneria meccanica, allora afferente all'Università di Bari. In collaborazione con la casa editrice Laterza ha pubblicato un volume dal titolo. "Scritti Accademici 1994-1997 - cronache di vita, relazioni e discorsi del rettorato" (52,00 euro) che raccoglie, nelle oltre 500 pagine, quella che è stata la sua esperienza di rettore attraverso la raccolta cronologica di discorsi, conferenze, relazioni, verbali, lettere e interviste ai giornali, articoli e foto. L'iniziativa è originale. In Italia, solo l'Università di Padova ha realizzato un'iniziativa similare. Il libro potrebbe sembrare relegato ai soli addetti ai lavori e dunque ad un pubblico "interno", invece, ad una più attenta esamina, l'opera di raccolta di Ruggiero è un utile strumento per chiunque vorrà approfondire la vita di una università ai primi passi per poter comprendere quale collocazione essa ha nei giorni nostri. Gli scritti sono stati predisposti rispettando il carattere di cronaca, secondo un ordine cronologico, suddivisi in capitoli: Strategie e programmi, Politica universitaria e rapporti con il territorio, conferenze e pubblicistica, vita accademica, programmi e vicende elettorali. Ruggiero si sforza ripetutamente di definire, spiegare il Politecnico di Bari, come "scuola di eccellenza per la formazione di ingegneri ed architetti di alta qualificazione, capace di svolgere un ruolo determinante, in Puglia, rivitalizzando e sviluppando tutti i settori produttivi, economici e sociali". La definizione di Ruggiero prende spunto da quella che fu l'idea ispiratrice degli altri due e più antichi Politecnici italiani di Torino e Milano, dove fu il contesto industriale della seconda metà dell'ottocento a pensare e realizzare scuole universitarie di eccellenza (Politecnici), serbatoi da cui attingere professionalità per i propri quadri aziendali. In questa direzione il libro documenta lo sforzo di collegamento con il territorio d'influenza, per dare un senso e un obiettivo alla ricerca universitaria. La
preoccupazione di Ruggiero è che, a distanza di tredici anni dalla
istituzione, il contesto territoriale pugliese non abbia ancora capito
per intero le potenzialità di una struttura universitaria come il
Politecnico, quale volano di sviluppo, per la Puglia e le regioni
limitrofe, ma forse, aggiungiamo noi, il Politecnico dovrebbe chiedersi
anche se, in un'azione di compartecipazione, sia riuscito a mettere in
atto tutte quelle azioni volte a far comprendere appieno le sue capacità.
E' forte, nella cronaca dei tre anni, la polemica con le amministrazioni
pubbliche (Comune e Regione) mai intervenute in aiuto concreto per la
nascita delle strutture essenziali del Politecnico. Non si può ignorare
ad esempio la realtà della Facoltà di architettura, dal 1990 unica in
Puglia, Basilica e Molise, capace di valorizzare il prezioso patrimonio
urbanistico, archeologico e paesaggistico di queste regioni. Infatti,
risaltano nel libro gli episodi relativi alla necessità e l’urgenza
di dare una sede alla Facoltà di Architettura che,
per più di quattro anni, ha costretto gli studenti raminghi in
tre zone diverse della città. Così pure sono puntualmente documentate
le azioni per conseguire, nell’immediato, una sistemazione logistica
migliore dei vari Istituti e Dipartimenti, ottenuta mediante
l’acquisto di un decoroso edificio adibito a sede del Rettorato e dei
Servizi Amministrativi. Non mancano i risultati degli interventi per
acquisire risorse finanziarie e nuove cattedre di docenti e molti
documenti presentano attività e programmi per il miglioramento della
didattica e della ricerca, la creazione di Laboratori attrezzati, Centro
Linguistico, Centro per la Qualità e Servizi alle Imprese, al
rafforzamento del consorzio CSEI. Un elemento comune a tutti gli scritti presenti è la comunicazione, quale fonte e risorsa strategica dell'operato del Politecnico in quegli anni. Il rettore Ruggiero si sofferma spesso, nelle sue relazioni e interventi, sulla necessità e l'indispensabilità di utilizzare la comunicazione e l'informazione verso l'esterno. Nei
programmi e vicende elettorali si apprezzano idee e strategie per
rendere sempre più efficiente e importante struttura e organizzazione
del Politecnico.
(Pubblicato il 02/04/2003 )
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